E io pago…

La gestione degli aerei antincendi è di privati!!!

La gestione degli aerei, di proprietà dello Stato, è affidata a una ditta privata, la Sorem. Per la quale tra il 2001 e l’inizio del 2006 sarebbero stati stanziati oltre 170 milioni di euro.
La Sorem è di proprietà dell’ing. Giusepppe Spadaccini, nipote dell’ex presidente democristiano della Regione Abruzzo.

Abbiamo perso l’elicottero

di Gianluca Di Feo

L’ITALIETTA  DI  BURLESQUONI

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Un piano pronto da dieci anni. Trecento milioni stanziati. Ma l’acquisto di velivoli anti-incendio resta al palo. E il costo dei Canadair è un

mistero.

Bombardieri d’acqua che non sono mai stati capaci di spegnere le polemiche. Perché nessuno è mai riuscito a chiarire quanto costa la flotta antincendio italiana. Il segreto è avvolto in una cortina di fumo che ha impedito persino alla magistratura contabile di fare luce sulle spese dei pompieri volanti: un mistero tutelato dalla Nato. Sì, una questione di sicurezza nazionale neanche fosse Gladio. Perché nella sterminata battaglia legale che circonda l’acquisto degli elicotteri per difendere le foreste, alla fine il governo ha scelto di trincerarsi dietro al segreto di Stato e affidare i contratti a un inquietante ‘ufficio Nato del ministero delle Politiche agricole’. Strumenti da guerra fredda per l’emergenza più calda. Ma questa procedura ha letteralmente fatto infuriare tutti gli organismi dell’Unione europea incaricati di tutelare la concorrenza, alimentando una faida di ricorsi che di fatto sta paralizzando la possibilità di combattere le fiamme dal cielo.

Infatti è dal 1998 che la Forestale ha varato il piano per comprare nuove squadriglie, con uno stanziamento previsto di oltre 300 milioni di euro: nel 2001 è stato persino acceso un mutuo da 188 milioni. Mentre lo Stato continua a pagare rate e interessi di questo finanziamento, gli elicotteri non sono mai stati comprati. L’Agusta, azienda interamente pubblica, ha contestato la scelta di fare una gara d’appalto europea invocando la trattativa privata. I governi hanno sostenuto questa posizione, sbandierando il segreto militare e sfruttando persino l’11 settembre e la mobilitazione anti-terrorismo per evitare la competizione sul mercato. Così di ricorso in ricorso, i rinforzi sono rimasti sulla carta. Pensate: si trattava di mettere in campo 33 elicotteri leggeri e 16 pesanti. Ossia milioni di litri d’acqua che potevano essere sganciati ogni anno sulle Peschici d’Italia. Tutto fermo. Nel 2002 di fronte al logoramento di vecchi Breda-Nardi, elicotteri di una fabbrica che non esiste più da tempo, Palazzo Chigi ha cercato una scorciatoia per tamponare l’emergenza, commissionando all’Agusta una decina di velicoli. Ma anche questa commessa è finita nel fumo delle controversie legali.

Nel frattempo però si spende una cifra mostruosa per noleggiare dei colossali elicotteri americani, i pesi massimi Erickson S-64 affittati dalla Elilario. Anche in questo caso, nessuna gara: solo trattative dirette. Ma la squadriglia ha una storia surreale: si tratta di vetusti mezzi Sikorsky, progettati negli anni Cinquanta e costruiti per la guerra del Vietnam. Poi la Erickson quindici anni fa ha comprato i velivoli superstiti e li ha ricondizionati da zero per sparare acqua. È chiaro che i costi di carburante e ricambi sono enormi. Ma le cifre spese dalla nostra Forestale lo sono ancora di più. La somma dei decreti censiti dalla Corte dei conti indica che per l’unica pattuglia di quattro Erickson dal 2001 al 2005 sono stati bruciati 106 milioni di euro.

