In qualunque altro Paese sarebbe in galera da 40 anni, ma qui abboccano ancora tutti alle sue minchiate. A partire dai giornali di una sedicente sinistra. Oggi ho sentito addirittura al Tg de la 7, che si presume tg attendibile, un imbrattamicrofoni asserire che “berlusconi aveva tolto l’Ici”… Falso! L’ici l’aveva tolta Prodi. Il gangster l’aveva tolta solo ai ricchi e alla chiesa. E che “L’imu l’ha imposta Monti” Arifalso: l’Imu se l’erano inventata il nano e tvemonti con decorrenza dal 2012. Monti ha solo messo in atto una pessima tassa imposta dalla legge.
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Torna Berlusconi, è campagna elettorale “Raddoppierò il mio impegno contro i comunisti”
INTANTO, STAI RADDOPPIANDO I DEBITI. E QUESTA VOLTA COL CAZZO CHE TE LI PAGHIAMO NOI!!!
Ma poi… dove cazzo sarebbero questi comunisti?!
La fiction è finita. La Moratti dà il via alla campagna elettorale, ma i milanesi preferiscono lo shopping
I NODI AL PETTINE
La manifestazione fuori da Montecitorio
I comitati chiedono più trasparenza nelle scelte del governo
Roma, la protesta dei terremotati
In 1000 alla Camera gridano: “Buffoni”
Tanti gli slogan dei Comitati: “Forti e gentili sì, fessi no!”
I sindaci: “Vogliamo fatti, non promesse” E il Tg1 oscura la protesta
La tenda montata a
Montecitorio dagli studenti
ROMA – E’ arrivata a Montecitorio per il sit-in dimostrativo, la marcia degli sfollati delle tendopoli dell’Aquila, che protestano proprio nel giorno in cui la Camera deve approvare il decreto legge sull Abruzzo.
Slogan e proteste. Senza bandiere di partito e scandendo vari slogan tra cui “forti e gentili sì, fessi no!“, “100% ricostruzione, partecipazione e trasparenza” e “Buffoni, buffoni”, 1000 aquiliani dei Comitati dei cittadini sono arrivati a Roma con 20 pullman partiti questa mattina alle 9 e 30 da Collemaggio. Presente anche un grande striscione con la scritta: “Case, scuole, Università. Subito. Contro la speculazione ricostruzione dal basso”. Ad imitazione delle tendopoli, alcuni ragazzi montano tende da campeggio sotto l’obelisco che domina la piazza. Sono scesi in piazza anche gli studenti dell’Onda che chiedono che a occuparsi della ricostruzione non sia Impregilo poiché fu proprio “la stessa azienda a costruire l’ospedale che poi crollarono”.
Le richieste. Gli organizzatori hanno chiesto garanzie sulla riparazione dei danni causati dal terremoto, la riapertura del centro storico, risorse adeguate per risarcire gli imprenditori che hanno avuto le imprese distrutte o danneggiate e un maggiore coinvolgimento della cittadinanza nelle scelte della ricostruzione.
Il Pd presente. Alla manifestazione erano presenti alcuni parlamentari del Pd e dei radicali, Legambiente,il sindaco di L’Aquila, Massimo Cialente, il presidente della Provincia Stefania Pezzopane e molti dei sindaci delle città colpite dal terremoto, che hanno chiesto che le promesse vengano messe “nero su bianco”. La vicepresidente della Camera, Rosy Bindi ha raggiunto il sit-in dei terremotati per esprimere la sua solidarietà e ha detto: “Non sono più venuta perché in campagna elettorale non volevo strumentalizzare le vostre difficoltà. Ma, dopo i ballottaggi – ha detto la Bindi -, vi assicuro che verrò una volta alla settimana nelle tendopoli de L’Aquila e a Pescara dagli sfollati”. Poi ha aggiunto: “E’ finito il tempo delle passerelle e della false promesse. Il governo deve mettere risorse vere per la ricostruzione e dare certezze a tutti sul futuro delll’Aquila e di tutti gli altri centri colpiti dal terremoto. Avete pienamente ragione -ha concluso la vicepresidente della Camera -, e sarebbe una vergogna se anche in questo caso il Governo decidesse di porre la fiducia, rifiutando di accogliere le vostre richieste e di cambiare il decreto legge”. Critico anche il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini: “Abbiamo assistito ad una passerella di ministri a L’Aquila e in Abruzzo. Oggi in aula c’è solo il sottosegretario Menia. Avrei gradito che la presenza del governo fosse adeguata al dramma che abbiamo vissuto”.
Il presidente della regione, Gianni Chiodi, ha invece invitato gli aquilani “ad avere piena fiducia nell’operato del governo, che sta cercando di venire incontro a tutte le esigenze e alle necessità legate alla fase della ricostruzione”.
