Pessano, Oltre un terzo delle famiglie in difficoltà con i versamenti per la refezione
Bimbi senza mensa. «È uno scandalo»
Genitori in ritardo con le rette. Penati: paghiamo noi. Il provveditore: è un diritto. Il sindaco: non avevo scelta
MILANO – «La mensa? È una condizione indispensabile». Per il provveditore Antonio Lupacchino non ci sono «né se né ma». Ed è chiaro: «Ai bambini va garantita una formazione educativa nella quale è compresa anche la mensa». E mentre il sindaco di Pessano con Bornago, Giuseppe Caridi, resta sulle sue posizioni («I genitori se ne approfittano »), Filippo Penati, presidente uscente della Provincia, è disposto a pagare le rette fino al termine dell’anno scolastico, perché «non si possono lasciare gli studenti a digiuno».
Le polemiche travolgono il Comune di Pessano. La Dussmann service, società che fornisce i pasti all’istituto comprensivo «Daniela Mauro», d’accordo con l’amministrazione, ha deciso di sospendere, da circa dieci giorni, il servizio ai figli dei genitori che non pagano la mensa. Per adesso l’interruzione riguarda 34 bambini, ma le famiglie non in regola sono 432, su 1.150. Alcuni sono italiani, gli altri stranieri. «Il problema riguarda un po’ tutti», spiega rassegnato il preside Felice Menna. Per far fronte all’emergenza gli insegnanti hanno deciso di rinunciare al proprio pasto a favore degli alunni cancellati dall’elenco mensa e che non possono tornare a casa per pranzo. Di fatto costretti al digiuno. «Una scelta moralmente non accettabile», sottolinea Irene Aderenti, senatrice leghista e componente della commissione Istruzione del Senato. Per Vittorio Agnoletto, «è in contrasto con i diritti sanciti dalla nostra Costituzione». E non solo. Perché al di là «della somministrazione del cibo», spiega Antonio Marziale dell’Osservatorio sui diritti dei minori, c’è in gioco «il diritto allo studio che deve essere garantito a tutti. Nessuno escluso».
È questo il punto su cui ha insistito il provveditore. In una lettera al sindaco ha ribadito la necessità di «sbloccare la situazione che è discriminatoria nei confronti dei bambini». Per Lupacchino «la morosità non è un problema della scuola, ma riguarda solo genitori e amministrazione. Prima di tutto bisogna rispettare l’offerta formativa che, per il tempo pieno, comprende la mensa». Anche la Prefettura ha cercato «di fare pressioni». Per adesso, i risultati sono pochi. Già perché il sindaco indietro non torna. «Le regole devono valere per tutti — spiega Caridi —. Non sarebbe giusto andare a pesare sulle famiglie che hanno sempre pagato. Non possiamo continuare con queste perdite ». Il buco è di 50 mila euro fino a settembre 2008. Più altri 28 dall’inizio dell’anno:. «Abbiamo provato a contattare i genitori in tutte le maniere. Questa è l’estrema ratio». Non tutti sono d’accordo.
Filippo Penati parla di scelta «drastica e paradossale». Così surreale da intervenire per «garantire il servizio a tutti i bambini esclusi». Non sarà la Provincia a ripianare il debito, «perché quello spetta al Comune». Ma si cercherà «una soluzione condivisa da tutti: impresa, amministrazione, famiglie e scuola». Un gesto di generosità per «sbloccare sia l’arretrato e sia il futuro». Anche se la preoccupazione principale rimangono i bambini. Perché «la mensa è una condizione indispensabile ».
Benedetta Argentieri