Rai Cinema compra film a peso d’oro
ma poi non li trasmette
°°°C’è una mia denuncia del 1995 che pesa dieci chili, con nomi-cifre-date, presso il comando generale della GdF di Roma. Tutto insabbiato da Veltrusconi.
Rai Cinema compra film a peso d’oro
ma poi non li trasmette
°°°C’è una mia denuncia del 1995 che pesa dieci chili, con nomi-cifre-date, presso il comando generale della GdF di Roma. Tutto insabbiato da Veltrusconi.
Tessere fantasma Pdl, Bertolini accusa
“Iscritti anche immigrati chiusi nei Cie”
Modena, salta la tregua imposta dall’arrivo del commissario Denis Verdini. La deputata azzurra: ‘Tra i tesserati stranieri senza permesso destinati ai centri di identificazione’. Già eliminate 100 tessere.
L’Unione degli universitari ha denunciato in una nota “alcune violazioni ai seggi elettorali verificatesi nella giornata di ieri domenica 12 giugno”, dove ad alcuni rappresentati di lista, tra cui numerosi studenti fuori sede, non sarebbe stato consentito di esercitare il voto. Il sindacato studentesco si era fatto promotore della campagna “Io voto fuori sede”, volta a garantire il voto al referendum anche agli studenti impossibilitati a tornare nel paese di origine per votare. “Questa grande voglia di partecipazione democratica, ad un momento così importante come il referendum – denuncia l’Udu nella nota – è stata però ostacolata fin dalla giornata di ieri da presidenti di seggio quantomeno ostili”.
°°° I delinquenti del regime capeggiato dal ridicolo e pericoloso nano pedofilo e cocainomane le hanno tentate proprio tutte, amici! Non solo, ma lo stesso barattolo di merda che rovina gli abiti di Caraceni e il truce maroni hanno infranto ancora una volta la legge sparando cazzate incostituzionali A URNE ANCORA APERTE! Non si può fare! In un paese normale sarebbero stati accompagnati graziosamente a calci nel culo alla porta e poi in galera.
Giuseppe Fumagalli per “Oggi”
Ruby Rubacuori e Caterina Pasquino
Ruby, nonostante la giovane età, del mondo dei grandi ha capito una cosa. Che i soldi, usati bene e al momento giusto, possono risolvere tanti guai. Anche le grane peggiori. Le sono bastati meno di 500 euro per tacitare Fabrizio Croce, il tassista genovese che l’aveva denunciata per l’odissea notturna iniziata sul lungomare del capoluogo ligure e conclusa in una strada a fondo chiuso della periferia di Milano, con un gruppo di immigrati che lo aveva minacciato e costretto ad allontanarsi senza ricevere uno solo dei 350 euro segnati sul tassametro. Ora, il metodo scacciaguai deve aver funzionato anche con Caterina Pasquino, la ragazza che senza saperlo ha dato fuoco alle polveri dello scandalo bunga bunga.
È stata lei a trascinare Ruby in Questura il 27 maggio scorso accusandola di averle rubato 3 mila euro. Ed è la sua denuncia che ha innescato la reazione a catena conclusa dall’ormai celebre intervento di Silvio Berlusconi, che invocando la parentela di Ruby con l’allora presidente egiziano Hosni Mubarak, chiese di affidarla alla consigliera regionale Nicole Minetti. Con un precedente del genere, Ruby e Caterina dovrebbero guardarsi in cagnesco. Invece no.
Ruby Rubacuori e Caterina Pasquino a Milano
I fotografi le hanno sorprese a spasso per Milano, una a fianco all’altra, mentre chiacchierano, ridono e si sorridono come due vecchie amiche. Cosa è successo? Il sospetto è che a ricomporre la frattura sia stata una consistente dose di denaro.
Ruby e Caterina Pasquino a Milano
IL PREZZO DELLA PACE
Ma quanto? I 3 mila euro che la Pasquino aveva indicato nella sua denuncia del 27 maggio 2010? Oppure di più? Il settimanale L’espresso sostiene che sarebbero di più, molti di più. La pacificazione, raggiunta alla vigilia del processo, secondo il settimanale, avrebbe infatti un duplice fine. Servirebbe a chiudere la grana di Ruby, ma potrebbe essere un modo elegante per far arrivare del denaro a una testimone chiave del processo per concussione e prostituzione minorile aperto questa settimana contro Berlusconi.
Ruby nega di aver avuto rapporti sessuali col premier, ma Caterina la smentisce: «Mi diceva di essere molto amica del presidente del Consiglio», ha dichiarato la Pasquino ai magistrati, «a suo dire, è stata spesso a casa del premier dove ha cenato, ballato e fatto sesso con lui, il quale le dava molto denaro».
Caterina Pasquino mostra la denuncia contro Ruby
L’ipotesi che certe dichiarazioni possano essere corrette o addirittura ritrattate nel corso del processo fa insorgere Roberto Tropenscovino, avvocato della ragazza. «Illazioni, prive di qualsiasi fondamento», dichiara il legale.
«È vero, siamo disposti a ritirare la denuncia contro Ruby in cambio di un risarcimento del danno. Abbiamo aperto una trattativa ma l’accordo non è stato ancora raggiunto. Per quanto riguarda il processo certe interpretazioni suggestive si squaglieranno come neve al sole, quando la mia cliente si presenterà in aula, risponderà alle domande dell’accusa e della difesa e confermerà tutto quello che ha dichiarato in precedenza».
Si tratta del “Passetto” di via Zanardelli, due passi da Piazza Navona. Conto eccessivo e mancia da 115 euro trattenuta dalla carta di credito. Denuncia per truffa. E la Asl scopre gravi carenze igienico-sanitarie
°°° Sono entrati gialli e li hanno… FATTI NERI! Visto cosa succede ad avere la malavita al potere? Tutti i malavitosi SI ADEGUANO!!!
L’IMBONITORE
Maria Novella Oppo
Tornano i cattivi maestri
In testa buffi cappellini col pon pon, al collo un bavagliolo col pizzo: così si sono presentati alle telecamere i componenti della Corte dei conti, per comunicare che 60 miliardi di euro sperperati in corruzione servirebbero a sanare molte pecche della nostra pubblica amministrazione. Una denuncia espressa in costumi arcaici, che dovrebbe provocare lo sdegno e l’impegno dei membri del governo. Particolarmente del capo in testa, il quale, però, non può proprio permettersi di fare la morale a nessuno. E, travestita da madonnina infilzata, si è presentata in tv anche la Gelmini, unico ministro della pubblica istruzione al mondo che si vanta delle tante bocciature inflitte. E che, in coincidenza con gli esami di maturità, ha dichiarato sorridendo: «è finito il buonismo del 68». Infatti, con lei e Berlusconi è arrivato nella scuola il governo dei cattivi. Perché chi pretende di punire i bambini non dovrebbe essere né corrotto, né tanto meno corruttore.
IL DOSSIER
Con le nuove norme a rischio 500 euro di risparmi a famiglia
Farmaci da banco:5mila nuovi assunti e sconti, ma per il Pdl vanno limitati
Stop su polizze, credito e farmacie
dietrofront a danno dei cittadini
di LUCA IEZZI
ROMA – Assicurazioni, banche, farmacie, trasporti, difesa dei consumatori: eccolo, settore per settore, lo “stillicidio” di leggi anti concorrenza denunciato dall’Antitrust. Il governo ha raramente preso posizione lasciando piena libertà a proposte di legge ed emendamenti dei singoli appartenenti alla maggioranza. Le associazioni dei consumatori accolsero le varie “lenzuolate” dell’allora ministro Pierluigi Bersani stimando risparmi per 1000 euro l’anno per le famiglie. Dopo due anni metà di quelle misure sono state o accantonate o sono pesantemente minacciate.
La vicenda più attuale evocata dal presidente Antonio Catricalà è il ddl Gasparri-Tommasini dove si misurerà la controffensiva delle lobbies sulla liberalizzazione dei farmaci di banco. L’Antitrust sintetizza così i benefici prodotti: “In tre anni sono stati aperti quasi tremila corner e parafarmacie. La loro quota di mercato è vicina al 6% dei farmaci di automedicazione. Lo sconto praticato ha margini tra il 3% e il 22,5%. I farmacisti nuovi occupati sono circa cinquemila”. Una parentesi che le farmacie tradizionali premono per chiudere ritornando all’esclusiva: “Stiamo ripensando il ruolo dei canali di vendita delle medicine” ha ammesso il ministro della Salute Ferruccio Fazio. Per evitare tensioni, nel Pdl si pensa all’ennesima sanatoria: chi ha aperto una parafarmacia avrà 10 anni per convertirsi o tentare di ottenere lo status di farmacia.
Sulle assicurazioni il ritorno al monomandato (un agente può vendere polizze di una sola compagnia) è stato accantonato dopo essere stato proposto nel ddl Sviluppo. Il provvedimento, che doveva essere approvato alla Camera senza ulteriori modifiche, ora sembra di nuovo un cantiere aperto, segno che anche questo pericolo non è scampato. Invece sta per sparire la possibilità di disdire la polizza auto ogni anno per cercare offerte migliori. Salvati dai tentativi di abolizione anche i tetti antitrust che impediscono all’Eni di riconquistare il monopolio nazionale nella distribuzione del gas.
Il governo si è speso direttamente per trasformare la Class action in “un’eterna promessa”, il meccanismo che dovrebbe difendere i consumatori dalle ingiustizie e dalle truffe subite dalle imprese non solo non potrà più essere utilizzata per tutto quello che è successo negli anni passati, ma dovrà aspettare l’approvazione definitiva della legge per essere utilizzabile con un ritardo di tre anni dall’introduzione nel nostro ordinamento.
Oltre alle liberalizzazioni ribaltate ci sono quelle solo depotenziate: la riforma delle professioni è stata appaltata direttamente agli ordini professionali con l’effetto di far sparire l’effetto calmierante sulle tariffe e far sparire la questione dall’agenda politica. Poi ci sono i taxi, fieri avversari delle lenzuolate, che hanno ottenuto dal cambio di maggioranza norme che limitano la concorrenza dagli autisti (o Ncc, noleggio con conducente). Sempre nei trasporti rimandata la concorrenza nei trasporto ferroviario, con l’allungamento dei contratti tra Fs e amministrazioni regionali, nonostante proprio quella nei servizi pubblici locali sia l’unica liberalizzazione perseguita, almeno nelle dichiarazioni, dal Pdl.
Ma non è solo colpa delle norme: la commissione di massimo scoperto sui fidi bancari, abolita per legge, è stata sostituita praticamente da tutti gli istituti con altre voci che sommate superano il costo precedente; gli imprenditori protestano, ma il fronte delle banche si muove compatto.
(17 giugno 2009)
°°° Come vedete, amici cari, non sono io catastrofista… Queste merde malavitose fanno affari con le lobbies e ci precipitano ogni giorno di più nel baratro e nella disperazione. Cancellando una ad una le ottime leggi del Governo Prodi, ci stanno trascinando indietro di almeno 60 anni!
L’ANALISI
Le menzogne del Cavaliere
da Noemi al caso Mills
di GIUSEPPE D’AVANZO
Dice Berlusconi a Santa Margherita Ligure: “Su quattro calunnie messe in fila – veline, minorenni, Mills e voli di Stato – è stata fatta una campagna che è stata molto negativa per l’immagine all’estero dell’Italia”. Il significato di calunnia è “diceria o imputazione, coscientemente falsa e diretta ad offendere l’integrità o la reputazione altrui” (Devoto e Oli). Per comprendere meglio quali siano, per il premier, le “dicerie o imputazioni coscientemente false” raccolte contro la sua reputazione bisogna leggere il Corriere della sera di ieri.
Nel colloquio il Cavaliere spiega quali sono le quattro menzogne, strumenti del fantasioso “progetto eversivo”. Qui si vuole verificare, con qualche fatto utile e ostinato, se la lamentazione del Cavaliere ha fondamento e chi alla fine mente, se Berlusconi o chi oppone dei rilievi alla “verità” del capo del governo.
1 “Hanno iniziato scrivendo che c’erano “veline” nelle liste del Pdl alle Europee. Non erano “veline” e sono state tutte elette”. (Berlusconi al Corriere, 13 giugno, pagina 9)
I ricordi del Cavaliere truccano quel che è accaduto e banalizzano una questione che, fin dall’inizio, è stata esclusivamente politica, per di più sollevata nel suo campo. Sono i quotidiani della destra, e quindi da lui controllati direttamente o indirettamente influenzati, a dar conto dell’affollamento delle “veline” nelle liste europee del Popolo della Libertà. Comincia il Giornale della famiglia Berlusconi, il 31 marzo. Ma è il 22 aprile, con il titolo “Gesto da Cavaliere. Le veline azzurre candidate in pectore” – sommario, “Silvio porta a Strasburgo una truppa di showgirl” – che Libero rivela i nomi del cast in partenza per Strasburgo: Angela Sozio, Elisa Alloro, Emanuela Romano, Rachele Restivo, Eleonora Gaggioli, Camilla Ferranti, Barbara Matera, Ginevra Crescenzi, Antonia Ruggiero, Lara Comi, Adriana Verdirosi, Cristina Ravot, Giovanna Del Giudice, Chiara Sgarbossa, Silvia Travaini, Assunta Petron, Letizia Cioffi, Albertina Carraro. Eleonora e Imma De Vivo e “una misteriosa signorina” lituana, Giada Martirosianaite.
Contro queste candidature muove la fondazione Farefuturo, presieduta da Gianfranco Fini. Il pensatoio, diretto dal professor Alessandro Campi, denuncia l'”impoverimento della qualità democratica del paese” e, con un’analisi della politologa Silvia Ventura, avverte che “l’uso strumentale del corpo femminile (…) denota uno scarso rispetto (…) per le istituzioni e per la sovranità popolare che le legittima” (www.ffwebmagazine. it).
Queste scelte sono censurate, infine, anche da Veronica Lario che le definisce “ciarpame senza pudore del potere” (Ansa, 29 aprile). Il “fuoco amico” consiglierà Berlusconi a gettare la spugna, nella notte del 29 aprile. In una telefonata da Varsavia alle 22,30 in viva voce con i tre coordinatori del Pdl, La Russa, Bondi e Verdini, il premier dice: “E va bene, bloccate tutto. Togliete quei nomi. Sostituitele”. Molte “veline”, in interviste pubbliche, diranno della loro amarezza per l’esclusione.
2 “Poi hanno tirato in ballo Noemi Letizia, come se fossi una persona che va con le minorenni. In realtà sono solo andato a una festa di compleanno, e per me – che vivo tra la gente – è una cosa normale”. (Berlusconi al Corriere, 13 giugno, pagina 9).
Non c’è un grano di “normalità” nei rapporti tra il Cavaliere e i Letizia. Dopo 31 giorni, è ancora oscuro (e senza risposta) come sia nato il legame tra Berlusconi e la famiglia di Noemi. L’ultima versione ascoltata è contraddittoria come le precedenti. Elio Letizia sostiene di aver presentato la figlia al capo del governo in un luogo privato, nel suo studio a Palazzo Grazioli, alla vigilia del Natale del 2001. Berlusconi, nello stesso giorno, ha ricordato di averla conosciuta in un luogo pubblico, “a una sfilata”. Ma la “diceria” che il capo del governo denuncia è di “andare con minorenni”. E’ stata Veronica Lario per prima a svelare che il marito “frequenta minorenni” (Repubblica, 3 maggio). La circostanza è stata confermata dall’ex-fidanzato di Noemi (Gino Flaminio) che colloca il primo contatto telefonico tra il capo del governo e la ragazza nell’autunno del 2008. Le parole di Gino costringono Berlusconi – contrariamente a quanto fino a quel momento aveva detto (“Ho visto sempre Noemi alla presenza dei genitori”) – ad ammettere di aver avuto Noemi ospite a Villa Certosa per dieci giorni a cavallo del Capodanno 2009, accompagnata da un’amica (Roberta O.) e senza i genitori. Nel gennaio del 2009, Noemi come Roberta, era minorenne. Dunque, è corretto sostenere che Berlusconi frequenti minorenni.
3 “Nel frattempo si sono scatenati sul “caso Mills”, un avvocato che non conosco di persona” (Berlusconi al Corriere, 13 giugno, pagina 9)
Negli atti del processo contro David Mills (teste corrotto, condannato a 4 anni e 6 mesi di carcere) e Silvio Berlusconi (corruttore, ma immune per legge ad personam), sono dimostrati con documenti autografi, per ammissione dell’imputato, con le parole di testimoni indipendenti, gli incontri del Cavaliere con l’avvocato inglese che gli ha progettato e amministrato l’arcipelago delle società off-shore All Iberian, il “gruppo B di Fininvest very secret”. Un documento scovato a Londra dà conto di un incontro al Garrick Club di Garrick Street (discutono delle società estere e Berlusconi autorizza Mills a trattenere 2 milioni e mezzo di sterline parcheggiati sul conto dell’Horizon Limited). Un altro documento sequestrato a Mills fa riferimento a una “telefonata dell’altra notte con Berlusconi”. Mills, interrogato, ammette di aver parlato con il Cavaliere la notte del 23 novembre 1995. Ancora Mills, il 13 aprile 2007, conferma di aver incontrato Berlusconi ad Arcore. L’avvocato “descrive anche la villa” (dalla sentenza del tribunale di Milano).
