ma il governo e il signor napolitano non si vergognano nemmeno un po’?
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BUONE FESTE A TUTTI! Al freddo sì, ma con GODURIA E PROSPERITA’!
BUONE FESTE A TUTTI!
Began, quella delle feste eleganti. L’ape che succhia, insomma.
Began, quella delle feste eleganti.
di Denise Pardo
La chiamano ‘l’ape regina’, perchè era la favorita del premier e dei suoi party. Indagata nell’inchiesta di Bari, in un’intervista ha detto: ‘Il bunga bunga sono io’. Ritratto senza filtri della donna che iniziò posando come prostituta in un parcheggio di Roma e, ancora una settimana fa, era a Palazzo Grazioli
(29 settembre 2011)
Una materia piuttosto hard, molto di casa in primis a Palazzo Grazioli, ovvio, dove Began, ora 36 anni, indagata dalla Procura di Bari nell’inchiesta su escort e ricatti, non più in autoreggenti ma con timorato tubino è stata in visita solo pochi giorni fa, che l’ha fatta diventare la donna più importante, forse non verticale ma centrale sì, della politica, lato intimo (ormai praticamente l’unico) di un paese in mutande (indumento di grande attualità e molto fotografato, persino confindustrialmente) per vari aspetti, sotto e sopra.
Nello spirituale reportage fotografico (Newton? Fellini?), quasi nature (la Buoncostume in sciopero o applaudiva?), Began allora strepitosa diciottenne, conferma il talento, non noto al grande pubblico, a quello Pdl di più sicuramente, vedi la lunga amicizia (due giorni) con Italo Bocchino finita in un mare di chicchissime minacce e querele. Ma allora, al tempo delle foto, molto lontana dal luminosa beatificazione a villa Certosa, era stata appena scritturata dalla Rai per una puntata di “I ragazzi del muretto” serie tv di grande successo dove era stata scelta per la parte di una prostituta albanese costretta a vendersi.
Nelle immagini, si intravedono anche alcuni importanti strumenti e simboli che avranno un ruolo fondamentale durante le sobrie notti della Repubblica del Cavaliere. Per esempio: ecco la vocazione al travestimento così caro al premier. L’ape regina mima la prostituta ma ammicca anche alla poliziotta con l’impermeabile un po’ tenente Colombo, un po’ tenente Sheridan. Forse, il ruolo non è tra i preferiti del premier che, come si è saputo, va pazzo per il genere suora, ma diciamo che l’attitudine di Began c’è già.
Per non parlare della profetica presenza del lampione. Il lampione? Sicuro: è vero che il caro corpo illuminante è proprio un masterpiece della professione. Ma cos’altro è se non l’antenato di ciò che nel giro di dieci anni sarà il noto palo di Arcore, quello della lap dance piazzato proprio davanti al trono del biscione? Tutto torna. E poi qualcuno osa negare che il passato sia spesso l’anticipo del futuro.
Fatto sta: ora si è saputo che Began è ape regina piuttosto linguacciuta. Ha dato interviste di qua e di là, anche a Simona Ventura tv sui suoi rapporti con il Capo: “Lo amo, lo venero, notti meravigliose” e va bene. Poi ha precisato offesa che il bunga bunga non è una pratica ma è lei stessa, la chiamano così gli intimi. E nonostante abbia la caviglia tatuata in modo imperituro con le iniziali del presidente del Consiglio (identiche alle sue) ora si dichiara pure comunista. Oddio, ha detto ben altre facezie, tipo: “Berlusconi è come Gandhi”.
Ma per tornare ai tempi lontani del reportage, c’è un altro simbolo, un’altra specie di presagio ancora più fortedegli altri: appoggiato sulle nude membra di Began, un impermeabile dall’inconfondibile fodera quadrettata. La prima di una lunga serie di B: da Burberry a Berlusconi (e anche Bocchino).
I “dolcetti” alle feste sconcie di silvio burlesquoni, li portava lele mora
PREGO, SENZA COMPLIMENTI.
Umilio Fido: “Ruby? Feste? Alle 22,30 io sono già a letto”°°° Anche Mora, ma con un moro però!
Sono un po’ confuso per le frequentazioni di Berlusconi, amici. Lui, il peggior marito e il peggior padre del mondo, si fa chiamare PAPI… Una ragazzina che zoccoleggia e RUBA, si chiama Ruby… Ma allora Mangano non si sarebbe dovuto chiamare Vittorio, ma Uccidi! La Carfagna, POMPI? Bondi, LECCHI? Gelmini, SODOMIZZI? Fede, SBAVI? Previti, CORROMPI? Dell’Utri, MAFI?
