Non puoi nemmeno pulire le ciabatte a Romano Prodi, e tanto meno i tuoi ministrucoli ai vari Di Pietro, Visco, Padoa Schioppa, Bindi, Bersani, etc..
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VISCO:’Italia è un paese anziano, bisogna lavorare più a lungo’. Bravo! E il lavoro dov’è?!
Ma perché non collegate il cervello prima di sparare certe minchiate?
Romano Prodi, toc toc!
Riusciremo mai ad avere un governo serio che duri più di due anni? Prodi li ha fatti cagare in mano ed hanno mosso il mondo e l’anima dei miliardi per toglierlo da lì. Ma vi ricordate? Prodi, Bersani, Di Pietro, Visco, Bindi… altro che la nazionale dell”82!
Manovra, l’affondo di Visco: «Sull’evasione si è fatto poco»
Manovra, l’affondo di Visco:
«Sull’evasione si è fatto poco»
L’ex ministro: «È stata una manovra necessaria, ma non sufficiente. Se l’Europa non cambia la politica economica, non basterà».
http://www.unita.it/italia/visco-manca-una-strategia-contro-l-evasione-fiscale-1.367700
Visco smonta le stronzate del ragionierino evasore e incapace Tvemonti
Visco smonta Giulio: «La sua è solo pura fantasia»
Giulio Tremonti parla di taglio alle agevolazioni fiscali, ripete che sono oltre 400. Troppe. «E quante agevolazioni ha introdotto lui, non lo dice? Una per tutte: l’aliquota flat sul salario di produttività. Ma ce ne sono molte». Vincenzo Visco è tranchant sull’ultima uscita del ministro dell’Economia: molte parole, pochi fatti. Come dire: fumo. Quelle tre aliquote e cinque tasse annunciate ieri tecnicamente vogliono dire ben poco, perché il peso del fisco dipende da molti altri fattori.
Fino a ieri il ministro parlava di rigore. Oggi parla di riforma fiscale. Arriverà?
«Se si tratta di una delega a maglie larghe, fatta per propaganda, che poi alla fine non porterà a nulla, è possibile che arrivi. Anche durante l’altro governo presentarono una mega-delega che si risolse solo con la riforma del fisco sulle società, in cui si abolì la Dit e si introdusse la Pex, che favorì le operazioni finanziarie delle imprese. Io prevedo una delega con aliquote basse, con perdita di gettito che il ministro coprirà con le detrazioni. Ma, vorrei ricordare, che la maggior parte delle detrazioni riguardano i carichi familiari. Altro che palestre. In ogni caso, finora Tremonti ci ha fatto l’elenco delle detrazioni in vigore: quando vedremo quello delle agevolazioni che vuole eliminare potremo discutere. Ma quell’elenco non lo farà».
Con Burlesquoni, PIU’ TASSE PER TUTTI! Tranne per i ricchi e ladri.
O LE TASSE O IL BUNGA-BUNGA! – ALTRO CHE PRODI E VISCO: IL RECORD DI PRESSIONE FISCALE ESPLODE CON IL CAVALIER POMPETTA E TREMENDINO TREMONS (PEGGIO DEL 1997, ANNO DELL’EUROTASSA!) – E PREPARIAMOCI AL BORDELLO DEL FEDERALISMO LEGHISTA: INVECE DI RESPONSABILIZZARE I COMUNI, GLI PERMETTE DI INVENTARSI NUOVE ADDIZIONALI E DI SPREMERE I NON RESIDENTI – E POI L’ICI, TOLTA SULLA PRIMA CASA, MA AUMENTATA PER TUTTI GLI ALTRI. AI PICCOLI IMPRENDITORI COSTERÀ 500 MLN €…
Roberto Petrini per “la Repubblica“
Lo slogan della primavera del 2008, quando Berlusconi vinse di nuovo le elezioni, era lo stesso del 2001: «meno tasse per tutti». Il comma 2 del programma presentato allora agli elettori e consultabile su Internet è assai chiaro: totale eliminazione dell´Ici sulla prima casa, introduzione del «quoziente familiare», abolizione delle tasse su successioni e donazioni e – immancabilmente – «graduale e progressiva riduzione della pressione fiscale sotto il 40% del prodotto interno lordo».