Due soci di Mills nello studio Withers, ascoltati da una corte inglese, così rispondono alla domanda: “C’è stata mai una riunione tra Mills e Berlusconi?”. Jeremy LeM. Scott dice: “So che c’è stato un incontro per mettersi d’accordo sul dividendo”. A Virginia Rylatt “torna in mente che lui [Mills] era ritornato dal signor Berlusconi”. E’ una menzogna, forse la più spudorata, che il capo del governo non abbia mai conosciuto David Mills.
4 “Infine hanno montato un caso sui voli di Stato che uso solo per esigenze di servizio” (Berlusconi al Corriere, 13 giugno, pagina 9).
In una fotografia scattata dal fotografo Antonello Zappadu si vede lo stornellatore del Cavaliere, Mariano Apicella, scendere da un aereo di Stato. Dietro di lui, una ballerina di flamenco. Il fotoreporter sostiene che l’immagine è stata scattata il 24 maggio 2008. In quel giorno era ancora in vigore un decreto del governo Prodi che limitava l’uso degli aerei di Stato “esclusivamente alle personalità e ai componenti della delegazione della missione istituzionale”. Si può sostenere che Apicella e la ballerina facevano parte di una “missione istituzionale”? E’ quanto dovrà accertare il Tribunale dei ministri sollecitato dalla Procura di Roma a verificare, per il capo del governo, l’ipotesi di abuso d’ufficio. Infatti soltanto due mesi dopo, il 25 luglio 2008, il presidente del consiglio ha cambiato le regole per i “voli di Stato” prevedendo “l’imbarco di personale estraneo alla delegazione”, ma “accreditato su indicazione dell’Autorità in relazione alla natura del viaggio, al rango rivestito dalle personalità trasportate, alle esigenze protocollari e alla consuetudini anche di carattere internazionale”. Il caso sui “voli di Stato”, che è poi un’inchiesta giudiziaria dovrà accertare se musici, ballerine, giovani ospiti del presidente viaggiano in sua compagnia (con quale rango?) o addirittura in autonomia, nel qual caso l’abuso d’ufficio può essere evidente.
Quindi, quattro “calunnie” o quattro menzogne presidenziali? Si può concludere che Berlusconi, a Santa Margherita Ligure, ancora una volta ha precipitato coscientemente la vita pubblica nella menzogna nella presunzione di abolire l’idea stessa di verità.
IL CAVALIERE E IL SUO FANTASMA
di EZIO MAURO
Dunque siamo giunti al punto in cui il Presidente del Consiglio denuncia pubblicamente un vero e proprio progetto eversivo per farlo cadere e sostituirlo con “un non eletto dal popolo”. Un golpe, insomma, nel cuore dell’Europa democratica, come epilogo dell’avventura berlusconiana, dopo un quindicennio di tensioni continue introdotte a forza nel discorso pubblico italiano: per tenere questo sventurato Paese nella temperatura emotiva più adatta al populismo che può dominare le istituzioni solo sfidandole, fino a evocare il martirio politico.
È proprio questa l’immagine drammatica dell’Italia che l’uomo più ricco e più potente del Paese porta oggi con sé in America, all’incontro con Obama.
Solo Berlusconi sa perché dice queste cose, perché solo lui conosce la verità, che non può rivelare in pubblico, della sciagura che lo incalza. Noi osserviamo il dramma di un leader prigioniero di un clima di sconfitta anche quando vince perché da quindici anni non riesce a trasformarsi in uomo di Stato nemmeno dopo aver conquistato per tre volte il favore del Paese.
Quest’uomo ha con sé il consenso, i voti, i numeri, i fedeli. Ma non ha pace, la sicurezza della leadership, la tranquillità che trasforma il potere in responsabilità. Lo insegue l’altra metà di se stesso, da cui tenta di fuggire, sentendosi ghermito dal fondo oscuro della sua stessa storia. E’ una tragedia del potere teatrale e eccessiva, perché tutto è titanico in una vicenda in cui i destini personali vengono portati a coincidere col destino dell’Italia. Una tragedia di cui Berlusconi, come se lo leggesse in Shakespeare, sembra conoscere l’esito, sino al punto da evocare la sua fine davanti al Paese.
In realtà, come è evidente ad ogni italiano di buon senso, non c’è e non ci sarà nessun golpe. C’è invece un rapido disfacimento di una leadership che non ha saputo diventare cultura politica ma si è chiusa nella contemplazione del suo dominio, credendo di sostituire lo Stato con un uomo, il governo con il comando, la politica con il potere assoluto e carismatico.
Oggi quel potere sente il limite della sua autosufficienza. Ciò che angoscia Berlusconi è il nuovo scetticismo istituzionale che avverte intorno a sé, il distacco internazionale, il disorientamento delle élite europee, le critiche della stampa occidentale, la freddezza delle cancellerie (esclusi Putin e Gheddafi), lo sbigottimento del suo stesso campo: dove la regolarità istituzionale di Fini risalta ogni giorno di più per contrasto.
Il Cavaliere sente di aver perso il tocco, che aveva quando trasformava ogni atto in evento, mentre lo spettacolo tragicomico dei tre giorni italo-libici dimostra al contrario che le leggi della politica non sono quelle di uno show sgangherato.
Soprattutto, Berlusconi capisce che la fiaba interrotta di un’avventura sempre vittoriosa e incontaminata si è spezzata, semplicemente perché gli italiani improvvisamente lo vedono invece di guardarlo soltanto, lo giudicano e non lo ascoltano solamente. E’ in atto un disvelamento. Questa è la crepa che il voto ha aperto dentro la sua vittoria, e che è abitata oggi da queste precise inquietudini.
Il Cavaliere ha infatti ragione quando indica i quattro pilastri che perimetrano il campo della sua recente disgrazia: le veline, le minorenni, lo scandalo Mills e gli aerei di Stato. Giuseppe D’Avanzo, che su questi temi indaga da tempo con risultati che Berlusconi conosce benissimo, spiega oggi perché siano tutt’altro che calunnie come dice il premier. Sono quattro casi che il Cavaliere si è costruito con le sue mani, che lo perseguitano perché non può spiegarli, che lui evoca ormai quotidianamente mentre tenta di fuggirli, e che formano insieme uno scandalo pubblico, tutt’altro che privato: perché dimostrano, l’uno insieme con l’altro, l’abuso di potere come l’opinione pubblica comprende ogni giorno di più.
E’ proprio questo il sentimento del pericolo che domina oggi Berlusconi. Incapace di parlare davvero al Paese, di confrontarsi con chi gli pone domande, di assumersi la responsabilità dei suoi comportamenti, reagisce alzando la posta per trascinare tutto – le istituzioni, lo Stato – dentro la sua personale tragedia: di cui lui solo (insieme con la moglie che di questo lo ha avvertito, pochi giorni fa) conosce il fondo e la portata. Reagisce minacciando: l’imprenditore campione del mercato invita addirittura gli industriali italiani a non fare pubblicità sui giornali “disfattisti”, quelli che cioè lo criticano, perché la sua sorte coincide col Paese. Poi si corregge dicendo che voleva invitare a non dar spazio a Franceschini, come se non gli bastasse il controllo di sei canali televisivi ma avesse bisogno di un vero e proprio editto. E’ qualcosa che non si è mai visto nel mondo occidentale, anche se la stampa italiana prigioniera del nuovo conformismo preferisce parlar d’altro, come se non fosse in gioco la libertà del discorso pubblico, che forma l’opinione di ogni democrazia.
In realtà Berlusconi minaccia soprattutto se stesso, rivelando questa sua instabilità, questa paura. Se sarà coerente con le sue parole, c’è da temere il peggio. Cosa viene infatti dopo la denuncia del golpe? Quale sarà il prossimo passo? E se c’è una minaccia eversiva, allora tutto è lecito: dunque come userà i servizi e gli altri apparati il Cavaliere, contro i presunti “eversori”? Come li sta già usando? Chi controlla e chi garantisce in tempi che il premier trasforma in emergenza?
Attendiamo risposte. Per quanto ci riguarda, continueremo a comportarci come se fossimo in un Paese normale, dove la dialettica e anche lo scontro tra la libera stampa e il potere legittimo del Paese fanno parte del gioco democratico. Poi, ognuno giudicherà dove saprà fermarsi e dove potrà arrivare questo uso privato e già violento del potere statale da parte di un uomo che sappiamo pronto a tutto, anche a trasformare la crisi della sua leadership in una tragedia del Paese.
°°° Questo pezzo di merda è finito. Si è suicidato con la sua stessa merda. Speriamo di avere un governo serio almeno a Ottobre.