Molestie in classe, 11 anni al maestro
e 5 al preside che non lo denunciòdirigenti,scolastici
Gli episodi in una scuola elementare nel quartiere milanese di Quarto Oggiaro. Le accuse per l’insegnante erano pesantissime
E’ stato condannato a 11 anni di reclusione un maestro di 42 anni accusato di aver molestato otto bambini quando insegnava in una scuola elementare alla periferia nord di Milano. Lo hanno stabilito i giudici della nona sezione penale del Tribunale di Milano, che hanno condannato anche il preside dell’istituto, accusato di concorso omissivo nelle violenze, a cinque anni e mezzo di reclusione. Entrambi sono stati interdetti in perpetuo da qualunque incarico nelle scuole.
I fatti risalgono al 2007. Secondo quanto accertato dalla indagini il maestro, Antonio Silvestre, avrebbe molestato dal settembre al dicembre 2007 alcuni suoi alunni, tra cui una bambina ipovedente e autistica, palpeggiandoli e spesso istigandoli a compiere angherie sui compagni. Il maestro era finito agli arresti domiciliari nel maggio dello scorso anno e poi a febbraio di quest’anno, in base al nuovo decreto sicurezza, per lui era stato disposto il carcere. Misura che è stata confermata dai giudici della nona sezione penale.
Il preside, secondo l’accusa non avrebbe denunciato quello che accadeva nella sua scuola, nonostante i familiari dei bambini avessero segnalato più volte gli episodi. Nel dicembre 2007, secondo l’accusa, il preside si era soltanto limitato a mettere l’insegnante in malattia. Dopo la lettura della sentenza il maestro è rimasto impassibile e, come ha spiegato il suo avvocato, Gabriele Casartelli, “non ha detto nulla e ha manifestato soltanto preoccupazione per i suoi familiari”. In particolare, la sorella dell’imputato è scoppiata in lacrime e si è messa a gridare per pochi secondi. Hanno parlato invece di una sentenza “durissima e giusta” i famigliari dei bambini che si sono costituiti parti civili nel processo.
“Da questo processo ne escono benissimo i bambini e ne esce a pezzi l’istituzione scolastica”, ha spiegato il procuratore aggiunto Marco Ghezzi, che ha rappresentato l’accusa. Il pm aveva chiesto per l’insegnante una condanna a 16 anni di reclusione, parlando di un “museo degli orrori” nella sua requisitoria. Per il preside, invece, aveva chiesto otto anni. “Spero che cose del genere non accadano più – ha aggiunto Ghezzi – e spero che i dirigenti scolastici e gli insegnanti non nascondano più la testa sotto la sabbia come gli struzzi”. Il problema secondo Ghezzi, è che l’istituzione scolastica dovrebbe rispondere tempestivamente e “i dirigenti scolastici non dovrebbero aspettare le denunce scritte per compiere azioni disciplinari”.
A QUANDO ANCHE IL RISVEGLIO DELLA CHIESA CONTRO I PEDOFILI?