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Salute e grano a tutti! Il governo pensa alla “service tax”
BUFFONI E PERACOTTARI: tolgono l’Ici ai ricchi, devastano i conti, ci fanno vivere da pezzenti, e ora… pensano a nuove tasse. No, ma voi votateli…
BELLO SCHERZO DA PRETE!
Le mani nelle tasche nostre…
IL DOSSIER
Con le nuove norme a rischio 500 euro di risparmi a famiglia
Farmaci da banco:5mila nuovi assunti e sconti, ma per il Pdl vanno limitati
Stop su polizze, credito e farmacie
dietrofront a danno dei cittadini
di LUCA IEZZI
ROMA – Assicurazioni, banche, farmacie, trasporti, difesa dei consumatori: eccolo, settore per settore, lo “stillicidio” di leggi anti concorrenza denunciato dall’Antitrust. Il governo ha raramente preso posizione lasciando piena libertà a proposte di legge ed emendamenti dei singoli appartenenti alla maggioranza. Le associazioni dei consumatori accolsero le varie “lenzuolate” dell’allora ministro Pierluigi Bersani stimando risparmi per 1000 euro l’anno per le famiglie. Dopo due anni metà di quelle misure sono state o accantonate o sono pesantemente minacciate.
La vicenda più attuale evocata dal presidente Antonio Catricalà è il ddl Gasparri-Tommasini dove si misurerà la controffensiva delle lobbies sulla liberalizzazione dei farmaci di banco. L’Antitrust sintetizza così i benefici prodotti: “In tre anni sono stati aperti quasi tremila corner e parafarmacie. La loro quota di mercato è vicina al 6% dei farmaci di automedicazione. Lo sconto praticato ha margini tra il 3% e il 22,5%. I farmacisti nuovi occupati sono circa cinquemila”. Una parentesi che le farmacie tradizionali premono per chiudere ritornando all’esclusiva: “Stiamo ripensando il ruolo dei canali di vendita delle medicine” ha ammesso il ministro della Salute Ferruccio Fazio. Per evitare tensioni, nel Pdl si pensa all’ennesima sanatoria: chi ha aperto una parafarmacia avrà 10 anni per convertirsi o tentare di ottenere lo status di farmacia.
Sulle assicurazioni il ritorno al monomandato (un agente può vendere polizze di una sola compagnia) è stato accantonato dopo essere stato proposto nel ddl Sviluppo. Il provvedimento, che doveva essere approvato alla Camera senza ulteriori modifiche, ora sembra di nuovo un cantiere aperto, segno che anche questo pericolo non è scampato. Invece sta per sparire la possibilità di disdire la polizza auto ogni anno per cercare offerte migliori. Salvati dai tentativi di abolizione anche i tetti antitrust che impediscono all’Eni di riconquistare il monopolio nazionale nella distribuzione del gas.
Il governo si è speso direttamente per trasformare la Class action in “un’eterna promessa”, il meccanismo che dovrebbe difendere i consumatori dalle ingiustizie e dalle truffe subite dalle imprese non solo non potrà più essere utilizzata per tutto quello che è successo negli anni passati, ma dovrà aspettare l’approvazione definitiva della legge per essere utilizzabile con un ritardo di tre anni dall’introduzione nel nostro ordinamento.
Oltre alle liberalizzazioni ribaltate ci sono quelle solo depotenziate: la riforma delle professioni è stata appaltata direttamente agli ordini professionali con l’effetto di far sparire l’effetto calmierante sulle tariffe e far sparire la questione dall’agenda politica. Poi ci sono i taxi, fieri avversari delle lenzuolate, che hanno ottenuto dal cambio di maggioranza norme che limitano la concorrenza dagli autisti (o Ncc, noleggio con conducente). Sempre nei trasporti rimandata la concorrenza nei trasporto ferroviario, con l’allungamento dei contratti tra Fs e amministrazioni regionali, nonostante proprio quella nei servizi pubblici locali sia l’unica liberalizzazione perseguita, almeno nelle dichiarazioni, dal Pdl.
Ma non è solo colpa delle norme: la commissione di massimo scoperto sui fidi bancari, abolita per legge, è stata sostituita praticamente da tutti gli istituti con altre voci che sommate superano il costo precedente; gli imprenditori protestano, ma il fronte delle banche si muove compatto.
(17 giugno 2009)
°°° Come vedete, amici cari, non sono io catastrofista… Queste merde malavitose fanno affari con le lobbies e ci precipitano ogni giorno di più nel baratro e nella disperazione. Cancellando una ad una le ottime leggi del Governo Prodi, ci stanno trascinando indietro di almeno 60 anni!
A casa di “papi”
EL PAIS SE LA FA SOTTO DALLA PAURA E, DOPO LE MINACCE DI MAFIOLO E GHEDINI, PUBBLICA NUOVE FOTO e un SUCCOSO EDITORIALE. ECCOLI:
En la villa de Papi
MIGUEL MORA – 93 comentarios
Decenas de vuelos oficiales y privados llevan cada fin de semana a Cerdeña a una milicia de bellezas que entretienen al jefe del Gobierno italiano y sus amigos.- Tras las acusaciones de la primera dama y el ‘Noemigate’, Italia revela al mundo su clima de bajo imperio
* El fotógrafo Antonello Zappadu: “Me da más miedo Berlusconi que la guerrilla colombiana”
* EDITORIAL: ‘Abuso de poder’
* ‘Lo privado y lo público’, por Juan Cruz
Anatomia di Berluscolandia
MIGUEL MORA 07/06/2009
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Decine di voli di stato e privati portano ogni fine settimana in Sardegna un esercito di bellezze che intrattengono il capo del governo italiano ed i suoi amici. Dopo le accuse della first lady e del “Noemigate”, l’Italia rivela al mondo il suo clima di basso impero. Costerà caro a Berlusconi?
Italia
A FONDO
Capital:
Roma.
Gobierno:
República.
Población:
58,145,321 (est. 2008)
Nacimiento:
29-09-1936
Lugar:
Milán
Giardini infiniti, laghi artificiali, organi sessuali all’aria, giochi lesbici, effetti speciali, pizza e gelato gratis… Una residenza geriatrica ricolma di corpi stupendi. Le fotografie censurate in Italia per iniziativa di Silvio Berlusconi mostrano la routine disinibita dellla villa sarda del capo del governo, nella Costa Smeralda della Sardegna.
Lunedí 1, giardini del palazzo presidenziale del Quirinale, festa della Repubblica: centinaia di personalità del regime salgono a salutare il premier, braccato dalle reazioni suscitate dalle notizie sulla sua amicizia con Noemi Letizia, una giovane di 18 anni. Un 70% di queste personalità si dirige a salutare Berlusconi con la figlia a bracetto, invece della moglie. Benvenuti in Berluscolandia, il paese in cui tutte le ragazzine vogliono diventare veline.
Visitiamo adesso Villa Certosa, la misteriosa residenza sarda del magnate milanese, che è anche premier e attuale presidente di turno del G-8, e lider eletto per alzata di mano del partito del Popolo per la Libertà. Da quando si è saputo che Noemi Letizia, la ragazza che chiama Berlusconi Papi, ha trascorso lo scorso capodanno nella villa con altre 30 veline, tutti gli italiani fantasticano con questo nome: Villa Certosa.