Ancora più cara la flotta dei 16 Canadair. A sommare le voci elencate dalla magistratura contabile nel dossier sulla lotta agli incendi del 2006 si totalizza una bolletta da 300 milioni di euro. Un rapido confronto con gli atti contabili francesi non fa balzare agli occhi sprechi nei contratti con la fabbrica aeronautica canadese: anzi, sembra che l’Italia abbia pagato i bimotori leggermente meno che Parigi. Resta enigmatico capire quanto sborsiamo per farli volare. La gestione degli aerei, di proprietà dello Stato, è affidata a una ditta privata, la Sorem. Per la quale tra il 2001 e l’inizio del 2006 sarebbero stati stanziati oltre 170 milioni di euro. Tutto a colpi di decreti, firmati da Palazzo Chigi con l’urgenza dell’emergenza più rovente. Che offre uno scudo per muoversi a margine dei regolamenti. Persino l’Autorità della sicurezza dei cieli un anno fa è arrivata ai ferri corti con la società dei Canadair e la Protezione civile: l’Enac ha convocato i responsabili, intimandogli di rispettare le regole sulle comunicazioni e le procedure.

Gran parte dei fondi per le campagne antincendi finisce nei bilanci dei bombardieri d’acqua: in alcune annate fino al 90 per cento degli investimenti programmati dalla Forestale è volato via inseguendo gli elicotteri. Ma è impossibile capire se i risultati siano all’altezza dell’esborso milionario. Nemmeno la Corte dei conti è riuscita a pronunciarsi: alla fine del suo dossier il giudice istruttore Vincenzo Gambardella ha dovuto alzare le braccia. Una questione è certa: non si può fare la guerra ai roghi soltanto dal cielo. Anche la Protezione civile ritiene che gli aerei siano solo uno ‘strumento aggiuntivo’. Perché la battaglia vera si combatte a terra: nei boschi, riuscendo ad arrivare ai focolai e a circondare le fiamme. Ma se gli elicotteri scarseggiano, i veicoli specializzati per affrontare i roghi sono ancora meno. Un esempio? Scrive la magistratura contabile che il Parco del Gargano, quello dell’ultimo disastro, negli scorsi anni ha comprato solo un autobotte da duemila litri, due furgoncini pick up, due jeep Defender e due Fiat Panda 4 per 4. E nemmeno le quattro ruote motrici possono trasformare la Panda in un mezzo per sfidare l’inferno di fuoco.

