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Spot per Scuola Pubblica «E’ girato in una privata». Ma non bastava B. a truffare il paese?
Pure Montusconi non smentisce mai di essere perfettamente in linea col disastro e la beffa del passato regime. Burlesquoni: l’omuncolo che sussurrava agli asini.
Fare uno spot per la scuola pubblica, e girarlo in una privata. Il cortocircuito va in scena alla Deutsche Schule Mailand, l’istituto tedesco (e privato, appunto) di Milano, scelto dal ministero per girare un video che raccontasse i cambiamenti nella scuola pubblica.
Immagini patinate, classi piene di computer, ragazzi con l’Ipad, lavagne elettroniche. E la voce narrante di Roberto Vecchioni a condire il tutto. «Chiunque ha realizzato a questo video non è evidentemente mai stato davvero dentro una scuola italiana», scrive 0Myszka sulla pagina Youtube del Cantautore. «Infatti l’hanno girato nella scuola tedesca di milano (parzialmente…) ahahahha!», risponde 1thepianist1.
http://www.unita.it/scuola/bufera-spot-per-scuola-pubblica-br-e-girato-in-una-privata-1.458128
L’azzardo è come il fumo, e l’alcol: basta spot sui giochi!
E basta anche con la pubblicità di pessimi vini, sciacquatura di tinozze, come il tavernello! Torniamo alla cultura del buon cibo e del buon vino. Basta con le cagate di berlusconi, torniamo all’ETICA!
Deficiente cocainomane
19 Maserati comprate dalla Difesa in piena crisi economica. 60 milioni di euro spesi per l’inutile spot dei soldati in città. Chi è il deficiente cocainomane colpevole di queste due CAGATE?
I ridicoli spot contro l’evasione fiscale
Bruno Tinti
I ridicoli spot contro l’evasione fiscale
Per carità, se due evasori, convinti da questi spot, pagheranno il dovuto saremo contenti. Certo, se la lezioncina arrivasse da un governo non presieduto da un tizio che ha spiegato all’Italia che lui aveva 64 società off shore che gli servivano per non pagare le imposte; e che, oltre il 35 per cento di aliquota, l’evasione fiscale è legittima difesa; ecco, sarebbe stata recepita meglio, come dire, senza sorrisi beffardi.
In ogni modo sempre di una cosa ridicola si tratta. Per indurre qualcuno a pagare le imposte occorrono i tre seguenti presupposti:
1 – una casta politica di specchiata virtù; perché, se un ladro mi spiega che non devo rubare, io lo mando a quel paese;
2 – un controllo effettivo su tutti i contribuenti per stanare gli evasori;
3 – un apparato sanzionatorio efficace e spaventevole, in modo che chi, nonostante i controlli efficienti, ci prova lo stesso, finisca i suoi giorni in galera; così nessun altro segue il suo esempio.
Ovviamente nessuno di questi presupposti sussiste e quindi lo spot è, come ho detto, una cosa ridicola.
Sul primo presupposto non vale la pena di sprecare parole: abbiamo una
Turismo, burlesquoni testimonial dello spot. Ecco perché non viene più nessuno in Italia!
Amici, ma non vi disturba la tv italiota col 50% del tempo piena di orrendi spot?
L’italietta di burlesquoni è l’unico paese al mondo con una televisione così brutta, volgare, e così infestata dalla propaganda. Spot orrendi e ripetuti all’ossessione: assorbenti o scarichi putridi all’ora di pranzo e di cena, automobili di merda costosissime in paesaggi da sogno e senza ombra di traffico, famiglie ricche e felici che appartengono a un mondo che non esiste, nel paese più povero e disperato d’Europa… insomma: UNA CAGATA PAZZESCA e senza pudore. In tutti i paesi civili esistono al massimo dieci minuti di pubblicità sulle 24 ore, e sono quasi tutte costituite da spot artistici, eleganti, poetici o divertenti. Qui il mafionano ha dato la stura a tutta la spazzatura di cui è composto anche in campo pubblicitario. Spero che il governo che arriverà metterà fine a questo obbrobrio e anche ai furti travestiti da guadagni che ne derivano.
Berlusconi dovrebbe andare all’ergastolo solo per il disastro fatto all’Aquila e per gli spot- truffa tv.
L’Aquila dimenticata
Il parroco di Tempera: «Non ci dicono la verità»
IL VIDEOREPORTAGE in CINQUE PUNTATE
Da lunedì 25 ottobre a venerdì 29 ottobre: ogni giorno on line su Corriere.it una puntata del videoreportage su L’Aquila realizzato dal giornalista Ruben H.Oliva. Un viaggio per capire a che punto siamo con la ricostruzione da quel 6 aprile del 2009 che portò morte e distruzione. Un viaggio per cogliere umori, sensazioni, speranze e delusioni.
