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Prostituzione, la ronda in moto di Alemanno “In strada deve diventare un reato” °°° Cosa? Andare in moto o essere fascisti incapaci?
Più sicurezza per tutti
Coppia aggredita vicino a Napoli
Ucciso il giovane, ferita la fidanzata
Il fatto in pieno centro di Poggiomarino (ai confini con la provincia di Salerno). I due ragazzi (lui aveva 23 anni, lei 17) erano seduti su una panchina. I killer erano in moto. Lei non è grave
Sparatoria tra soci nel Salernitano, due morti
°°° L’unica “sicurezza, anzi… CERTEZZA, è che ti sparano in faccia o ti aggrediscono, o ti violentano ovunque. Impunemente…
Per Luca Ottolini e amanti delle moto
Te l’avevo detto…
Vogliono fare il ponte…
Caltanissetta-Gela, cede pilone del viadotto
ferita una donna, è grave
Il ministro Matteoli: “Inaccettabile”
Un giunto del viadotto “Geremia 2” sulla Statate 646 Caltanissetta-Gela, inaugurato circa 3 anni fa, ha ceduto improvvisamente stamane, creando una sorta di gradino sulla carreggiata, contro il quale sono finiti un’auto e una moto in transito. Fratture sia per la donna che viaggiava con i figli sull’auto sia per il motociclista.
°°° Ragazzi… questi malviventi sono gli stessi che hanno regalato l’Italia alla mafia, che hanno causato migliaia di morti coi loro condoni del cazzo, e SONO QUELLI CHE VOGLIONO FARE IL PONTE SULLO STRETTO E LE CENTRALI NUCLEARIIIIIIIIII!
Lo schifo delle leggi porcata
Ma il premier non rischia più
anche senza immunità
Il suo processo avrebbe ben poche chances di approdare a sentenza prima della prescrizione
Volesse stupire con effetti speciali, Silvio Berlusconi potrebbe già farlo: il coimputato del neocondannato per corruzione David Mills, cioè il premier suo ipotizzato corruttore, può rinunciare anche subito e in ogni momento all’immunità garantita al presidente del Consiglio dallo «scudo Alfano», prima legge votata in due giorni nel luglio 2008 dalla sua maggioranza parlamentare per impedire che le quattro più alte cariche dello Stato possano essere processate durante tutto il loro mandato.
Volesse invece guardarsi bene dall’azzardare il beau geste, tra qualche mese il premier potrebbe lo stesso dover mettere in conto di perdere l’immunità temporanea, nel caso in cui a fine anno la Consulta, che già stroncò nel 2004 la prima versione dello scudo per le alte cariche (legge Schifani), ritenesse incostituzionale anche la legge Alfano, e rimettesse così in moto il processo a Berlusconi sospeso dal 4 ottobre scorso.
Ma in entrambi i casi, e a prescindere dalla sorte di merito della sua imputazione, Berlusconi sa bene di non dover temere alcuna concreta conseguenza giudiziaria. Perché la legge Alfano, combinata alle regole sulle incompatibilità dei magistrati, indirettamente gli propizia già la doppietta più preziosa: lo libera della giudice Gandus, tacciata di pregiudizio ideologico e invano «ricusata» di fronte a Appello e Cassazione che hanno sempre dato torto al premier, e gli assicura il riavvio quasi da zero del suo processo, destinato a ricominciare con ben poche chances di approdare a sentenza prima della prescrizione. Il 4 ottobre 2008, infatti, nel sottoporre alla Consulta la costituzionalità della sospensione automatica del giudizio sul premier imposta dalla legge Alfano, i giudici Gandus- Dorigo-Caccialanza avevano separato e «congelato» il processo a Berlusconi (con prescrizione sospesa), proseguendo la fase finale del dibattimento e andando a sentenza il 17 febbraio scorso per il solo coimputato Mills.
Ma in questo modo, nel condannare l’avvocato inglese a 4 anni e mezzo, i tre giudici hanno già espresso un convincimento sulla medesima corruzione imputata a Berlusconi nello schema corrotto-corruttore, e sono perciò diventati per legge tecnicamente «incompatibili » a poter giudicare il coimputato premier quando il suo processo dovesse ripartire o per rinuncia di Berlusconi all’immunità, o per bocciatura della legge Alfano da parte della Consulta, o per lo scadere del mandato istituzionale del premier.
Se e quando Berlusconi per scelta o per forza cesserà di essere «immune», il suo processo dovrà dunque essere celebrato da tre nuovi giudici. Ma se davanti ad essi varranno (seppure dopo chilometrica lettura in aula) le prove già assunte nel dibattimento finché gli avvocati del premier vi partecipavano, la difesa avrà sempre il diritto di ottenere che di fronte ai nuovi giudici vengano richiamati a deporre tutti i testimoni, che in questo caso sono stati 22 in 47 udienze lungo quasi 2 anni, con 9 estenuanti rogatorie all’estero. Il che rende improbabile che il processo, quand’anche prima o poi riparta, faccia in tempo ad arrivare alla fine.
