Rai, Saccà e Marano condannati per cacciata Santoro°°° Ma come mai?

La Corte dei conti ha condannato Agostino Saccà e Antonio Marano – nel 2002 direttore generale e direttore di Raidue – a pagare 110 mila euro ciascuno per l’allontanamento di Santoro dalla Rai per l”editto bulgaro” di Berlusconi.

Editto che portò alla cacciata anche di Enzo Biagi e del comico Daniele Luttazzi dal teleschermo pubblico (da quello di Mediaset non servivano “editti”). Una sola domanda: loro di fatto eseguirono quel che il premier voleva e disse pubblicamente e, dunque, perché non deve pagare anche lui?

La sentenza arriva perché il legale del conduttore di Annozero, Domenico D’Amati, aveva presentato un esposto per il danno erariale causato dal mancato uso del giornalista da parte dell’azienda.

“E’ una notizia positiva – commenta D’Amati -. Questa sentenza può costituire un precedente perché di casi Santoro ce ne sono tanti: la Corte ha riconosciuto l’esistenza di un danno erariale per l’azienda e l’azienda ora dovrebbe tenerne conto per il futuro”. Ma il legale di Saccà, professore Federico Tedeschini, è pronto ad impugnare la sentenza: “La richiesta della Procura era di circa un milione 800 mila euro e la condanna – 110 mila euro – è un decimo di quella cifra. Se c’era danno erariale doveva essere per intero, che la condanna sia di un decimo è un po’ singolare. Attendiamo le motivazioni ma credo che impugneremo la sentenza”.

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Da Travaglio

Sono pazzi questi spagnoli

Ci corre l’obbligo di scusarci con i nostri telespettatori per un errore umano di inaudita gravità accaduto nella nostra emittente: violando le regole della casa, l’altro giorno non abbiamo trasmesso in diretta integralmente i fischi dei tifosi catalani e baschi che hanno accolto l’inno nazionale prima dell’incontro di calcio Barcellona-Atletico Bilbao, finale della coppa del Re allo stadio Mestalla di Valencia, alla presenza di re Juan Carlos e della regina Sofia». Così, tre sere fa, la speaker del primo canale della tv pubblica spagnola, Tve, s’è rivolta alla nazione nell’ora di massimo ascolto. Intanto, nel bel mezzo di un putiferio politico con interventi di ministri e leader di partito, il direttore generale della Tve faceva pubblica ammenda annunciando la destituzione del capo dei servizi sportivi Julian Reyes responsabile della censura, che peraltro s’era subito dimesso. Cose che càpitano in Spagna, naturalmente, dove chi censura viene cacciato, anziché promosso. In Italia il vicedirettore di Raisport, Oliviero Beha, non può lavorare da cinque anni perché ha il brutto vizio di non censurare. In compenso si attende da una settimana che la Commissione di Vigilanza e il Cda Rai, ma anche le “authority” e i “comitati etici” dicano qualcosa, una parola non di più, sulla censura subìta da Vauro e Beatrice Borromeo all'”Era glaciale” a opera del direttore Marano e nel silenzio della cosiddetta conduttrice Daria Bignardi. Che poi è la versione giornalistica di Lorena Bianchetti. In Spagna avrebbe qualche problemino, ma in Italia Daria Sbianchetti farà un carrierone.

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Par (in)condicio

Raidue blocca Vauro e Borromeo
all’«Era glaciale»
Il direttore Marano: «Violata la par condicio con frasi anti-premier, intervista in onda dopo le elezioni»

MILANO — Alla fine, do­vranno dargli un’aureola in un certo qual modo ambita: quella di uomo più censurato d’Italia. Vauro, cofondatore del Male e vignettista del Ma­nifesto amatissimo a sinistra, ieri sera non ha potuto parte­cipare alla puntata di «L’era glaciale» su Raidue. O meglio, lui ha partecipa­to. Il fatto è che proprio non è andata in onda la parte della trasmissione condotta da Da­ria Bignardi nella quale avreb­be dovuto essere ospite. Tagliato lui, e tagliata an­che Beatrice Borromeo, che nella stessa tranche dello spettacolo televisivo aveva presentato il libro scritto a quattro mani insieme con Marco Travaglio, «Italia Anno­zero ».

E così, la trasmissione ha visto la presenza solo del ministro all’Agricoltura Luca Zaia e degli attori Sergio Ca­stellitto e Neri Marcorè Lo ha comunicato attraver­so le agenzie di stampa il di­rettore di Raidue, Antonio Marano: «Nonostante i ripetu­ti tentativi da parte della con­duttrice Daria Bignardi di ri­portare il discorso sul libro — ha spiegato il dirigente — , gli ospiti hanno affrontato questioni politiche in un peri­odo di par condicio in assen­za di contraddittorio». Ha ag­giunto il direttore della rete: «Era una presentazione di un libro e non la continuazione della puntata di ieri (giovedì, ndr) di Annozero». In ogni caso, ha precisato ancora Marano, l’intervista al­la coppia Borromeo-Vauro an­drà in onda dopo le elezioni «in maniera integrale e senza tagli». Sempre secondo l’An­sa, durante il programma il vi­gnettista satirico avrebbe da­to alcuni pesanti giudizi ri­guardo alla condotta di Silvio Berlusconi, mentre la condut­trice- scrittrice avrebbe de­scritto l’atteggiamento del ca­po del governo come fonte di imbarazzo per l’Italia nei con­fronti degli altri Paesi.

Un «caso Vauro» era scop­piato per la prima volta lo scorso 15 aprile, quando fu sospeso da appunto da Anno­zero — di cui è collaboratore fisso dal 2006 — per una vi­gnetta realizzata durante la trasmissione. Il disegno riuni­va due dei temi più discussi in quei giorni: il «piano-ca­sa » del governo Berlusconi e il terremoto in Abruzzo. La di­dascalia («Aumento delle cu­bature. Dei cimiteri») fu rite­nuta da viale Mazzini «grave­mente lesiva dei sentimenti di pietà dei defunti e in con­trasto con i doveri e la missio­ne del servizio pubblico». Lo stesso Santoro fu costretto a fare una discussa puntata «di riparazione», Vauro fu «rein­tegrato » nella trasmissione successiva.

M. Cre

°°° In pratica, queste merde occupano TUTTI gli spazi televisivi a loro piacimento e raramente con un contraddittorio, ma quando c’è qualcuno che non la pensa come loro… scatta la PAR CONDICIO. E certo che siamo un regime totaliatario! E nemmeno tanto morbido

MARANO

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