Cade un’altra pietra angolare

Il quotidiano della destra: Prestigiacomo e Meloni penalizzate nelle cerimonie pubbliche

premiate Carfagna e Gelmini, che hanno difeso il premier nei recenti scandali

G8, il Secolo contro Berlusconi “Con le first lady solo ministre fedeli”

Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini

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SCUSATE, QUELLO ERA IERI NOTTE… EHM..

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ROMA – Ministre fedeli premiate dal premier, e ministre dissenzienti messe in ombra in occasione del G8. A criticare il taglio che Silvio Berlusconi ha dato al G8 “rosa”, quello che riguarda l’accoglienza alle first lady dei Grandi impegnate in un tour culturale e istituzionale in occasione del vertice dell’Aquila, è oggi il

Secolo d’Italia. In un pezzo richiamato in prima pagina, il quotidiano politico della componente An del Pdl, titola: “Il premier premia soltanto le fedelissime”. Perché, si spiega, ad accogliere Michelle Obama e le altre signore e a guidarle tra i musei Vaticani e i Fori imperiali saranno Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini.

E qui si insinua il dubbio: “La Meloni e la Prestigiacomo pagano la troppa indipendenza?”. Il riferimento è soprattutto alla questione dell’inchiesta di Bari. Sul quotidiano diretto da Flavia Perina si legge: “Le due ministre prescelte sono state in effetti nelle ultime settimane le più intransigenti paladine del premier travolto dalle rivelazioni e dai veleni dell’inchiesta di Bari. Un particolare che deve aver giocato un ruolo di rilievo nell’opzione in loro favore decisa con tutta probabilità dallo stesso Cavaliere”.

E invece, “di certo non mancano nel governo altri bei volti, giovanili e altrettanto grintosi che avrebbero potuto assolvere all’impegno”, scrive il Secolo. I motivi della punizione per altre ministre lasciate in ombra sarebbero diversi. Per Stefania Prestigiacomo, “ultimamente trascurata nelle operazioni-immagine di Palazzo Chigi”, avrebbe pesato il caso Sicilia (“ha preso le difese di Raffaele Lombardo nella querelle sul governo siciliano”). Poi una lite “che non deve essere passata inosservata” con Michela Vittoria Brambilla (lei sì “fortemente sostenuta da Berlusconi”) per un convegno sul Gran Sasso, cui la titolare dell’Ambiente non è stata invitata ed ha sottolineato con stizza lo sgarbo. Infine la sua posizione sul caso Eluana Englaro, “diffidente rispetto al premier”, e il suo dissenso manifestato in Consiglio dei ministri.

Per la Meloni, oltre al “marchio” di “finiana”, ragiona sempre il Secolo, “la cosa che è stata meno digerita è stato il suo silenzio sui gossip relativi a festini e cene allegre nonché la sua aperta avversione al velinismo”. Che, oltrettutto, quando emerge il lato più gaudente del berlusconismo sembra decisamente fuori posto, apparendo più imbarazzata che divertita di fronte alle inarrestabili battute del premier.

°°° GINECEO, PUTTANIFICIO E RICATTI…  SIAMO SICURI CHE QUESTO SIA UN GOVERNO?

b+capello

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