… Sapessero che qui hanno aumentato sette volte i prezzi delle sigarette e della benzina (anche quando il barile di greggio era a 23 euro), impediscono alle giovani coppie di mettere su casa e alle altre di avere figli o alle donne di lavorare se sposate e in pericolo di figliare… non parliamo delle bollette triplicate senza motivo e di altre tasse evidenti o nascoste…
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Marco Travaglio
Marco Travaglio
Truppe mammellate
Se Gino Flaminio fosse un politico, si direbbe che la sua condanna in primo grado non vale: c’è la presunzione d’innocenza. Se fosse del Pdl, si direbbe che è un perseguitato politico. Invece ha osato raccontare la sua storia con Noemi, la ragazza «allevata fin da piccola da papi Silvio», che fa a pugni con quella raccontata da papi Silvio e papà Elio. Ecco dunque scatenarsi le Truppe Mammellate a protezione dell’anziano satiro brianzolo: Belpietro e i servi del Giornale spiegano che «il supertestimone è un rapinatore» (rubò un telefonino e picchiò un poliziotto), dunque mente. Ora, a parte che anche un condannato può dire la verità, qui nessuno è riuscito a smentire nulla. Anzi, dopo l’intervista a Repubblica, Al Pappone ha dovuto ammettere la vacanza di 10 giorni a Capodanno con Noemi minorenne e altre 30 squinzie. Una cosina da niente, per chi aveva giurato: «Ho incontrato Noemi 3-4 volte, sempre coi genitori». Del resto, chi si dovrebbe intervistare su Noemi, se non il fidanzato che è stato con lei giorno e notte per un anno e mezzo? Il problema semmai riguarda i coniugi Letizia, amiconi di Al Pappone, che per 18 mesi hanno affidato la figlia a un rapinatore, che spesso dormiva in casa loro. Papi Silvio sapeva? Ma non tutto il male viene per nuocere. Se i condannati non han più diritto di parola, Giornale e Panorama smetteranno di intervistare tre quarti del Pdl, o peggio ancora Bobo Maroni, condannato per aver picchiato un poliziotto, dunque ministro dell’Interno. Gino si sbrighi a farsi condannare in Cassazione: un posto di sottosegretario non glielo leva nessuno.
°°° LE MINCHIATE DI BURLESQUONI CAMPATE IN ARIA…
Ballarò
Bellissima la solita gag della badante decerebrata, bondi, che PRIMA si accerta di essere inquadrato e SUBITO comincia a scuotere il testone inutile a negare qualunque verità conclamata e inoppugnabile che stia dicendo un politico vero. Più vergognoso e meno esilarante lo sketch dello sguattero belpietro che, non avendo assolutamente argomenti, esegue il compito per cui sono pagati tutti gli sguatteri come lui, gasparri,scajola, le galline carlucci, santanchè, ecc. SBRAITARE MINCHIATE DELIRANTI – INTERROMPENDO IN MANIERA NAZISTA – pur di non far ascoltare le scottanti verità SCOMODE per il loro proprietario.
Insomma, questi destronzi senza spina dorsale né morale, sono fatti tutti con uno stampino guasto e obsoleto. Piazzale Loreto docet.
Drizzone
EUROPEE: BONAIUTI, ALL’UNIONE EUROPEA SERVE UN ‘DRIZZONE’
“Noi vogliamo che l’Ue abbia un peso e un ruolo decisionale maggiore in maniera da tutelare meglio gli interessi dei cittadini”. Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti intervenendo a Radiocity. Per Bonaiuti “il punto di partenza della nostra campagna per le europee e’ dare una spinta favorevole, un sostegno, quello che Berlusconi chiama un ‘drizzone’ all’Europa che e’ in una situazione non facile, siamo 27 paesi perche’ serve che ogni volta tutti siano d’accordo per prendere una decisione”. A giudizio di Bonaiuti, la Ue “si trova priva di una politica estera comune, di una politica di difesa comune, non ha un esercito, non ha una politica di immigrazione ben definita su basi comuni, non ha una politica dell’energia e dell’ambiente”. Per questo “vogliamo che l’Ue abbia un peso e un ruolo decisionale maggiore in maniera da tutelare meglio gli interessi dei cittadini, e questo e’ tanto piu’ importante perche’ all’incirca il 70% delle leggi che incidono gia’ oggi sulla via dei cittadini italiani ed europei sono per l’appunto direttive europee. Ecco – ha concluso Bonaiuti – perche’ bisogna dare una spinta favorevole all’Europa: per favorirla ad assolvere i suoi compiti fondamentali che dovrebbero essere quelli di difendere la liberta’, la democrazia e la pace con un ruolo piu’ forte sulla scena mondiale e al contempo anche gli interessi dei singoli cittadini”.
