Moratti jr, una villa in stile Batman
condonata grazie al Pgt del Comune
La vicenda del figlio del sindaco di Milano è riportata sul prossimo numero dell’Espresso
Il caso è venuto allo scoperto a causa del mancato pagamento di una rata al progettista
Il sindaco Letizia Moratti
Il figlio del sindaco di Milano, il trentaduenne Gabriele Moratti, avrebbe trasformato cinque capannoni alla periferia nord-ovest di Milano in una villa ispirata a quella di Batman – senza permessi – e il nuovo piano regolatore del Comune avrebbe di fatto condonato tutto. E’ quanto sostiene L’Espresso nel prossimo numero. Secondo la ricostruzione del settimanale, Gabriele Moratti ha comprato in via Cesare Ajraghi 30 cinque capannoni coperti da vincolo di destinazione industriale e il 4 agosto 2009 ha chiesto di accorparli in un unico laboratorio, pagando al Comune oneri per 6.687 euro.
A lavori quasi ultimati il gruppo Hi-Lite/Brera 30, specializzato in interni per case di lusso, ha accusato Moratti di non aver pagato l’ultima rata pattuita e l’architetto Gian Matteo Pavanello avrebbe ottenuto un decreto ingiuntivo per 127mila euro e avrebbe portato in tribunale carte dove sarebbe risultato che al posto dei capannoni c’era una villa, ispirata alla casa di Batman. Poi, aggiunge L’Espresso, la proprietà ha versato 102mila euro di oneri urbanistici e il 12 agosto l’immobile è diventato commerciale. Il Comune allora avrebbe mandato i controlli, ma senza trovare traccia della villa che, secondo Pavanello, sarebbe stata risistemata con strutture in cartongesso in vista dell’ ispezione.
Il nuovo Pgt milanese, approvato in febbraio, avrebbe inserito l’immobile di via Ajraghi in uno degli ‘ambiti di rinnovamento urbano’ in cui cadono tutti i vincoli di destinazione. Così, se ora Gabriele Moratti rivendicasse la destinazione residenziale, secondo i calcoli dell’Espresso, vedrebbe il valore della sua proprietà aumentare di un milione di euro.
°°° Ormai Milano è diventata un paesone da fiction di serie Z, dove comandano le maitresse come Minetti, il Trota, il Pipistrello, la ‘ndrangheta, la lega… era la Milano da bere? Beh, se la sono bevuta insieme al cervello. I milanesi che ho conosciuto io negli anni ’67/’75 li avrebbero cacciati tutti a calci nel culo, questi dementi ladri e incapaci.