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NUOVA LEGGE ELETTORALE OCCIDENTALE. CERCO ADESIONI e RACCOGLIAMO LE FIRME.
EVITIAMOCI ALTRE ZOCCOLE COME LA MImETTI ECC.
REGIME DI POLIZIA… RIDICOLO
SIAMO FUORI DALL’EUROPA, AMICI, SIAMO FUORI DA OGNI CONTESTO CIVILE OCCIDENTALE. MEDITATE E FATE GIRARE!!!
E Ruffini avverte: «Mai parlato con Masi di una mia sostituzione
Annozero, rischia di saltare Travaglio
Ma Santoro potrebbe farlo intervenire a sorpresa telefonicamente
DITTATORELLO CRIMINALE
COLLEGHI
COL SUO NUOVO BOSS
ALTA UNIFORME
ROMA – Il contratto che dovrebbe legare Marco Travaglio a Raidue da giovedì prossimo per i suoi corsivi ad «Annozero » ancora non è stato firmato. Nell’ambito dei collaboratori del direttore generale Mauro Masi, fanno capire che è
Sardegna flambé
Sardegna: cinque roghi dall’alba
23 Luglio 2009 11:39 CRONACHE
CAGLIARI – Cinque roghi sono scoppiati all’alba in Sardegna, tutti nella zona occidentale, a cavallo tra le province di Sassari, Nuoro e Oristano. Al lavoro per domare le fiamme anche canadair della Protezione civile. L’incendio piu’ grave sta interessando le campagne tra i comuni di Bonorva e Giave, nel sassarese, dove numerose case coloniche e aziende agricole rischiano di essere investite dalle fiamme.
°°° Si ricomincia coi fuochi. Stranamente, dietro il 90% degli incendi, ci sono le mire di speculatori edilizi e roba del genere. Ma i miserabili tg italioti (e non parliamo delle cagatine regionali) continuano a parlare di “piromani”…
Legittimamente un par de palle!
Sapete che c’è? Da quando mi hanno svegliato i sedicenti muratori a mazzuolate: ormai si sono presi il vizio di rompere le scatole alle sette del mattino, mi frulla per la testa questa minchiata galattica… “è stato eletto legittimamente”. Non c’è esponente del centrosinistra che non si abbeveri a questa fonte di sciocchezze. Ma legittimamente un cazzo!
In maniera legittima sono stati eletti, da sempre, gli esponenti della sinistra… giacché la dc ha sempre fatto ricorso ai voti della mafia e al clero. Io mi ricordo di quando le suorine, invisibili per tutto l’anno, sotto elezioni andavano a prelevare moribondi-ciechi-paralitici e affini e li portavano ai seggi. E magari facevano esse stesse la croce. Vorrei chiedere ai d’alema, ai veltroni, ai Franceschini cosa ci sia di legittimo nell’elezione di una masnada di pregiudicati, inquisiti, zoccole e veline imposti al parlamento. Vorrei sapere da quando e in quale paese occidentale un farabutto , che si è appropriato ILLEGITTIMAMENTE di tutto ciò che possiede, può comprarsi un partito, fare società col cognato di Totò Riina e con Riina stesso, amalgamare “Sicilia libera” (creatura di Leoluca Bagarella) con gli avanzi malavitosi di Dc-Psi-Psdi-Monarchici-Liberali- ecc. e fondare Forza Italia.
Infine, vorrei sapere da lorsignori cosa c’è di legittimo nel possedere e/o controllare il 90% dei media nazionali e, dopo aver condizionato malamente le menti più deboli e indifese, passare a riscuotere i voti. E quando non bastano, fare incetta di voti comprati a livelli capillari e… praticare sistematicamente BROGLI! Mi spiegate almeno voi, amici del blog, COSA CAZZO C’E’ DI LEGITTIMO IN TUTTO QUESTO?
