Dieci quesiti sul premier «privato»


di Nando Dalla Chiesa

Gossip da Novella 2000 o affare di Stato? Credere al Tg1 o alla stampa di tutto il mondo? In proposito avrei anch’io, come si usa, dieci interrogativi da proporre.

Primo. A quanto pare il premier trascorre parte ragguardevole del suo tempo coltivando un universo di giovani donne. Pensando a invitarle, a intrattenerle, a inseguirle per telefono, a disegnare e acquistare regali per loro, a raccomandarle. Avere un capo del governo che si dedica a questo invece di lavorare per il paese, e che anzi per loro diserta appuntamenti ufficiali in cui è già stato annunciato, è un fatto privato o un fatto pubblico?

Secondo. Il capo del governo ha trasformato una sede privata (palazzo Grazioli) nella nuova vera sede della presidenza del Consiglio. Alla luce di quello che abbiamo saputo, su questa scelta ha senz’altro giocato un ruolo importante la possibilità di sbarazzarsi degli accertamenti troppo rigorosi di Palazzo Chigi sugli ospiti in entrata e in uscita. Il fatto che la sede del governo cambi per meglio consentire il viavai incontrollato di una folta corte pittoresca e border-line è un fatto privato o un fatto pubblico?

Terzo. Le molte giovani donne che hanno rapporti di amicizia, di tenerezza e di complicità con il capo del governo vengono ricompensate e talora risarcite con incarichi di rilievo nella politica, con candidature a ogni livello, dalle Europee alle Circoscrizionali, con posti nella pubblica amministrazione o enti vari. Il fatto che si sia affermato questo criterio di scelta per reclutare la classe dirigente è un fatto privato o un fatto pubblico?

Quarto. La normativa sulle intercettazioni telefoniche approvata dal Senato ha preso il via dalla pubblicazione di registrazioni che riguardavano le relazioni e i problemi del capo del governo con alcune giovani signore dello spettacolo, e dunque dalla preoccupazione del capo del governo di tutelare questa sua sfera di intimità. Vivere in un paese che per queste ragioni viene costretto ad abbassare la guardia contro la criminalità è un fatto privato o un fatto pubblico?

Quinto. Il capo del governo è visibilmente sotto ricatto. Chi ha fotografato, chi ha filmato, chi ha visto, chi ha sentito. Un numero sterminato di persone che deve essere zittito o acquietato (anche con posti e carriere). Ma può permettersi un paese di essere governato di chi è nella condizione di subire ricatti senza fine? Ed è questo è un fatto privato o un fatto pubblico?

Sesto. Da quel che ci è stato raccontato, donne sconosciute possono entrare nella dimora del presidente del Consiglio, fare foto e registrare. C’è una questione di vulnerabilità del governo. Chi evoca complotti ogni giorno non faticherà a capire che, una volta scoperta l’infallibile via d’ingresso, anche una potenza straniera ostile potrebbe avere accesso a informazioni privilegiate. È questo un fatto privato o un fatto pubblico?

Settimo. Imprenditori arricchiti in pochi anni sono in grado di stringere rapporti preferenziali con il capo di governo facendo «bella figura» con lui grazie alla raccolta e consegna a domicilio di donne giovani e piacenti a pagamento. Che effetti ha sul sistema degli appalti, sulle cordate in affari, sulle concessioni, un rapporto preferenziale di questo tipo? Ed è questo un fatto privato o un fatto pubblico?

Ottavo. Una ragazza senz’arte né parte, invitata a cena dal capo del governo, reclama di essere pagata perché «non lo faccio mica per la gloria». In qualunque paese un invito a cena dal capo del governo è motivo di orgoglio. Qui no, non più. Come se Cenerentola chiedesse di essere pagata dal Principe. Ma se il prestigio della carica cade tanto in basso, anche a causa dei comportamenti del capo del governo medesimo, è questo un fatto privato o un fatto pubblico?

Nono. I giornali di tutto il mondo scrivono ciò che le nostre tv tacciono. Il nostro governo è lo zimbello dell’Occidente. È questo un fatto privato o un fatto pubblico?

Decimo e ultimo interrogativo.Siccome la centralità politico-culturale dell’harem si è sviluppata di pari passo con lo svuotamento del Parlamento e l’imbavagliamento dell’informazione, si assiste a un surreale scivolamento istituzionale: dalla repubblica parlamentare verso il sultanato. È questo un fatto privato o un fatto pubblico?

P.S. Le stesse ossessioni del capo del governo segnalano qualche sua difficoltà ad essere, come dicevano i latini, «compos sui» (Veronica: mio marito non sta bene). L’equilibrio psichico di un capo di governo è un fatto privato o un fatto pubblico?

b-pagliaccio-mondiale2

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Ucci ucci, la puzza di Carlucci

Facebook e l’onorevole:
giù le mani dalla privacy

Il riconoscimento annuale a chi ha minacciato di più i diritti degli internauti. Vincono il social network e la Carlucci di ALESSANDRO LONGO

carl

Le peggiori minacce per il diritto alla privacy degli utenti internet italiani? Facebook e Gabriella Carlucci. Hanno vinto rispettivamente tre e due premi “grande fratello”, al Big Brother Award Italia 2009 e la consegna sarà il 23 maggio nell’ambito del convegno e-privacy 2009. Il Big Brother Award è un appuntamento annuale, per chi ha a cuore i diritti degli utenti internet. Si svolge dal 1998 in nove nazioni europee. Qualsiasi utente può nominare un individuo o un’azienda, nelle diverse categorie di “premi”. Chi riceve più nomination va in finale e poi una giuria seleziona il vincitore tra i finalisti; eccetto che per il premio “Lamento del Popolo”, il quale va direttamente a chi ha ricevuto più nomination.

Stavolta “Lamento del popolo” è andato a Facebook, che si è guadagnato anche il premio come “Tecnologia più invasiva” (qui in finale c’erano anche Argos, che è il sistema di videosorveglianza a Venezia, e Google, che da tempo ha smesso di essere visto dalla rete come il gigante buono senza macchia) e come “Peggiore azienda privata” (in finale c’erano Mediaset e Telecom Italia).

Facebook ha vinto per tanti motivi: perché è una piattaforma arroccata nei propri standard (solo ora ha aderito al progetto OpenId, ma è una goccia in un fiume che va in senso opposto); perché si arroga il diritto di trattare i dati degli utenti con una certa libertà e non offre loro un dialogo quando ci sono controversie. Per esempio, nel caso di account utente chiusi d’autorità e senza preavviso, come ben sanno le tante vittime di questa pratica più volte adottata da quello che è il principale social network in Italia (con quasi 10 milioni di utenti).

La Carlucci ha invece un primato: è la prima volta che un individuo si becca ben due premi Big Brother. A lei sono andati il premio “Bocca a stivale” (in finale c’erano Beppe Grillo, che a quanto pare non ha solo fan tra il popolo della rete, e Telecom Italia) e “Minaccia da una vita” (in finale era con Emilio Fede e Nicolas Sarkozy. La Carlucci si è fatta “amare” da tanti per le sue posizioni draconiane a tutela del copyright e la proposta di bandire l’anonimato da internet, cioè di schedare in massa tutti gli utenti qualunque passo facciano sul web. In rete è nota anche per aver augurato a un giornalista dell’espresso che suo figlio venga adescato da pedofili.

C’è anche il premio “peggior ente pubblico”, andato al ministero dell’Interno, per iniziative quali la schedatura di bimbi rom. Unico premio positivo, “Eroi della privacy”, è andato a Electronic frontier foundation, associazione storica americana che si batte per i diritti degli utenti internet.

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter