Roberto Castelli dice di essere nato a Lecco nel 1946. Dice anche un mare di altre cazzate.
Ma su Lecco non ho obiezioni: si vede!
Frequenta il liceo classico Manzotin di Lecco, nella stessa classe di Roberto Formigoni, futuro Presidente della Regione Lombardia. Nel 1971 si compra una laurea in ingegneria meccanica presso il Polllitecnico di Milano, quindi si specializza negli Usa e in Gran Bretagna.
Dice lui.
In realtà stava andando all’Idroscalo e si è perso come un coglione.
Ha rubato stipendi per trent’anni nel campo dell’acustica applicata, dapprima come direttore tecnico della Lafranconi di Mandello del Lario (LC)
(FALLITA SUBITO),
e poi come libero professionista ed imprenditore nei sistemi di controllo del rumore (MA HA FALLITO PERSINO CON LA SANTANCHE’ E SALLUSTI).
Le sue attività di ricerca e sviluppo tecnologico lo portano a partecipare al primo progetto sui trasporti organizzato dal CNR. Prende parte ai lavori per il varo dei regolamenti CEE e, come consulente tecnico della Commissione Europea, alla valutazione di progetti d’innovazione tecnologica in ambito ambientale.
(IN REALTA’ LO PAGHIAMO IN QUANTO IN QUOTA LEGA, MA IN EUROPA LO TENGONO ACCURATAMENTE IN ANTICAMERA A GIOCARE CON LA PLAYSTATION, DOVE PERDE SEMPRE ANCHE CONTRO IL FIGLIO DODICENNE DEL CUSTODE).
È stato collaboratore tecnico della rivista “Motociclismo
(IL MASSIMO DELLA SUA FORMAZIONE CULTURALE. IL SUO PEZZO PIU’ PREGNANTE COMINCIA COSI’: “BRUM, BRUUUUM, BRUUUUUUUUUUUUUUUUUM!
E FINISCE COSI’, DOPO SEI PAGINE… BRUM! BRUUUUUM! BRUUUUUUUUUUM!!!)