Io non lo pago perché la rai berlusconiana fa cagare, perché si rubano miliardi di euro (li ho denunciati quasi 20 anni fa con nomi e cognomi, ma d’alema e veltroni hanno insabbiato tutto), perché mi deve 20 anni di vita e tre miliardi per lavori fatti… mai pagati, e per i miei format rubati (alcuni portati da carlo fuscagni, ex direttore di raiuno, a merdaset).
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E questa rai di merda vorrebbe imporre il canone anche a chi ha un Pc e Internet! AH AH AH!
SU TWITTER MIGLIAIA DI POST CONTRO «IL NUOVO BALZELLO»
Canone sui Pc, battaglia bipartisan
Pdl-Pd per dire «no» alla Rai
Le associazioni dei consumatori: «Viale Mazzini vuole 1 miliardo di euro da 5 milioni di imprese e partite iva»
Ma conviene pagare il canone o con gli stessi soldi una valletta di sanscemo?
Alla Rai hanno sempre rubato almeno metà degli introiti, fin dagli anni 70, ma mai come con la feccia berlusconiana!
Canone, la tassa che vive tre volte. La Rai appalta lo spot che potrebbe farsi da sola
La tv di Stato affida a McCann Erickson la campagna sull’abbonamento in scadenza il 31 gennaio. E così la divisione interna che produce materiale pubblicitario resta inutilizzata (ma pagata). Un altro capitolo degli sprechi legati alle commesse esterne, che pesano sul bilancio mentre sui dipendenti si abbatte la scure dei tagli
Buongiorno a tutti! No Santoro no money: e la Rai aumenta il canone.
Rai preoccupata per minori introiti
il governo studia l’aumento del canone
Una mossa per recuperare anche i mancati introiti pubblicitari. Possibile l’inserimento nella bolletta elettrica. L’impegno preso dal ministro Romani in una telefonata di congratulazioni
di CARMELO LOPAPA
Michele Santoro
ROMA – E adesso il governo studia l’aumento del canone. Una bella cura da cavallo, stavolta, non l’euro e 50 centesimi del ritocco 2011. Ci sono i costi del servizio pubblico che galoppano, certo, ma dal prossimo anno andrà compensato – tra le altre voci in perdita – anche il mancato introito pubblicitario del prime time del giovedì su Raidue, che con Santoro e Annozero ha garantito dal 2006 incassi a sei zeri.
Quando ieri mattina il ministro alle Comunicazioni Paolo Romani ha chiamato il direttore generale Rai Lorenza Lei per congratularsi del benservito a Michele Santoro, per aver compiuto “con successo” la missione nella quale aveva fallito per due anni l’ex Mauro Masi, l’impegno (verbale) è stato preso. La dg le congratulazioni le ha incassate, ma ha
Salute e grano!
Su la 7 parlano del canone Rai. Posto che ormai, da quando 20 anni fa se ne è impadronita la mafia-P2 di burlesquoni, la Rai ha smesso di essere servizio pubblico… fatti salvi Angela, Santoro, Jacona, Gabanelli e altre mosche bianche, io sarei perfettamente d’accordo. Facciano una legge seria, come in Francia, Germania, Inghilterra o Spagna e tutti i paesi civili, insomma, limitando ai privati il possesso di max il 75% DI UNA SOLA RETE e con un tetto per la raccolta pubblicitaria del 12%. Questo sarebbe davvero il liberismo. cioè l’esatto CONTRARIO del berlusconismo… che col liberismo si è riempito quella fogna di bocca per decenni.
La mafiodestra impazzita
E’ BASTATA UNA DELLE RARISSIME TRASMISSIONI DI INFORMAZIONE VERA PER SCATENARE IL
PANICO
IN QUESTO REGIMETTO ALLO SBANDO. CERTO,
SE I CITTADINI TUTTI SAPESSERO DAVVERO COME STANNO REALMENTE LE COSE… QUESTI NON PIGLIEREBBERO NEMMENO IL 20% DEI VOTI.
(da Repubblica)
Dopo il caso Annozero il segretario del Pd attacca il premier
“Intimidazioni, l’apertura di un’istruttoria è un atto anomalo”
Rai, Franceschini attacca Berlusconi
Nel centrodestra è polemica sul canone
Giornale e Libero invitano a disdire l’abbonamento: “Non è servizio pubblico”
Ma il finiano Italo Bocchino respinge l’idea: “E’ un rimedio peggiore del male”
ROMA – “E’ una strategia dell’intimidazione”. E’ duro l’attacco del segretario del Pd Dario Franceschini a Silvio Berlusconi dopo le polemiche su Annozero: ” “L’apertura di un’istruttoria è un atto anomalo perchè esiste già una
commissione di vigilanza. Travaglio non è stato mai tenero, ma nessuno ha pensato di mettergli un bavaglio”. E intanto, nel Pdl, è maretta, dopo che i giornali del centrodestra – Libero e Il Giornale – lanciano l’idea di boicottare il canone Rai.
