Amici, sono molto felice. E’ tornata Melina e ho riabbracciato la mia figlia maggiore, Marybel, che non vedevo da due anni. Grande mangiata di cozze crude (che mi son fatto portare di mattina ed ho messo a bere in acqua di fonte e sale marino) , perfette. Ora usciamo a respirare ginepro e lavanda qui intorno e poi a nanna. Troppe curve e troppe ore in macchina.
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Un’altra procedura…
Economia
Pensioni, donne penalizzate
contro l’Italia procedura Ue
La Commissione Ue ha deciso di aprire, come preannunciato la procedura di infrazione contro l’Italia. L’accusa: non ha rispettato la sentenza della Corte di Giustizia sulle differenze nell’età di pensionamento fra uomini e donne nel settore pubblico.
°°° Questo governicchio ha fatto il pieno di procedure di infrazione: dalla multa per rete 4, che ci costa 36 milioni l’anno, a quest’ultima. Siamo in ottime mani, amici. Non potevamo suicidarci in modo migliore…
UNA PENSIONATA FELICE PER LE DECISIONI DI BERLUSCONI
ANCHE IL NIPOTINO E’ CONTENTO
Ricevo e pubblico
Che bello svegliarsi la mattina e sapere di vivere in una
città di destra, in una regione di destra, in una nazione di
destra e in Europa di destra. La la cosa che più mi rende
felice è leggere i messaggi diquelli di sinistra perchè capisci
quanto stanno crepando dall’invidia.
Fantasma
°°° Devi essere davvero un fantasma che vive in un’altra realtà. Se la città di destra cui ti riferisci è Cagliari… non è una città. Proprio perché da 40 anni è al potere la destra ladra e massonica, Cagliari è un paesone sporco, ignorante, volgare; senza cultura e senza i servizi più elementari. La città è ben altro, ma voi non potete saperlo.
Sulla regione di destra ci andrei coi piedi di piombo: siete il 30% scarsi. Così come in Italia, non arrivate nemmeno al 40%. Forse la peperonata ti ha fatto malissimo…
P.S. Non ti vorrei devastare ulteriormente il neurone, ma sappi che la destra europea non ha nulla a che vedere con voi e vi schifa almeno quanto noi.
ESEMPI DELLA CULTURA DI DESTRA NEL MONDO:
Una felice notte a tutti!
La OPPO ,siòri
Stato di umiliazione
Dove non poté l’opposizione, poté la moglie. E Dio solo sa quanto può una moglie, quando è infuriata. E lo sanno anche tanti grandi, anzi piccoli uomini puniti dalle loro donne, come il bancarottiere Felicino Riva, milanista pure lui. Oppure Mario Chiesa, la cui causa di divorzio diede la spinta decisiva alla valanga di Mani pulite. E ora il noto Mario, anzi mariuolo, si è fatto riprendere con le mani nel sacco (dell’immondezza), in complicità con una seconda moglie, versione aggiornata e scorretta della prima. Se si vuole farla franca, infatti, meglio sposare una mariuola pari grado. Mentre la signora Veronica un avvertimento al marito l’aveva già dato, ma lui niente. La Velina dello scandalo, l’ha addirittura fatta ministra. E se qualcuno a sinistra ora dichiara in tv che sono affari di famiglia, è elegante, ma non dice la verità, perché sono affari di Stato. Lo stato di umiliazione in cui è ridotto il Paese.
LE VELINE E LE MINISTRE DI AL PAPPONE
VERGOGNA!
Pessano, Oltre un terzo delle famiglie in difficoltà con i versamenti per la refezione
Bimbi senza mensa. «È uno scandalo»
Genitori in ritardo con le rette. Penati: paghiamo noi. Il provveditore: è un diritto. Il sindaco: non avevo scelta
MILANO – «La mensa? È una condizione indispensabile». Per il provveditore Antonio Lupacchino non ci sono «né se né ma». Ed è chiaro: «Ai bambini va garantita una formazione educativa nella quale è compresa anche la mensa». E mentre il sindaco di Pessano con Bornago, Giuseppe Caridi, resta sulle sue posizioni («I genitori se ne approfittano »), Filippo Penati, presidente uscente della Provincia, è disposto a pagare le rette fino al termine dell’anno scolastico, perché «non si possono lasciare gli studenti a digiuno».
Le polemiche travolgono il Comune di Pessano. La Dussmann service, società che fornisce i pasti all’istituto comprensivo «Daniela Mauro», d’accordo con l’amministrazione, ha deciso di sospendere, da circa dieci giorni, il servizio ai figli dei genitori che non pagano la mensa. Per adesso l’interruzione riguarda 34 bambini, ma le famiglie non in regola sono 432, su 1.150. Alcuni sono italiani, gli altri stranieri. «Il problema riguarda un po’ tutti», spiega rassegnato il preside Felice Menna. Per far fronte all’emergenza gli insegnanti hanno deciso di rinunciare al proprio pasto a favore degli alunni cancellati dall’elenco mensa e che non possono tornare a casa per pranzo. Di fatto costretti al digiuno. «Una scelta moralmente non accettabile», sottolinea Irene Aderenti, senatrice leghista e componente della commissione Istruzione del Senato. Per Vittorio Agnoletto, «è in contrasto con i diritti sanciti dalla nostra Costituzione». E non solo. Perché al di là «della somministrazione del cibo», spiega Antonio Marziale dell’Osservatorio sui diritti dei minori, c’è in gioco «il diritto allo studio che deve essere garantito a tutti. Nessuno escluso».
È questo il punto su cui ha insistito il provveditore. In una lettera al sindaco ha ribadito la necessità di «sbloccare la situazione che è discriminatoria nei confronti dei bambini». Per Lupacchino «la morosità non è un problema della scuola, ma riguarda solo genitori e amministrazione. Prima di tutto bisogna rispettare l’offerta formativa che, per il tempo pieno, comprende la mensa». Anche la Prefettura ha cercato «di fare pressioni». Per adesso, i risultati sono pochi. Già perché il sindaco indietro non torna. «Le regole devono valere per tutti — spiega Caridi —. Non sarebbe giusto andare a pesare sulle famiglie che hanno sempre pagato. Non possiamo continuare con queste perdite ». Il buco è di 50 mila euro fino a settembre 2008. Più altri 28 dall’inizio dell’anno:. «Abbiamo provato a contattare i genitori in tutte le maniere. Questa è l’estrema ratio». Non tutti sono d’accordo.
Filippo Penati parla di scelta «drastica e paradossale». Così surreale da intervenire per «garantire il servizio a tutti i bambini esclusi». Non sarà la Provincia a ripianare il debito, «perché quello spetta al Comune». Ma si cercherà «una soluzione condivisa da tutti: impresa, amministrazione, famiglie e scuola». Un gesto di generosità per «sbloccare sia l’arretrato e sia il futuro». Anche se la preoccupazione principale rimangono i bambini. Perché «la mensa è una condizione indispensabile ».
Benedetta Argentieri