Franco Gabrielli, capo della Protezione civile, non nasconde la sua preoccupazioneper la trascorsa alluvione e punta l’indice contro la politica del condono, “responsabile delle vittime delle alluvioni”. Non usa mezze parole e le sue parole pesano come pietre: “Il pianto dei morti per questi disastri è irrisione agli stessi morti. In questi anni, milioni di euro sono stati spesi solo in un’ottica risarcitoria, non di prevenzione, perché quella strada aiuta ad ottenere dei consensi elettorali. Ci si è affidati alla cultura della fatalità più che alla prevenzione”.
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Barletta, lavoro nero e carenza di controlli. Per le vittime domani funerali in piazza
NON HO SENTITO NEMMENO MEZZAZ PAROLA DAL SEDICENTE GOVERNO. EPPURE GRAN PARTE DELLE COLPE SONO SUE E DELLA SUA MAFIOSITA’.
BIONANOTTE A TUTTI!
Bologna, 2 agosto: nessuno dei mandanti occulti (governicchio B.) alle commemorazioni, come sempre.
Bologna 2 agosto, nessun ministro
anche quest’anno ci sarà il prefetto
I parenti delle vittime: “E’ una ritorsione”
A rappresentare il governo alle celebrazioni della strage, come già nel 2010, andrà Angelo Tranfaglia. Lo scorso anno critiche per l’assenza di membri dell’esecutivo.
°°° Questa è un’altra, decisiva, prova che questo regimetto malavitoso, ladro, assassino e incapace NON HA NULLA A CHE FARE COL POPOLO ITALIANO.
Ogni giorno la merda di burlesquoni miete vittime. La feccia fascista minaccia un mio amico
Minacce al leader antiradar
Mercoledì 27 aprile 2011
“Vi comunichiamo che abbiamo condannato a morte Antonello Tiddia, il minatore rosso”.
Poche righe, infarcite di minacce e insulti, scritte a mano con un pennarello rosso e indirizzate alla redazione di Carbonia de L’Unione Sarda. La lettera è stata spedita il 18 aprile da Cagliari da qualcuno che si firma “Nuclei fascisti sociali” e che inneggia al Duce dopo aver annunciato un’azione violenta (“prima lo gambizziamo e poi lo uccideremo”) contro l’operaio della Carbosulcis Antonello Tiddia, 49 anni, in questi giorni in prima linea nell’ambito della protesta contro l’installazione del radar della Guardia di Finanza nella località “Su Semaforu” a Sant’Antioco.
Chi scrive, accusando Tiddia di essere “amico degli indipendentisti e degli anarchici”, fa proprio riferimento a questa battaglia, ma anche a quelle a cui l’operaio ha preso parte negli ultimi anni “contro i radar – si legge – contro le basi militari, nucleare, in difesa di Bruno Bellomonte e come delegato Rsu Carbosulcis, sempre a favore degli operai”. Chi scrive conclude dicendo “Vogliamo vendicare la gambizzazione del camerata Andrea Antonini a Roma”.
I tempi biblici nella consegna della corrispondenza del Sulcis hanno fatto sì che la lettera venisse recapitata in redazione soltanto ieri mattina: è stata immediatamente consegnata ai carabinieri della stazione della Compagnia di Carbonia e sulla faccenda è già stata avviata un’indagine. (s. p.)
°°° Antonello è un mio amico, una persona per bene, come il 99% dei cittadini di sinistra. Gli ho espresso la mia solidarietà su FB.
Lucio Salis- Antone’, fatti una bella risata. Il fatto che i fascisti dell’unione sarda riportino i deliri di altri fascistelli è già di per sè ridicolo. Ricordati che chi abbaia non morde. Anche se dai vigliacchi c’è sempre da diffidare, sono molto più pericolosi dei forti, dato che agiscono anonimamente e alle spalle. Il sulcis è devastato, come tutta la Sardegna, da un paio di generazioni di teste di cazzo che sanno solo distruggere… ma sono assolutamente incapaci a usare il cervello e a costruire. Sono con te.
ABRUZZO E L’AQUILA: I familiari delle vittime: «Berlusconi ha offeso il nostro dolore»
I familiari delle vittime: «Offeso il nostro dolore»
di Jolanda Bufalinitutti gli articoli dell’autore Di fronte al numero 46 di via XX settembre a L’Aquila, dove sono le macerie della Casa dello studente, da qualche giorno crescono cespuglietti di rose bianche e fiori d’angelo intorno al piccolo monumento eretto dai vigili del fuoco. Li hanno piantati i parenti degli studenti morti nel sisma. È così che ricordano i loro ragazzi rimasti sotto le macerie di istituzioni pubbliche e di case private: con piccoli gesti affettuosi, con le fiaccolate ogni sei del mese. E con una richiesta di verità e giustizia. Le parole del premier piombano sui due procedimenti che si sono già aperti, quello per la Casa dello studente e quello per il Convitto nazionale, dove si è in attesa che la Cassazione si pronunci su una istanza di trasferimento «per legittimo sospetto».
Se a L’Aquila ci fosse il clima rappresentato dalle parole di Berlusconi, quell’istanza avrebbe ragion d’essere. Ma lo stesso Bertolaso smentisce nei fatti: ieri era a L’Aquila per un incontro già programmato, ma si è premurato, prima di partire, di avvertire palazzo Chigi del viaggio. Per Roberto Di Simone, papà di Alessio, morto alla casa dello studente, le parole del premier sono «benzina sul fuoco del dolore, non della violenza», precisa. «Dopo 14 mesi il problema non è quello di aggiungere violenza a violenza». Chiediamo, dice ancora, «dignità e rispetto, come caratterizzate da estrema dignità e civiltà sono state le nostre manifestazioni».
Il signor Di Simone andrà ovunque, se la decisione fosse quella di spostare il processo, perché «ovunque crediamo nella giustizia» però «L’Aquila per me rappresenta qualcosa, lì vado a trovare mio figlio, è come se lui fosse ancora lì». E Grazia, la mamma di Davide Centofanti: «Mio figlio è morto sepolto sotto tonnellate di macerie, non permetto a nessuno, nemmeno a Berlusconi di ricattarci in modo così vigliacco». Perché certo, anche nel processo della casa dello studente, il giudice ha accolto l’estensione dei reati contestati al mancato allarme. Nei documenti in mano ai magistrati, nel dossier di “Abruzzo engineering”, nello studio sulla vulnerabilità realizzato dalla stessa Protezione civile, gli edifici che non avrebbero retto ad un sisma erano indicati con indirizzo e numero civico. È da dimostrare se quelle informazioni furono trasmesse ai diretti responsabili, come Luca Valente, direttore della Casa dello studente.
E, in caso affermativo, come e perché non furono prese misure di precauzione. Interrogativi analoghi si pone Lucia Catarinacci, la mamma di Luigi Cellini, 15 anni, morto al Convitto nazionale. Al Convitto era ospite una squadra di rugby e il dirigente della squadra portò via i ragazzi, dopo la prima botta di terremoto, nella notte del 5 aprile. «Perché il preside Livio Bearzi e il dirigente Vincenzo Mazzotta non ritennero di tutelare i ragazzi che erano al Convitto sotto la loro responsabilità?». «Voglio semplicemente la verità su quella notte», dice Lucia. E «verità» chiede Giustino Parisse, il giornalista de “Il Centro” che ha perso la mamma e i due figli piccoli, scrivendo nel suo blog «le parole del premier fanno male».
Parisse hanno firma l’esposto che chiede chiarezza sulla riunione della Commissione grandi rischi del 31 marzo che «non si può confondere con l’operato della Protezione civile dopo il terremoto. Si può criticare ma nessuno a L’Aquila è stato mai aggredito». Interviene nel blog Rosanna Italia: «Mia madre e mio fratello sono stati trovati dopo 35 ore di attesa..E se c’è chi pensa che questo possa fare di noi delle menti fragili, si sbaglia. Ci sono persone che ci insultano, senza immaginare cosa abbiamo passato e cosa stiamo passando. Le menti fragili non siamo noi». Le parole del premier non interessano i magistrati aquilani: «Non entro in polemica; continuo a lavorare come al solito, bene, velocemente e rispettando le leggi vigenti», dice il procuratore capo Alfredo Rossini. Ma interessano il Csm, i consiglieri (con l’eccezione dei laici del Pdl e di “Magistratura indipendente”)chiedono alla presidenza un intervento di tutela nei confronti dei Pm aquilani.
°°° Ma chi si ricorda, al contrario delle minchiate che dice questa destra ladra e assassina, degli allarmi ripetuti e accorati del sismologo…minacciato di querele per “procurato allarme” dalla gang di Berlusconi medesimo?