Blackout del Tg1. Ma evidentemente i motivi della protesta non erano abbastanza importanti per il Tg1 che ha mostrato un servizio sulla ricostruzione della casa dello studente per opera della regione Lombardia del governatore Roberto Formigoni. Per il Pd ha protestato Lanfranco Tenaglia che ha detto: “Nel giorno in cui si sta svolgendo la marcia degli sfollati delle tendopoli dell’Aquila, conclusa con un sit-in a Montecitorio, il Tg1 sceglie di parlare del terremoto in Abruzzo con un servizio sulla ricostruzione della Casa dello studente, certamente una buona notizia ma riferita con stile celebrativo, e con tanto di intervista, al presidente della regione Lombardia Formigoni. Gli avvenimenti in corso a Roma sono stati invece del tutto ignorati”. Tenaglia ha poi aggiunto: “Ci avevano
raccontato che con un giornalista a tutto tondo come direttore il Tg1 aveva scelto la strada dell’informazione pura, scomoda e senza compromessi. Tutto ciò, invece, non sta avvenendo e avviene anzi il contrario”.
Papy e le minchiate
Parla il papà di Noemi: «Il legame con Silvio? Un segreto del mio cuore»
Audiointervista del papà di Noemi Letizia, la diciottenne che chiama il premier Berlusconi “papi”
Benedetto «Elio» Letizia a destra mentre brinda alla festa di Noemi (foto tratte da «Chi»)
NAPOLI — Nei giorni scorsi si era spacciato per amico di famiglia incaricato di rispondere al telefono di casa. Ma in verità quello che fino a poche ore fa era individuato come «il bodyguard di casa Letizia» non era altri che il papà di Noemi: Benedetto detto Elio, ragioniere, messo notificatore del Comune di Napoli, per ora (dicono dal suo ufficio) in ferie, che da ieri, invece, oltre a rispondere al telefono di casa, si presenta anche con la sua vera identità: «Non capisco », afferma Letizia, «perché si debba entrare nella vita privata delle persone in maniera così invadente. Questa storia è stata raccontata dal lato sbagliato. Quando sarà il momento, racconteremo tutto per filo e per segno e si capirà, finalmente, che non c’è nulla di anomalo. Credo che lo capirà anche la signora Veronica, persona e mamma squisita. Ora mi si chiede di parlare di Silvio, di una persona che per tanti anni è stata custodita nel mio cuore senza che nessuno sapesse nulla. No, non lo farò».
La persona custodita nel cuore di Benedetto Letizia per così tanto tempo è Silvio Berlusconi. Il presidente del Consiglio che facendo riferimento una prima volta al papà di Noemi disse di averlo conosciuto come autista dello scomparso leader socialista Bettino Craxi. «Non credo che Silvio abbia detto davvero così», ribatte oggi il papà di Noemi, «e anche se fosse, non credo sia giusto tirare in ballo persone che non ci sono più e che ora si trovano dinanzi al Signore ».
Lo scorso fine settimana, Benedetto Letizia, con la sua famiglia, si è concesso una gita fuori porta: «Come buona parte degli italiani », racconta, «ci siamo regalati una gita distensiva: prima a Positano e poi un bagno a Vico Equense». Ma è quel rapporto antico che lega Noemi, il papà Benedetto e la mamma Anna a Silvio Berlusconi che alimenta il mistero, perché nessuno dei protagonisti di questa vicenda, finora, ha voluto raccontare come sia nato. Chi dice in una lontana campagna elettorale. Chi ai tempi di Bettino Craxi. Anzi, il premier ha addirittura accreditato Letizia come militante del centrodestra interessato alla candidatura del consigliere regionale Fulvio Martusciello alle europee.
Angelo Agrippa
05 maggio 2009
°°° Conoscendo Mafiolo e i suoi giri loschi, è ovvio pensare che qui sotto, anche qui sotto, ci sia molta roba losca. Questi “segreti del cuore” nel cuore della camorra e di questa destra mafiosa, ci fanno spanciare dalle risate. Qui c’è fango, amici, fango e merda. Come in tutta la vita e in tutti i rapporti di silvio berlusconi. Ma poi, vedendo le foto taroccate… ma che so’ tutti nani?
BUFFONI ! Scarti di verme!
Fronte del video
di Maria Novella Oppo
Sardegna fiction di governo
Qualcuno forse ricorderà che, nel corso della recente campagna elettorale regionale, Berlusconi si era dichiarato sardo, come Kennedy berlinese. E in effetti, te lo vedevi spuntare dappertutto, tra i nuraghe, o dovunque ci fosse una telecamera al seguito. A fianco, come un cagnetto ben addestrato, il candidato Cappellacci, muto ma sedicente sardo pure lui. Il quale oggi, da presidente della Regione, non trova una parola da dire in difesa dei cittadini che lo hanno votato, fidandosi però della parola di un altro, famoso nel mondo per essere del tutto inaffidabile. Barzellette tante, per il resto finto come la sua moquette di peli alieni. E ora, a cose fatte e voti presi, i due bugiardi dichiarano candidamente che l’isola non conta per il governo se non come set, come location televisiva dove ambientare l’ennesima fiction con Berlusconi protagonista. Ieri sardo, oggi terremotato, fino al momento dell’incasso.