Non è finita…

Lodo Mondadori, De Benedetti vuole un miliardo di euro da Berlusconi

di Rinaldo Gianola

L’istruttoria è finita. Il caso «è a sentenza», dicono gli avvocati. Il giudice monocratico Raimondo Mesiano della decima sezione civile del Tribunale di Milano ha ormai raccolto tutte le infomazioni necessarie per pronunciarsi, pare in tempi ormai ravvicinati (salvo sorprese), sulla richiesta di risarcimento danni avanzata dalla Cir, finanziaria della famiglia De Benedetti nei confronti della Fininvest, holding della famiglia Berlusconi, in merito al caso Mondadori.

Proprio due anni fa la Cassazione aveva stabilito definitivamente la colpevolezza degli avvocati Cesare Previti, Attilio Pacifico, Giovanni Acampora (che

assistevano la Fininvest nella guerra di Segrate) e del giudice Vittorio Metta: la sentenza del 1991 sul cosiddetto Lodo Mondadori che aveva tolto indebitamente la proprietà della storica casa editrice a De Benedetti a favore di Berlusconi era stata comprata. I soldi della Fininvest avevano corrotto il giudice Metta. Il proprietario della Fininvest, Silvio Berlusconi, era uscito però dal procedimento già nel 2001, salvato da una miracolosa prescrizione.

La Corte di Cassazione, nelle motivazioni della sentenza divulgate nel luglio 2007, aveva riconosciuto alla Cir della famiglia De Benedetti il diritto a ottenere un risarcimento per i danni morali e patrimoniali patiti nella vicenda Mondadori. Le parole della Cassazione aprivano la strada alla causa civile, sottolineando «tanto il danno emergente quanto il lucro cessante, sotto una molteplicità di profili relativi non solo ai costi di cessione della Mondadori, ma anche ai riflessi della vicenda sul mercato dei titoli azionari».

Come quantificare il danno subito da De Benedetti? Difficile davvero trovare una strada che possa essere per tutti quella giusta nello stabilire l’ammontare del risarcimento. La Mondadori era una grande casa editrice vent’anni fa, lo è a maggior ragione oggi.
La Fininvest era una holding di partecipazioni importante negli anni Novanta, è diventata poi enormemente più ricca grazie anche allo sviluppo della Mondadori che ha affiancato le altre partecipazioni come Mediaset, Mediolanum, il Milan e di recente pure Mediobanca. Per non parlare dell’effetto indotto dal Berlusconi politico. La Cir, invece, negli scontri con Berlusconi e i suoi alleati ha perso almeno due grandi opportunità imprenditoriali, come la Sme (l’ex holding agroalimentare dell’Iri per la quale l’Ingegnere aveva già definito l’acquisto prima del niet di Bettino Craxi e amici) e appunto la Mondadori.

Naturalmente la quantificazione del danno finale, se il giudice deciderà il risarcimento, dovrà tener ben presente che, comunque, De Benedetti rientrò in possesso, con la mediazione politica di Andreotti-Ciarrapico, di Repubblica, L’Espresso e dei giornali locali della Finegil.

Gli avvocati della Cir, Elisabetta Rubini e Vincenzo Roppo, hanno quantificato il danno in un numero preciso: 468.882.841,02 euro. Una bella somma, ma non basta. Questa cifra deve essere adeguata agli interessi maturati e a una normale rivalutazione monetaria, come si usa in questi casi. La somma finale, dunque, arriva a un miliardo di euro, circa 2000 miliardi delle vecchie lire.

Un aspetto importante di questa causa civile è il fatto che i legali di De Benedetti hanno avanzato la richiesta di risarcimento solo nei confronti della Fininvest, la persona giuridica che ha certamente beneficiato della sentenza che sfilò la Mondadori alla Cir, ma hanno deciso di non citare Previti, Pacifico, Acampora e Metta, cioè i responsabili materiali del reato sanzionato fino all’ultimo giudizio della Cassazione. Come mai? Il problema, a quanto si apprende, è che i condannati risultano pressochè nullatenenti, sono proprietari di poco o niente e pare che gli avvocati della Cir non siano riusciti a ottenere nemmeno il pagamento delle spese processuali.

La sentenza nelle mani del giudice Mesiano potrebbe rappresentare l’epilogo di una lunga guerra politica e finanziaria della prima Repubblica, arrivata fino a oggi. Ma non è detto che sia così. La famiglia De Benedetti, dopo aver ottenuto con la sentenza della Cassazione un pieno riconoscimento delle sue ragioni (la Mondadori è andata alla Fininvest con una sentenza comprata, grazie a un giudice corrotto), vorrebbe ottenere un risultato sul piano economico. Chi pensa che la causa civile avviata da De Benedetti sia solo un passo simbolico è fuori strada: la Cir punta a un ricco risarcimento che completi così il giudizio della Corte di Cassazione.

Inoltre ci potrebbe essere un ulteriore strascico, con il convolgimento dello Stato. Vittorio Metta è stato condannato per un reato commesso mentre era magistrato. Il responsabile per la condotta di Metta è lo Stato e un’eventuale rivalsa della Cir nei confronti dell’ex sodale di Previti chiamerebbe automaticamente in causa proprio lo Stato. E magari toccherebbe a Berlusconi occuparsi di tutelare gli interessi dello Stato a causa di un giudice corrotto da una sua società, Si vedrà, ormai abbiamo visto di tutto.

Le conseguenze di una condanna della Fininvest al pagamento dei danni patiti dalla Cir per il caso Mondadori sarebbero importanti, non solo per l’immagine della holding famigliare di Berlusconi.

Le conseguenze potrebbe essere rilevanti anche sotto il profilo economico in un momento così delicato in cui le proprietà di Berlusconi devono fronteggiare anche l’annunciata separazione dalla seconda moglie Veronica Lario.
Ma il premier, come spesso accade, potrebbe avere il colpo a sorpresa. Perchè non è abituato a farsi colpire senza reagire in quello che ha di più caro: il portafoglio.

b-osso

berlusconi-intoccabile

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