La battaglia anti-canone. E’ la campagna di entrambi i quotidiani. Libero scrive che “cresce la protesta dei lettori che non vogliono pagare l’abbonamento” e dà le istruzioni per disdire il canone. Il Giornale titola: “Non paghiamo più la tassa Santoro”. “Le porcherie di Annozero – si legge nel catenaccio – sono la goccia che fa traboccare il vaso: Travaglio e compagni vadano pure in onda, ma non sovvenzionati con i nostri soldi”.
Franceschini attacca. Per il segretario del Pd, intervistato da SkyTg24, la decisione è stata presa direttamente dal premier (“perchè quelli che gli stanno incontro non hanno margini di manovra”). “L’idea del presidente del Consiglio è: siccome ho vinto elezioni non è che devo governare per 5 anni, ma sono padrone dello Stato. E siccome sono il padrone, mi dà fastidio la stampa libera, i magistrati, il Parlamento e gli organi di garanzia”. Quanto alla campagna contro il canone Rai, (che trova appoggi sia dalla destra di Storace sia da Di Pietro), il segretario del Pd replica: “Non hanno la minima idea di cosa sia il servizio pubblico, il prossimo passo è che diranno di non pagare le tasse se vince il centrosinistra. Direi che anche questo è un’altra parte della battaglia di intimidazione”.
La replica di Bonaiuti. “Invece di strillare, Franceschini e i suoi dovrebbero chiedersi cosa è il servizio pubblico, quali sono i suoi limiti e quali le regole. Tutto il resto sono chiacchiere vuote e futili” ribatte il sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
Il “no” di Bocchino. “Proporre il boicottaggio del canone Rai – dichiara il vicecapogruppo Pdl alla Camera, fedelissimo di Gianfranco Fini – è un rimedio peggiore del male e rischia di minare economicamente la più grande industria culturale del paese. Sarebbe invece opportuno inserire il canone nella bolletta elettrica riducendone l’importo ma facendolo pagare a tutti. Sarebbe una misura equa ed utile all’azienda, alla quale non vanno sottratte le risorse, ma va chiesta la giusta dose di pluralismo ed imparzialità”.
Da Marco Travaglio e la Oppo
(l’Unità)
Scodinzolini forever
Sia chiaro che noi stiamo con Minzolini. Anticipando di poche settimane la legge-bavaglio – che gli fa un baffo, lui il bavaglio ce l’ha incorporato – il popolare Scodinzolini ha spiegato alla stampa mondiale che il pornoscandalo di Puttanopoli che sta travolgendo il premier e ha destato le attenzioni anche di Avvenire e Famiglia Cristiana, ma persino di Tg5, Matrix, Giornale e Foglio, non è una notizia. È «gossip», «pettegolezzo», «chiacchiericcio» usato dai criminosi giornalisti stranieri, succubi di «interessi economici», a fini di «strumentalizzazione politica». Gliele ha cantate chiare. Chissà come dev’essersi sentito quel suo omonimo che fino a un mese fa si dedicava, per La Stampa, al gossip, al pettegolezzo e al chiacchiericcio (a proposito: che fine avrà fatto?). Ora il solito Di Pietro vorrebbe licenziarlo dal Tg1, forse ignaro del fatto che da due giorni le scuole di giornalismo e le facoltà di scienza della comunicazione sono prese d’assalto da orde di piccoli e piccole fans che, da grandi, sognano di diventare Minzolini. Anche la Rai ha dovuto transennare il cavallo di Viale Mazzini per contenere l’entusiasmo degli abbonati, ansiosi di pagare un canone triplo o quadruplo pur di garantire al nostro Pulitzer i necessari mezzi di sostentamento. Ora si spera che l’amico Silvio, che lo chiama «l’amico Minzo», voglia manifestargli un minimo di gratitudine: una farfallina tempestata di brillanti o un collier di diamanti modello Noemi potrebbero andar bene. O magari un invito nei bagni di Palazzo Grazioli. O, meglio ancora, una Mini azzurra: la famosa MinzoMini.
