Ft sulla sopravvivenza di Berlusconi
“La battaglia si sposta sulle nomine”
Il quotidiano della City lega le decisioni da prendere nei prossimi giorni per 47 imprese di Stato o parastatali al quadro politico. E scrive che le vicende del premier hanno danneggiato l’Italia al vertice Ue del 4 febbraio. Germaine Greer sul Times: “L’ultima mascherata” del Cavaliere
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA – La battaglia per la sopravvivenza di Silvio Berlusconi “si sposta nel cuore dei consigli d’amministrazione”: nei prossimi giorni il governo italiano deciderà le nomine alla guida di 47 imprese di Stato o parastatali, scrive oggi il Financial Times, e dall’esito di queste decisioni si capirà se il potere del premier è in declino e se quello della Lega Nord è in ascesa. Le nomine vengono fatte ogni tre anni e includono la presidenza di alcune delle più grandi aziende del nostro Paese, come Eni, Enel, Finmeccanica, ricorda il quotidiano della City. “Se Berlusconi è ancora forte, vedremo piccoli cambiamenti”, dice un non identificato banchiere milanese al Ft, “se è debole ci sarà un rimpasto di poltrone”, possibilmente a vantaggio del partito di Bossi, che da tempo chiede di essere meglio rappresentato nel mondo degli affari.
Una fonte governativa offre un’altra ipotesi al più importante quotidiano finanziario europeo: che le nomine non indicheranno necessariamente la forza o la debolezza del Cavaliere, ma saranno semplicemente “le ultime spoglie” del suo potere distribuite prima di elezioni anticipate che
fra qualche mese potrebbero aprire nuovi scenari e cambiare tutto. Fonti del mondo finanziario italiano, interpellate dal Financial Times, predicono che Paolo Scaroni e Fulvio Conti dovrebbero ottenere ciascuno un terzo mandato al comando di Eni ed Enel, mentre Pierfrancesco Guadagnini potrebbe conservare il posto
di presidente ma essere affiancato da un amministratore delegato più vicino alla Lega.
Ma l’indiscrezione più ghiotta riportata dal Financial Times è un’altra: un dirigente di una delle maggiori aziende italiane nel settore energetico, che chiede al giornale di restare anonimo, si lamenta che la crisi del governo provocata dagli scandali del premier ha “gravemente danneggiato l’Italia al summit dell’Unione Europea, dedicato principalmente all’energia e a cui ha partecipato Berlusconi, svoltosi il 4 febbraio a Bruxelles”. Né il dirigente, né il Ft precisano in che cosa consistesse questo danno ai nostri interessi.
Fra gli altri articoli dedicati stamani dalla stampa internazionale al caso Berlusconi spicca un editoriale sul Times di Londra di Germaine Greer, celebre scrittrice e militante femminista britannica, che conosce molto bene il nostro Paese. “Berlusconi è un grande illusionista” scrive Greer, “ed è una deliziosa ironia che la sua ultima mascherata, quella di voler sembrare uno stallone italiano la cui lussuria non diminuisce nemmeno a 75 anni, potrebbe essere il motivo che lo spedisce infine in prigione”. La scrittrice prende Berlusconi come supremo esempio non di “machismo”, un termine che viene dalla Spagna e ha a che fare con i “cojones” (testicoli), gli attributi della virilità, bensì dal più italiano “gallismo”: esibendo le penne come un gallo, “che vanta conquiste che non ha fatto e imprese sessuali che non sono alla sua portata”. Gli italiani, conclude Germaine Greer, ora dicono che il comportamento del loro premier li ha degradati e ha fatto perdere loro la dignità davanti al mondo, “ma avevano già sacrificato quella dignità eleggendo Berlusconi”: ecco di cosa dovrebbero vergognarsi, “di avere votato per lui”. Alla fine del processo per il Rubygate, prevede la Greer, Berlusconi si rivelerà per ciò che è, “un gallo che zampetta sulla montagna di spazzatura in cui lui ha trasformato la politica italiana”.
Di Berlusconi si occupa, indirettamente, anche l’Herald Tribune, stavolta nelle pagine sportive, commentando l’aggressione di Gennaro Gattuso al vice-allenatore del Tottenham Joe Jordan nella gara di Champions League persa per 1-0 a San Siro dal Milan: “C’è qualcosa di decadente nella squadra, un tempo meravigliosa, di Silvio Berlusconi”, scrive il noto columnist di calcio Rob Hughes. “Il primo ministro italiano e il club di cui è proprietario sembrano invecchiare insieme in modo disonorevole”.
L’Economist dedica l’apertura della sezione Europa all’Italia, in un lungo articolo intitolato “Berlusconi contro la Città della Donne”, notando che per ironia della sorte è stata una donna a incriminarlo, Ilda Bocassini, un’altra a rinviarlo a giudizio, Cristina Di Censo, e ora saranno altre tre magistrate a processarlo. Il servizio registra la reazione apparentemente tranquilla del premier, “non sono per niente preoccupato”, ma commenta che egli deve essere consapevole che la situazione è diventata per lui “altamente pericolosa”. Il processo per il Rubygate, scrive il settimanale britannico, è riferito a fatti recenti, quindi è impensabile prolungarlo fino alla scadenza dei termini come avvenuto per altri processi al Cavaliere, e il peso delle prove, da quanto trapelato finora, sembra schiacciante. L’Italia ne ha viste tante, conclude l’articolo, da un ex premier, Giulio Andreotti, processato per associazione mafiosa, a un altro, Bettino Craxi, fuggito in esilio per corruzione, “ma non ha mai visto niente del genere”.