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Il camorrista Cosentino si candida “Altrimenti vado in carcere”. Eh, e allora? In galera devi stare!
Carcere per i giornalisti, l’ultima zampata del coniglio mafioso, che è morto ma non lo sa.
Legge sulla diffamazione
Sì al carcere per i giornalisti
Approvato con un voto segreto l’emendamento proposto dalla Lega. I sì sono stati 131, i no 94. Il governo aveva espresso parere contrario. Prevista una reclusione fino a un anno. Seduta sospesa e aggiornata a domani.
http://www.repubblica.it/politica/2012/11/13/news/diffamazione_s_al_carcere_per_i_giornalisti-46573201/?ref=HRER1-1
Fiorito resta in carcere. Però, precisiamo: CONTRO LA SUA VOLONTA’!
Fiorito:’In carcere? Meglio che nel partito’ °°°Pensa da che troiaio provieni! Mecojoni!!!
Incensurato e disabile in carcere per due birre. POCO INTERESSANTE PER UNA CANDIDATURA NEL PDL.
°°°SE UNO NON RISCHIA ALMENO 12 ANNI DI GALERA, IL MAFIONANO NON LO PRENDE NEMMENO IN CONSIDERAZIONE. FIGURARSI CANDIDARLO PER SALVARLO DALLE MANI DELLA GIUSTIZIA!
Incensurato e disabile
in carcere per due birre
L’incredibile storia di un quarantenne nel Cilento, privo di una gamba, operatore sociale, che è finito in cella, dove ora è recluso, dopo essere stato denunciato tre anni fa per guida in stato di ebbrezza. Da allora un incubo di burocrazia e disattenzioni.
“SFRUTTAMENTO DELLA PROSTITUZIONE” STRAUSS-KAHN TORNA IN CARCERE°°° Perde i capelli ma non il vizio.
“Sfruttamento della prostituzione”
Strauss-Kahn torna in carcere
Feste e squillo, l’ex direttore Fmi
sotto torchio a Lille: “Sapeva
che quelle ragazze erano escort”
http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/443415/
Il tribunale del Riesame “Mora deve rimanere in carcere”
Dove se li metterà ora i cerotti (o altro) visto che la prima sceneggiata è fallita miseramente?
UNO DEGLI AVVOCATI DI LELEMOSINA
Lelemosina di Marco Travaglio
Per sfuggire all’accusa delle tricoteuses nostrane di occuparsi solo dei “detenuti Vip”, Pierluigi Battista si occupa sul Corriere dell’unico Vip detenuto: Lele Mora. Non prima di aver accusato imprecisati “spiritosi” che osano scherzare sul cognome della neoministra della Giustizia (“Severino, sia più severa”). Cioè noi del Fatto, che peraltro con quel titolo la invitavamo a maggiore severità contro la corruzione, mentre di carceri sovraffollate ci occupiamo dalla nascita del nostro giornale, quando Battista intervistava Checco Zalone. Ma ora che anche lui scopre il dramma delle carceri, non possiamo che felicitarci per la sua prontezza di riflessi.
Se poi volesse pure informarsi da qualche giornalista vero (ce ne sono parecchi anche al Corriere), scoprirebbe per esempio che “il 40 % dei detenuti” che “patisce la galera prima che un processo ne accerti la colpevolezza” comprende i condannati in primo e secondo grado, visto che l’Italia, unica al mondo, considera innocenti anche i condannati in tribunale e in
Grazie al mafioso Burlesquoni…In galera? Non ci si finisce più
Di Bruno Tinti
Di come sia sbagliato utilizzare le risorse della giustizia penale per fare i processi di microcriminalità ho già scritto: mentre giudici e pm vagano per le camere di sicurezza sparse tra caserme e questure e si dannano per fare decine di direttissime ogni giorno per furticiattoli e piccolo spaccio, i processi importanti restano sulla scrivania; e la prescrizione galoppa. Qui voglio trattare di un’altra riforma del nuovo ministro della Giustizia, l’aumento da un anno a 18 mesi per la libertà controllata o detenzione domiciliare: per pene che non superino l’anno e mezzo non si entra in prigione, si sta a casa propria.
Il ministro Severino queste cose le sa. Ma chi legge no. La pena inflitta dal