Maria Novella Oppo
Cane da guardia
Non si era mai visto niente di simile. Un direttore di tg (in specie il direttore del Tg1), che usa la tv pubblica per esporre agli spettatori la sua personalissima idea di non notizia. Dunque, il pedagogo Minzolini ci ha spiegato dal video che, nella storia delle ragazze pagate per passare le notti a casa Berlusconi, per lui non c’è niente di certo, né un’ipotesi di reato. Perché è chiaro che, anche se ne parlano tutti i giornali del mondo, una notizia non è una notizia, se non è una notizia di reato. E poi, quando è una notizia certa? Quando viene portata la prova (foto, registrazioni e testimonianze a riscontro) non ai magistrati, ma a Minzolini in persona, che ne giudicherà secondo il suo metro e le sue convenienze. E finalmente, se e quando la suprema corte di minzolinazione avrà accertato il reato, solo allora il nostro (anzi il suo) scatterà sulla notizia come quel mastino del giornalismo che è. E non quel cane da guardia del potere che sembra.
Minculpop
Berlusconi, feste e ragazze per Minzolini «non è una notizia»
Dopo le polemiche del mondo politico e dei telespettatori che da giorni invocano lo “sciopero del canone”, il direttore del Tg1 Augusto Minzolini è apparso questa sera in tv per «spiegare» l’oscuramento di quasi una settimana di tutte le notizie sulle inchieste di Bari e il giro di ragazze pagate per partecipare alle feste di Berlusconi.
«Ad urne chiuse voglio spiegare a voi telespettatori perché il Tg1, malgrado le polemiche, ha avuto una posizione prudente sull’ultimo gossip o pettegolezzo del momento: le famose cene, feste o chiamatele come vi pare, nelle dimore private di Silvio Berlusconi a palazzo Grazioli o Villa Certosa. Il motivo è semplice: dentro questa storia piena di allusioni, testimoni più o meno attendibili e rancori personali non c’è ancora una notizia certa e tanto meno un’ipotesi di reato che coinvolga il premier e i suoi collaboratori». Così il direttore del Tg1 Augusto Minzolini, sul quale si è scatenata la polemica dell’opposizione per lo scarso rilievo dato all’inchiesta della Procura di Bari sulle frequentazioni nelle residenze private del premier Silvio Berlusconi di Villa Certosa e Palazzo Grazioli, si è rivolto con un editoriale ai telespettatori nell’edizione delle 20.
°°° Capito che vermi hanno in mano il 99% dell’informazione in questa italietta? Tutti i giornali, le radio, e le televisioni del mondo parlano di questo scandalo vergognoso e miserabile e minzolini… tace, nasconde, ha una “posizione prudente”. Chissà come ci resterà anche lui quando il suo proprietario scapperà o schiatterà e il posto che occupa abusivamente verrà finalmente occupato da un GIORNALISTA.
MINZOLINI
No, ragazzi, BASTAAAA!
Basta, amici. Spero che portiate o mandiate qualche cestino di viveri a mia moglie e alla mia figlioletta, ma da oggi entro nell’illegalità. Ho almeno due cose che posso fare subito e le farò oggi stesso. Ovviamente per difendere la vita delle mia donne indifese e se ci riesco anche la mia. Un reato, l’unico della mia vita, l’ho già commesso: alla Rai, che mi deve circa tre milioni di euro, non pago il canone da due anni. Il capo del loro ufficio legale, avvocato Rubens Esposito (come riportato nel mio libro biografico “MEGLIO SARDI CHE RAI”) ha ammesso il debito dell’azienda già nei primissimi anni ’90. Però mi hanno liquidato con 160 milioni (85.000 euro) e da allora NON MI FANNO PIU’ lavorare. Vorrebbero me, ma chiamano il povero benito urgu: che non farebbe ridere nemmeno se scivola su una buccia di banana, vestito da lord inglese, e cade in una pozza di fango. E infatti… Va tutto bene. Non mi piango addosso e continuo a lottare. Però, cazzo, non posso vedere le lacrime delle mie amiche che non arrivano ormai nemmeno alla seconda settimana del mese CON DUE MINISTIPENDI, non posso ascoltare più LE CAZZATE DELIRANTI DI BURLESQUONI (che è un delinquente abituale, molto malato mentalmente) ma SOPRATTUTTO… perdonatemi, ma non posso sopportare una cosa come “schifani”, domestico del mafioso di Arcore e socio di mafiosi, che va a commemorare GIOVANNI FALCONE. Non ce la faccio.