LA SUORINA DELL’URNA ELETTORALE
La verità che non può dire
La verità che non può dire
di GIUSEPPE D’AVANZO
Berlusconi esige da noi, per principio e diritto divino, come se davvero fosse “unto dal Signore”, la passiva accettazione dei suoi discorsi. Pretende che non ci siano repliche o rilievi alle sue parole. Reclama per sé il monopolio di un’apparenza che si cucina in casa con i cuochi di famiglia. Senza contraddittorio, senza una domanda, senza un’increspatura, senza la solidità dei fatti da lui addirittura non contraddetti, senza un estraneo nei dintorni. Vuole solo famigli e salariati. Con loro, il Cavaliere frantuma la realtà degradata che vive. La rimonta come gli piace a mano libera e ce la consegna pulita e illuminata bene. A noi tocca soltanto diventare spettatori – plaudenti – della sua performance. Berlusconi ci deve immaginare così rincitrulliti da illuderci di poter capire qualcosa di quel che accade (è accaduto) non servendoci di ciò che sappiamo, ma credendo a ciò che egli ci rivela dopo aver confuso e oscurato quel che già conosciamo. Quindi, via ogni fatto accertato o da lui confessato; via le testimonianze scomode; via documenti visivi; via i giornalisti impiccioni e ostinati che possono ricordarglieli; via anche l’anchorman gregario e quindi preferito; via addirittura la televisione canaglia che da una smorfia può rivelare uno stato d’animo e una debolezza.
Berlusconi, che pare aver smarrito il suo grandioso senso di sé, si rimpannuccia sul divano di casa affidandosi alle calde cure del direttore di Chi. Insensibile alle contraddizioni, non si accorge dell’impudico paradosso: censurare i presunti pettegolezzi dalle colonne di un settimanale della sua Mondadori, specializzato in gossip. Dimentico di quanto poca fortuna gli abbia portato il titolo di Porta a Porta (5 maggio) “Adesso parlo io” (di Veronica e di Noemi), ci riprova. “Adesso parlo io” strilla la copertina di Chi. Il palinsesto è unico.
In un’atmosfera da caminetto, il premier ricompone la solita scena patinata da fotoromanzo a cui non crede più nessuno, neppure nel suo campo. La tavolozza del colore è sempre quella: una famiglia unita nel ricordo sempre vivo di mamma Rosa e nell’affetto dei figli; l’amore per Veronica ferito – certo – ma impossibile da cancellare; la foto con il nipotino; una vita irreprensibile che non impone discolpa; l’ingenuità di un uomo generoso e accogliente che non si è accorto della presenza accanto a lui, una notte, di una “squillo” di cui naturalmente non ha bisogno e non ha pagato perché da macho latino conserva ancora il “piacere della conquista”.
Acconciata così la sua esistenza che il più benevolo oggi definisce al contrario “licenziosa”, chi la racconta in altro modo non può essere che un “nemico”. Da un’inimicizia brutale sono animati i giornali che, insultati ma non smentiti, raccontano quel che accade nelle residenze del presidente. Antagonisti malevoli, prevenuti o interessati sono quegli editori che non azzittiscono d’imperio le loro redazioni. C’è qualcosa di luciferino (o di vagamente folle) nella pretesa che l’opinione pubblica – pur manipolata da un’informazione servile – s’ingozzi con questo intruglio. Dimentico di governare un Paese occidentale, una società aperta, una democrazia (ancora) liberale, il capo del governo pare convinto che, ripetendo con l’insistenza di un disco rotto, la litania della sua esemplare “storia italiana” possa rianimare l’ormai esausta passione nazionale per l’infallibilità della sua persona. È persuaso che, mentendo, gli riesca di sollecitare ancora un odio radicale (nell’odio ritrova le energie smarrite e il consenso dei “fanatizzati”) contro chi intravede e racconta e si interroga – nell’interesse pubblico – sui lati bui della sua vita che ne pregiudicano la reputazione di uomo di governo e, ampiamente, la sua affidabilità internazionale. Berlusconi sembra non voler comprendere quanto grave – per sé e per il Paese – sia la situazione in cui si è cacciato e ha cacciato la rispettabilità dell’Italia. Ha voluto convertire, con un tocco magico e prepotente, le “preferite” del suo harem in titolari della sovranità popolare trasformando il suo privato in pubblico. Non ha saputo ancora spiegare, dopo averlo fatto con parole bugiarde, la frequentazione di minorenni che ora passeggiano, minacciose, dinanzi al portone di Palazzo Chigi. Ha intrattenuto rapporti allegri con un uomo che, per business, ha trasformato le tangenti alla politica in meretricio per i politici. Il capo del governo deve ora fronteggiare i materiali fonici raccolti nella sua stanza da letto da una prostituta e le foto scattate da “ragazze-immagine”, qualsiasi cosa significhi, nel suo bagno privato mentre ogni giorno propone il nome nuovo di una “squillo” che ha partecipato alle feste a Villa Certosa o a Palazzo Grazioli (che pressione danno a Berlusconi, oggi?).