FACCENDIERE MAFIOSO DI MERDA
Pedofilia, il Papa incontra 8 vittime… e parte l’orgia
Mentre il nano pensa alle bagasse…
La rabbia nella tendopoli: mai viste né telecamere né visite ufficiali
“Torneremo nelle nostre case distrutte, così qualcuno si accorgerà di noi”
Castelnuovo, il paese dimenticato
che è ancora sotto le macerie
dal nostro inviato JENNER MELETTI (Repubblica)
CASTELNUOVO DI SAN PIO (l’Aquila) – Dicono che faranno tutti come Sabbatino S., che ha 80 anni e l’altro giorno è scappato dalla tendopoli e si è
Buonanotte (di merda) a tutti!
Sardegna devastata dal fuoco
due morti, turisti evacuati
Le due vittime nel Sassarese: un pastore di 58 anni di Pozzomaggiore e un uomo colto da infarto mentre tentava di sfuggire alle fiamme. Roghi in tutta l’isola: gruppi di bagnanti evacuati via mare.
°°° Grazie a tutte le teste di cazzo, a cominciare dai forestali e dai merdaioli della protezione civile che, quando va bene… appiccano il fuoco senza intermediari.
Salvando quelli che si fanno il culo DAVVERO, sempre e comunque…
Il premier e l’Italia vanno a puttane
ALCUNI TITOLI DALLA STAMPA (BENEVOLA) DI OGGI. e NON PARLIAMO DELLA STAMPA E DELLE TV STRANIERE… DA ACCAPPONARE LA PELLE.
– L’anno scorso 1.120 vittime del lavoro
Tir investe operai: un morto e 5 feriti
– Rai, Garimberti porta il caso Tg1 in Cda
Il varietà di Crozza scompare da La 7
– Tremonti dai commercianti critica le banche
E Berlusconi non ci va: “Ho il torcicollo”
– Istat, vendite al dettaglio in calo dello 0,6% sull’anno
– Ocse rivede le previsioni al rialzo
Ma in Italia la situazione peggiora
– G8 all’Aquila con l’allarme terremoto
– Annunci sul web, organi in cambio di soldi
Videoinchiesta. “100 mila euro, affare fatto”
Fegato, midollo, sangue: su internet le offerte di chi, travolto dai debiti, vende parti del proprio corpo. Malgrado la legge lo vieti. E’ la classe media piegata dalla crisi
– Giornalisti e magistrati: no al dl intercettazioni
– Pestata dal branco, c’è identikit dei colpevoli
Napoli, una giovane aggredita a pugni e calci per aver difeso degli amici gay. Rischia di perdere un occhio. Caccia agli aggressori.
°°° Ecco, amici miei, un piccolo spaccato del degrado che questa italietta ha subìto in un solo anno di governicchio scellerato. Queste sono alcune delle notizie che i telegiornali di regime NON danno, oppure danno in modo artatamente subdolo e incomprensibile: ben lontano dalla portata degli eventi reali. Per esempio… avete visto un solo Tg italiano che dedichi qualche minuto al giorno per raccontarci le vicissitudini dei terremotati? Per monitorare le loro reali condizioni di salute e di assistenza da parte degli organi competenti? No, vero? Beh, in uno Stato civile e democratico sarebbe IL PRIMO SERVIZIO ad andare in onda, ogni giorno, fino a soluzione del problema. Ma questo è uno Stato civile e democratico? No, certo. Qui, tolti Santoro, Travaglio, e pochissimi altri… chi si sognerebbe di fare il giornalista per davvero?
