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Merdaset affonda col suo ridicolo e ladro boss
L’effetto Berlusconi su Mediaset
Utili in calo, il titolo crolla. Sulle tv pesa la sconfitta politica del premier e la fine delle leggi ad aziendam. Nel terzo trimestre i profitti ridotti a soli 2,2 milioni. Pubblicità in calo, ma la Rai va ancora peggio
Nel giorno più duro per i Btp, i mercati hanno affossato anche i titoli targati Berlusconi. Le quotazioni di Mediaset, più volte sospesa per eccesso di ribasso nel corso della giornata, sono precipitate perdendo oltre il 12 per cento. Per gli investitori le fortune delle tv del Biscione si è strettamente legate al destino politico del premier-azionista. Se Berlusconi affonda, allora anche il suo gruppo, finora protetto dal governo, rischia grosso. E poi c’è la questione dei conti, che ormai da mesi non vanno affatto bene in casa Mediaset. Andiamo con ordine.
La relazione trimestrale presentata ieri conferma che l’azienda televisiva viaggia con il motore ingolfato. Gli utili sono scesi al livello più basso degli ultimi dieci anni. Le cose vanno peggio rispetto al 2009, ai tempi della recessione e anche in confronto al 2001, dopo l’attentato alle torri gemelle. Nei tre mesi chiusi a settembre i profitti di Mediaset si sono ridotti al
Bruttissima notizia
Berlusconi.L’Osservatorio
Il premier e il sisma. Fiducia in crescita
Le conseguenze politiche del terremoto
Gli ultimi sondaggi confermano questo quadro. Quasi metà dell’elettorato (48%) ritiene che, al di là del proprio giudizio in merito, il Cavaliere sia riuscito oggi a riscuotere più fiducia di prima. Questa opinione è relativamente più presente tra chi è politicamente simpatizzante per il centrodestra: ma anche tra gli elettori del Pd la convinzione che Berlusconi abbia ottenuto un vantaggio è assai diffusa (36%).
Se si approfondisce l’analisi e si interrogano i cittadini non tanto sulle loro considerazioni di carattere generale, quanto sulla propria reazione alle iniziative del Cavaliere, l’immagine del successo di Berlusconi viene meglio delineata e chiarita nelle sue componenti. Più di un quarto degli italiani (26%) dichiara di avere incrementato la propria personale fiducia nel Presidente del Consiglio proprio a seguito del suo comportamento in Abruzzo. Costoro sono naturalmente in gran parte già elettori del centrodestra e ne riproducono le caratteristiche sociali (anziani, casalinghe, possessori di titoli di studio medio-bassi). Ma anche una quota — modesta, ma significativa: poco meno del 10% — di votanti per il Pd «confessa» di provare, dopo il terremoto, più fiducia in Berlusconi. (Corriere.it)
°°° Ora… noi sappiamo che la linea del Corriere della serva è ben prona nei confronti del mafionano, a parte due o tre giornalisti che fanno correttamente il loro mestiere. Mi colpiscono due cose:
a) il vergognoso conflitto d’interessi e la permanenza costante di Mafiolo in tutte le Tv a sparare le sue coglionate populiste e propagandistiche, come si sa, fa breccia soltanto nei cervellini meno dotati. Al solito: poveracci, ignoranti, scimmiette disinformate.
b) Nonostante questo e nonostante la propaganda di regime, il suo “80% di gradimento” va a farsi fottere, dato che CON TUTTO QUESTO DISPIEGAMENTO di mezzi, arriva a malapena al 48%. Ed è una percentuale del Corriere, beninteso. Se lo stesso sondaggio venisse fatto dall?Unità, ad esempio, con domande più mirate e serie, non credo che arriverebbe al 20%.
Da Travaglio
Zorro di Marco Travaglio
Comitato epico
[CLREG3N]Tra una passeggiata elettorale e l’altra sui cadaveri d’Abruzzo, Al Tappone trova il tempo per ricevere a casa sua gli aspiranti direttori Rai. Alcuni non si vedono entrare perché abitano già lì. Gli altri vorrebbero tanto. Come ha scritto il New York Times, i giornalisti italiani si dividono in due categorie: quelli che lavorano per Berlusconi e quelli che lo faranno. Carlo Rossella, celebre per aver trapiantato col photoshop una ricrescita alla Cesare Ragazzi sulla pelata del padrone in una copertina di Panorama, è il numero uno di Medusa (Fininvest), dunque il presidente ideale per Raifiction: altro monumento equestre al conflitto d’interessi, per non far rimpiangere Saccà. Augusto Minzolini, cronista della Stampa al seguito del Cainano nonché rubrichista di Panorama, è in pole position per il Tg1: giusto risarcimento per anni e anni di lavoro usurante (soprattutto per le ginocchia e la lingua). Se invece passasse Belpietro, l’«amico Minzo» lo rimpiazzerebbe a Panorama e al Tg1 tornerebbe C.J. Mimun (Tg5). Sempre alte le quotazioni di Susanna Manidiforbice Petruni per Rai2. Peccato che tanti sforzi siano destinati al naufragio: un giornalista con la storia di Paolo Garimberti non potrà che respingere al mittente tutti i nomi usciti da casa Cainano. Senza contare che l’Authority, deputata a vigilare sul rispetto della legge Frattini, bloccherà tutto immantinente. Intanto Milena Gabanelli è stata deferita al Comitato Etico Rai per l’ultima puntata di Report, sgradita a Tremonti. E così Report ha messo a segno un altro scoop sensazionale: la Rai ha un Comitato Etico.