SILVIO BERLUSCONI ROBERTO CALDEROLI GIULIO TREMONTI UMBERTO BOSSI
Delle quattro promesse solo l´Ici sulla prima casa è stata abolita, con costi alti (circa due miliardi ed esiti pesanti sui bilanci comunali). E il resto? Il resto dice che la pressione fiscale in Italia non diminuisce per niente, anzi stando ai recenti dati dell´Ocse, tra il 2008 e il 2009 si è già registrato un aumento di 0,2 punti toccando il tetto del 43,5 (più alto del 1997, anno della biasimata eurotassa di Prodi).
Berlusconi Tremonti Manovra – Nonleggerlo
Crisi internazionale e l´effetto algebrico della caduta del Pil, si difende il governo: la pressione fiscale è un rapporto – si dice – se cala il denominatore (cioè il Pil), non può che aumentare. Tuttavia le cose non sono andate proprio così perché, come ricostruisce un dettagliato studio del Nens, è vero che il Pil è diminuito (di 3 punti nel 2008-2009), ma il gettito è diminuito di meno (ovvero 2,4 punti percentuali). Insomma il gettito fiscale si è ridotto meno di quanto si sia ridotto il Pil, ovvero abbiamo pagato tasse come se la recessione fosse stata meno dura, tasse non giustificate dal livello del Pil. Sono crollate l´Iva e le imposte sulle società, ma una tantum e imposte sostitutive hanno continuato a drenare risorse.
Basterebbe, ma c´è da aggiungere che la nostra pressione fiscale, già ai vertici dell´Europa è più alta di quanto appare a prima vista. Ad essere onesti infatti bisognerebbe togliere dalla ricchezza prodotta la quota stimata di sommerso: in questo caso la nostra pressione – calcolata dal Nens e dalla Cgia di Mestre- raggiungerebbe i più alti livelli in Europa collocandosi al 51,7 per cento.
E il federalismo? Nell´intento iniziale sindaci e governatori si sarebbero dovuti responsabilizzare: solo chi taglia le spese può ridurre le tasse ed ottenere il consenso degli elettori. Sembra una formula magica, ma i punti di forza del decreto appena bocciato dalla «Bicameralina» sono proprio le tasse sui non residenti, dunque su quelli che non votano: seconda casa e tassa di soggiorno.
Così aumenta la pressione fiscale e i primi cittadini non ne subiscono le conseguenze. Nel marasma politico in cui è stata elaborato il decreto, è entrato anche il via libera alle addizionali comunali (dal 2011) e regionali (dal 2012). A regime, cioè nel 2015, secondo uno studio della Uil, la stangata per il cittadino medio se tutti i Comuni e le Regioni esercitassero l´opzione (il che date le condizioni delle finanze locali, non è da escludere) pari a 647 euro. Senza contare che l´argine all’aumento della pressione fiscale introdotto con la clausola di salvaguardia nel decreto sul federalismo regionale – nota un esperto come Salvatore Tutino del Cer – è caduto: cancellato con un colpo di penna dall´ultima versione del provvedimento. Aumento della pressione, senza rete di protezione.
Infine l´Ici: uscita dalla porta per la prima casa rischia di rientrare fragorosamente dalla finestra della seconda con una aliquota media che sale dal 6 per mille al 7,6 (e la possibilità per i Comuni di portarla al 10,6). Ne fanno le spese i proprietari ma soprattutto i piccoli imprenditori che lavorano direttamente nei locali di proprietà: per costoro nella prima versione del decreto era previsto uno sconto sull´imponibile del 50%. Ora per trovare le risorse per ridurre l´aliquota Imu, dovranno pagare sulla rendita catastale piena. Uno scherzetto che moltiplica il malcontento. E che secondo la Cgia di Mestre costerà come minimo mezzo miliardo alle imprese.
VISCO E PRODI: LA LORO POLITICA HA SALVATO IL CULO A TREMONTI
VISCO E PRODI: LA LORO POLITICA HA SALVATO IL CULO A TREMONTI
Il ministrino segue Padoa Schioppa nel
rigore. Ma non su evasione e equità. Anzi…
Cazzaro numero 2
Crollano le entrate fiscali
mancano quattro miliardi
Le entrate tributarie nel primo bimestre del 2009 scendono del 6,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Dall’Ires, l’imposta sui redditi delle società, -64%. Il Tesoro: “Colpa della crisi”. Tremonti: “Siamo in Quaresima”
°°° In Quaresima? Siamo nella merda nera! Ci vorrebbe un governo. Ci vorrebbero dei ministri, altroché! Mancano quattro mld dai contribuenti che Visco e Prodi stavano fideizzando; mancano 10 mld dai fondi europei che questi NON sono riusciti a spendere; mancano i 28 mld del tesoretto lasciato da Prodi, che si sono sperperati in minchiate; mancano circa 240 mld dall’evasione fiscale, che con questi farabutti vola col vento in poppa. Manca uno statista e persone serie e preparate al governo. Ecco cosa manca.