°°° Da questo compitino delirante è evidente che questo cialtrone non è mai stato nemmeno a Lugano e non sa una mazza dell’Europa. La cosa divertente è che l’Europa e gli europei hanno il vomito quando sentono parlare del suo proprietario. Non solo… mentre tutti i leader europei (e mondiali) guardavano a Prodi per avere indirizzi o appoggi, quando c’è burlesquoni al governo, si incontrano sempre e soltanto tra loro per discutere di tutto, escludendolo tassativamente e ignorandolo. Ci avete fatto caso? Quindi… figuratevi il “drizzone” che può dare il pagliaccio malavitoso più inviso al mondo! Piccolino il calcio in culo che si piglia…
LEADER EUROPEI PREOCCUPATI PER IL “DRIZZONE”
Pecore uccise da bush
No, ragazzi, BASTAAAA!
Basta, amici. Spero che portiate o mandiate qualche cestino di viveri a mia moglie e alla mia figlioletta, ma da oggi entro nell’illegalità. Ho almeno due cose che posso fare subito e le farò oggi stesso. Ovviamente per difendere la vita delle mia donne indifese e se ci riesco anche la mia. Un reato, l’unico della mia vita, l’ho già commesso: alla Rai, che mi deve circa tre milioni di euro, non pago il canone da due anni. Il capo del loro ufficio legale, avvocato Rubens Esposito (come riportato nel mio libro biografico “MEGLIO SARDI CHE RAI”) ha ammesso il debito dell’azienda già nei primissimi anni ’90. Però mi hanno liquidato con 160 milioni (85.000 euro) e da allora NON MI FANNO PIU’ lavorare. Vorrebbero me, ma chiamano il povero benito urgu: che non farebbe ridere nemmeno se scivola su una buccia di banana, vestito da lord inglese, e cade in una pozza di fango. E infatti… Va tutto bene. Non mi piango addosso e continuo a lottare. Però, cazzo, non posso vedere le lacrime delle mie amiche che non arrivano ormai nemmeno alla seconda settimana del mese CON DUE MINISTIPENDI, non posso ascoltare più LE CAZZATE DELIRANTI DI BURLESQUONI (che è un delinquente abituale, molto malato mentalmente) ma SOPRATTUTTO… perdonatemi, ma non posso sopportare una cosa come “schifani”, domestico del mafioso di Arcore e socio di mafiosi, che va a commemorare GIOVANNI FALCONE. Non ce la faccio.
Vogliono fare il ponte…
Caltanissetta-Gela, cede pilone del viadotto
ferita una donna, è grave
Il ministro Matteoli: “Inaccettabile”
Un giunto del viadotto “Geremia 2” sulla Statate 646 Caltanissetta-Gela, inaugurato circa 3 anni fa, ha ceduto improvvisamente stamane, creando una sorta di gradino sulla carreggiata, contro il quale sono finiti un’auto e una moto in transito. Fratture sia per la donna che viaggiava con i figli sull’auto sia per il motociclista.
°°° Ragazzi… questi malviventi sono gli stessi che hanno regalato l’Italia alla mafia, che hanno causato migliaia di morti coi loro condoni del cazzo, e SONO QUELLI CHE VOGLIONO FARE IL PONTE SULLO STRETTO E LE CENTRALI NUCLEARIIIIIIIIII!
Ennesimo scippo
Montecitorio. L’esecutivo boccia due ordini del giorno sui trasporti presentati dai parlamentari isolani
Aerei, caos della continuità
il governo dice no ai sardi
°°° SCIPPATA ANCHE LA MISERA CONTINUITA’ TERITORIALE.
Saranno contente le scimmiette che hanno creduto alla panzane miracolistiche del nano cazzaro e del suo fattorino. Ma forse saranno contenti anche tore cherchi e antonello cabras, che hanno spinto il Sulcis a votare per Mafiolo, pur di fare un dispetto a Soru. Che gli frega a loro? Mica hanno mai pagato i viaggi…
Si cancella la storia
Bill Emmott
Parla Emmott, storico direttore dell’Economist. “E’ stato Berlusconi a fondere vita pubblica e vita privata. E sul padre di Noemi non ha detto la verità”
“Informare è una missione
premier indifendibile se mente”
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA – “Porre domande a un leader politico, per un giornale, è non solo legittimo ma parte della missione di informare. E la distinzione tra vita pubblica e vita privata, nel caso Berlusconi, non si può fare, è stato lui per primo a fondere le due cose”. Bill Emmott, dal 1993 al 2006 direttore dell’Economist, il settimanale britannico che sotto la sua guida ha raddoppiato la tiratura fino a oltre un milione di copie e si è trasformato nel primo periodico globale del mondo, conosce bene Silvio Berlusconi.