L’AQUILA – Domenico ti fulmina con lo sguardo mentre cammina sul cumulo di macerie in cui un tempo c’era Tempera, il suo paese. Non si è ancora rassegnato, ma l’esperienza di questi ultimi diciotto mesi gli ha fatto perdere ogni fiducia nello stato italiano. Don Giovanni Gatto, parroco di Tempera, mentre racconta come sia riuscito a salvarsi per miracolo, indica con tristezza la montagna di pietre ed erbacce che ha presso il posto della sua chiesa.
Lungo le statali che avvolgono l’Aquila, i cartelli con i nomi di paesi e borghi fantasmi sono tanti. Basta abbandonare l’asfalto e inoltrarsi lungo strade sterrate per assistere ad uno spettacolo agghiacciante, diventato ormai normale. Poltrone, televisori, resti di bagni e cucine, spuntano tra i detriti per raccontare come un tempo in questi luoghi c’era la vita. Il signor Maurizi, orgoglioso proprietario del albergo ristorante “La cabina” di Castelnuovo, si è dovuto costruire a spese sue una baracca di legno sul bordo della strada. Il nuovo e precario bar si chiama «La cabina 2» e dista pochi passi dai resti della struttura precedente. Ora Maurizi tira a campare immerso nei debiti: il sima ha raso al suolo i sacrifici di tre generazioni d’emigranti in america e in Germania.
Benvenuti ad un Aquila di cui tanto si è parlato e poco si è visto, diventata drammatico bottino della politica. Nel centro storico della città abruzzese, ci si aspetta di vedere o sentire l’assordante rumore di ruspe o il movimento di camion e gru. Invece niente, un silenzio innaturale ti accompagna mentre cammini nei vicoli di quello che rimane del bellissimo centro storico.
Le new town, piccoli quartieri di case nuove, costruite a peso d’oro, stonano con il paesaggio circostante. Chi ha avuto la fortuna di finire in questi quartieri inizia a intuire che ci dovrà rimanere, se tutto va bene, almeno 30 anni. Le case consegnate personalmente dal premier Berlusconi, appena ci si entra, appaiono molto diverse da come le abbiamo viste in televisione. Sono piccole e di mura sottili (e non funziona niente già dalla prima settimana, i mobili sono di cartone. N d Lucio). Come spiega un terremotato «dopo mesi in tenda pure una baracca ti sarebbe sembrata una regia».
L’Aquila appare molto diversa da quella mostrata fin ora. Le macerie non sono state rimosse, la gente vive in un clima d’angoscia crescente. Il numero dei morti, dei suicidi, dei divorzi e dell’uso di psicofarmaci è aumentato nel silenzio generale. Il dottor Alessandro Sirolli, direttore del centro psichiatrico diurno dell’Asl 1 dell’Aquila non ha dubbi: «Ci nascondono le cifre del disastro umano» racconta. Gli effetti distruttivi sulla psiche umana, dopo il sisma e lo stato di crisi, sono stati devastanti.
Di ricostruzione non se ne parla più né in consiglio regionale né tra la gente. La speranza è ridotta al lumicino mentre un secondo inverno è alle porte. Un dramma umano che si svolge lontano anni luce dalle aule parlamentari e dalle sedi dei partiti. La sensazione è che l’Aquila, questo pezzo d’Italia, sia stata rimossa dall’immaginario collettivo e che il cartello posto all’ingresso di una delle centinaia di baracche di legno in cui trascorrere quel poco di vita sociale che ancora rimane – dove si legge «questa è l’Italia del si salvi chi può» – non sia frutto del qualunquismo quanto piuttosto la fotografia di una realtà con cui dovremmo fare i conti per molti decenni.
Ruben H Oliva (Corsera)
25 ottobre 2010
°°° Ci tengo ad aggiungere che la colpa NON E’ DELLA POLITICA, la colpa è di silvio berlusconi e delle sue cricche. Vedi bertoladro & C.
Minzolini, spot per il governo
Queste merdine non sono nemmeno a livello dei topi. Quelli almeno capiscono quando la nave sta per affondare…
Un mafionano sempre più fulminato. INFERMIERIIIII !!!
Spot di Berlusconi: «Italiani, passate
qui le vacanze»
Messaggio di 30 secondi
del premier che andrà sulle tv
°°° Questo idiota non si rende davvero conto che sta sul culo al 90% degli italiani! Crede solo lui ai suoi sondaggi taroccati… Roma anche oggi è invasa dai dimostranti incazzati, ci sono almeno tre scioperi al giorno da due anni e mezzo, chiudono diecimila attività al mese… ma chi cazzo se lo fila?!