La tenuta è il sogno di ogni camorrista, specialmente se si trova in prigione: ulivi e palme, piscine ovunque, gelati e pizza gratis, laghi artificiali, un anfiteatro in cui suona e canta le sue canzoni napoletane l’indimenticabile Mariano Apicella, che ha pubblicato due cd con parole di Berlusconi.
Il mare turchino, la grande casa principale, le stanze segrete, il canale sotterraneo che comunica direttamente la villa con il mare – ispirato a un film di James Bond ?, il parco di sessanta ettari, i bungalow che il padrone di casa mette a disposizione delle sue ospiti (sempre piú numerose le ragazze che gli uomini, in un rapporto di 4 a 1), tutto ciò riformato e rinnovato nel 2006 al modico prezzo di 12 milioni di euro.
Una fonte di piena fiducia, inoltre, assicura che la villa nasconde un rifugio atomico nel sottosuolo e che le provviste vengono rinnovate ogni poco. E poi ci sono le veline, quelle bellezze che, può darsi, riusciranno forse a far conoscere questo strano periodo della storia con il nome di berlusconismo-velinismo.
La bellezza della parola velina è tanto suggestiva quanto la sua origine: la velina era la nota che veniva inviata ai giornali dall’ufficio censura del fascismo, e nella quale si indicava cosa si potesse scrivere e cosa no. Questo carattere di cosa fuori contesto è stato applicato, con il passare del tempo, alle assistenti della televisione che comparivano in zone estranee al loro compito di elemento decorativo, ad esempio vicino al tavolo in cui il giornalista legge le notizie. “Arriva la velina “. Fino ad oggi.
Anche se è sempre stato il segreto di Pulcinella, l’Italia è convissuta senza alcun ritegno morale con il fatto che Silvio Berlusconi abbia conosciuto, corteggiato, invitato, raccomandato, assunto, aiutato e promosso centinaia di veline lungo la sua carriera politica. L’elenco è troppo lungo ed anonimo per poter riprodurlo qui.
Durante una decade di visite, feste e gite, quasi tutte, e molte altre, saranno logicamente passate da Villa Certosa. I migliori corpi dell’Italia. I visi più innocenti e più belli. Aspiranti modelle, attrici, vedettes, majorettes, presentatrici. Ragazze giovanissime, dai 17 e 18 anni fino ai 28 o 29, non oltre: farfalle appena uscite dalla crisalide famigliare che sono entrate a far parte dell’harem dello sceicco. “Quando le accoglie al suo seno”, rivela Concita de Gregorio, direttrice de L’Unità, “offre loro un gioiello a forma di farfalla, a modo di contratto o sigillo. È il segno del sultano”
La politica-spettacolo di Berlusconi, il suo atteggiamento personalista e plebiscitario, il fascino del magnate generoso e donnaiolo, hanno sedotto durante quindici anni le masse di telespettatori e votanti italiani con le sue battute, il suo stile maschilista, le sue gaffe, la sua ascensione sociale, i suoi trionfi elettorali, persino le vittorie e gli ingaggi delle sue squadre di calcio (questa settimana ha paralizzato fino a lunedí la comunicazione della vendita di Kaká pero no farsi scappare un solo voto).
Tutto ciò forma parte naturale del suo bagaglio a-politico ed a-culturale, del suo populismo aperto e mondano che, paradossalmente, si appoggia a sua volta in un non-programma non-politico, tradizionalista e cattolico, lontamente ispirato alla trinità “Dio, patria e famiglia”. Ci sarebbe da aggiungere: “e veline”.
Villa Certosa è il simbolo dello status del Cavaliere piú discreto, il suo rifugio non solo nucleare. È il suo tesoro, il suo segreto meglio mantenuto, il luogo in cui quest’uomo di quasi 73 anni, multimiliardario e prepotente, simpatico e mediatico, riceve le sue amiche ed i suoi amici, svolge consigli di ministri informali, chiude o prepara affari o imprese politiche, riceve i lider della destra mondiale, cura le sue crisalidi, siede le sue veline sulle ginocchia mentre la mano indaga sotto la maglietta e le passeggia nel carrello da golf lungo il parco, zona militarizzata e segreto di Stato (ma non troppo) dal 2006.
A giudicare dalle foto di Antonello Zappadu, Villa Certosa è anche il luogo in cui il magnate megalomane, il personaggio eccessivo, comico e mitomane, dimentica di essere un vecchio (e che dieci anni fa ha abbandonato la camera matrimoniale) e diventa di nuovo il macho, lo sceicco dell’harem, il Super-Silvio sempre abbronzato ed operato (anche della prostata), mentre l’Italia sussurra preoccupata che prende troppa viagra e che i dottori temono per il suo cuore.
Villa Certosa è anche il posto in cui la sua amica Noemi Letizia, 18 anni appena fatti, è stata invitata a trascorrere le vacanze di Capodanno con altre trenta colleghe ed una decina dei grandi uomini del berlusconismo, quasi tutti settantenni come lui: gerontocrazia e ragazze stupende.
Come affermaa il filosofo Paolo Flores d’Arcais, “bisogna chiedersi non che cosa succede o sia successa a Villa Certosa, ma che cosa sarebbe successa negli Stati Uniti se venisse a sapersi che Obama ha trascorso le vancanze natalizie con 30 vedettes di 18 anni e senza sua moglie; o in Germania se venisse scoperto che Angela Merkel trascorre le vacanze con 30 gigoló ben piantati”.
Nel caso di queste giovani donne italiane si tratta di realizzare un sogno, di raggiungere la meta: conoscere Silvio e i suoi poderosi amici, lavorare alla televisione e forse arrivare anche in politica, il che nel paese della RAI e di Mediaset controllate dallo stesso uomo sono una sola cosa.
Molte di queste ragazze si sono limitate, tragicamente, a impersonare il modello dei loro genitori, il conformismo di questa disillusa generazione post-68 che è rimasta rimbambita davanti alla televisione negli anni ottanta e novanta, guardando come si dissolveva la Democrazia Cristiana, come si esiliava Bettino Craxi, come la, in altro tempo brillante sinistra italiana diventava, dopo la caduta del Muro di Berlino, una casta oligarchica, noiosa e lontana dai bisogni della gente.
Ad alcuni sembrerà ripugnante, ad altri pragmatica ed umana, questa idea del mondo e dell’ascesa sociale. Ma, esiste un modo migliore per trionfare nell’Italia della televisione che l’essere vicino, molto vicino, al grande padrone della televisione europea, forse mondiale?
