L’amichetto di Mafiolo

Riunioni con imprenditori interessati a G8 e post-terremoto
Incontri anche sugli appalti delle Asl pugliesi e per “spingere” gli ordini di protesi

Intercettata la lobby Tarantini

“Puntiamo alla Protezione civile”

di GABRIELLA DE MATTEIS e GIULIANO FOSCHINI

Intercettata la lobby Tarantini “Puntiamo alla Protezione civile”

Gianpaolo Tarantini

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BARI – Il business della Protezione civile finisce nell’indagine della procura di Bari su Gianpaolo Tarantini. In alcune delle conversazioni intercettate al telefono, oppure registrate dalle cimici in alcuni dei posti abitualmente frequentati da Tarantini, l’imprenditore vanta sponde politiche. E promette ad alcuni suoi amici imprenditori grandi affari nel settore appunto della Protezione civile. In particolare Tarantini fa in più occasioni espliciti riferimenti alla

ricostruzione post-terremoto e all’organizzazione del G8 alla Maddalena. I dettagli stanno emergendo dalla trascrizione delle intercettazioni, registrate da ottobre a maggio. Dettagli che danno corpo ad un’ipotesi investigativa: l’imprenditore barese, amico del premier Silvio Berlusconi e di alcuni esponenti pugliesi del Pd, dopo aver assunto una posizione di monopolio nel settore delle protesi ospedaliere, ora cercava di sfruttare l’amicizia con il premier puntando agli appalti della Protezione civile.

Gli uomini della Guardia di Finanza, coordinati dal sostituto procuratore Giuseppe Scelsi, in questi giorni hanno ascoltato parte delle conversazioni, registrate nel corso dell’inchiesta. Tarantini parlava spesso al telefono. Altre volte chiamava a raccolta amici e conoscenti nelle salette riservate di due hotel romani. Ad alcuni imprenditori, raccontano le intercettazioni, il giovane uomo d’affari avrebbe parlato delle sue future ambizioni e soprattutto avrebbe cercato di coinvolgerli. Diceva che sarebbe stato in grado di entrare con alcune società (sue o comunque a lui vicine, visto che nell’ultimo tempo aveva cominciato a fare attività di lobby) nella lista delle aziende di riferimento della Protezione civile e spiegava loro di tenersi pronti per eventuali sub-appalti. Ora la Guardia di Finanza vuole accertare se Tarantini millantasse il potere di fare affari o se davvero fosse riuscito ad inserirsi nel business. In questo senso da Guido Bertolaso è già arrivato un chiarimento: “Nessuna azienda riconducibile all’imprenditore barese ha mai ricevuto un appalto dalla Protezione civile né è nella lista di quelle che ci lavorano abitualmente” ha detto il capo della Protezione civile.

In attesa di scalare Roma, Tarantini coltivava il suo impero economico in Puglia. Agli atti dell’inchiesta del pm Scelsi (lo stesso che indaga sul presunto giro di escort procacciate da Tarantini per Berlusconi) ci sono due conversazioni, registrate dalle miscrospie delle Fiamme Gialle nelle salette di due alberghi romani. Tarantini ospitava gli amici nelle stanze che prenotava. In un caso, all’hotel De Russie, con lui ci sono Lea Cosentino (la manager dell’Asl rimossa dopo la notifica di un avviso di garanzia) e gli imprenditori Enrico Intini e Cosimo Catalano. Il colloquio, ricostruiscono gli uomini della Guardia di Finanza, verte sull’appalto da 55 milioni di euro per la gestione del servizio di pulizia che l’azienda sanitaria deve aggiudicare. Tarantini guida la conversazione. Rassicura Intini e, secondo la procura, organizza un tentativo di progettazione e aggiudicazione della gara (che non è stata però mai bandita).

All’Hotel Eden, invece, l’imprenditore barese incontra Vincenzo Patella, primario della seconda clinica ortopedica del Policlinico di Bari, e la fisiatra Ilaria Tatò. Questa volta al centro della discussione ci sono le forniture di protesi. “A quelli se gli dai 100 euro, fanno la festa”, dice la donna. Parla dei medici che, secondo l’accusa, sarebbero complici di un sistema: indirizzavano pazienti, anche molto anziani, nei centri di fisiatria. Ai malati, dopo una breve visita, veniva consigliato il consulto con un ortopedico che prescriveva, anche quando non era necessario, l’applicazione di una delle protesi, fornite dalle aziende di Tarantini. Per la riabilitazione, i pazienti tornavano nei centri di fisiatria.

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