Consigli per gli acquisti

Premier a cena coi giudici costituzionali, è polemica

Il 6 ottobre ci sarà l’udienza della Corte Costituzionale sul Lodo Alfano, ma intanto è già polemica dopo la notizia di una cena riservata del premier e del ministro Alfano a casa del giudice costituzionale Luigi Mazzella. Alla serata hanno partecipato un altro componente dell’Alta Corte Paolo Maria Napolitano, oltre a Gianni Letta e al presidente della commissione affari costituzionali Carlo Vizzini. La cena sarebbe avvenuta a maggio ma ne ha dato notizia ora l’Espresso: il giudice ha confermato dicendo che lui a casa invita chi vuole e ha negato che si sia parlato del Lodo Alfano. Continua a leggere

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Da Travaglio

L’uomo che sapeva troppo poco

Da quando, in via del tutto ipotetica, il suo on. avv. Niccolò Ghedini l’ha definito “utilizzatore finale” di prostitute a sua insaputa, Silvio Berlusconi si staglia come il politico più ingenuo o più sfortunato della storia dell’umanità. Dal 1974 al 1976 ospita nella villa di Arcore un noto mafioso, Vittorio Mangano, intimo del suo segretario Marcello Dell’Utri e già raggiunto da una dozzina fra denunce e arresti, ma lo scambia per uno stalliere galantuomo: anche quando glielo arrestano due volte in casa. Dal 1978 (almeno) al 1981 è iscritto alla loggia deviata P2, convinto che si tratti di una pia confraternita. Dal 1975 al 1983 le finanziarie Fininvest ricevono l’equivalente di 300 milioni di euro, in parte in contanti, da un misterioso donatore, ignoto anche al proprietario: infatti, dinanzi ai giudici antimafia venuti a Palazzo Chigi per chiedergli chi gli ha dato quei soldi, si avvale della facoltà di non rispondere.

Negli anni 80 l’avvocato David Mills crea per il suo gruppo ben 64 società offshore nei paradisi fiscali, ma lui non sospetta nulla, anzi non sa nemmeno cosa sia la capofila All Iberian. Questa accumula all’estero una montagna di fondi neri che finanziano, fra gli altri, Bettino Craxi (23 miliardi di lire) e Cesare Previti (una ventina). Previti, avvocato di Berlusconi, ne gira una parte ai giudici romani Vittorio Metta (nel 1990) e Renato Squillante (nel 1991), ma di nascosto al Cavaliere. Il quale però s’intasca il gruppo Mondadori grazie a una sentenza di Metta, corrotto da Previti con soldi Fininvest. Nei primi anni 90 il capo dei servizi fiscali del gruppo, Salvatore Sciascia, paga almeno tre tangenti alla Guardia di finanza. E nel 1994, quando la cosa viene fuori, il consulente legale Massimo Berruti tenta di depistare le indagini dopo un incontro a Palazzo Chigi col principale. Ma questi non si accorge di nulla (“giuro sui miei figli”). Nemmeno quando Sciascia e Berruti vengono condannati, tant’è che se li porta in Parlamento. Nel 1997-’98 Mills, testimone nei processi Guardia di Finanza e All Iberian, non dice tutto quel che sa e lo “salva da un mare di guai” (lo confesserà al commercialista). Poi riceve 600 mila dollari dal gruppo di “Mr. B”. E Mr. B sempre ignaro di tutto (rigiura sui suoi figli).

Di recente si scopre che il Nostro, nell’ottobre scorso, prese a telefonare a Noemi, una minorenne di Portici, proprio mentre il suo governo varava una legge per stroncare la piaga delle molestie telefoniche (“stalking”). Ma lui scoprì che era minorenne solo quando fu invitato al suo diciottesimo compleanno. Ora salta fuori che Patrizia D’Addario, che trascorse con lui una notte a Palazzo Grazioli, è una nota “escort” barese, pagata da un amico del premier (l’”utilizzatore iniziale”?). Ma lui non ne sapeva nulla, tant’è che in quel mentre il suo governo varava una legge per arrestare prostitute e clienti. E’ sempre l’ultimo a sapere. Può un uomo così ingenuo, o sfortunato, o poco perspicace, fare il presidente del Consiglio?

b-21

APTOPIX ITALY BERLUSCONI

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Malcostume italiota

Interni
La Cassazione agli assessori:
non fate assumere le vostre mogli

Gli assessori, e i politici locali, hanno l’obbligo di astenersi nelle votazioni nelle quali si decide l’assunzione di un loro famigliare, come nel caso delle mogli. Sentenza della Cassazione che intima l’obbligo di astenersi. Una decisione che farà discutere.

°°° Vedete come ci hanno ridotti? Nei paesi civili NON c’è bisogno di fare una sentenza così: semplicemente NON ESISTE un nepotismo così sfrenato e volgare.


C’E’ SEMPRE CHI TIRA LA CARRETTA PER GLI ALTRI…

benzina-cara

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Un’altra procedura…

Economia
Pensioni, donne penalizzate
contro l’Italia procedura Ue

La Commissione Ue ha deciso di aprire, come preannunciato la procedura di infrazione contro l’Italia. L’accusa: non ha rispettato la sentenza della Corte di Giustizia sulle differenze nell’età di pensionamento fra uomini e donne nel settore pubblico.

°°° Questo governicchio ha fatto il pieno di procedure di infrazione: dalla multa per rete 4, che ci costa 36 milioni l’anno, a quest’ultima. Siamo in ottime mani, amici. Non potevamo suicidarci in modo migliore…

UNA PENSIONATA FELICE PER LE DECISIONI DI BERLUSCONI

catenina


ANCHE IL NIPOTINO E’ CONTENTO

bamboccione

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Visti dalla Spagna

L’autore dello scoop del Paìs a l’Unità: «Veronica aveva già detto tutto»

«Veronica è diventata la persona che ha denunciato con le parole più giuste lo status quo»: con queste parole Miguel Mora, corrispondente a Roma per il quotidiano spagnolo El Pais e autore dello scoop delle foto di Berlusconi e le veline a Villa Certosa pubblicate dal suo quotidiano, aveva commentato giovedì scorso a l’Unità la vicenda del premier e delle signorine.

«E’ difficile fare opposizione quando di fronte c’è un regime presidenzialista plebiscitario, populista e demagogico cui il parlamento non interessa molto». Secondo Mora, «l’opposizione si doveva fare 15 anni fa, la sinistra è sparita. Quando le cose più di sinistra le fa la chiesa cattolica e le cose veramente dure le dice la moglie del primo ministro, qualcosa non funziona».
«Mi sembra che non ci siano dubbi – questa la conclusione di Miguel Mora – è tutto lì tutto nella sentenza Mills, lui ha fatto un impero in italia e anche all’estero tramite società offshore, era una strategia di lungo termine, lì si vede come lui (Berlusconi, ndr) ha un piano per dominare il mercato dei media italiani da anni, da tanti anni».

stop

noemi1


E GHEDINI MINACCIA TUTTI!

ghedini2

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Marco Travaglio


Immondadori

Gli amici si vedono nel momento del bisogno. Ma soprattutto i dipendenti. E Al Tappone ha un gran bisogno. I tg Mediaset e Rai hanno il compito di nascondere le notizie sgradite (interviste di Veronica e a Gino Flaminio) e rilanciare quelle gradite (attacchi a Veronica e a Gino Flaminio). Il Giornale pubblica foto compromettenti (o spacciate per tali) di avversari del padrone, da Di Pietro a Sircana, e fabbrica panzane contro i pochi giornali che si permettono di non appartenere al padrone: Repubblica, Espresso, Oggi, Novella 2000. Panorama controlla il mercato delle foto, pubblicando quelle autorizzate dal padrone (magari con trapianto pilifero al photoshop) e segnalando quelle pericolose all’on.avv. Ghedini per farle sequestrare dall’apposita Procura di Roma (in caso contrario, tale Mity Simonetto paga 20 mila euro per far sparire quelle della figlia del premier avvinta come l’edera a un giovanotto). «Chi» pubblica foto private del padrone con la sua famiglia-modello, ma non quelle che smentirebbero l’idillio. «Libero», foglio fiancheggiatore, s’incarica del lavoro più sporco, liberando gli house organ ufficiali dall’imbarazzo di grufolare tra le lenzuola della moglie del padrone. Bruno Vespa, rubrichista di Panorama, allestisce salottini per i monologhi del premier-editore. Emilio Fede, oltre a dirigere cotanto tg, raccoglie book fotografici che poi dimentica sul tavolo del Sultano, il quale provvede a contattare la merce femminile ivi ritratta. Dimenticavo: Al Tappone sgraffignò la Mondadori grazie a una sentenza comprata. Ora è chiaro perché non la restituisce.