La quieta scena familiare proposta da Chi difficilmente riuscirà a ridurre la consistenza di quel che, all’inizio di questa storia tragica, si è intravisto e nel prosieguo si è irrobustito: la febbre di Berlusconi, un’inclinazione psicopatologica, una sexual addiction sfogata in “spettacolini” affollati di prostitute, minorenni, “farfalline”, “tartarughine”, “bamboline” coccolate da “Papi” tra materassi extralarge nei palazzi del governo ornati dal tricolore. Una condizione (uno scandalo) che impone di chiedere, con la moglie, quale sia oggi lo stato di salute del presidente del Consiglio; quale sia la sua vulnerabilità politica; quanta sia l’insicurezza degli affari di Stato; quale sia la sua ricattabilità personale. Come possono responsabilmente, questi “buchi”, essere liquidati come affari privati?
La riduzione a privacy di questo deficit di autorità e autorevolezza non consentirà a Berlusconi di tirarsi su dal burrone in cui è caduto da solo. Ipotizzare un “mandato retribuito” per la “escort” che ricorda gli incontri con il presidente a Palazzo Grazioli è una favola grottesca prima di essere malinconica (la D’Addario è stata prima intercettata e poi convocata come persona informata dei fatti). Evocare un “complotto” di questo giornale è soltanto un atto di intimidazione inaccettabile.
Ripetendo sempre gli stessi passi come un automa, lo stesso ritornello come un cantante che conosce una sola canzone, Berlusconi appare incapace di dire quelle parole di verità che lo toglierebbero d’impaccio. Non può dirle, come è sempre più chiaro. La sua vita, e chi ne è stato testimone, non gli consente di dirle. È questo il macigno che oggi il capo del governo si porta sulle spalle. Non riuscirà a liberarsene mentendo. Non sempre la menzogna è più plausibile della realtà. Soprattutto quando un Paese desidera e si aspetta di sentire la verità su chi (e da chi) lo governa.
°°° L’unico commento che posso fare, a questa riflessione lucidissima, è: Caro Silvio, chi troppo in alto sal cade sovente precipitevolissimevolmente. Lo vedi che brutta fine ha fatto Icaro, per essersi esposto troppo al Sole senza la giusta crema protettiva?
Ne ho parlato ieri a pranzo…
IL CAVALIERE E IL SUO FANTASMA
di EZIO MAURO
Dunque siamo giunti al punto in cui il Presidente del Consiglio denuncia pubblicamente un vero e proprio progetto eversivo per farlo cadere e sostituirlo con “un non eletto dal popolo”. Un golpe, insomma, nel cuore dell’Europa democratica, come epilogo dell’avventura berlusconiana, dopo un quindicennio di tensioni continue introdotte a forza nel discorso pubblico italiano: per tenere questo sventurato Paese nella temperatura emotiva più adatta al populismo che può dominare le istituzioni solo sfidandole, fino a evocare il martirio politico.
È proprio questa l’immagine drammatica dell’Italia che l’uomo più ricco e più potente del Paese porta oggi con sé in America, all’incontro con Obama.
Solo Berlusconi sa perché dice queste cose, perché solo lui conosce la verità, che non può rivelare in pubblico, della sciagura che lo incalza. Noi osserviamo il dramma di un leader prigioniero di un clima di sconfitta anche quando vince perché da quindici anni non riesce a trasformarsi in uomo di Stato nemmeno dopo aver conquistato per tre volte il favore del Paese.
