Eva, la vescova lesbica

La Brunne, 55 anni, madre di un bambino, è stata eletta capo della chiesa luterana di Stoccolma

E persino in una nazione così progressista questa scelta ha suscitato polemiche. Ma i fedeli sono con lei

La sua giovane compagna, che è una pretessa, ha partorito il figlio tre anni fa

“Martin Lutero dice che chiunque può prendere una posizione sulla fede e sulla Bibbia”

dal nostro inviato ANAIS GINORI

Eva, la vescova lesbica che fa scandalo in Svezia

eva

STOCCOLMA – Eva, naturalmente. La prima donna. Vescovo, lesbica, con un bimbo che gioca nella sagrestia mentre lei dice messa.

Eva Brunne accavalla le gambe sotto alla tonaca bianca e si fa seria. “Le polemiche erano prevedibili. Esistono dei preti che seguono gli sviluppi democratici e che vogliono che la Chiesa ne faccia parte. Altri, invece, vi si oppongono”. Alza le spalle, e scuote una mano all’indietro, come a dire: uomini arretrati, bisogna perdonarli. Caschetto di capelli biondo cenere, occhi azzurri, un viso grassottello e luminoso. Ha 55 anni, una compagna più giovane, Gunilla Linden, che tre anni fa ha partorito il loro bambino. Tutto normale, o quasi. Se non fosse che questa sacerdotessa è stata appena eletta “vescova” di Stoccolma. E anche nella progressista Svezia – dove il clero femminile esiste da mezzo secolo – si è creato uno scandalo che la Chiesa luterana non riesce più a superare.

Eva Brunne ha ottenuto 412 voti contro i 365 del principale contendente, il reverendo Hans Ulfvebrand. Ma i suoi avversari hanno presentato ben sei ricorsi per invalidare lo scrutinio.

Ufficialmente, la guerra per il vescovato di Stoccolma si combatte intorno a cavilli giuridici e riconteggi dei voti. Il vero obiettivo però è lei, il simbolo che rappresenta. Appena eletta ha concesso interviste al più noto settimanale gay del paese QX, e all’omologo francese Tetu. “Gunilla è una pretessa come me e questo, credo, facilita il nostro rapporto” ha confessato. La loro coppia è registrata al comune e “benedetta” dalla chiesa. In autunno, il Sinodo luterano sarà chiamato a pronunciarsi sulla celebrazione di matrimoni per gay e lesbiche. “Martin Lutero ci ha insegnato che chiunque può prendere una posizione in merito alla fede e alla Bibbia” argomenta lei rispondendo a quelli che sostengono che negli antichi testi non c’è traccia di matrimoni tra persone dello stesso sesso.

Il sacerdozio femminile è stato autorizzato in Svezia alla fine degli anni Cinquanta. Nel 1971, Margit Sahlin fu la prima donna a diventare parroco. Da allora, ci sono stati molti vescovati “rosa”, compreso quello di Stoccolma, assegnato dieci anni fa a Caroline Krook ora in procinto di andare in pensione. Ma l’elezione di Eva Brunne, con il suo “lesbo-pride”, ha avuto un effetto dirompente, svelando un’ambiguità che attraversa tutta la chiesa. Tra i novizi, il numero delle donne ha ormai superato quello degli uomini (588 contro 331 nell’ultimo decennio) eppure rimangono molte discriminazioni. L’osservatorio per le pari opportunità del governo ha scoperto che le donne preti guadagnano circa 400 euro in meno dei loro colleghi uomini e che esiste un “soffitto di vetro” nelle alte gerarchie: su quattordici vescovi, dodici sono ancora uomini.

“Da quando il parlamento svedese ha cambiato la legge sul matrimonio e poi sui figli delle coppie omosessuali c’è un “gay baby-boom”. La Chiesa non può permettersi di negare i sacramenti a queste famiglie” sostiene Lars Gardfeldt, prete di Goteborg, che da anni si occupa di omofobia e religione, convive con un altro prete ed è padre di due gemelli. Intanto però sono arrivati messaggi minatori al sito della diocesi di Stoccolma. “La nuova vescova è molto pia, saggia e attenta ai deboli”, scrive online Kelvin del quartiere Flemingsberg, ex parrocchia di Eva Brunne. “E’ un pastore che sa prendere cura del suo gregge. Purtroppo questo non conta per chi si riempie la bocca di rabbia indignata. Preghiamo per Eva e per la diocesi di Stoccolma che ha fatto una scelta giusta e coraggiosa”.


°°° Qui in Vaticanopoli  l’avrebbero bruciata viva…

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