bimboporco

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

E tutti risero

FRANCIA
Silvio Berlusconi nuovamente accusato di corruzione
Articolo di Giustizia, pubblicato mercoledì 20 maggio 2009 in Francia.

[Le Nouvel Observateur]

Il capo del governo italiano è accusato di aver versato 600.000 dollari al suo avvocato in cambio di una falsa testimonianza. Silvio Berlusconi denuncia una “sentenza scandalosa” di “magistrati rossi”.

La pubblicazione delle motivazioni di una sentenza che accusa Silvio Berlusconi di aver corrotto il suo ex avvocato in cambio di una falsa testimonianza, è “un attacco politico calcolato” da parte di magistrati di sinistra, ha denunciato mercoledì 20 maggio Paolo Bonaiuti, portavoce del capo del governo.
A meno di due settimane dalle elezioni europee, “è un attacco politico calcolato” e Silvio Berlusconi ha risposto con il suo calore e il suo lato umano”, ha affermato Paolo Bonaiuti.
Lunedì, questa pubblicazione ha piuttosto contrariato il capo del governo. Berlusconi si è scagliato contro questa “ennesima sentenza scandalosa” dei “magistrati rossi” complici, secondo lui, di un’opposizione “sconfitta” e di una stampa che “dovrebbe vergognarsi”.

Berlusconi vuole “dire cosa pensa di questi magistrati”

“Ho già dovuto affrontare 102 processi e spendere 200 milioni di euro in parcelle di avvocati“, ha affermato il Cavaliere che ha annunciato che riferirà “davanti alle Camere” per “dire ciò che pensa di questi magistrati”.
Condannato lo scorso febbraio a quattro anni e mezzo di prigione, David Mills, ex avvocato del capo del governo, è stato giudicato colpevole di falsa testimonianza in favore di quest’ultimo per affari riguardanti investimenti off-shore. Secondo le motivazioni della sentenza, Mills ha fornito una “falsa testimonianza (…) al fine di concedere a Silvio Berlusconi e al (suo) gruppo Fininvest l’impunità (…) o almeno, di conservare gli ingenti profitti realizzati”.
David Mills ha riconosciuto di aver accettato tangenti da Silvio Berlusconi. Quest’ultimo è accusato di aver versato 600.000 dollari a quello che era il suo avvocato all’epoca dei fatti, in cambio di due false testimonianze.
Il Cavaliere, immune da qualunque procedimento giudiziario a suo carico durante il suo mandato, avrebbe volentieri fatto a meno della pubblicazione di queste accuse di corruzione che lo infangano in piena campagna elettorale.

L’interesse per le vallette-showgirls e le minorenni

Questo nuovo grattacapo sopraggiunge solo tre settimane dopo le sue disavventure coniugali sciorinate dalla stampa e conculsesi con una richiesta di divorzio da parte di sua moglie Veronica Lario.
Veronica ha lanciato delle accuse pubbliche sul supposto interesse di suo marito per giovani vallette e persino per le minorenni.
“E’ una dolorosa faccenda privata”, ha dichiarato Silvio Berlusconi, rifiutando tutte le accuse di sua moglie e affermando che è stata fuorviata e manipolata dall’opposizione di sinistra.
Diversi eventi che vanno direttamente ad intaccare la popolarità del capo del governo italiano. Secondo l’istituto IPR, il Cavaliere perde 3 punti a metà maggio e scivola al 53% di opinioni favorevoli, mentre il numero di coloro che gli accordano “poca o nessuna fiducia” passa dal 42% al 46%.