EUFEMI, IERVOLINO. – Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e delle politiche agricole e forestali. –
Premesso che:
dall’anno 1998 due velivoli Canadair CL215, di proprietà del Ministero delle politiche agricole, sono ricoverati in un hangar dell’aeroporto di Ciampino, ove sono tuttora regolarmente mantenuti in perfetto stato di manutenzione ad opera di una Società appositamente incaricata;
da allora tali velivoli sono stati assolutamente inutilizzati nella lotta agli incendi boschivi, pur in presenza di rilevanti costi vivi, di hangaraggio e di manutenzione, e soprattutto, nonostante la lotta attiva al fuoco richieda sovente l’intervento massiccio dell’intera flotta statale, con cicliche esigenze stagionali che richiederebbero anche l’uso di tali mezzi aerei;
dall’anno 1998 la Protezione Civile affidò la gestione della propria flotta aerea antincendi boschivi, composta da ben 14 velivoli Canadair CL415, alla Società SOREM, con una procedura a trattativa privata che destò, in seguito, una lunga serie di contenziosi;
la suddetta vicenda fu anche oggetto di numerose interpellanze rivolte all’allora Sottosegretario per la Protezione Civile, Prof. Franco Barberi, attesa la discutibilità dell’aspetto amministrativo e anche della qualificazione della citata esercenza per assolvere adeguatamente la gestione della flotta;
l’impiego operativo della flotta affidata alla SOREM è penalizzato dal fatto che tale esercenza non dispone di proprio personale di volo in numero adeguato alle usuali esigenze estive;
in ragione di tali carenze la SOREM dal 1998 fa sistematico ricorso all’assunzione di personale navigante straniero, con contratti temporanei e precari, ma di particolare remuneratività, anziché addestrare personale navigante italiano, da mantenere in allenamento secondo gli standard di questa specialità ed in attività operativa durante tutto l’arco dell’anno;
in particolare, si è acclarata una lunga e numerosissima sequela di gravi incidenti, che hanno caratterizzato entrambe le esercenze private. Entrambe sono state connotate da oggettive inadeguatezze gestionali, che hanno direttamente menomato il patrimonio aeronautico dello Stato e che hanno oggettivamente compromesso anche l’efficacia delle operazioni antincendio;
all’inizio del 2002 un Canadair in operazioni sul fuoco, in Liguria, riportò seri danni per un urto contro un cavo aereo, rientrando a Ciampino invece di atterrare “al primo aeroporto disponibile” come previsto dalle più elementari regole del volo;
tale episodio, solo in relazione alla risonanza sui media, portò a provvedimenti cautelativi della stessa ENAC nei riguardi della SOREM, in quanto mal gestito e neppure notificato alla stessa Protezione Civile ed all’ENAC;
rispetto ad uno scenario così inquietante non è dato conoscere quali e quante inchieste siano state aperte e concluse dalle Amministrazioni competenti, né a quali conclusioni siano pervenute,
si chiede di conoscere:
se corrispondano al vero le circostanze ed i fatti indicati in premessa;
quali siano le valutazioni del Governo, a fronte della suddetta situazione, ereditata da decisioni dei precedenti governi di centrosinistra;
quali inchieste amministrative e/o di altra natura risultino essere state attivate per acclarare le responsabilità professionali, amministrative ecc. dell’attuale esercenza della flotta Protezione Civile;
quale sia stato il loro esito;
se siano state riscontrate responsabilità rispetto ai gravi incidenti che, forse, potevano essere prevenuti solo con una corretta valutazione delle effettive carenze gestionali delle esercenze;
quali provvedimenti abbia adottato il Dipartimento della Protezione Civile per affrancare le esercenze private ed in particolare la SOREM rispetto a pratiche professionali inadeguate in termini di sicurezza del volo, efficacia, correttezza nella gestione dei rapporti di lavoro;
per quale motivo si sia manifestata acquiescenza alla sistematica assunzione di personale straniero stagionale e precario da parte della SOREM, a far data dall’inizio della stessa esercenza, quando, in ambito nazionale, risulta esistere personale navigante già precedentemente impiegato nella stessa specialità;
per quale motivo, da ben cinque anni, si siano lasciati in hangar due velivoli CL 215 perfettamente manutenuti, invece di reperire possibili soluzioni idonee a valorizzarli operativamente, contribuendo alla salvaguardia ambientale e soprattutto ammortizzando utilmente sia i rilevanti costi in conto capitale sia quelli correnti in presenza di personale navigante abilitato ed addestrato;
quale impegno di spesa sia stato sostenuto per tali due velivoli inutilizzati, a far data dal 1998 in poi;
se, viste le suddette deleterie esperienze in tale particolare specialità aerea, connotata da costi d’addestramento rilevanti, esista l’intenzione di continuare a percorrere ancora la via dell’esercenza privata nella gestione della flotta aerea statale della Protezione Civile, a fronte di tali oggettive inadeguatezze gestionali, addestrative, di sicurezza del volo, d’efficacia operativa;
se il Dipartimento della Protezione Civile, vista la consistenza della flotta in proprietà della Protezione Civile (14 Canadair CL415, 4 Piaggio P180, 2 elicotteri A109) ed i relativi costi di gestione complessiva, affidata a più esercenze private, non abbia almeno valutato l’opportunità di gestire in proprio ed unitariamente, con maggiore razionalità, tale flotta, con notevoli risparmi e soprattutto con una maggiore continuità e rispondenza operativa;
se non si ravvisi la necessità di migliorare l’intero sistema antincendi boschivi con una più adeguata visione aeroterrestre ed una più marcata assunzione di responsabilità operativa da parte del Dipartimento della Protezione Civile, incrementando il proprio livello di “know how”, grazie all’attuale opportunità di cessazione dell’attuale esercenza e alla convenienza di assumere la gestione diretta della propria flotta antincendio (CL415);
se, in particolare, il Dipartimento della Protezione Civile, visti i costi addestrativi del personale navigante, non reputi opportuno patrimonializzare stabilmente tali capacità ed esperienze con l’assunzione e l’addestramento di proprio personale navigante, come ad esempio accade in Francia, ove tale soluzione garantisce una continuità operativa ed efficacia d’intervento maggiore di quella riscontrata nel nostro Paese negli ultimi dieci anni, anche grazie alla figura del “fire attack officer” (ispettore delle operazioni antincendi, in volo);
se esista infine l’intenzione di utilizzare gli aerei Canadair CL215 per le esigenze della prossima stagione operativa, attraverso la suddetta assunzione di personale navigante già esperto e presente sul territorio nazionale in amministrazioni pubbliche, costituendo così un primo nucleo di professionalità, attraverso l’istituzione di un apposito “Centro addestramento ed operazioni” dedicato alla gestione dell’intera flotta, appaltando la manutenzione a qualificata Società aeronautica, come già più volte proposto anche con iniziative legislative

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