L’attore comico David Anzalone, in arte Zanza, porta in scena l’handicap
David Anzalone, in arte Zanza, è un attore comico e sarà il mattatore della serata conclusiva del “Weekend della solidarietà”, che si terrà a Torino dall’1 al 3 dicembre. David sta portando sui palchi di tutta Italia “Targato h” uno spettacolo comico in cui si tratta il tema dell’handicap. Il filo conduttore è il costante ribaltamento in chiave ironica delle concezioni comuni che si hanno nei confronti dell’handicap e dell’handicappato. Targato H è la rappresentazione di due modi di intendere la vita. L’ottusità di chi si lascia ingabbiare dal pregiudizio opposta alla consapevolezza di chi guarda in faccia alla realtà, la chiama con il proprio nome e per questo ne esce vincente. Proprio partendo da una presa di coscienza della propria condizione di portatore di handicap si può abbattere quella cultura caritatevole che genera il pregiudizio. David, tra l’altro è un ragazzo disabile.
David, perché fare l’attore comico?
È stata una scelta quasi obbligata. L’ironia è la mia chiave di lettura nella vita di tutti i giorni. Inoltre la mia formazione è strettamente legata ai maggiori rappresentanti della scuola comica italiana. Non potevo che fare anche io l’attore comico, visti i presupposti.
Hai trovato resistenze, nel mondo dello spettacolo?
Resistenze ce ne sono, come in tutti i lavori individuali e creativi. Ma l’esperienza è pienamente positiva: abbiamo trovato attenzione e partecipazione al progetto.
Le tematiche dei tuoi spettacoli sono legate soltanto al mondo della disabilità?
No, non solo… In questo momento sto portando in giro “Targato h”, ma non parlo solo di disabilità e di handicap. L’handicap è per me un modo di smascherare le ipocrisie che stanno nella società, un grimaldello per forzare l’abitudine secondo la quale dell’handicap si deve parlare sempre e solo in maniera retorica e pietistica. Ma come detto, l’handicap è uno strumento per fare un’analisi della società. La mia è una comicità politica, nel senso più ampio del termine.
Nel tuo spettacolo affronti il tema della discriminazione. Quanta e quale discriminazione esiste in Italia nei confronti dei portatori di handicap?
Esiste, è innegabile, ma come per tutte le altre forme di diversità: omosessualità, immigrazione… Tutte le forme di diversità devono pagare un dazio di discriminazione. Credo tuttavia che stia anche al “diverso” porsi in termini positivi nei confronti della società. La società non è brutta e cattiva: la società siamo anche noi! Sta quindi anche a noi affrontare nella maniera giusta le forme di discriminazione.
Zanza, sei un uomo di spettacolo, hai una visibilità superiore alla media… Ti senti un po’ portavoce, o rappresentante dell’universo dei diversamente abili?
Riuscire a rappresentare se stessi è già un grandissimo risultato. Non mi pongo altri obiettivi. Se poi riesco a suscitare attenzioni particolari per questi temi, meglio così, ma non mi sento né il portavoce, né il rappresentante di nessuno.
Per informazioni: www.zanza.it, www.3dicembre.it, http://www.solidarityweekend.it
(Sergio Capelli)
(21 novembre 2006)