Nel momento in cui ripartiranno, infatti, le udienze ricominceranno anche a consumare la residua frazione di tempo che manca alla prescrizione del reato collocato nel febbraio 2000 (ridotta dalla legge Cirielli da 15 a 10 anni): resterà ancora circa un anno, lasso che ben difficilmente lascerà al processo il tempo di approdare almeno alla sentenza di primo grado, e che di certo non lo farà mai arrivare in Appello e Cassazione.
Luigi Ferrarella
20 maggio 2009
Filosofia di regime
Due giovani ingegneri meccanici si incontrano:
“Oh, sai cosa mi è successo ieri? Stavo camminando verso casa, vedo una Ducati che si avvicina, si ferma vicino a me…”
“E poi???”
“E poi il pilota si toglie il casco ed esce una cascata di capelli
biondi… una bellissima ragazza che comincia a spogliarsi di tutto ciò
che ha addosso e mi dice ‘prendi tutto quello che vuoi!'”
“E tu???”
“Io ho preso la moto!!”
“Ah, hai fatto bene! Cosa te ne facevi dei vestiti?”
Ma voi ci credete?
Firmata ieri la circolare con i nuovi criteri per l’Agenzia delle Entrate
“Se spendi tanto, guadagni tanto” è il principio da cui i tecnici partono per le verifiche
Il lusso non è solo yacht e golf
Il decalogo per stanare gli evasori
Dalle scuole private al wellness, le nuove spie degli 007 del fisco
di ROBERTO PETRINI
ROMA – Anche i ricchi piangono. E stavolta qualche lacrima rischiano di versarla sul serio, se non pagano le tasse. Almeno stando alle intenzioni e al piano di lotta all’evasione allestito dall’Agenzia delle Entrate per quest’anno. Obiettivo: stanare coloro che, dichiarano poco, ma vivono bene, ben oltre quanto di potrebbe presupporre dalla loro dichiarazione dei redditi. Un andazzo non più sopportabile, vista la cifra astronomica cui ammonta l’evasione fiscale nel nostro paese, e considerato che i tempi sono duri, la crisi segna di più le differenze tra i vari ceti sociali, e la gente si indigna. Come sta accadendo, ad esempio, con le contestazioni alle superpaghe dei manager responsabili dei crack bancari e finanziari del 2008.
Così il Fisco ha cambiato strada e, come ha detto il direttore dell’Agenzia, Attilio Befera, non ha più intenzione di sparare nel mucchio, contando sul leggi di carattere generale e rischiando di burocratizzare la lotta all’evasione, ma vuole andare a pescare gli evasori ad uno ad uno. E da ieri, con una circolare, i nuovi criteri per il 2009 sono diventati operativi.
Come? Con un principio assai elementare che i tecnici chiamano “accertamento sintetico” e che si può tradurre nel seguente adagio: se spendi tanto, molto probabilmente guadagni tanto. Così nel mirino finisco per la prima volta entrano anche gli stili di vita: l’elenco in mano agli ispettori del Fisco è inesorabile e ritiene sospetto chi frequenta i centri benessere, chi fa viaggi esotici, chi compra opere d’arte, chi frequenta circoli esclusivi ed anche coloro che mandano i figli in scuole private.
La possibilità di utilizzare questi nuovi indicatori relativi agli “stili di vita” è stata resta possibile dalla manovra dell’estate scorsa varata dal governo (che tuttavia, come lamentano le opposizioni, ha eliminato alcune norme come la tracciabilità dei pagamenti e l’elenco clienti-fornitori) e si articolerà attraverso una serie di “campagne esterne” degli ispettori del Fisco che saranno scandagliati sul territorio a caccia di informazioni. Determinante sarà tuttavia anche la collaborazione con i Comuni (oggetto di numerose convenzioni operative con l’Agenzia delle Entrate). Le informazioni che giungeranno dai Municipi sono ingenti: ristrutturazioni edilizie, contratti di gas e energia elettrica, affitti, residenze fittizie all’estero e “soffiate” su chi tiene un tenore di vita alto e dichiara poco.
Questo inedito meccanismo, dal punto di vista tecnico, si affianca al vecchio “redditometro” che pure è stato rilanciato dal decreto dell’estate scorsa. La filosofia è la stessa (se consumi tanto, guadagni tanto) ma l’operatività è più rigida: si prendono infatti una serie di beni di lusso (aerei, auto o moto di grossa cilindrata, cavalli da corsa, presenza di collaboratori domestici) e, attraverso un coefficiente, si calcola il reddito presunto. Chi supera la denuncia dei redditi del 25 per cento finisce nel mirino.
(10 aprile 2009)
°°° Siamo ai soliti annunci. Mi chiedo come mai questo regime abbia cancellato immediatamente la legge Bersani-Prodi sulla TRACCIABILITA’ DEGLI ASSEGNI. Quello, insieme ai controlli mirati della GdF, era l’unico modo SERIO per combattere l’evasione.