Quest’uomo ha con sé il consenso, i voti, i numeri, i fedeli. Ma non ha pace, la sicurezza della leadership, la tranquillità che trasforma il potere in responsabilità. Lo insegue l’altra metà di se stesso, da cui tenta di fuggire, sentendosi ghermito dal fondo oscuro della sua stessa storia. E’ una tragedia del potere teatrale e eccessiva, perché tutto è titanico in una vicenda in cui i destini personali vengono portati a coincidere col destino dell’Italia. Una tragedia di cui Berlusconi, come se lo leggesse in Shakespeare, sembra conoscere l’esito, sino al punto da evocare la sua fine davanti al Paese.
In realtà, come è evidente ad ogni italiano di buon senso, non c’è e non ci sarà nessun golpe. C’è invece un rapido disfacimento di una leadership che non ha saputo diventare cultura politica ma si è chiusa nella contemplazione del suo dominio, credendo di sostituire lo Stato con un uomo, il governo con il comando, la politica con il potere assoluto e carismatico.
Oggi quel potere sente il limite della sua autosufficienza. Ciò che angoscia Berlusconi è il nuovo scetticismo istituzionale che avverte intorno a sé, il distacco internazionale, il disorientamento delle élite europee, le critiche della stampa occidentale, la freddezza delle cancellerie (esclusi Putin e Gheddafi), lo sbigottimento del suo stesso campo: dove la regolarità istituzionale di Fini risalta ogni giorno di più per contrasto.
Il Cavaliere sente di aver perso il tocco, che aveva quando trasformava ogni atto in evento, mentre lo spettacolo tragicomico dei tre giorni italo-libici dimostra al contrario che le leggi della politica non sono quelle di uno show sgangherato.
Soprattutto, Berlusconi capisce che la fiaba interrotta di un’avventura sempre vittoriosa e incontaminata si è spezzata, semplicemente perché gli italiani improvvisamente lo vedono invece di guardarlo soltanto, lo giudicano e non lo ascoltano solamente. E’ in atto un disvelamento. Questa è la crepa che il voto ha aperto dentro la sua vittoria, e che è abitata oggi da queste precise inquietudini.
Il Cavaliere ha infatti ragione quando indica i quattro pilastri che perimetrano il campo della sua recente disgrazia: le veline, le minorenni, lo scandalo Mills e gli aerei di Stato. Giuseppe D’Avanzo, che su questi temi indaga da tempo con risultati che Berlusconi conosce benissimo, spiega oggi perché siano tutt’altro che calunnie come dice il premier. Sono quattro casi che il Cavaliere si è costruito con le sue mani, che lo perseguitano perché non può spiegarli, che lui evoca ormai quotidianamente mentre tenta di fuggirli, e che formano insieme uno scandalo pubblico, tutt’altro che privato: perché dimostrano, l’uno insieme con l’altro, l’abuso di potere come l’opinione pubblica comprende ogni giorno di più.
E’ proprio questo il sentimento del pericolo che domina oggi Berlusconi. Incapace di parlare davvero al Paese, di confrontarsi con chi gli pone domande, di assumersi la responsabilità dei suoi comportamenti, reagisce alzando la posta per trascinare tutto – le istituzioni, lo Stato – dentro la sua personale tragedia: di cui lui solo (insieme con la moglie che di questo lo ha avvertito, pochi giorni fa) conosce il fondo e la portata. Reagisce minacciando: l’imprenditore campione del mercato invita addirittura gli industriali italiani a non fare pubblicità sui giornali “disfattisti”, quelli che cioè lo criticano, perché la sua sorte coincide col Paese. Poi si corregge dicendo che voleva invitare a non dar spazio a Franceschini, come se non gli bastasse il controllo di sei canali televisivi ma avesse bisogno di un vero e proprio editto. E’ qualcosa che non si è mai visto nel mondo occidentale, anche se la stampa italiana prigioniera del nuovo conformismo preferisce parlar d’altro, come se non fosse in gioco la libertà del discorso pubblico, che forma l’opinione di ogni democrazia.