Berlusconi, lo ha scritto Eugenio Scalfari, è il Re Sole. Come dice un politico sardo, “se ti avvicini al sole, il sole ti illumina e ti riscalda”. E secondo quanto sostiene un altro maestro di giornalisti, perseguitato dalla destra, Giancarlo Santalmassi, “mezza Italia lavora per Berlusconi, l’altra metà lo desidera”
Visitare Villa Certosa assicura alle ragazze un posto vicino al sole, un telefono al quale chiamare, forse una raccomandazione dell’imperatore, un pollice in su, un casting al quale presentarsi di ritorno da Roma o da Milano, domenica notte o lunedì mattina, dopo le lunghe e divertenti notti, le chiacchere politiche di Silvio, le passeggiate per fare acquisti al centro commerciale di Porto Rotondo (paga Papi, fino a 1.500 euro per ragazza), i balli sfrenati, qualche striptease piú alcolico che pagato, il maschilismo nella sua indole peggiore.
Non è facile trovarsi fra le elette, arrivare alla categoria di vestale di Villa Certosa, insiste il politico sardo, che preferisce non identificarsi per motivi di sicurezza: “Chi va nella villa conta; chi dorme lì, conta molto, e chi ci passa le vacanze, è nel cuore del Cesare”.
Il Cesare, che ha iniziato la sua carriera nell’edilizia, ha altre sette ville in Sardegna, un’altra ad Antigua, innumerevoli ville a Roma e a Milano; ma Villa Certosa è la misura di tutte le cose. Anche i ministri e le ministre del Gabinetto si dividono fra i molto assidui (come il silenzioso Gianni Letta) e gli occasionali, che sono andati solamente una volta o lo hanno fatto per partecipare a qualche consiglio di ministri (o di amministrazione) fuori stagione.
Fra le ministre, quella che ci è stata piú volte è Mara Carfagna, ministro delle Pari Opportunità, cui onora la sua fedeltà, poichè è stata l’unica ad osare difendere i suoi atti riguardo all’assurdità del Noemigate. Secondo lei, coloro che combattono e criticano Berlusconi lo fanno per invidia e senza ragione, dato che è una persona “buona”.
Per le ragazze, la miglior forma di entrarci è captare l’occhio esperto del vecchio scapestrato. Come è accaduto a Noemi o alla stessa Carfagna e a decine di ragazze. Noemi, una dolce giovinetta cresciuta in ambienti prossimi alla Camorra napoletana, voleva diventare artista. E così dunque, si è fatta fare un libro di fotografie e lo ha inviato ad un’agenzia di Roma. Il giornalista di Canale 4 Emilio Fede, amico intimo di Berlusconi, lo ha preso, lo ha portato via con sé, e se lo è scordato, guarda caso, sul tavolo; il suo capo ha preso il telefono ed ha fatto il numero del cellulare della giovane. Le ha detto che aveva uno sguardo angelico e che doveva mantenersi così, pura.
Questo è successo a ottobre, ha rivelato Gino, l’operaio fidanzato a Naomi fino a quando è arrivato Papi, in una intervista concessa a La Repubblica. Poco dopo Noemi è stata vista in una festa della moda a Villa Madama, in un’altra del Milan. In entrambe le occasioni è stata fatta sedere al tavolo presidenziale. Secondo quanto raccontato sia da Berlusconi che dai suoi genitori, l’amicizia era di vecchia data; Gino ed una zia di Noemi lo hanno smentito.
Fatto sta che, a dicembre, Noemi si trovava già a Villa Certosa con la sua amica Roberta, una delle tre amiche insieme alle quali ha girato un video domestico, disponibile ormai su Youtube, nel quale si dichiarano fantastiche e irraggiungibili. Anche se, a pensarci bene, forse era prima, perchè la stessa Noemi ha dichiarato, quando ha iniziato ad essere famosa, che aveva visto spesso Papi, che lui non sempre poteva andare a Napoli, occupato com’era, e che i due cantavano assieme le canzoni di Apicella. Adesso la ragazza, in un ulteriore disperato tentativo di mettersi al riparo, ha dichiarato in un’intervista per la rivista Chi, proprietà di Berlusconi naturalmente, che è ancora vergine.
Un’altra forma di arrivare a Villa Certosa, di raggiungere il rango di farfalla e passare a far parte della collezione del grande entomologo, è conoscere gli amici del Sultano. Meglio ancora se sono imprenditori VIP della cerchia strettamente giudiziaria (il giudiziario unisce molto), Marcello dell’Utri, condannato a 9 anni in primo grado per complicitá con la mafia; il padrone della scuderia Renault e compagno di fatiche off shore Flavio Briatore (che ha raccomandato a Berlusconi l’avvocato britannico David Mills, creatore corrotto dell’impero Fininvest B), o il compiacente Fede Confalonieri, presidente di Mediaset.
È anche utile conoscere quei brillanti giornalisti della terza età, stelle fulgenti del firmamento televisivo filogovernativo, persone come Fede (autore del telegiornale più surrealista del continente), o come il sempre genuflesso Bruno Vespa, capace di intervistare il padrone dodici volte all’anno ed eludere sempre la domanda scomoda.
Tutti coloro conformano l’essenza del berlusconismo-velinismo, e in quanto tali frequentano da anni il padrone. Cercano sicurezza, amiconi, calma, relax e bei corpi per mitigare lo stress e l’estenuante esercizio della politica, la corruzione o il sempre faticoso (per le vertebre) giornalismo da camera.
Ci sono, chiaro è, vie intermedie, provveditori diversi, amanti dello sport del gineceo, mamme mezzane pronte a rinnovare gratis il corpo di magia del prestigiatore, ministri, viceministri e segretari di Stato pronti ad aggiungere novità alle serate, l’enorme cerchia fatta di figlie di amici, conoscenti, vassalli, impiegati, quella mancia di curve promettenti data al portinaio, la guardia del corpo, la cuoca, la cugina del carabinierie, l’aspirante modella che invia le sue fotografie via e-mail a Palazzo Chigi, insieme al numero del suo cellulare scritto con una grafia che imita il rossetto.
Tutta Italia sta al gioco, tutto il paese lo sa; il problema è che tutti lo raccontano, ma nessuno lo dice con il suo nome. Satrapi, imperatori, monarchi e commendatori hanno storicamente riempito di ragazzine i suoi salotti, ma adesso la gente ha paura, l’omertà è condizione indispensabile perchè l’ipocrisia non finisca, perchè l’informazione sia tenuta sotto il controllo diretto o indiretto dell’imperatore (pubblicità istituzionale, sovvenzioni pubbliche, promesse, crediti…), se qualcuno cerca di uscirne può rimetterci l’impiego, la Chiesa di Roma non deve saperlo (e per questo si accontenta solo di reclamare sobrietà), ed inoltre c’è la crisi e viviamo in un pase sotterraneo per definizione, questo meraviglioso belpaese che si è sempre dichiarato fiero della sua arte domestica di arrangiarsi improvvisando, “O Francia, o Spagna basta ch’as magna”.
L’entrata delle veline televisive in politica, che si trova all’origine di questa crisi morale, era la conseguenza inevitabile della storia, del sistema. Forza Italia non è mai stato un partito, ma un gruppo di tifosi, di impiegati comandati da Dell’Utri che nel 1994 ha reclutato in fretta e furia tutte le segretarie di Publitalia per compilare in tempo le liste. Nemmeno il suo sucessore, il Popolo della Libertà, è un partito, ma un alluvione di consiglieri mediocri, gestori sommessi e bei visi senza tradizione, ideologia, basi. La televisione e la pubblicità come unica politica; e la politica si fa in televisione. Italia continua ad essere il paradiso della raccomandazione, chi non ha un amico è orfano, ed il grande capo si chiama Silvio. Silvio aggiustatutto.