VIVIAMO AVVOLTI DALLA NEBBIA
L’agghiacciante italietta di burlesquoni
Prostituirsi per un compito in classe
Il sesso, mai protetto, è di ogni tipo anche di gruppo
Sesso a pagamento a scuola o in discoteca. «Adesso anche i “clienti” sono giovanissimi»
ELENA LISA
MILANO
Alla segreteria telefonica dove lo lascia, il messaggio si sente appena: «Sono Claudia, ho tredici anni», e poi non smette di piangere. Tra le lacrime racconta la sua storia e si chiede come sia potuto succedere. Dice che adesso non potrà più tornare a scuola. Tre settimane fa ha fatto sesso orale con due quattordicenni nei bagni della discoteca che ha frequentato per tutto l’inverno nel centro di Milano, quella dei personaggi famosi. A ballare ci va il sabato pomeriggio, con le amiche. Claudia, che è un fiume in piena, il suo messaggio lo lascia di notte al numero del Centro studi contro il bullismo del Fatebenefratelli diretto da Luca Bernardo, primario della struttura di Pediatria e dell’area adolescenza all’ospedale milanese. Sa che la sua storia c’entra poco con violenze e aggressioni perché lei, quel pomeriggio nei bagni del locale, era consenziente, e non era neppure la prima volta. Ma non sa a chi rivolgersi. Claudia è onesta. Ammette anche che se quei «cavalieri» coetanei non avessero fatto circolare tra i compagni di scuola il video registrato sul telefonino, in cui è inginocchiata vicino al water con i due in piedi davanti a lei e i pantaloni abbassati, chissà quando, e se, avrebbe deciso di chiedere aiuto.
«Quello dei baby clienti è un fatto che ha sorpreso anche me, anche se mi occupo da anni di adolescenti – spiega Bernardo – è un fenomeno nuovo, ma purtroppo, dato il numero di segnalazioni che riceviamo, sta dilagando. E non va sottovalutato, per tutelare sia le piccole prostitute sia i clienti bambini. Se nessuno interverrà diventeranno uomini adulti convinti di non avere valore, certi che nella vita conti solo il denaro. Sono loro, anche, le vittime della baby prostituzione». Le ragazzine come Claudia è come se avessero due identità. Hanno tra i 13 e i 16 anni e vivono le loro giornate trasformandosi. Per esempio Manuela, 15 anni, che a casa è acqua e sapone, loquace, divertente, ma non eccessivamente disinibita. È in gruppo, nei luoghi di aggregazione, nelle discoteche in particolare, che cambia il suo modo di essere. Qui gli sguardi diventano ammiccamenti e lo zainetto un kit per il cambiamento: la minigonna al posto dei jeans e le scarpe col tacco anziché le ballerine. La biancheria intima spesso è costosa e in mostra. Manuela sceglie i posti dove appartarsi in discoteca, non esclusivamente i bagni, muovendosi tranquilla perché «io lì a ballare ci vado sempre, mi conoscono e quelli della sicurezza non mi controllano».
Niente tabù
Le piccole prostitute perdono qualsiasi tabù e i rapporti sessuali diventano un mezzo per ottenere «merce», mai denaro: telefonini, biglietti per i concerti, ricariche, ipod, scarpe da ginnastica, magliette, catenine e braccialetti. I loro clienti, altrettanto bambini, gonfi di spavalderia o timidezza – che tentano di vincere con l’uso di una nuova droga, il cosiddetto ghiaccio bianco o ghiaccio secco, mix di barbiturici e anfetamine – le rimorchiano sui divanetti. Poco importa che sia il «fighetto» del gruppo oppure lo «sfigato». «Il maschio per queste adolescenti – spiega Bernardo – è una preda. È il mezzo grazie al quale possono avere ciò che vogliono, e apparire come desiderano».
Il sesso, mai protetto, è di ogni tipo: completo, di gruppo e praticato con un certo voyeurismo, dietro le tende, negli anfratti in discoteca e, a volte, nei bagni della scuola dove il rischio di essere visti o sentiti è alto. Alta è pure la cifra da racimolare per i piccoli clienti che devono comprare la merce con cui pagare la prestazione. Cinquanta, cento euro a settimana. Alle ragazze raccontano di sfilarli, poco per volta, dal portafoglio dei genitori. Oppure li chiedono ai nonni e ai parenti. Dicono di aver finito la paghetta. Altri, invece, minacciano i compagni con atti di bullismo. Ma c’è anche chi si accontenta di una ricarica telefonica o di un aiuto scolastico: a volte può bastare persino un compito passato al momento giusto. Rudy Citterio, presidente dell’Associazione locali notturni di Milano, parla di disagio giovanile e aggiunge: «Chi gestisce una discoteca non può sostituirsi agli educatori. È la famiglia che deve tirar su i figli con valori e principi sani». Quindi i genitori stanno a guardare? Alla domanda risponde involontariamente Claudia. Al telefono, tra i singhiozzi: «Per fortuna i miei non si sono accorti di niente. Eppure il mio armadio è pieno di cose firmate che loro non mi hanno mai comprato».