Sonia Alfano
Dall’Europa un primo no alle mafie
Per la prima volta in una posizione ufficiale del Parlamento Europeo appare il termine “mafie”, a dimostrazione del costante lavoro di accrescimento della
Un punto di prioritario interesse della relazione è la manifesta volontà della LIBE di istituire una commissione parlamentare sul crimine organizzato e le mafie. Purtroppo l’istituzione di tale commissione, nonostante i facili entusiasmi di chi (purtroppo) nel Pd vuole cavalcare l’onda emozionale e comunicativa del voto di ieri piuttosto che lavorare affinché le parole si traducano in fatti concreti e utili alla causa, non è ancora certa poichè al momento esistono alcuni gruppi politici che ne stanno valutando l’utilità e la parola ultima spetta alla conferenza dei presidenti. Il percorso è irto di ostacoli e sicuramente bisognerà lavorare ancora molto per raggiungere questo obiettivo. Da due anni sto spendendo moltissime energie affinchè il progetto vada in porto e continuerò a battermi con tenacia a tal proposito.
Vista l’ampiezza dei contenuti della relazione, essi saranno oggetto di specifici e numerosi post e quanto prima pubblicherò la versione finale della relazione. Per dare un’idea della rilevanza del documento approvato ecco un elenco non esaustivo delle misure richieste a livello europeo: estensione del reato di associazione mafiosa a tutti gli Stati membri; norme efficaci per il sequestro, la confisca dei proventi criminali e il loro riutilizzo a scopi sociali; norme per una maggiore tutela delle vittime; miglior coordinamento e cooperazione di Europol, Eurojust, OLAF tra loro e con le autorità nazionali; miglioramento della cooperazione giudiziaria e attuazione piena del principio del reciproco riconoscimento delle decisioni giudiziarie; norme in materia di trasparenza e di prevenzione per evitare che i fondi pubblici finiscano nelle mani della criminalità organizzata; norme contro la criminalità finanziaria e il riciclaggio di denaro; norme per evitare che i condannati in via definitiva per reati connessi alla criminalità organizzata possano candidarsi alle elezioni europee.
Pur essendo nota la mia contrarietà alla politica dell’attuale maggioranza in materia di giustizia e di contrasto alle mafie, devo riconoscere la disponibilità della delegazione del Pdl al Parlamento Europeo – e del Ppe in generale – a sostenere, insieme a tutti gli altri gruppi politici, una risoluzione che, a detta di chi lavora sul campo, è estremamente avanzata e utile a livello europeo e internazionale. Ovviamente l’ultima parola la dirà la plenaria del 25 ottobre a Strasburgo, ma il risultato dei negoziati e il consenso unanime raggiunto in commissione LIBE lasciano ben sperare.