Ascoltate l’ex professoressa di Noemi Letizia: “È molto logico, lui la aiuterà, a tutti conviene avere amici, un medico che ti scrive le ricette”.
Il benefattore è Berlusconi; le scuole e le case sono pieni zeppi di belle Uranite, e il luogho in cui si mettono sotto tiro è Villa Certosa.
Elisa Alloro, una delle veline che sono state nella casa madre, ha pubblicato questa settimana un interessante libro intitolato Noi, le ragazze di Silvio. In esso rivela che anche lei e non solo lei, chiama Berlusconi Papi da molto prima che facesse la sua apparizione nella vita del Cavaliere la cenerentola Noemi.
“È una miniera di saggezza” scrive sul lider massimo la velina giornalista, 32 anni. Nata a Reggio Calabria, Alloro ha partecipato al corso di formazione politica di 25 giovani veline organizzato in vista delle elezioni europee dal PDL, con professori ilustri, fra gli altri il ministro degli Esteri, Franco Frattini, e il vicepresidente dell’Europarlamento, Mario Mauro, a richiesta del primo ministro.
Presentatrice, Alloro è stata prescelta dal Cavaliere insieme a, fra le altre, Eleonora Gaggioli, aspirante attrice; Camilla Ferranti, aspirante presentatrice, Angela Sozio, rossa di Grande Fratello fotografata da Zappadu nel 2007 sulle ginocchia del premier (insieme ad altre quattro), e Barbara Matera, partecipante del concorso Miss Italia della Puglia, amica del dottor Letta e finalmente (dopo l'”io accuso” di Verónica Lario) l’unica candidata velina fra le 25 precandidate.
La prima a chiamare Berlusconi Papi, rivela Alloro, è stata Renata, una velina brasiliana e milanista. Il soprannome si è espanso come un virus. “E adesso, molte ragazze si rivolgono a lui con questo nome; “è un’abitudine, forse il frutto di un accordo tacito, una specie di nome in codice nato, forse, dall’atavico timore ad essere intercettati (dagli ascolti telefonici)”, dice a Il Corriere della Sera.
Il libro, di 100 pagine, è scritto sotto forma di lettera a Verónica Lario, rifiuta le accuse di “ciarpame” e difende il capo: “Ogni minuto passato con lui è come un dono divino”. Il suo racconto narra che ha conosciuto Berlusconi nel 2004, mentre lavorava a Mediaset. Doveva intervistarlo sul ponte dello Stretto di Messina, ma in un batter d’occhio si è vista catapultata in Sardegna, “ad un pranzo di lavoro con professionisti dello staff presidenziale, io l’unica donna”, scrive Il Corriere.
Sono partiti insieme dall’aeroporto romano di Ciampino, sede dei voli di Stato, a bordo dell’aereo presidenziale; durante il viaggio ha scoperto che Berlusconi sapeva tutto su di lei (“mi ha fatto vedere un voluminoso dossier”), e gli ha fatto un’offerta di lavoro che lei ha rifiutato. “Mi ha spiegato che stava organizzando una task force di 50 giovani giornaliste per stabilire un ufficio stampa ponte tra Roma e Bruxelles. Al tuo curriculo converrebbe enormemente, mi disse…”
Finito il pranzo, di nuovo in volo nell’aereo di stato verso San Siro, dove giocava il Milan. Scorta di auto ufficiali, sirene spiegate e poi di nuevo in viaggio aereo verso Ciampino. Dopo aver lasciato Mediaset, Elisa ha continuato a vedere Berlusconi: “Alcune volte mi ha invitato ad andare a Villa Certosa, assistere a cene con decine di invitati”. Di Noemi ha un vago ricordo: “Ci hanno presentato fugacemente nel trascorso di una festa”, racconta.
Ma impossibile dimenticare, scrive, le due gemelline montenegrine che hanno inscenato “un ballo pazzo e spropositato davanti agli occhi di un costernato primo ministro”. E le altre apparizioni non annunciate, femminili e no, alla porta della sue stanze”.
Questa è l’Italia, lo ha già detto la first lady Verónica Lario, molto meno indispettita che stanca, Lisistrata, patriota e rivoluzionaria, nel condannare il marciume del berlusconismo-velinismo: “Genitori pronti ad offrire al Drago le loro vestali”, “ciarpame politico e maschilista senza pudore”, un marito e premier che “frequenta minorenni e non sta bene”. Impossibile dire di piú con meno parole.
Lo staff del Cavaliere è attento alle sue necessità. I giornalisti che seguono le mosse del premier raccontano che c’è una bella ragazza nella sua squadra stampa che viaggia con lui ovunque, anche se non sa fare un bel niente. La sua consulente d’immagine copre le debolezze alla meglio e cerca di fare in modo che il Cesare sembri onesto.
C’è un altro personaggio misterioso, una donna quarentenne, bruna, bella, vestita sempre con tailleur, che Zappadu ha fotografato molto spesso nell’aeroporto di Olbia. Si tratta di Sabina Began (SB), la preferita: i pettegoli romani la chiamano l’ape regina.
Il giorno della Liberazione d’Italia, il 25 aprile 2008, durante i festeggiamenti per la vittoria elettorale di Berlusconi, il presidente del Senato, Renato Schifani, Apicella ed altri gerarchi erano circondati da un mazzeto di ragazze sinuose: Don Silvio non aveva occhi che per SB, che si è fatta tatuare su una gamba “SB, l’incontro che mi ha cambiato la vita”. Mentre la teneva sulle ginocchia e le canticchiava Malafemmena, Berlusconi ha detto: “Se ci fosse qui un fotografo questa foto varrebbe 100.000 euro”.
Come affermato da Lario, la storia politica in gioco va molto più in là del caso Noemi; la povera Noemi è solo l’ultima vittima di questo Grande Fratello. Sará la casa, Villa Certosa, come nelle Mille e una notti, un bunker di lusso un po’volgare con giochi erotici o è Berluscolandia qualcosa di peggio e di più lussurioso?
Probabilemente, nessuna e le tre cose insieme, rispondono diverse fonti sarde e le fotografie di Zappadu, che ci introducono in questo sottomondo. Berluscolandia è bella, non si può non ammettere, anche se la natura sarda è molto piú agreste e meno fittizia che nelle cartoline dall’erba ben segata, quell’orto di erbe medicinali rotondo, quelle torri di imitazione. La prima cosa che sorprende è la smisuratezza.
Sessanta ettari di terreno sono molti. Soprattutto nella costa Smeralda. Ci stanno due spiagge private, tre laghi artificiali, mezza dozzina di piscine, l’anfiteatro in cui si rappresentano gli spettacoli di Apicella (il cantautore che scrive per Berlusconi), delle ballarine, e delle bailaoras (il pubblico del flamenco si chiede ancora chi sia e cosa faceva lì quell’intrusa).