“Ho l’appoggio del 74,8% degli elettori”

Silvio Berlusconi, fedele alla ricetta che gli è spesso riuscita, porta tutto il dibattito politico attorno a se stesso piuttosto che incentrarlo sui risultati del suo governo. Comparendo ogni giorno alla televisione, denuncia senza sosta “gli attacchi personali menzogneri e calunniosi” dei quali si ritiene vittima.
Con lo stesso spirito, per le elezioni europee del 6 e 7 giugno, ha deciso di mettersi a capo delle liste del suo partito il Popolo della Libertà (PDL) in tutte le circoscrizioni elettoriali. “Ho il supporto del 74,8% degli elettori”, ha affermato martedì Silvio Berlusconi citando gli ultimi sondaggi che ha fatto realizzare lui stesso.

[Articolo originale “Silvio Berlusconi de nouveau accusé de corruption” di Nouvelobs.com]


BRASILE

Nostalgie da Casanova
Articolo di Società cultura e religione, pubblicato venerdì 8 maggio 2009 in Brasile.

[CartaCapital]

In un articolo pubblicato di recente, Scalfari, invece di dirigersi verso il nucleo smembrato dell’antica URSS, prende la direzione della Penisola Arabica e compara Berlusconi ad un sultano. Quest’ultimo approfitta dell’assenza di avversari all’altezza e del provincialismo di un’Italia decadente disposta a vedere in lui la diga contro l’inesistente minaccia comunista, ancora e sempre evocata nei suoi discorsi e nelle sue scene di propaganda. Non manca il parere concorde dell’ultimo numero del The Economist, che parla di “berlusconizzazione” della penisola. O, in altre parole, della capacità di molti italiani di adottare, ognuno a modo suo, il modello berlusconiano di fuberie a base di colpi bassi.

Sicuro è che il premier raggiunge indici di popolarità altissimi, anche se la situazione non è tutta rose e fiori: per quest’anno è prevista una contrazione del PIL del 4,4%. La massiccia adesione a questo personaggio così ridicolo, a volte perfino pagliaccesco, al punto da diventare spesso oggetto di dileggio internazionale, meriterebbe uno studio a parte. Rimane da vedere quanto potrà pesare sulla popolarità del primo ministro e sui risultati delle elezioni dell’8 giugno la richiesta di divorzio presentata dalla sua seconda moglie Veronica Lario, stanca di apparire come la consorte di Casanova, o di un suo grottesco surrogato.

[Articolo originale “Saudades de Casanova” di Giuliano Lancelotti]

°°° Mi fermo qui, ma tutti i giornali del mondo gettano merda (giustamente) su questo malavitoso che si spaccia per politico.

APTOPIX ITALY BERLUSCONI

berl-pagliaccio

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

La Oppo

ANCHE PAPI E’ UMANO

Povero papi. Osservando, nella rifrazione dei vari tg, la sua sfuriata sul caso Mills, si poteva vedere benissimo che non sta bene. Inutile ripetere quello che ha detto in merito alla sentenza, ma bisogna riconoscere che il premier aveva ragione ad arrabbiarsi, visto che i suoi avvocati lo hanno mal consigliato. Infatti, per essere davvero efficace, il lodo Alfano doveva bloccare anche i processi a tutti gli eventuali complici di Berlusconi. Se no, è inutile. Comunque, nel gran casino del momento, Berlusconi si è lasciato scappare altre perle che vale la pena raccogliere. Per esempio, ha difeso la piccola Noemi dalle dichiarazioni a mezzo stampa da lei stessa rilasciate, mentre non ha trovato una parola per difendere la madre dei suoi figli dal linciaggio organizzato dai giornali di famiglia. Infine, il premier ha definito campi di concentramento i Centri cosiddetti di identificazione degli immigrati. D’altra parte, a furia di mentire e smentire, una verità scappa a tutti: è umano.

