La puzza di fogna di berlusconi

Domani riparte il processo Mills

Il premier potrebbe essere chiamato

a Milano come testimone in appello

PAOLO COLONNELLO (La Stampa)

b-cesso

antonio-di-pietro_infervorato_tn

MILANO
Nei corridoi della Procura milanese, mentre fuori il mondo politico impazzisce, la tranquillità regna sovrana. Ma dietro la porta in legno dell’ufficio del sostituto procuratore Fabio De Pasquale, il pm nei processi di Silvio Berlusconi, si ascolta una musica di cornamuse e tamburi: è una vecchia canzone del

bardo bretone Alan Stivell che s’intitola «E’ venuto il giorno della liberazione». Il pm che con un’eccezione di costituzionalità sul Lodo Alfano poco più di un anno fa fece partire l’onda tellurica che ieri ha terremotato lo scudo giudiziario di Silvio Berlusconi, se ne sta chino, con la musica a palla, sulle carte dei suoi procedimenti: ben tre contro l’uomo più potente del paese. Toccherà a lui, condurre ancora una volta in aula il ruolo dell’accusa.

Le cornamuse impazzano e De Pasquale tace: ma non sorride, si preoccupa. La procura è ormai una fortezza nel Deserto dei Tartari: meglio fingere noncuranza per le decisioni della Consulta. «Tutta questa agitazione non la capisco: Berlusconi non è mai caduto per via giudiziaria e non vedo perchè dovrebbe succedere proprio adesso». La battuta, che arriva da un procuratore aggiunto, nasconde la preoccupazione di smontare una delle teorie più gettonate dagli avvocati del premier che hanno sostenuto le ragioni del Lodo Alfano: ovvero che un Presidente del Consiglio non può contemporaneamente governare e difendersi in un’aula di giustizia. Perchè Berlusconi ha già governato e affrontato processi. Soprattutto venendo prescritto. Ma forse erano altri tempi.

Perchè l’orizzonte giudiziario di Silvio Berlusconi attualmente risulta assai incerto. Cadendo le prerogative di ingiudicabilità garantite dal Lodo Alfano, per il Premier potrebbero rimettersi in moto a breve almeno due processi: uno, relativo ai fondi neri accumulati attraverso la compravendita dei diritti televisivi oltreoceano (circa 470 milioni di euro) nel quale Berlusconi, in seguito a una serie di prescrizioni è rimasto imputato di frode fiscale. L’altro, che porta con sè il carico di una sentenza già emessa anche se nei confronti di un coimputato, è quello per la corruzione dell’avvocato Mills. Con alcune differenze però. Se il primo infatti, quello per i fondi neri Mediaset, è rimasto sospeso a poche udienze dalla fine e dovrebbe prescriversi nel 2012-2013, il secondo, (Mills) dovrebbe ricominciare da capo e prescriversi tra non più di un anno.

Il risultato perciò sarebbe di un processo che potrebbe risolversi con una condanna in primo grado per frode fiscale e di un altro, quello per corruzione, che verrebbe destinato ad essere prescritto. Sebbene infatti la procedura preveda la possibilità di acquisire dal dibattimento gemello solo le deposizioni dei testi, la legge consente agli avvocati di riconvocarli in aula. Opportunità che ovviamente non verrebbe lasciata sfuggire dai legali portando all’oblio la storia dei 600 mila dollari versati a Mills per mentire in vecchie vicende giudiziarie del Premier.

I due processi in questione potrebbero riprendere non prima di qualche mese. Ci sono poi altre due variabili: l’inchiesta Mediatrade, partita da una costola del processo per i fondi neri Mediaset e relativa a ingenti disponibilità all’estero direttamente riconducibili al Premier, dove già Berlusconi figura tra gli indagati ma per reati che vengono tenuti gelosamente segreti. Il che significa che potrebbero anche venire emessi dei provvedimenti, come un’informazione di garanzia o un invito a comparire, che scatenerebbero una vera e propria tempesta mediatico-politica. Un ulteriore riflesso, potrebbe arrivare infine dalla Capitale, dove un gip deve decidere su una richiesta di archiviazione nei riguardi del Cavaliere, finito sotto inchiesta per istigazione alla corruzione nei confronti di alcuni parlamentari dell’allora governo Prodi.

Ma le danze inizieranno già domani, quando nell’aula della Corte d’Appello prenderà il via il processo di secondo grado per il solo avvocato Mills, condannato a 4 anni e 6 mesi di reclusione. che gli avvocati della difesa hanno chiesto che il Presidente del Consiglio venga convocato in aula per testimoniare come “teste e imputato di procedimento connesso”.

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter