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“Paura di volare”, quel che i passeggeri non sanno quando salgono su un aereo°°° AGGHIACCIANTE!
“Paura di volare”, quel che i passeggeri
non sanno quando salgono su un aereo
L’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo ha pubblicato il Rapporto informativo sull’attività svolta nell’anno 2010. E i dati non sono rassicuranti. Gli investigatori dell’Ansv tra inconvenienti, inconvenienti gravi ed incidenti hanno aperto 2.362 inchieste, 526 in più rispetto al 2009.
Nei dodici mesi dello scorso anno i malfunzionamenti e gli incidenti che hanno visto protagonisti gli aerei sono aumentati quasi del 29 per cento. Ma nessuno ha pensato di comunicarlo ai passeggeri, forse credendo che queste informazioni siano irrilevanti o superflue. Infatti, anche in questa occasione, per non smentire il perfetto stile che contraddistingue i protagonisti dell’universo dell’aviazione civile per il quale le informazioni scomode che possono generare domande e osservazioni da parte degli utenti vengono immediatamente ‘addolcite’, si è provveduto subito a rassicurare il lettore.
Così l’Ansv, quando comunica sul sito questi dati scrive:
“Il numero complessivo delle segnalazioni è aumentato rispetto al 2009 (1.836), ma tale incremento – va sottolineato per evitare erronee interpretazioni dei dati forniti – è sostanzialmente riconducibile al miglioramento del sistema relativo alla segnalazione all’ANSV degli eventi in questione”.
Già, ma gli incidenti si sono verificati.
Solamente negli ultimi trenta giorni gli stessi investigatori dell’Agenzia sono dovuti intervenire in undici casi di malfunzionamento e incidenti di cui uno mortale, che hanno coinvolto velivoli sia da trasporto pubblico che da turismo.
Il silenzio che avvolge le attività delle compagnie aeree, dei broker avionici e di coloro che sono chiamati a controllare, è sconvolgente. Nessuno parla, nessuno denuncia quanto accade quotidianamente negli hangar aeroportuali e all’interno delle grandi compagnie aeree. Perché?
“Alcune compagnie aeree non sono molto diverse dalle organizzazioni criminali – scrive Nadia Francalacci in Paura di Volare, libro edito da Chiarelettere – chi parla, denuncia e prova a opporsi alle ‘leggi’ interne che regolano la loro spietata logica del profitto viene licenziato. Tutti sanno come le stesse compagnie siano in grado di occultare prove, di modificare o distruggere file e di distorcere a più livelli, attraverso una ragnatela di complicità, la realtà. E tutti hanno paura”.
Ma proprio tutti. Giornali compresi.
Ecco alcuni stralci tratti dal testo di Nadia Francalacci
La falsa sicurezza
È inutile girarci attorno: ci stanno prendendo in giro. E… (segue al link)
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/21/paura-di-volare-quel-che-i-passeggeri-non-sanno-quando-salgono-su-un-aereo/152745/
Luna tagliata da un aereo. Bellissima immagine.
La sfiga e la lepre
Aereo investe una lepre, stop al decollo
Sul volo molti parlamentari lombardi
Il Milano-Roma delle 14 è dovuto rientrare mentre stava per staccare. In un primo momento si era parlato di motore esploso: “Un botto molto forte, poi una frenata violenta. Abbiamo avuto paura”
°°° Visto? Quando si dice la sfiga… Naturalmente, non era una lepre, ma silvio berlusconi che
SCAPPAVA DAI PROCESSI!
PARLAMENTARE DELLA LEGA RICOVERATO AL SAN RAFFAELE
Aereo “papi”
In volo con “Papi”
Un aereo di Stato che trasporta una comitiva di domestici-parlamentari e veline vola verso l’aeroporto di Olbia. All’improvviso, un’esplosione distrugge il pavimento dell’aereo e tutti i passeggeri riescono a non precipitare nel vuoto aggrappandosi ai portabagagli del soffitto che ha resistito all’incidente. Il comandante però avverte che, essendo troppo pesanti, uno dei passeggeri si deve sacrificare buttandosi nel vuoto. Un eroico Sandro Bondi, baciando il santino di Silvio Burlesquoni che tiene nel taschino, esclama: “Lo faccio io! Per il bene di tutti mi sacrifico io!”.
A queste parole tutti i si mettono ad applaudire.
CHE VERGOGNA IMMANE!
La matrioska di Villa Certosa
di GABRIELE ROMAGNOLI
QUESTO forse non sarà il migliore dei mondi possibili, ma certamente è il solo in cui possiamo vivere io, voi e tutti i suoi abitanti, incluso il presidente del Consiglio italiano. È un mondo che sviluppandosi ha acquisito pregi.
E’ divenuto globale, veloce, ha allargato gli spazi di libertà. E ha contemporaneamente mantenuto o accresciuto difetti: è classista, sessista e ancora conosce sacche in cui viene negata la libertà. Un selvaggio uscito da decenni di isolamento nella giungla di quell’Africa che il premier italiano vede ormai dovunque potrebbe non sapere come rapportarsi a tutto questo e quali conseguenze attendersi.
Il premier italiano no. Perché ne è parte integrante, ha contribuito attivamente a renderlo quel che è, trasmettendogli pregi e difetti, in quale misura dipende dalle opinioni, ma qui non rileva. Quel che conta è saper affrontare la realtà. Le foto di Villa Certosa, non le immagini in sé, non quel che ritraggono, ma proprio il loro essere incorniciate in pagine di giornale sono uno specchio in cui Silvio Berlusconi non può rifiutare di guardarsi. Andiamo per gradi.
Le scatta un fotografo sardo e il premier ne blocca la pubblicazione con un ricorso a quella stessa magistratura che, per altri versi, ha appena finito di insultare. Evidentemente non basta andare ai vertici per capire che il mondo si è ristretto. Non basta aver posseduto giornali e tivù per rendersi conto che la comunicazione non ha più confini. I politici della Prima Repubblica rilasciavano imbarazzanti interviste a giornali stranieri convinti che non sarebbero state tradotte o straparlavano in aereo come se quelle parole non potessero atterrare. Il dominus della Seconda Repubblica fa mettere un veto alla stampa italiana e si ritrova su “El Pais”. Poi da lì su tutti i siti del mondo, Italia inclusa. Con quel titolo che sarebbe stato meglio non dover leggere: “Ecco le foto che gli italiani non possono vedere”, di taglio sotto lo storico discorso di Obama al Cairo.
Non occorre essere padre di cinque figli per sapere che un divieto scatena il desiderio di infrangerlo e che a vedersi trattare dagli altri come quelli con meno libertà o capacità di giudizio ci si sente umiliati. Che poi “El Pais”, come già importanti giornali inglesi e tedeschi, faccia parte di un complotto internazionale ordito dalla sinistra italiana, un’entità appenninica ormai incapace di far eleggere un sindaco oltre il Po, è un altro tentativo di distorsione ottica.
Gli italiani dovevano poter vedere e hanno visto. Ne avrebbero fatto volentieri a meno, certo. Ma la storia è un accidente che si ritorce spesso contro i suoi artefici. Qui non stiamo parlando di tre zie suore di clausura sorprese dagli obiettivi mentre fanno la doccia. Stiamo invece guardando l’uomo che ha spettacolarizzato la sua esistenza, che ci ha inviato a domicilio, senza che lo richiedessimo, l’album fotografico della sua vita, la cui tivù ci ha dato lo stesso “Drive in” che ora replica a bordo piscina, ha indotto metà di una generazione a mettersi in fila per farsi spiare in una casa, ha trasmetto Tg in cui il pettegolezzo era la notizia. Silvio Berlusconi ha voluto, per poterne diventare l’oggetto di culto, una platea di pubblico e mediatica voyeuristica, sgangherata e sbarazzina con le regole. L’ha avuta.
E ora le si mostra in costume da bagno, in un contesto tardo hollywoodiano, che, siamo sinceri, nulla rivela, che non va di un centimetro al di là di quel che avevamo da tempo immaginato. Lo dice lui stesso: “Scatti innocenti”. Allora, perché tanto clamore per bloccarli? Questo ultimo atto, aperto da una festa a Casoria, somiglia sempre più a una matrioska al contrario: da una cosa piccola ne esce una più grande, poi più grande ancora. Il sospetto è che si debba guardare meglio per capire che cosa veramente non si vuole che vediamo: qualcosa più che una ragazzina o uno stornellatore partenopeo. Se quel qualcosa esiste esisterà anche lo sguardo per coglierlo e tutto il mondo lo vedrà.
Il paese delle banane
13
Burlesquoni sceglie una ragazza dai book che gli procura Umilio Fede e se la porta in Sardegna col suo aereo. Solita prassi: la riempie di Champagne e cocaina e quindi la porta in camera da letto. Memore di Noemi e del casino che ha combinato, mentre lei si spoglia, chiede: “Quanti anni hai?”. “Tredici”. “Rivestiti e vattene!”. Incazzata la ragazza si veste, ma prima di uscire dice: “Che eri stronzo e impotente LO SAPEVO GIA’, ma non sapevo che fossi così superstizioso!”.
AHI, AHI…
E Berlusconi scrive al Garante
«Bloccate le foto di Villa Certosa»
Nelle immagini la visita dell’allora primo ministro ceco e ragazze in bikini e topless
Adesso saltano fuori le foto. C’è la prova che esistono delle immagini scattate da un fotografo sardo durante la festa di Capodanno a Villa Certosa, alla quale avrebbe partecipato Noemi Letizia insieme ad altre ragazze. Ma non solo. Il reporter sostiene di avere ben 700 istantanee. Alcune documentano la vacanza trascorsa nel maggio del 2008 nella residenza del premier Silvio Berlusconi dall’allora primo ministro della Repubblica Ceca Mirek Topolanek e dalla sua delegazione, altre mostrano gli eventi mondani organizzati nella splendida dimora di Porto Rotondo. Tre giorni fa, per cercare di bloccarne la pubblicazione, il presidente del Consiglio ha presentato un ricorso al Garante della privacy. Quattro pagine firmate di suo pugno per chiedere «tutti i provvedimenti che riterrà opportuni e in particolare l’inibizione di qualsivoglia utilizzo o pubblicazione del materiale fotografico ». Una denuncia è stata invece depositata alla Procura di Roma. Il Garante ha avviato l’istruttoria e ha chiesto alle parti una relazione su quanto accaduto. Ne è seguita una querelle con tanto di controdeduzioni inviate all’ufficio dell’Autorità della privacy dal fotografo Antonello Zappadu, che svelano come la trattativa per l’acquisto di alcune foto sia cominciata nel dicembre scorso, dunque ben prima che esplodesse il «caso Noemi». È stato lo stesso reporter ad offrirle a Panorama, il settimanale di proprietà di Berlusconi. La sua proposta è stata rifiutata, ma il 26 maggio scorso ci sarebbe stato un nuovo incontro a Milano con il giornalista Giacomo Amadori per trattare le immagini scattate «nel periodo fra Natale 2008 e gli inizi dell’anno 2009», dunque nel corso della vacanza offerta a Noemi Letizia e rivelata in un’intervista al quotidiano La Repubblica dal suo ex fidanzato Gino Flaminio. Prezzo richiesto: un milione e mezzo di euro.
La stessa cifra che sarebbe stata negoziata anche con il settimanale della Rusconi Gente. A questo punto il reporter racconta di essere stato chiamato da Amadori e da Miti Simonetto. È la curatrice dell’immagine della famiglia Berlusconi. Proprio lei, nel 2006, fu contattata da Fabrizio Corona per la vendita di alcune foto che ritraevano la figlia del premier Barbara all’uscita di una discoteca milanese insieme ad un ragazzo. «Mi dissero di interrompere le altre trattative», dice. Le immagini cominciano a circolare nelle redazioni dei giornali. I collaboratori di Zappadu sostengono di aver ricevuto offerte da tabloid inglesi, si parla anche di periodici francesi che potrebbero essere interessati. Alcune ritraggono l’arrivo di Silvio Berlusconi in un aeroporto — che presumibilmente è quello di Olbia — a bordo dell’aereo di Stato.
Con lui c’è il fedele Mariano Apicella, ritratto mentre scende dalla scaletta del velivolo dell’Aeronautica Militare con le insegne della «Repubblica italiana » ben visibili. Il cantante napoletano che alla feste del premier è una presenza fissa ha gli occhiali scuri, il volto sorridente proprio come Berlusconi. In un’altra immagine l’ex posteggiatore è ritratto mentre carica i bagagli su una delle auto del corteo presidenziale. Dovrebbe trattarsi di un periodo estivo: le persone sono ritratte con abiti leggeri, si vede una donna di spalle che indossa sandali infradito. Poi ci sono le foto dei giardini di Villa Certosa con ragazze in bikini o in topless, altre sotto le docce all’aperto, altre vestite accanto a Berlusconi nel patio delle residenze destinate agli ospiti. Lo stesso Berlusconi spiega nel suo ricorso che alcune foto fatte circolare con i volti ‘oscurati’, «verosimilmente ritraggono nel maggio del 2008 la delegazione ceca oltre a una serie di soggetti che erano stati ufficialmente convocati per le serate di intrattenimento offerte a Topolanek ».
Il premier affronta poi il capitolo che riguarda le ultime vacanze natalizie: «Si tratta di soggetti ripresi in momenti di assoluta intimità del tutto leciti e senza alcun particolare rilievo o connotazione, addirittura mentre si trovavano all’interno delle abitazioni poste a loro disposizione e ritratte mediante potenti e intrusivi mezzi di riproduzioni delle immagini». Una tesi che Zappadu contesta nella relazione inviata al Garante, ventilando l’ipotesi che in giro possano anche esserci altre immagini. «Nella mia disponibilità — scrive infatti il fotografo — ci sono fotografie riprese lecitamente, in diverse circostanze di tempo e luogo, nello svolgimento della professione giornalistica. Non ho ricevuto e visionato le fotografie alle quali il dottor Berlusconi può fare riferimento, che possono anche essere estranee a quelle nella mia disponibilità. Quindi mi riservo ogni valutazione sulla paternità, luogo, tempo, tecniche e modalità di acquisizione delle immagini conosciute dall’onorevole Berlusconi una volta avuta contezza delle medesime immagini ».
Fiorenza Sarzanini
°°° Forse si vedono anche le montagne di cocaina sparse ovunque… Ma come si chiamava l’ospite di berlusconia? Topolanek?! Beh, nella casa dello gnomo…
ALTRE OSPITI DELLA FESTA:
ZONA DEI CACTUS E RAGAZZA CHE SI ALLENA A DIVENTARE MINISTRA