In realtà Berlusconi minaccia soprattutto se stesso, rivelando questa sua instabilità, questa paura. Se sarà coerente con le sue parole, c’è da temere il peggio. Cosa viene infatti dopo la denuncia del golpe? Quale sarà il prossimo passo? E se c’è una minaccia eversiva, allora tutto è lecito: dunque come userà i servizi e gli altri apparati il Cavaliere, contro i presunti “eversori”? Come li sta già usando? Chi controlla e chi garantisce in tempi che il premier trasforma in emergenza?
Attendiamo risposte. Per quanto ci riguarda, continueremo a comportarci come se fossimo in un Paese normale, dove la dialettica e anche lo scontro tra la libera stampa e il potere legittimo del Paese fanno parte del gioco democratico. Poi, ognuno giudicherà dove saprà fermarsi e dove potrà arrivare questo uso privato e già violento del potere statale da parte di un uomo che sappiamo pronto a tutto, anche a trasformare la crisi della sua leadership in una tragedia del Paese.
°°° Questo pezzo di merda è finito. Si è suicidato con la sua stessa merda. Speriamo di avere un governo serio almeno a Ottobre.
Sputtanamento galattico
Michael Binyon, vicedirettore del Times, replica a Berlusconi
“Se il nostro premier fornisse tante versioni contraddittorie dovrebbe dimettersi”
“Noi ispirati dalla sinistra? Ridicolo
Se è nei guai con le donne è una notizia”
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA – “Noi influenzati dalla sinistra italiana? Un’accusa semplicemente ridicola. Quando vediamo una notizia, noi del Times la riportiamo, tutto qui. E il primo ministro di uno dei maggiori paesi d’Europa che si mette nei guai con le donne, è una notizia”. Michael Binyon è uno dei più autorevoli commentatori del Times, membro della direzione del quotidiano londinese. È lui a rispondere a Silvio Berlusconi, che nella sua prima reazione al pesante editoriale di ieri del Times, “Il clown cala la maschera”, ha detto che i giornali stranieri sono “ispirati dalla sinistra italiana”. Non è la prima volta che il premier italiano accusa una testata inglese di essere “di sinistra”: aveva dato del comunista perfino all’Economist, settimanale liberal-capitalista, quando lo ritrasse in copertina come “indegno di governare” a causa del conflitto d’interessi e dei suoi processi.
Sostenere che è di sinistra il Times suscita analoga ilarità, a Londra: fondato nel 1875, a lungo il miglior quotidiano del mondo, è sempre stato un bastione del conservatorismo, e lo è rimasto – nonostante la simpatia per Tony Blair – anche dopo essere stato acquistato nel 1981 da Rupert Murdoch, il magnate dei media, proprietario di televisioni e giornali quasi tutti di centrodestra, come la rete tv Fox e il Wall Street Journal negli Usa, il Sun e appunto il Times in Gran Bretagna.
Michael Bynyon, che pensa degli ultimi sviluppi della Berlusconi-story?
“Penso che Repubblica stia facendo un lavoro magnifico. Ed è piuttosto sorprendente, per un osservatore straniero, che vi siano così scarse critiche di Berlusconi, sugli altri media italiani. Naturalmente la ragione è nota: Berlusconi controlla o almeno influenza, direttamente o indirettamente, gran parte dei media italiani, a cominciare dalle tv. Ma è un triste spettacolo, per un giornalista libero, assistere a un tale servilismo verso il potere da parte di altri giornalisti”.
Che cosa sarebbe accaduto, secondo lei, se uno scandalo simile fosse scoppiato qui, nel Regno Unito?
“Se si sospettasse che il primo ministro ha una relazione con una 18enne a cui promette dei favori, e sua moglie affermasse che va con minorenni, e il premier in questione fornisse di continuo versioni contraddittorie sull’accaduto, tutti i media nazionali gli starebbero addosso 24 ore su 24. Dovrebbe dimettersi nel giro di settimane”.
Berlusconi dice che i vostri editoriali, critici nei suoi confronti, sono ispirati dalla sinistra italiana.