E Noemi? Ricordate la zoccoletta di Casoria? La storia si ripete e fa strani scherzi, amici. Prendiamo la Bibbia:
( Originaria di Betlemme, Noemi era sposa di un uomo chiamato Elimelech, da cui aveva avuto due figli, Maclon e Chilion. In seguito ad una carestia, si trasferì con la famiglia nel paese di Moab, dove rimase presto vedova. I figli sposarono due donne moabite, Orpa e Rut, poi dopo circa dieci anni anch’essi morirono. Noemi si trovò dunque sola, in terra straniera, insieme alle due nuore. Cambiò il suo nome in Mara)
MARAAAAAAAAAAAAA?!
Come la Carfagna!
Sono davvero confuso, amici…
Odio le feste di compleanno!
Il mio non lo festeggio quasi mai, a meno che non sia costretto dalla mia bambina, ma lei ha dieci anni e quindi… Preferisco dedicare ogni tanto delle piccole feste ad ogni parte del mio corpo, per tutto l’anno. A settembre, per esempio, festeggerò le mie ginocchia; mentre ad aprile i miei avambracci; a maggio festeggerò la mia bocca, così tanto e tanto bene baciata per decenni, e così via… Faccio male?
SIMULAZIONE DI FESTEGGIAMENTO
Ancora feste di Halloween
Il regimetto insiste
Dopo le polemiche e l’annuncio dell’istruttoria del governo
la trasmissione di Raidue torna sulle feste di Palazzo Grazioli
Scandalo escort, Annozero insiste
Domani sera ospite la D’Addario
La replica del viceministro Romani: “Anche in questo caso, verificare se è servizio pubblico”
Repubblica
REGIMETTO BURLESQUONI IN LIQUIDAZIONE
ROMA – Annozero non molla lo scandalo escort. Dopo le polemiche, gli attacchi del centrodestra e l’istruttoria sul programma di Michele Santoro annunciata dal viceministro Romani, domani sera sarà Patrizia D’Addario a raccontare la sua verità sulle feste di Palazzo Grazioli. Una presenza che secondo lo stesso Romani ribadisce la necessità di verificare se
Ecco un altro “disfattista” come me
Roberto Cotroneo
Un paese senza niente
Un paese cupo. Da un po’ di giorni i maggiori giornali italiani pubblicano foto di Berlusconi piuttosto corrucciate, e non c’è da stupirsi, l’aria dei suoi collaboratori è da: si salvi chi può. E la stampa inglese continua a dire che siamo agli ultimi giorni dell’impero, e che sicuramente Silvio si ritirerà. Cose tutte da dimostrare, e al momento piuttosto lunari. O a Londra sanno cose che ai giornalisti italiani non vengono dette, o forse sta accadendo qualcosa di peggio. Fuori dall’Italia nessuno ci capisce più nulla. E il nostro sta diventando un paese indecifrabile, dove avvengono cose che in paese normali di solito non accadono. E non si tratta soltanto del premier, delle escort, delle feste e delle inchieste. Tutto si è sfaldato. Tutto ha perso di valore.
Se anziché utilizzare degli indici economici per dire in che posizione mondiale siamo utilizzassimo degli altri indici, scopriremmo che siamo forse al duecentesimo posto. Per le nostre università, che quasi non compaiono nelle prime cento del mondo, per i nostri autori e i nostri libri, che nessuno traduce più, per i nostri film, che arrancano nei festival e sono brutti e mosci, per i nostri istituti di cultura all’estero, ridotti a niente, gestiti per buona parte da incompetenti, o da gente che vuole passarsi una vacanza in qualche capitale europea a spese del ministero degli Esteri. Per i nostri musei, tornati a una consuetudinaria inefficienza. Per i nostri giornali, e va detto anche questo, sempre più in caduta libera, sempre più in crisi di idee e e di lettori. E non perché siamo un paese che non legge, ma perché siamo un paese che non si fa leggere. Siamo duecentesimi al mondo, perché non sappiamo generare classe dirigente, duecentesimi al mondo perché non abbiamo formato giovani in grado di sostituirsi nei ruoli chiave. E non solo perché i vecchi impediscono il ricambio, ma perché siamo riusciti a fare un miracolo: le nostre giovani generazioni hanno coltivato in vitro i peggiori difetti delle vecchie, e sono già inservibili. Siamo cupi, abbiamo paura di dire la verità, pensiamo che un congresso di partito non si possa convocare se gli accordi non sono stati fatti prima. Fingiamo di vedere il nuovo dove il nuovo non c’è. E continuiamo a farci de male. Ma soprattutto siamo un paese incompentente, incompetente in tutto. Un paese di dilettanti allo sbaraglio. Guidati dal più gigantesco tra i dilettanti. Lui, quel premier che incarna quello che siamo diventati, con la complicità di tutti. E allora, di cosa possiamo lamentarci?