BURLESQUONI E ALFANO

laurelhardy

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Berlusconi, gangster impunito

In arrivo la norma che cancella tutte le prove
di Claudia Fusani

Il delitto perfetto esiste. Basta avere molta fortuna. Oppure essere molto abili nel cancellare scientificamente ogni prova e ogni indizio. Non solo quelli lasciati sulla scena del delitto ma anche ogni collegamento o riferimento possibile. Ecco, la vicenda giudiziaria del premier Silvio Berlusconi assomiglia molto al tentativo lucido, costante, scientificio di cancellare ogni prova e indizio. Una bonifica a prova di Ris. O di Csi.

Fiction televisive a parte, la via maestra per il Presidente del Consiglio sarebbe sempre la stessa: farsi processare, accettare il giudizio dei giudici e poi sbandierare le sentenze. Quali che siano. Come ha fatto il senatore Giulio Andreotti, non l’ultimo nome nella storia della Repubblica. Lui invece fugge dai processi, impazzisce quando gli si parla di toghe e magistrati e continua a mettere la sua vita al riparo della giustizia grazie alle leggi ad personam, le norme studiate a tavolino proprio per blindarsi rispetto ad inchieste, sospetti e accuse.
Se la madre delle leggi ad personam è stato il lodo Alfano (impunibilità delle quattro più alte cariche dello Stato, luglio 2008) per cui Berlusconi è uscito dal processo dove era coimputato con l’avvocato inglese David Mills, l’inizio è stato nel 2001 quando, appena insediato a Palazzo Chigi fece approvare la norma che di fatto depenalizzò il falso in bilancio (all’epoca c’erano un paio di processi incardinati con questa ipotesi di reatoprocessi,incardinati,reato,rogatorie,internazionali,conti esteri,Previti,Squillante,dimezzò,termini,prescrizione,). Nel mezzo c’è una lunga lista: dalla legge che ha modificato le rogatorie internazionali (2001) per cui divennero inutilizzabili le dichiarazioni sui conti esteri di Previti e Squillante; alla ex Cirielli (o salva Previti, 2004) che dimezzò i termini di prescrizione del reato così che l’ex ministro della Difesa e avvocato del premier evitò la conferma in appello delle condanne a 16 anni per tre corruzioni giudiziarie (Imi-Sir, Lodo Mondadori, Squillante). L’operazione non è ancora conclusa.

Nell’obiettivo di bonificare, cancellare, ripulire – perché in fondo se il premier “cade” sul caso Mills e diventa corruttore è come tirare un filo e sciogliere tutto il gomitolo che imbozzola la sua purezza di leader nonché di vittima del sistema giudiziario – il governo ha approvato a dicembre un complesso di norme che modificano il codice penale e di procedura. «La riforma della giustizia per assicurare più velocità nei processi e più certezza della pena» fu l’obiettivo dichiarato. Bene. Ecco come l’articolo 4 di quel pacchetto di norme (32 in tutto) interviene nel nostro sistema giudiziario. Il secondo comma di quella norma prevede che una sentenza passata in giudicato «non possa più essere acquisita ai fini della prova». Significa che le sentenze passate in giudicato, e quindi definitive, non potranno più essere utilizzate come prova anche in processi diversi. Significa che ogni volta si dovrà ricominciare da capo e non avere mai nulla di acquisito, Neppure se ha il certificato massimo della Cassazione. Significa che quando, e se mai, Berlusconi dovesse essere processato con l’accusa di corruzione per le tangenti alla Fininvest, quando non avrà più lo scudo del lodo Alfano, la sentenza del suo ex coimputato Mills, quella che ci dice che l’avvocato inglese ha mentito per tutelare il premier e la sua azienda, non potrà essere utilizzata come prova.

Sfugge, francamente, come questa modifica possa accellerare i processi e i tempi della giustizia. Anzi, semmai avverrà il contrario.
La Commissione Giustizia del Senato sta valutando in questi giorni il disegno di legge. Luigi Li Gotti, penalista, ex sottosegretario alla Giustizia, ora senatore per l’Idv, non ha dubbi: «E’ un’altra legge vergogna, che serve al premier».