Da La Voce
LOTTA ALL’EVASIONE: CONTINUA?
di Gaetano Proto 27.03.2009
Ha avuto larga eco la notizia che nel 2008 le somme riscosse dall’Agenzia delle Entrate in seguito alla lotta all’evasione hanno raggiunto i 6,9 miliardi. Si è sottolineata la crescita del dato rispetto all’anno precedente, senza tuttavia estendere il confronto al 2006. Ma se si va a guardare le riscossioni di quell’anno, la prospettiva si rovescia: il 2008 risulta un anno di netta decelerazione rispetto alla crescita avvenuta nel 2007. Per il 2009, il primo anno i cui risultati potranno essere attribuiti interamente al governo in carica, il rischio di stallo è elevato.
Lo scorso 23 marzo l’Agenzia delle Entrate ha tenuto una conferenza stampa per mostrare, numeri alla mano, che “la lotta contro l’evasione fiscale va avanti”, come afferma la sintesi nell’home page dell’Agenzia.
Per chi teme che la tolleranza verso l’evasione possa tornare a essere uno degli assi portanti del “patto sociale”, si tratta di una sorpresa che merita un supplemento di indagine.
UN CONFRONTO PIÙ CORRETTO
Nella presentazione , si trovano solo i dati relativi al 2007 e al 2008: nella seconda diapositiva, le “Somme riscosse a seguito della complessiva azione di contrasto degli inadempimenti dei contribuenti” mostrano per il 2008 una crescita di 500 milioni di euro rispetto all’anno precedente (da 6,4 a 6,9 miliardi di euro), pari all’8 per cento.
I dati relativi al 2006 si possono trovare, con una certa fatica, sul sito dell’Agenzia grazie a una conferenza stampa del dicembre 2007. Confrontando questi dati con quelli definitivi 2007 citati nella conferenza stampa del 23 marzo, dal 2006 (anno di passaggio tra due legislature) al 2007 (anno interamente attribuibile al governo Prodi) la crescita delle riscossioni risulta pari a 2 miliardi (da 4,4 a 6,4 miliardi di euro), cioè al 45 per cento (vedi la tabella 1).
Visto in prospettiva, il risultato del 2008, di nuovo un anno di passaggio tra due legislature, acquista quindi tutt’altro senso: secondo questo indicatore di efficacia, la dinamica della lotta all’evasione è rallentata vistosamente.
Ma non è finita qui: la previsione per il 2009 avanzata nella conferenza stampa comporta una ulteriore riduzione del tasso di crescita delle riscossioni: dall’8 al 4 per cento. Questa previsione programmatica appare incoerente con quanto afferma il direttore dell’Agenzia, Attilio Befera: “il contrasto all’evasione (…) diventa ancor più determinante nei momenti di crisi, come quello attuale, quando la concorrenza sleale rischia di essere un fattore che taglia fuori dal mercato le imprese sane”.
Il 2009, periodo che presumibilmente andrà attribuito per intero al governo Berlusconi, sarà comunque l’anno in cui si potranno osservare i risultati della politica anti-evasione del governo per così dire in vitro, al netto sia dei mesi in cui era in carica il governo precedente, sia del “trascinamento” della sua azione di contrasto – i cui effetti sulle riscossioni ovviamente non sono istantanei, ma si realizzano con un certo ritardo, come è stato fatto notare giustamente da vari commentatori. Vedremo se la promessa relativa a quest’anno, pur così poco ambiziosa, sarà mantenuta.
* L’articolo riflette le opinioni dell’autore e non impegna la responsabilità dell’Istituto di appartenenza.
Tabella 1: Somme riscosse a seguito della complessiva azione di contrasto degli inadempimenti dei contribuenti
(gli importi sono espressi in miliardi di euro)
2008 2007 2006
Riscosso complessivo 6,9 6,4 4,4
di cui
Ruoli 3,3 3,2 1,7
Versamenti diretti 3,6 3,2 2,6
Fonte: per il 2006, Conferenza stampa 18/12/07; per il 2007-08, 2008.ppt, entrambi in www.agenziaentrate.gov.it.
°°° Non c’è verso: le uniche cose buone negli ultimi 30 anni le ha fatte solo Romano Prodi. E questo gnomo continua a prendersi tutti i meriti.