Da una parte della tenuta c’è il Country, uno dei posti prediletti del premier, una discoteca con candele, tappeti orientali ed un riservato chiamato Harem. Non soffrano le anime candide. Nessuno delle migliaia di visitatori di Villa Certosa ha mai parlato di sesso. Lì non c’è sesso. Al massimo, gelato.
Beppe Severgnini, cronista di Il Corriere, lo ha spiegato in questo modo: “Villa Certosa sta adottando, nelle fantasie nazionali, una grandezza leggendaria. Gli amici del protagonista, cercando di minimizzare, contribuiscono ad arricchire la messinscena. Marcello Dell’Utri: “C’è una gelateria. Ti servono tutto il gelato che vuoi. Gratis. Se ci si pensa, è una trovata molto divertente”. Flavio Briatore: “C’è il gioco del vulcano. Si parla del più e del meno e quando il gruppo si avvicina al lago, Berlusconi fa finta di preoccuparsi, dice che la Sardegna si trova in una zona volcanica. E in quel momento si sente un’esplosione incredibile, ci sono effetti speciali tipo fiamme…”. Sandro Bondi, ministro della Cultura, cercando di spiegare la nudità di Topolanek, l’ex premier ceco: “Bah… D’altronde, pensate che la villa si trova a pochi metri dal mare. Un mare, come lei sicuramente sa, di una bellezza assoluta”.
Dell’Utri non ha potuto negare che oltre a gelato e pizza, nella villa ci sono sempre tante giovinette bellissime che passeggiano, fanno il bagno, la doccia, si esibiscono. Il più difficile per Berlusconi non sarà giustificare queste fotografie, che ha già definito “inutili”. Il vero problema sarebbe l’esistenza di altre più compromettenti. “Berlusconi sa che c’è una talpa a Villa Certosa. Qualcuno ha tradito dall’interno, ma non sa chi è”, spiega Marco Mostallino, un giornalista locale. “Berlusconi crede che si trova probabilmente tra le guardie di sicurezza. Non per caso ha accusato sua moglie dal giornale di suo fratello di farsela con una sua guardia del corpo”.
Villa Certosa è vigilata 24 ore su 24 da militari e carabinieri, come fosse una fortezza. Inoltre, ci sono guardie private ed altre che arrivano da tutte le parti. La storia della sicurezza nella Costa Smeralda è collegata al agá Kan, il primo promotore turistico della Sardegna, ed è iniziata con i vigilantes. “Kan ha assunto tutti gli uomini disponibili, e molti di loro avevano precedenti criminali”, assicura Mostallino.
Alcuni anni dopo, Berlusconi è arrivato all’isola. “È arrivato con suo fratello Paolo intorno al 1981 o 1982”, ricorda il politico sardo. “La sua idea era di costruire due millione di metri cubi sul mare, in un terreno di 200 ettari a sud di Olbia, tra Le Saline e Capo Cerasso. Per fare impressione, arrivava con due libri enormi che diceva contenevano la valutazione dell’impatto economico. Viaggiava con un seguito di architetti, ingegneri, consulenti fiscali, economisti. Fino all’approvazione del progetto sono passati dieci anni, ed è stato concesso solo un quarto dell’estensione originale, e questo in montagna, lontano dal mare. Ma quando è stato approvato non aveva soldi. Era il 1993 e subito dopo è entrato in politica”.
Silvio e Paolo hanno costruito la villa nei primi anni novanta. Con il tempo l’hanno trasformata pian piano in una casa degna di un film di James Bond. L’ironico Severgnini ha scritto sul Corriere della Sera che un giorno qualcuno scriverà la storia di Villa Certosa: “La cinica flessibilità italiana permetterebbe di raccontare molto, se non tutto. L’ultimo scoglio è la coerenza ufficiale. I politici, anche quelli che hanno meno pregiudizi, non sono ancora pronti ad ammettere quello che fanno, perchè hanno paura che qualcuno lo metta a confronto con ciò che dicono”.
FOTO INNOCENTE E AUTENTICA… COME MAFIOLO STESSO
Forza zoccole!
Il quotidiano della famiglia Berlusconi attacca ancora sul gossip a pagamento
Laura Drezwicka, del ‘GF’ “Erano pronti a darmi soldi per incastrare il premier”
Interviste pagate, Il Giornale contro L’Espresso
La replica: “Alla richiesta abbiamo detto no”
La direzione del settimanale: “Ci ha contattati un’agenzia di foto. E’ tutto registrato”
ROMA – Il Giornale di nuovo all’attacco di Repubblica e dell’Espresso. Il tema è sempre lo stesso: Berlusconi, le ragazze e le interviste a pagamento. Dopo le accuse al quotidiano di aver pagato Gino Flaminio, l’ex fidanzato di Noemi Letizia che ha pubblicamente smentito, ora arriva un articolo in cui Laura Drezwicka, una delle concorrenti del ‘Grande Fratello’, afferma che due giornalisti del settimanale hanno avuto con lei una trattativa ed “erano pronti a pagarmi per incastrare Berlusconi”. Affermazioni che la direzione dell’Espresso respinge nettamente, riservandosi ogni azione legale nei confronti del quotidiano milanese.
Nuove accuse. Il Giornale pubblica oggi un lungo articolo in cui Laura Drezwicka, una delle concorrenti del ‘Grande Fratello’, afferma che due giornalisti del settimanale L’Espresso hanno avuto con lei una trattativa ed “erano pronti a pagarmi per incastrare Berlusconi”.
“Laura – scrive il quotidiano – spara di aver avuto una relazione con il Cavaliere e chiede cinquantamila euro per concedere l’intervista. Loro sono disposti a trattare e uno di loro dice alla ragazza: io ti pago – riporta Il Giornale – se hai le foto e se hai i gioielli. Tutto ciò avviene a Napoli in un incontro nel corso del quale i cronisti tempestano la ragazza di domande scabrose”.
La replica dell’Espresso. La direzione del settimanale romano, in una nota, smentisce seccamente e afferma di riservarsi ogni azione legale nei confronti del quotidiano milanese e precisa: “Il 27 maggio Roberta Arrigoni, titolare dell’agenzia fotografica Unopress, contattava ripetutamente un nostro collega proponendogli un’intervista con Laura Drezwicka, disponibile a raccontare i suoi rapporti con Silvio Berlusconi”.
“Nel corso dell’incontro – si spiega ancora nella nota – alla richiesta di denaro per rilasciare l’intervista, il collega precisava che mai sarebbe stata pagata un’intervista. Se l’agenzia avesse proposto fotografie, queste sarebbero state valutate ed eventualmente acquistate secondo una normale prassi. Le telefonate intercorse con l’agenzia fotografica e l’incontro del nostro collega con la signorina Drezwicka – conclude il settimanale – sono state registrate”.
°°° Tutte queste calunnie armate dalla cosca di Arcore spero che si riflettano in una grossa perdita alle europee e in un pacco di miliardi da pagare in risarcimenti a tutti coloro che stanno infangando: da Repubblica all’Espresso all’amico Zappadu. Amen.
Telenoemi
Gino Flaminio è un ragazzo coraggioso, ha detto com’è andata
“Da tre mesi si sapeva che il presidente sarebbe venuto alla festa dei 18 anni”
La zia di Noemi: “Così Berlusconi
è entrato nella nostra famiglia”
“Ho visto antiche amicizie nate dalla notte al giorno,
eventi dolorosi usati per sostenere nuove versioni”
di CONCHITA SANNINO e GIUSEPPE D’AVANZO
Un’immagine di Noemi Letizia
NAPOLI – Signora Francesca D. F., che grado di parentela ha con i genitori di Noemi?
“Sono la zia, moglie del fratello di Anna Palumbo, la madre di Noemi”.
Ha precedenti penali, signora? Sa, dobbiamo chiederglielo perché, per alcuni, il testimone non va valutato per quel che dice, ma per quel che è.
“Non ho precedenti penali”.
Qualcuno nella sua famiglia ne ha?
“No”.
Ha motivo di risentimento nei confronti di sua cognata o della sua famiglia, o della ragazza?
“Assolutamente no. Ho ottimi rapporti con Anna, con i genitori di Anna e con i suoi fratelli. Anzi, ho condiviso finora con altri membri della famiglia l’imbarazzo, il disagio e la sofferenza che questa situazione non del tutto limpida, sta provocando. Ci sono troppe bugie. Circostanze che contrastano con quello che abbiamo sentito e visto in famiglia”.
Gino Flaminio fa parte delle bugie o della realtà vissuta in casa Letizia?
“Gino è stato il fidanzato di Noemi esattamente per il periodo da lui descritto al vostro giornale. Gino fa parte della realtà della famiglia Letizia e tutti noi lo abbiamo conosciuto e soprattutto apprezzato fino a quando i rapporti tra loro si sono deteriorati. È un bravo ragazzo. Amava davvero Noemi e Noemi gli era molto legata”.
Vi incontravate anche con Gino?
“Certo, è accaduto più di una volta. Con l’andar del tempo, è nato un legame tra questo ragazzo e la nostra famiglia. Non mi pento di averlo avuto in casa”.
Lei sa che il padre di Noemi ha minacciato querela per quello che Gino ha ricordato?
“Sì, purtroppo l’ho sentito ai tg, e ancora mi chiedo come sia stato possibile questo. Gino ha avuto parole di assoluto rispetto per tutti, per Noemi, per i suoi genitori, per noi. E anche per Berlusconi. Qual è la sua colpa? E perché accanirsi contro un ragazzo senza alcuna difesa?”.
Lei sa che Gino nel 2005 è stato condannato per rapina?
“Quando lo abbiamo conosciuto era già un operaio. Ma sapevamo che c’era una macchia nel suo passato. E in ogni caso, il suo errore, quale che sia stato, non ha mai costituito un ostacolo al loro affetto, né all’amicizia che il ragazzo ha dimostrato ad Anna e ad Elio, peraltro venendone ricambiato”.
Lei ha letto la testimonianza di Gino?
“Certo, e mi ha provocato una grande emozione. Perché ho visto per la prima volta, in questa storia di bugie, una persona dire le cose come stanno, con un coraggio che nessuno finora nella mia famiglia ha avuto”.
E lei perché solo adesso ha deciso di offrire la sua testimonianza?
“E ancora avrei voluto tacere. Ma dopo aver visto la violenza della discussione a Ballarò, ho deciso di farmi viva. Ho visto troppe cose che non vanno. “Antiche amicizie” nate dalla notte al giorno. Fidanzati comparsi dal nulla. Dolorosi eventi che hanno afflitto la famiglia, utilizzati per sostenere nuove versioni dei fatti che hanno coinvolto mia nipote Noemi: come il riferimento a una lettera di cordoglio. E’ con molto strazio che mi sono decisa ora a parlare. Mi sono tormentata in queste settimane”.
Perché lo fa?
“Se devo dire la verità, lo faccio per i miei figli perché devono poter credere che esiste il vero e il falso, il buono e il cattivo. Voglio che sia chiaro che, per quanto mi riguarda, in questa storia non c’entra nulla la politica, nulla i complotti, ma solo la necessità di non vergognarsi quando ci si guarda allo specchio perché si è dovuto avallare una storia che, se non fosse così dolorosa, in famiglia sarebbe una barzelletta di cui ridere”.
Lei, quando ha sentito per la prima volta di Berlusconi in famiglia?
“Alla fine del 2008, tra novembre e dicembre, ho visto per la prima volta durante un pranzo familiare Noemi alzarsi da tavolo allo squillo del suo cellulare, e l’ho ascoltata dire papi. Non avevo assolutamente idea, all’epoca, chi potesse essere. Ho pensato a un gioco tra ragazze. Notai soltanto che intorno a lei ci si dava da fare per evitare ogni curiosità”.
Quando ha sentito per la prima volta indicare Berlusconi come una presenza familiare?
“Posso dirlo con certezza. L’11 gennaio 2009, il giorno del compleanno di mio figlio. Io organizzai una piccola festicciola. E seppi, quella sera, che si stavano preparando grandi festeggiamenti per i diciotto anni di Noemi. E che alla festa avrebbe partecipato, a meno di impegni improvvisi, anche Silvio Berlusconi”.
Addirittura tre mesi prima, si contava sulle presenza a quel tavolo del presidente del Consiglio?
“A me fu detto che dovevamo “prepararci” per quello. La conferma della presenza del capo del governo sarebbe arrivata solo a Pasqua”.
E poi?
“Mi fu detto che Berlusconi chiese espressamente a Noemi di essere invitato e pretese di ricevere dalle sue mani l’invito. Non so se poi Noemi lo abbia raggiunto a Roma e come siano andate le cose. In ogni caso, nella nostra riunione di famiglia al pranzo di Pasqua, ci fu confermato ancora di “prepararci” perché avremmo conosciuto il presidente il 26 aprile, alla festa organizzata nel ristorante di Casoria”.
Che idea si è fatta della conoscenza tra Berlusconi e Noemi?
“So soltanto quel che mi ha raccontato Anna, mia cognata, la madre di Noemi. Anna sosteneva che il presidente del Consiglio aveva per mia nipote l’affetto di un padre. Ricordo l’espressione: “l’ha presa a cuore”. Io non ne dubitai. Noemi è sempre stata una brava ragazza, dolce, buona. Con un grande sogno: fare la ballerina, l’attrice o la showgirl. Ricordo che in famiglia si diceva: “Magari così, Noemi entrerà dalla porta principale”. Si intendeva dalla porta principale nel mondo dello spettacolo. E d’altronde la stessa Noemi – ho letto – lo ha già detto in un’intervista. Come peraltro Anna. Nelle primissime interviste, mia nipote e mia cognata sono state sincere e hanno raccontato in pubblico ciò che dicevano a noi in privato. E stato dopo che ho visto troppe cose confondersi”.
Vuole darci la sua opinione su questa storia?
“Sono molto preoccupata per la mia famiglia. Se mi espongo così, lo faccio perché siamo una famiglia di gente semplice e per bene. Parlo dei fratelli di Anna, dei suoi genitori, degli altri cognati, dei nostri figli e nipoti, tutti ragazzi sani. Tutti trascinati, dalla mancanza di chiarezza e sincerità, in una situazione che ci imbarazza moltissimo”.