L’Economist di Emmott gli dedicò una famosa copertina, in cui lo definiva “unfit to govern”, indegno di governare, a causa del conflitto d’interessi rappresentato dal suo impero mediatico e dei suoi numerosi problemi con la giustizia. Il premier italiano rispose definendo Emmott un comunista: sebbene del comunista, l’autorevole giornalista inglese, abbia soltanto una barbetta da Lenin. Adesso fa il columnist per il Guardian e scrivere libri best-seller: a proposito, rivela in questa intervista a Repubblica, il prossimo “sarà sull’Italia”.
Bill Emmott, dov’è il confine tra pubblico e privato, nell’informare sull’attività di un leader politico?
“La mia opinione è che il comportamento pubblico di un leader sia definibile dal suo ruolo di governo, dalle sue responsabilità, dalla consistenza delle sue azioni. Ritengo però che, quando sei un primo ministro che si atteggia a simbolo della nazione, come Berlusconi ha fatto fin dall’inizio della sua discesa in campo, con il suo presentare la sua vita come la ‘Storia di un italiano’, il confine tra pubblico e privato si confonde. Il privato non è più una faccenda riservata, quando lo usi per ottenere la tua affermazione pubblica. Berlusconi stesso ha incoraggiato i media a giudicarlo anche sotto la lente della sua vita privata”.
Il nostro giornale ha inoltrato all’ufficio del presidente del Consiglio dieci domande per fare chiarezza sulle contraddittorie dichiarazioni riguardo ai rapporti con la 18enne Noemi Letizia, con il padre della ragazza e alle parole usate da Veronica Lario nel chiedere il divorzio. Palazzo Chigi definisce le nostre domande una “campagna denigratoria”. E’ appropriato o meno, secondo lei, porre domande simili su una questione come questa?
“Assolutamente appropriato. Di più: è parte dei doveri di un giornale, della missione di informare l’opinione pubblica. E’ legittimo voler sapere che cosa lega il primo ministro a quella ragazza che ha appena compiuto 18 anni. Anche a me piacerebbe sapere la verità. E mi piacerebbe che la Chiesa ponesse a Berlusconi domande analoghe”.
Che lezione dovrebbe averci insegnato la vicenda di Bill Clinton e Monica Lewinski?
“Che i rapporti sessuali tra il presidente e la stagista erano affari loro, una faccenda privata tra due adulti consenzienti, ma il modo in cui il presidente li raccontava poteva costringerlo a dimettersi. Quando ero direttore dell’Economist, scrivemmo un editoriale in cui ci schieravamo per le dimissioni di Clinton. Non perché fossimo dei bacchettoni. Bensì perché era chiaro che il presidente aveva mentito, ripetutamente, parlando in televisione dei suoi rapporti con Monica e poi sotto giuramento in una corte di giustizia. Mentire alla nazione, sia pure su una vicenda privata, era a nostro avviso imperdonabile”.
E lo stesso principio si può applicare a Berlusconi?
“Per me sì. Non importa cosa c’è tra lui e la ragazza, tra lui e deputate o ministre che potrebbero avere ricevuto l’incarico come un premio: se anche così fosse, era uno scambio volontario tra adulti, anche se personalmente lo trovo disgustoso. Ma se il premier mente a proposito di quello scambio, e la sua menzogna viene provata, allora la sua colpa importa eccome e la ritengo indifendibile”.
Alcuni, in Italia, risponderebbero che un uomo che mente su un rapporto con una donna è sempre perdonabile.
“Ecco, se c’è una cosa che uno straniero fa fatica a capire dell’Italia è questa: il modo in cui Berlusconi può dire quello che vuole e nessuno si scandalizza. Per esempio, ormai sembra provato che ha mentito sul modo in cui ha conosciuto il padre di Noemi. Quell’uomo non è mai stato l’autista di Craxi, come ha detto Berlusconi. In un altro paese, basterebbe questo a suscitare una riprovazione generale. Da voi no. Non lo capisco”.
°°° Si è capito che Bill Emmott non è vespa e neppure rossella, ma nemmeno belpietro, feltri, giordano o liguori? Purtroppo, in questa italietta delle banane, giornalisti veri ne abbiamo davvero pochini…