Pulire, bonificare, annullare. Togliere di mezzo ogni possibile indizio. O rischio. Nello stesso pacchetto di norme diventano molto più severi i motivi di ricusazione del giudice: basta che abbia, anche solo una volta, detto qualcosa, «formulato un giudizio sulle parti del processo», e sarà obbligato ad astenersi. Sacrosanto, ma la norma è talmente generica che sembra diventare possibile ogni tipo di ricusazione. In pratica, passa il principio che si possa essere giudicati solo da chi è gradito all’imputato. E se l’imputato è un boss di mafia?

Ecco perché sarebbe tanto più semplice per il nostro Presidente del Consiglio rinunciare agli scudi e accettare il processo. Sarà sicuramente innocente, come sostiene. E almeno non se ne parla più.

°°° Certo, innocente come hitler e lo squartatore di Boston. Stampatevi questo pezzo tenetelo in tasca, pronti a sputare in faccia qualunque scimmietta che si permetta di ripetere la solita, vecchia, balla: “E’ SEMPRE STATO ASSOLTO!” UN CAZZO, NON è stato MAI assolto… si è fatto fare le leggi per non finire in galera. Cosa che ripetiamo da 15 anni.

berlusconi-complotto1

berlusconi-intoccabile2

berlusconi-napoleone1

berlu-onesto

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Le bugie (solite) di Berlusconi

Fisco per fiasco

Marco Travaglio

“Durante il processo é stato spiegato chi aveva dato i soldi, é stato individuato il tragitto dei soldi e sono state individuate le azioni che Mills ha fatto con quei soldi e il fisco inglese ha costretto il signor Mills a pagare le imposte, considerando queste entrate come un compenso professionale. Se fosse stata una donazione Mills non avrebbe dovuto pagare alcuna imposta. Se questo non vi basta, non vi basta la presa di posizione di uno Stato a riguardo allora non so…” (Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio, dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza Mills, Agi, 19 maggio 2009)

“Sono l’avvocato di David Mills e, per suo conto, dichiaro quanto segue… Il mio cliente ha accettato il punto di vista degli Uffici del Fisco per i quali, in assenza di un atto di donazione scritto, il pagamento andava assoggettato a tassazione, indipendentemente dalle circostanze e dall’identità del donatore” (David Kirk, news.bbc.co.uk, 4 marzo 2006).

“In conclusione, il consenso all’accordo fiscale era stato prestato proprio perché era risultato chiaro che il fisco non avrebbero ‘accettato senza delle provè il fatto che il denaro proveniente dal Torrey Global Offshore Fund fosse un regalo. Ma, riferendosi agli ispettori, Mullins (Sue Mullins, la fiscalista dell’avvocato Mills, ndr) aggiungeva con qualche contraddizione logica che ‘in realtà l’identità di questa persona che aveva dato i soldi non era il vero problema per loro’, tanto che non le era stato chiesto di allegare documentazione” (dalle motivazioni della sentenza Mills, pag. 170).

“L’ufficio (del fisco, ndr) aveva sperato in una ‘solerte collaborazionè per giungere ad un accordo in tempi rapidi, aveva perciò ‘organizzato velocemente la riunione per il 22 luglio 2004’, ma ‘aveva passato la maggior parte del suo tempo ad ascoltare una storia raccontata dal sig. Mills che si era rivelata essenzialmente falsa’. Mullins, diceva l’ispettore, ‘aveva fatto del suo meglio per velocizzare l’analisì di una relazione che poi si era rivelata incompleta, inesatta, non documentata. Perciò ora doveva ‘pensarci molto bene prima di decidere quale fosse la via migliore da seguire’. Mullins rispondeva che ‘anche a lei era stata raccontata la stessa storia’, e che da quanto sapeva da Mills tutte le circostanze da questi riferite erano esatte, salvo ‘l’identità del donatore’. D’altronde ‘a volte il suo cliente faceva cose strane e lei non sempre riusciva a comprendere il perché. Comunque in questa occasione il motivo era chiaro: voleva proteggere la vera identità del donatore”
(dalle motivazioni della sentenza Mills, pag. 164).

mills

APTOPIX ITALY BERLUSCONI

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter