La mattanza a Posillipo, il gioielliere malmenato, coltellate per un posteggio
Il crimine più illogico e brutale sembra dilagare nella quotidianità
I nuovi delitti a sangue freddo
l’escalation che spaventa l’Italia
di JENNER MELETTI
Bambini denutriti e macilenti che suonano la fisarmonica sui marciapiedi. Chiedono l’elemosina. Un uomo si avvicina, controlla quanti soldi abbiano incassato. I piccoli che hanno pochi soldi vengono picchiati, con pugni o bastoni. Non succede alla Centrale di Milano e i piccoli non sono romeni. “Succede – dice Giancarlo De Cataldo, giudice e autore di “Romanzo criminale” – nella Londra del 1840 e i bambini sono italiani. Li scopre Giuseppe Mazzini, che denuncia i mercanti di carne umana, italiani, che portano questi piccoli mendicanti nella capitale inglese. Per salvare i bambini organizza una scuola popolare”.
Certe notizie fanno paura. I ladri sorpresi in casa fuggivano subito, al massimo legavano a una sedia o chiudevano in bagno i padroni di casa. Ora spaccano le teste con mazze di ferro. I rapinatori di gioiellerie minacciavano puntando una pistola. Ora con il calcio della medesima massacrano il gioielliere. Ci si ammazza per un parcheggio.
Sono delitti che provocano terrore – dice la sociologa Chiara Saraceno – anche perché commessi nelle case, il luogo in cui ci sentiamo più sicuri”. “La violenza esplode – dice Gianrico Carofiglio, magistrato e scrittore – in chi non riesce a “nominare” e dunque controllare le proprie emozioni, prima fra tutte la paura”. E spaventano anche quei nomi stranieri, Mariu, Valentin, Calin. “Delitti efferati e assurdi – dice il sociologo Marzio Barbagli – sono sempre avvenuti. Tanti furti si sono trasformati in rapine o omicidi. Certo, la presenza di stranieri sul totale delle persone denunciate in Italia per omicidio è altissima: nel 2007 era pari al 42%”.
Nessuno vuole sentire parlare di “etnia”. “Non si possono attribuire responsabilità – dice Giancarlo De Cataldo – a un comportamento etnico. Ma quando parliamo di romeni parliamo di persone abusate per trent’anni da Ceausescu ed è nota la tendenza – che non riguarda certamente tutto un popolo – di riprodurre l’abuso subìto. Valeva anche per gli albanesi, ma ormai siamo alla terza o quarta ondata di immigrazione e le polemiche su di loro si sono placate. Io sono stato colpito dal delitto del parcheggio. Le nostre strade sono percorse da persone fatte e strafatte e la strada è il luogo dell’incontro uno a uno, faccia a faccia. Non ci sono mediazioni, lo scontro è diretto. In un generale clima di intolleranza, che tutti respiriamo, si aggiungono gli abusi delle sostanze e allora anche con una passeggiata ci esponiamo a un cocktail micidiale. E in questo clima di intolleranza chi arriva da fuori porta la propria specificità. I romeni? Dobbiamo riflettere su come erano visti gli italiani emigrati in America. Nel 1890, a New Orleans, due famiglie di italiani mafiosi furono accusate di avere ucciso il capo della polizia. La giuria assolse tutti. Appena usciti dal tribunale, furono linciati dalla folla. Erano “italiani”, questo bastava. Spero che con questo clima qualcuno non si metta a proporre nuove leggi. Ce ne sono già troppe e fatte male. Cerchiamo di fare funzionare il processo”.
Chiara Saraceno sta tenendo un seminario a Berlino. “Il terribile omicidio di Posillipo colpisce soprattutto perché commesso fra le mura di casa, dove hai il diritto di sentirti sicuro. Ricerche scientifiche hanno dimostrato che chi è derubato o aggredito fra le sue mura si sente violentemente offeso, molto di più rispetto a un furto o aggressione fuori casa. I romeni? Fra di loro c’è una quota di criminali: naturalmente arrivano non solo i più imprenditivi ma anche i più delinquenti. Ma questo non vuol dire che siamo di fronte ad una immigrazione di criminali. Là sono state aperte troppe prigioni e anche chi magari viveva rubando 3 galline ha scoperto che in questa Italia c’era tutto e tutto era a portata di mano. C’è allora chi vuole tutto e non ha freni. È un delitto che fa male, quello di Posillipo, per questa violenza allucinante e assurda. Ma non dobbiamo scordare che c’è chi uccide se guardi male o troppo bene la sua ragazza, c’è chi ti mette un cacciavite nella pancia per un posteggio rubato”.
Anche il magistrato-senatore Enrico Carofiglio è in Germania, impegnato alla biblioteca comunale di Francoforte nella presentazione de “Il passato è una terra straniera” ora tradotto in tedesco. “Proprio partendo da questo libro – dice – oggi abbiamo discusso della violenza che sembra la più assurda. Ma una radice c’è, in questa violenza. È l’incapacità, per molti, di verbalizzare le proprie emozioni. C’è chi non ha parole per chiamare la paura, la frustrazione, l’odio. Studi di criminologi hanno dimostrato che i ragazzi più violenti sono coloro che non sanno sentire e nominare le proprie emozioni: in loro si ostruiscono i canali della comunicazione, quindi dell’intelligenza. Chi non controlla la rabbia, non riesce a buttarla fuori, e arrivano le esplosioni di violenza. Questo vale anche per i più ricchi. Ma quando sei nel luogo più basso della gerarchia sociale, senza strumenti linguistici; quando certe parole fanno paura e fra queste ci sono proprio la paura, la debolezza, la diversità, quando non funziona la capacità di controllo, una delle alternative è la violenza incontrollata”.
Secondo il sociologo Marzio Barbagli bisogna evitare di “prendere un granchio”. “Il granchio è l’idea che solo certi immigrati possano compiere azioni che ci fanno rabbrividire, che certi gruppi nazionali siano “portati” per certi crimini. Posillipo è tragica ma non è purtroppo una novità. Tanti ladri sorpresi dai padroni di casa si sono trasformati in assassini. A me colpisce soprattutto il basso livello di preparazione di questi delinquenti. Hanno improvvisato, hanno trovato un imprevisto – la presenza dei proprietari – e hanno perso la testa. Bisogna ragionare invece sull’apporto dato dagli immigrati alla criminalità, che certamente è molto alto. Nel 1988, fra i denunciati di omicidio in Italia, gli stranieri erano il 6%. Dieci anni dopo sono saliti al 23%. Nel 2007 erano il 24%. Ma se guardiamo i dati del centro nord, scopriamo che negli stessi anni i denunciati per omicidio sono saliti dal 9% al 26% e, nel 2007, al 42%. Insomma, su 100 denunciati per avere ucciso, 42 sono stranieri e gli stranieri, in quello stesso anno, erano l’8% della popolazione. La statistica ufficiale ci dice anche che, sempre nel centro nord, in molti casi gli stranieri hanno ucciso altri stranieri. Nel 18% dei casi nel 1992 e nel 33% dei casi nel 2007. Ma quando uno straniero uccide uno straniero, fa meno notizia”.
°°° I meno distratti di voi ricorderanno che il mafionano e la sua cosca hanno “vinto” le elezioni – a lungo invocate – proprio su una EMERGENZA SICUREZZA che non c’era assolutamente e sul degrado dell’immondezza di napoli… provocato ad arte da Mafiolo medesimo, dai suoi uomini (tutti premiati) col concorso amorevole del “sistema” o camorra che dir si voglia. Come si fa a dimenticare ore ed ore di programmazzi e simil telegiornali che tutti i giorni ci massacravano le gonadi con la cronaca nera? Come posssiamo scordare il perentorio e martellante “dagli allo straniero” che ha instillato un odio razziale mai visto prima da queste parti? E come possiamo cancellare il ricordo dei danni fatti a Napoli e all’Italia tutta (specialmente all’estero) da un mafionano onnipresente che infangava Napoli e l’immagine dell’Italia… quando i termovalorizzatori erano pronti da mesi e i decreti di sgombero del pattume FIRMATI DA PRODI già mesi prima delle elezioni? Ma nei termovalorizzatori mancava sempre una vitina, un dado, un fusibile… che nON si trovavano mai! Ma per strada e davanti agli impianti c’erano i picchetti della camorra e delle comparse di merdaset che inscenavano proteste popolari fasulle. C’era – esattamente come ora – la disinformazione totale e la propaganda a tappeto. Questo è, amici miei. Siamo in pieno regime delle banane e NOI ne paghiamo il prezzo, mentre il mafioso ricostruito si rimpinza di soldi, di appalti, e appaga il suo misero ego con le passerelle tra i cadaveri che lui medesimo (coi condoni) e i suoi compagni di merende hanno provocato in Abruzzo. Però, mi raccomando, diciamole a bassa voce queste verità o rischiamo di svegliare l’opposizione (scusate il parolone). Amen.