ANCORA MINCHIATE
«Piano casa»: nuovo scontro sull’aumento di cubature
Berlusconi: «Approvato domani». Lo stop delle Regioni
Cosa non si fa per incassare gli applausi dei costruttori. Berlusconi davanti alla platea dell’Ance annuncia: «Entro novembre nuove “case-campus” per 13mila abruzzesi». E poi insiste: «Domani vareremo anche l’aumento delle cubature per le villette del 20%». Ma le Regioni gelano il premier: «Dell’aumento di cubature non se ne parla nel Dl».
AUMENTO CUBATURE GIA’ INIZIATO
riecco il cazzaro: ennesima truffa
L’Aquila e il decreto abracadabra
E’ stato ribattezzato “decreto abracadabra” per le innumerevoli devianze creative con le quali accompagna il processo di ricostruzione dell’Aquila e dei paesini circostanti. La luna di miele tra gli abruzzesi e Silvio Berlusconi ha subito una prima e significativa increspatura. La lettura approfondita del decreto legge, e la verifica che i soldi all’Abruzzo in gran parte (4,7 miliardi di euro) saranno racimolati dall’indizione di nuove lotterie, dagli interventi sul lotto, e dai sempreverdi provvedimenti anti-evasione, soldi veri niente, e che in più le risorse saranno spalmate su un periodo lunghissimo (da oggi al 2033) hanno creato fremiti di rabbia dapprima isolati e poi sempre più partecipati.
Il tam tam (“Berlusconi ci inganna!”) è iniziato, e non è una novità, sui blog. Prima Facebook e poi i partiti. Prima i conclavi nelle tende poi le riunioni istituzionali. Una giovane donna, Rosella Graziani, che sa far di conto, ha messo a frutto tutto il tempo ritrovato e fino alla settimana scorsa inutilizzato per radiografare il decreto legge e poi bollarlo in una lettera pubblica: “Mai nella storia dei terremoti italiani avevamo assistito a una ingiustizia tanto grande e a un tale cumulo di menzogne che ha ricoperto L’Aquila più di quanto non abbiano fatto le macerie”.
Quali le menzogne e dove l’inganno? I soldi veri, il cash disponibile che Tremonti rende immediatamente spendibile si aggira sul miliardo di euro. Tolte le spese per l’emergenza, restano 700 milioni di euro destinati alla costruzione delle casette temporanee. E qui il primo punto: 400 milioni saranno spesi per edificarle nel 2009 e 300 milioni nel 2010. Se ne dovrebbe dedurre che la totalità delle case provvisorie sarebbero, è bene riusare il condizionale, realizzate totalmente entro l’anno prossimo. Dunque qualcuno avrebbe un tetto a settembre, qualcuno a ottobre, qualche altro a gennaio, o nella primavera che verrà. E’ così? E’ il dubbio, maledetto, che affligge e turba.
Secondo punto: le casette sono sì temporanee ma il decreto le definisce “a durevole utilizzazione”. Durevole. Moduli abitativi condominiali, magari lindi e comodi, a due o tre piani. In legno. Ecocompatibili, risparmiosi, caldi. Perfetti. Possono durare decenni.
E dunque: sarebbero provvisori ma purtroppo paiono proprio definitivi. E, questa è una certezza, sono le uniche costruzioni ad avere pronta una linea di finanziamento. Piccole e sparse new town. New town aveva detto Berlusconi, no? E le case vere? Quelle di pietra?
Qui la seconda questione campale: sembra, a scorrere gli allegati al decreto, che Berlusconi non possa concedere più di 150 mila euro per la ricostruzione dell’abitazione principale. E per di più questi soldi sarebbero veri fino a un certo punto, perciò la definizione di decreto abracadabra. 50 mila euro li concederebbe – cash – il governo; 50 mila li tramuterebbe in credito di imposta (anticipata dalla famiglia terremotata e ammortizzata in un arco temporale di 22 anni); altri cinquantamila sarebbero coperti con un mutuo a tasso agevolato a carico però del destinatario del contributo.
Non si sa bene ancora se sarà così strutturato il fondo. Le norme del decreto possono subire fino al prossimo giovedì emendamenti e correzioni. Quel che comunque sembra chiaro è che la somma ipotizzata (150 mila euro) ammesso che venga confermata, sarà sufficiente per una casa di tipo popolare e di nuova costruzione, ma totalmente sottodimensionata per finanziare i lavori di recupero e restauro conservativo. Nel centro storico dell’Aquila ci sono 800 edifici pubblici e 320 edifici privati, sottoposti a vincoli per il loro pregio.
Recuperi dispendiosi economicamente e, secondo questo decreto, sostanzialmente a carico dei privati.
Così ieri i sindaci delle aree terremotate si sono ritrovati in conclave e hanno iniziato in un borbottio che è poi sfociato in un documento di dura protesta. “Vogliamo vedere nero su bianco i soldi per la ricostruzione e non solo quelli per le casette transitorie. L’Aquila va costruita dov’era e com’era. Così non sarà: a leggere il decreto i tempi sono dilatati fino al 2033, una data ridicola”, ha dichiarato la presidente della Provincia Stefania Pezzopane.
Ai dubbi che già gonfiano i primi timori si aggiunge poi l’offesa istituzionale subita dagli enti locali. Il governo, promotore della prima legge costituzionale a vocazione federalista, ha accentrato ogni potere di spesa negando finanche al sindaco dell’Aquila, città epicentro del terremoto e capoluogo di regione, le funzioni commissariali esecutive. Penserà a tutto, come al solito, Guido Bertolaso…
(5 maggio 2009)
Venghino, siòri!
Europee, letteronze e la figlia di Bertolaso
Europee, in lista per il Pdl letteronze e la figlia di Bertolaso. Sono gli ultimi boatos in casa del centro destra a poco più di 24 ore dalla scadenza della presentazione delle liste.
Cristina Ravot, giovane cantante sassarese. Rachele Restivo, giornalista tv. E poi Laura Comi. E potrebbero spuntarla anche le più famose Eleonora Gaggioli, Barbara Matera e Angela Sozio: dovrebbero essere loro le fortunate vincitrici del corso di formazione tenutosi a via dell’Umiltà per accedere alle liste del Pdl. Trattative in corso, continui contatti del gruppo dirigente e soprattutto il tentativo degli apparati di partito di cercare di non escludere gli uscenti. Silvio Berlusconi nei giorni scorsi ha annunciato di volere molte facce nuove, ma dovrebbero essere recuperati i vari Bonsignore, Iva Zanicchi, Albertini, Gargani, Zappalà, Antoniozzi.
Per An in lista sicuramente la Angelilli e la Muscardini, mentre si rincorrono i boatos –
l’ultimo è la possibile presentazione ai nastri di partenza della figlia di Guido Bertolaso – e si contano gli esclusi. Alla fine dovrebbe spuntarla il capogruppo alla Regione Lazio, Alfredo Pallone, non invece Ventre e Gawronsky (per propria scelta).
