Berlusconi riconosce che il suo vecchio sogno di arrivare alla Presidenza della Repubblica “è svanito”
Articolo di Politica interna, pubblicato mercoledì 24 giugno 2009 in Brasile.
[O Globo]
RIO – Se le minorenni napoletane, i voli di stato con ospiti privati e i procacciatori di prostitute d’alto bordo non gli hanno procurato danni peggiori, una cosa sembra chiara a proposito di Silvio Berlusconi: il suo vecchio sogno di accedere alla Presidenza della Repubblica “è svanito” di fronte al numero di scandali a base di festini erotici in cui
è stato coinvolto il suo nome, come rivela El Pais.
È stato lo stesso premier a rendere pubblica l’idea martedì, dicendo: “Per il Quirinale abbiamo Gianni”. Si riferiva a Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Persona tranquilla e fervente cattolico, Letta, che in quel momento sedeva alla destra di Berlusconi, ha replicato “Parliamo d’altro, Silvio”.
Il quadro è completato dall’intervista di Berlusconi alla rivista Chi, appartenente al suo gruppo mediatico [editoriale]. Oltre a dire che non sapeva che Patrizia D’Addario fosse una prostituta e a qualificare il reclutatore di ragazze Gianpaolo Tarantini come “amico stimato e imprenditore serio la cui presunzione d’innocenza deve essere rispettata”, il premier risponde a una domanda sulla sua successione e afferma: “Non sono un monarca, non designerò un successore. Sarà qualcuno eletto dal popolo”.
Così, attraverso una rivista di pettegolezzi, la destra italiana si vede aperta l’ipotesi di un futuro senza Berlusconi. Come ha detto Antonio Di Pietro, l’agonia del premier non può durare fino al 2013 e i colonnelli del Popolo della Libertà già prendono posizione e affilano i coltelli.
Giulio Tremonti, che amministra l’economia ministro dell’Economia dell’oligarchia milanese, sembra collocato meglio degli altri. Un altro sarebbe Letta, alla guida di un governo tecnico. Mario Draghi, presidente della Banca d’Italia, che mantiene pessime relazioni con Berlusconi, è stato accusato di essere un cospiratore.
Freddo e opportunista, Gianfranco Fini si limita ad aspettare di veder passare i cadaveri dei nemici. Il suo grande obiettivo è il Quirinale, un luogo dove in cui un convertito laico di sinistra come lui si sentirebbe più a suo agio che a capo di un partito che lo odia.
Soprattutto, come sempre in Italia, dovrà ottenere l’assenso della Lega Nord, dei giudici e della Chiesa.
“L’ira dei cardinali Bertone e Bagnasco sarebbe favorevole a sbarazzarsi di tutte queste assurdità e ad andare al voto” afferma una voce vaticana.
[Articolo originale “Berlusconi reconhece que seu velho sonho de chegar à Presidência da Itália “esvaiu-se””]