MA DAVVERO CI FACCIAMO ANCORA PRENDERE PER IL CULO DA QUESTO VECCHIO DELINQUENTE RIFATTO?!
di Beppe Giulietti
Eppure il rapporto di quest’anno ci ha retrocesso ulteriormente, di ben undici posizioni, assegnandoci la maglia nera in Europa, insieme alla Bulgaria, e all’Ungheria diventata una sorta di “nazione sorella”.
Questo risultato è il frutto non solo della mancata risoluzione del conflitto di interessi e delle liste di proscrizione alla Rai, ma anche per le aggressioni consumate nei confronti dei cronisti che contrastano le mafie e le camorre.
Per questa ragione decine e decine di giornalisti spesso senza contratto e pagati 4 euro lordi a pezzo si sono ritrovati davanti alla Camera dei deputati per chiedere il rispetto dei loro diritti, anzi per chiedere qualche diritto.
Queste ragazze e ragazzi sono anche quelli che si sono battuti contro ogni bavaglio, ora chiedono anche alle piazze mediatiche e ai volti “noti” della politica e del giornalismo, di ricordarsi di loro, di dare un volto e una voce alla loro lotta.
Chi può li ascolti, raccolga il loro appello, rompa il muro di silenzio che li circonda.
Dopo il sequestro di Megaupload e la risposta di Anonymous, la “prima guerra digitale” è una hashtag caldissima su Twitter. Di “guerra” si parla perchè la chiusura del sito di condivisione è stata vista da molti visto come una risposta repressiva alle proteste contro il Sopa, la legge americana che, con la scusa di combattere la pirateria online, mette di
°°° Siamo troppo forti per loro. Ciao ciao!
Silvio Berlusconi
È POTENTE e minacciosa, la forza di fuoco dispiegata nelle ultime settimane dal presidente del Consiglio sulle intercettazioni. “Voi parlamentari approvate al più presto la legge: la situazione attuale non è da Paese civile” (Agi, 6 ottobre). “Vi è un’urgenza a cui abbiamo il dovere di rispondere… Il cittadino alza il telefono e sente di poter essere controllato: è intollerabile, è un sistema barbaro a cui dobbiamo mettere fine” (Ansa, 7 ottobre).
LO SPECIALE SUL DDL INTERCETTAZIONI 1
Silvio Berlusconi prepara con queste parole, scagliate come pietre contro i pm, il prossimo “giorno del giudizio”. Giovedì la Camera voterà la legge-bavaglio, dalla quale può
Bruno Tinti
9 ottobre 2011
Commetteremo un reato, forse parecchi reati. E magari, oltre a noi de Il Fatto, qualche altro giornalista disobbedirà alla legge più vergognosa che B&C hanno avuto il coraggio di inventarsi. Perché delinquere e comportarsi con sfrenata immoralità è cosa grave. Ma costruirsi un’immagine pubblica falsa attraverso la menzogna e l’intimidazione è da veri tiranni. E i
Liana Milella per “la Repubblica“
L´sms di Cicchitto è arrivato a sorpresa. Spedito già due giorni fa dal capogruppo Pdl ai deputati. Ordine perentorio: «Prossima settimana presenza obbligatoria in aula fino a venerdì. Sospese missioni e permessi». L´obiettivo è chiaro: gli uomini di Berlusconi tentano il blitz sulle intercettazioni.
Se l´ostruzionismo dell´opposizione è contenuto, vogliono votare entro venerdì senza ricorrere alla fiducia. Ma se in aula si scatena la baraonda, per portare a casa l´agognato bavaglio alla stampa e ai pm non resta che la fiducia. Per il momento non è stata autorizzata dal consiglio dei ministri. Ma basta convocarne uno volante nella sala del governo a due passi dall´aula.
Non è solo questa la novità-notizia del fine settimana sulle intercettazioni. Strumento paragonabile, come sottolinea il procuratore di Torino Gian Carlo Caselli, «alle radiografie, alle tac, alle risonanze magnetiche per i medici, cui sarebbe arduo chiedere di rinunciare». Legge contro cui minaccia lo sciopero pure Wikipedia per via dell´obbligo di rettifica.
Ci sono due questioni su cui ferve la verifica tra Pdl e Terzo polo. Scontato il niet di Pd e Idv, i berlusconiani puntano a conquistare almeno uno spiraglio con loro. Partita complicata. Due i nodi. La possibilità di pubblicare, almeno «nel contenuto», le intercettazioni; l´udienza-filtro, o stralcio, in cui giudici e legali selezioneranno le telefonate utilizzabili nel processo e quelle superflue.
°°° COME POSSIAMO PERMETTERE CHE UN GOVERNICCHUIO LADRO, INCAPACE E SCREDITATO IN TUTTO IL MONDO, CONTINUI A DELINQUERE CONTRO LA COSTITUZIONE, CONTRO IL BUONSENSO, CONTRO LA LIBERTA’ E… CONTRO TUTTI NOI CITTADINI?!
Emilio Fede
ROMA 1 – Un esposto all’ordine dei giornalisti per gli insulti omofobi rivolti dal direttore del Tg4, Emilio Fede, al governatore della Puglia, Nichi Vendola. Dopo aver raccolto, attraverso messaggi e post sui social network, la rabbia e il risentimento degli omosessuali, la deputata del Pd, Paola Concia, ha deciso di muoversi contro il giornalista, tanto da decidere di investire della vicenda l’ordine dei giornalisti.
La richiesta è chiara 2: viste alcune “palesi” violazioni della