Nella richiesta di custodia cautelare sugli eredi milanesi di Vittorio Mangano tutte le telefonate che dimostrano l’appoggio elettorale dei boss siciliani per i candidati del centrodestra.
I rapporti tra Porto e il mediatore iniziano già nel gennaio 2009, quando il manager di Cosa nostra viene contattato per la candidatura alle comunali di Milano del 2011 di Gianni Lastella. Casacca Pdl, appartenente alla Guardia di finanza, Lastella (non indagato), nel suo sito ufficiale alla voce lavoro scriveva: “Utilizzare in tutte le sue potenzialità la grande opportunità dell’Expo”. Nella telefonata il mediatore annuncia al boss che Lastella “scende in politica”. E subito Pino Porto dice: “Se hai bisogno di me sono qua”. L’altro conferma: “Mi serve gente a posto Pino”. Di nuovo il cinese: “Si un po’ di gente ce l’ho io”. L’interessamento del boss viene subito ripagato dal politico, il quale, grazie ai suoi rapporti istituzionali con la sanità lombarda, può favorire Porto in una visita medica alla casa di cura San Camillo di Milano. Lastella ne parla al telefono con lo stesso uomo di Cosa nostra. E’ il 2 dicembre 2009. “Domani alle dieci al San Camillo – dice Lastella – , è una clinica vicino alla Stazione centrale (…) io adesso ti scrivo tutto l’indirizzo e via, ti scrivo il riferimento e così domani avrà tutto molto fluido, va lì a mio nome, va bene?”. Pino Porto: “Va benissimo Gianni ti ringrazio”. Alla fine però Gianni Lastella nel 2011 non riuscirà a entrare in consiglio comunale.
Chi, invece, nel 2010, vola in Regione è Angelo Giammario. Dal suo sito ufficiale si legge: “Nel marzo 2010 sono nuovamente eletto consigliere regionale con delega del Presidente Formigoni alle relazioni con l’area metropolitana di Milano. Vengo eletto Vice Presidente della Commissione Ambiente e Protezione Civile e sono l’unico consigliere eletto nel collegio di Milano e Provincia a far parte della commissione Sanità e Assistenza”. Il nome di Giammario, pur non coinvolto penalmente, compare molte volte nell’inchiesta Infinito. Secondo il procuratore aggiunto Ilda Boccassini, il politico Pdl, per le elezioni 2010 ottiene il sostegno di alcuni boss calabresi. Sostegno mediato dall’ex direttore dell’Asl di Pavia Carlo Antonio Chiriaco.
Un nome, quello dell’ex dirigente pubblico (condannato in primo grado per concorso esterno) che ricompare anche nelle carte degli eredi di Vittorio Mangano. Di nuovo si parla di appoggio elettorale e di Pino Porto. Un’alleanza mafiosa, in parte, già emersa durante la requisitoria del pm Alessandra Dolci nel processo Infinito. Nel gennaio 2010, Chiriaco è in auto con Pietro Castellese, siciliano, ritenuto vicino alle famiglie siciliane di Altofonte. Uno nome quello dei Castellese che ritorna in un’annotazione dei Ros di Milano sugli affari dello stesso Chiriaco. A pagina 45 del documento i carabinieri rilevano la parentela con il collaboratore di giustiziaFrancesco Di Carlo e con il fratello Andrea, il quale ha sposato la sorella di Benedetto Capizzi, arrestato nel 2008 (indagine Perseo), ritenuto a Capo della commissione provinciale di Cosa nostra. Dice Castellese: “Per Milano devo far venire delle persone no!”. Risponde Chiriaco: “Allora Pietro, tu mi dici, deve venire una persona, e garantire per quelli che puoi garantire, ecco le garanzie sono per 10 voti, 15 voti 3 o 5 voti (…) ci vediamo in via Pirelli”. A Milano l’indirizzo, nel 2010, corrispondeva al seggio elettorale di Giammario. Chiriaco prosegue: “C’è il discorso diCorvetto, viale Lodi”. Risposta di Castellese: “Corvetto, c’è il compare Pino (Giuseppe Porto, ndr), un duecento voti sicuri”. Dopodiché lo stesso uomo ritenuto dai pm vicino a Cosa nostra assicura la copertura elettorale a Cormano e a Cesano Maderno dove “possiamo muovere un po’ di famiglie” perché “quando uno fa le cortesie come vanno fatte…”. Ed ecco che il 13 marzo 2010 Pietro Castellese chiama Pino Porto. “Mercoledì prossimo – dice Castellese – verso le 17.30 sono in via Pirelli (presso la sezione elettorale di Angelo Giammario) siccome sto raccogliendo un po’ di amici e famiglie per darci una mano, voi avete già impegni oppure si può disturbare qualche famiglia?”. E anche qui la disponibilità di Porto è massima: “Allora ti vengo a trovare io, non ti preoccupare”.