“Un’accusa insensata, ridicola. Sostenere che c’è una cospirazione, dietro i nostri articoli, è infantile. Una cospirazione della sinistra italiana, poi: e come farebbe, la sinistra italiana, a far scrivere quel che vuole al Times di Londra? Noi non scriviamo per fare piaceri a questo o a quello. Scriviamo quando vediamo una notizia. E il premier dei uno dei maggiori paesi d’Europa, membro della Nato, presidente di turno del G8, che si mette nei guai con le donne e poi dice cose chiaramente non vere su com’è andata, è una notizia, la che vedrebbe anche un cieco”.
E la sua iniziativa per bloccare la pubblicazione delle 700 fote scattate alla festa nella sua villa in Sardegna?
“Difendere la privacy, in assoluto, è giusto. Ma in questo caso, se Berlusconi volesse mettere a tacere ogni sospetto, direbbe: pubblicatele. Non facendolo, contribuisce a lasciar credere che in quelle foto ci sia qualcosa da nascondere”.
Magari gli italiani pensano che mentire su relazioni extraconiugali è lecito.
“Può darsi, ma la menzogna non può cambiare di continuo, dev’essere credibile. E le cose che dice Berlusconi non lo sono. Senza contare che la menzogna di un leader politico, per qualunque ragione, è imperdonabile. Ovunque. Anche in Italia”.
(2 giugno 2009)
°°° Questo imbecille malavitoso non ha la più pallida idea di cosa siano la libertà e l’informazione. Abituato agli zerbini italioti, non si rende conto che in tutto il mondo occidentale i giornalisti sono tutti come Santoro e Travaglio, non certo come vespa e belpietro…
Guardavo Lerner…
Ma quando cazzo vince la sinistra se continua a trattare Burlesquoni come uno strampalato leader politico? Silvio Berlusconi è semplicemente un gangster pluriindagato e pluricondannato che si è scaraventato in politica per non andare in galera. PUNTO! Poi, grazie a questa sinistra molle, imbecille, e connivente… si è pure fatto fare le leggi ad personam per evitare altra galera. Io penso solamente che – IN QUALUNQUE PAESE OCCIDENTALE – un mafiosetto così improponibile sarebbe in galera da almeno trent’anni e ne uscirebbe soltanto in una bara. NON E’ SERIO, NE’ ETICO, NE’ UTILE!!!
Fuori dal mondo
Berlusconi: «Non vogliamo un’Italia multietnica»
«Nella politica dei rimpatri nessuno scandalo». E poi : «La Bossi-Fini non cambierà». Nel pomeriggio il ministro degli Interni Maroni aveva detto: «La linea di “respingimento” dei clandestini intrapresa da alcuni giorni dal governo continuerà perché è efficace». Santa Sede, Onu,Cei e Osservatore bocciano la politica dell’esecutivo. Pd: «Lesi i diritti umani»
E poi il premier ha aggiunto: «La sinistra aveva aperto le porte, la sinistra era ed è quella di un’Italia multietnica: la nostra idea non è così, è quella di accogliere solo chi ha le condizioni per ottenere l’asilo politico». Per questo La legge Bossi-Fini sull’immigrazione non sarà cambiata. «Non c’è nessun progetto di cambiamento che io conosca. Nessuna proposta di modifica è venuta sul mio tavolo», sottolinea il premier.
«Abbiamo lavorato bene nell’interesse del nostro Paese». Silvio Berlusconi traccia un bilancio della politica estera in Italia dall’inizio di questa legislatura. «Abbiamo – spiega il presidente del Consiglio – una forte considerazione da parte di tutti i leader. Io ho il vantaggio di una militanza superiore a quella degli altri leader mondiali. Intervengo per primo come leader più anziano e chiudo le discussioni per trarre le conclusioni. Faccio un buon servizio per il mio Paese», conclude il Cavaliere.
°°° Dimentica di dire che è il capo di governo più evitato, deriso e schifato di tutto il mondo Occidentale. ma le scimmiette ammaestrate e senza cervello ci cascano.