Le liste per le Europee dovranno essere presentate entro mercoledì mattina. E proprio mercoledì ci sarà anche un nuovo Cda della Rai. Dovrebbe terminare con una nuova fumata nera per quanto riguarda le nomine che a questo punto, presumibilmente, si faranno dopo le Europee.
°°° Un sacco di tam tam per candidare qualche altra zocciletta senza arte né parte. Ve lo dico io in cosa consistono questi famosi corsi che fanno nella tana di Mafiolo: si mettono queste disperate (disperati) su una sedia, si accendono tre telecamere (che registrano tutto, perché poi il padrone delle vacche deve scegliere e commentare) e una squadra di zerbini come Belpietro, Jannuzzi, Fede, e via vomitando li stimola. Studiare STORIA? Naaaaaa. La Costituzione? Naaaaa. Diplomazia e strategia politica? Giammai! Imparano solo a mettersi in posa a favore di camera, a strillare i propri miseri slogan e… ad interrompere qualunque interlocutore. Di giorno. Poi, come cala la sera, si muovono in branco verso ristoranti di lusso, discoteche piene di droga, e alcove nascoste e clandestine. Chettelodicoaffa’?
CANDIDATE PER I LETTI DI BRUXELLES
Notizie dal fronte
Di Pietro: “Sfido Berlusconi in tv”
Antonio Di Pietro lancia una sfida al presidente del Consiglio per un confronto in tv sul dopo terremoto. Il leader di Idv dal suo blog afferma: “L’allergia alla magistratura del presidente del Consiglio non è stagionale, è permanente. I riflettori sul terremoto dell’informazione, quella alternativa ovviamente, e le indagini avviate dalla magistratura disturbano la campagna elettorale permanente di Silvio Berlusconi in Abruzzo. Oltre gli scatti con bambini ed anziani usati come oggetti della miglior propaganda del Ventennio e il dispiegamento operoso della Protezione civile, oltre questo, i fatti sono a zero. E questo imbarazzo lo spinge a visitare continuamente l’Abruzzo”
09:59 Nuove scosse nell’aquilano
Nell’ambito dello sciame sismico in corso nell’aquilano una nuova replica è stata avvertita dalla popolazione. Lo rende noto il Dipartimento della Protezione Civile. Le località prossime all’epicentro sono Pizzoli, Barete e L’Aquila. Secondo i rilievi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia l’evento sismico è stato registrato alle 9.13 con magnitudo 3.1.
10:07 Cento negozi alzano le saracinesche
Sono circa 100, dei 2700 presenti sul territorio, i negozi che questa mattina riapriranno i battenti. Una lenta rispresa dell’attivita’ commerciale che si registra a L’Aquila dopo il sisma che due settimane fa ha devastato l’Abruzzo.
11:12 “Nessun documento della Ragioneria su risorse”
Nessun documento relativo a risorse per il terremoto è stato messo a punto dalla Ragioneria generale dello stato. Lo ha precisato il ragioniere generale dello stato, Mario Canzio. “Smentisco di aver predisposto quel documento – ha affermato Canzio – quel documento non è della ragioneria”. Nei giorni scorsi indiscrezioni di stampa avevano riferito di un documento secondo il quale la ragioneria aveva reperito 7 miliardi di euro da destinare ai fondi per la ricostruzione attraverso rimodulazioni di spesa
12:07 Berlusconi: “Case nuove entro sei mesi”
“Nuove case entro cinque o sei mesi al massimo”: lo ha promesso il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in una intervista alla Radio Vaticana. “La permanenza in tenda non può prolungarsi troppo”
14:32 Nuova scossa magnitudo 3
Una nuova scossa, questa volta di magnitudo 3, è stata registrata alle 13.43 nel distretto sismico Valle dell’Aterno, in Abruzzo. Oggi le precedenti sono state registrate, tutte con epicentro Aquilano, alle 3.20 con magnitudo 2,9; alle 4.22 con magnitudo 3, e alle 9.13 con magnitudo 3,1
14:45 Sindaco dell’Aquila al pm: “Ho parlato del telegramma che invia 5 giorni prima del sisma”
Il telegramma con cui veniva chiesto lo stato di emergenza per la città dell’Aquila cinque giorni prima del distruttivo sisma del 6 aprile è stato l’oggetto della deposizione del sindaco del capoluogo abruzzese Massimo Cialente davanti ai magistrati.
15:17 Allarme igiene nell’ospedale da campo dell’Aquila
Scatta l’allarme igiene all’ospedale da campo dell’Aquila. “Le condizioni igieniche non sono più sostenibili”, afferma Vittorio Festuccia, primario del reparto di medicina generale. “Abbiamo 22 ricoverati che non sono nelle condizioni di utilizzare i bagni chimici posti all’esterno delle tende. C’è quindi un passaggio continuo di liquidi organici che mette a forte rischio le condizioni di igiene nelle tende”
15:21 In arrivo temporali sull’Abruzzo
I meteorologi annunciano da domani piogge sui paesi terremotati dell’Abruzzo
15:32 Manager Asl: “Nelle colonne portanti ospedale mancavano staffe”
Roberto Marzetti, manager della Asl dell’Aquila, dopo l’incontro con il pm ha detto: “Scoprire dopo trent’anni che mancavano le staffe amareggia molto. Nel maggio del 1980 – spiega Marzetti – è stato rilasciato il certificato di collaudo. Invece ho visto che alcune colonne di sostegno dell’edificio non avevano le staffe trasversali di collegamento tra i ferri”
16:27 In pool magistrati esperti ‘ndrangheta e camorra
Tre uomini e una donna, tutti esperti di indagini sulla criminalità organizzata. I magistrati Vincenzo Macrì, Alberto Cisterna, Gianfranco Donadio e Olga Capasso sono i componenti del pool di magistrati istituito questa mattina dal Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso per monitorare gli appalti sulla ricostruzione del terremoto ed evitare così le infiltrazioni delle organizzazioni mafiose
17:45 Gli sfollati: “In tenda fa freddo da morire”
“Fa freddo, freddo da morire”. Così Patrizia, una signora di circa 60 anni, avvolta in uno scialle di lana, riassume il sentimento della tendopoli che ospita circa 100 sfollati di giorno a cui sia aggiungono 140 che vanno lì a dormire. Nel paese della Valle Subequana piove e, nella notte, assicurano i terremotati, le temperature sfiorano o vanno sotto lo zero. Mascotte del campo è Pasquale Merolli, impiantista di professione, che ha provveduto senza attendere l’Esercito a illuminare e riscaldare le tende dei suoi compaesani: “Anche se oggi i militari sono venuti – racconta – e mi hanno detto che non avrei dovuto agire da solo. Ma è il mio mestiere, so quello che faccio”
°°° Dunque, tra una minchiata di brunetta e una di burlesquoni, tra uno sputazzo di gasparri e un delirio di maroni, continua incessante la passerella elettorale di Mafiolo. Mentre tutto è come prima e non è stato fatto un vazzo per alleviare le pene degli sfollati. Gelo e umidità, sporcizia e disorganizzazione. Mafiolo spara le solite cazzate di miliardi inesistenti, smentito clamorosamente anche dalla ragioneria di Stato. Nulla di nuovo sotto la pioggia, amici.