Com’è andata ieri

Dunque… Dopo un pranzetto e un pomeriggio a casa di Alfredo Barrago, Chiara e Ginevrina, per festeggiare la loro nuova casa sul lungomare di Quartu, siamo arrivati all’ex vetreria. Un bel posticino, che ho contribuito anni fa a NON FAR ABBATTERE, ma gestito malissimo dai soliti noti: quelli che invece di studiare, di viaggiare, di imparare… hanno preferito spacciarsi per attori e quant’altro e fare carriera (nessuna) e soldi (parecchi) leccando culi ai politicanti. Sapevano che io sarei stato lì, pensate che siano venuti i responsabili-gestori di questo spazio milionario (acquistato e riattato con  soldi NOSTRI) a salutarmi?

No, naturalmente.

Eppure, sanno benissimo o dovrebbero sapere che, se loro sono lì lo devono parecchio a me. Dato che quando ho cominciato a fare l’attore e ho fondato il Teatro Cabaret (che è L’UNIVERSITA’ DEL TEATRO) qui in Sardistan NON C’ERA NULLA! Proprio come adesso. Non esisteva nessun pazzo, seppure dotato, che si sognasse di fare l’attore. Non c’erano spazi, non c’era mentalità. Allo stesso modo, quando ho costituito i primi gruppi musicali vocali e strumentali, in Sardistan NON ESISTEVA NULLA di simile. C’erano dei discreti musicisti che suonavano per conto loro,  in casa, sparpagliati per l’isola: uno a Sassari, tre a Cagliari, uno a Oristano… Poi, dopo i Barrittas, sono nati MILLE E CINQUECENTO complessi. Ma questo lo sapete. Torniamo a ieri. In una città assolutamente morta culturalmente e inesistente nel panorama isolano e ancor più in quello nazionale, questi signori credono di essere tutti Gassman o Bene. Personaggi squallidi che nesuna compagnia di Potenza, per citare un altro paesone morto, piglierebbe nemmeno per fare i siparisti. Ma non gli sembra vero di snobbare Lucio Salis. Contenti loro…

Non faccio loro nessuna colpa, poveracci: sono figli dei politicanti asini e ladri che li hanno partoriti. Non hanno nulla a che vedere coi miei mestieri. Ma si spacciano per registi, attori, autori… E non parliamo dei media! I patetici media regionali, che sono tutti nelle mani del mafionano e di suoi servitori, non fanno che dare spazio a poveri mentecatti che NULLA SANNO di spettacolo, di televisione, di radio, di cinema o di teatro. Perché? Ma perché sono dei monumenti colossali di ignoranza crassa e congenita. Se la suonano e se la cantano tra loro. E non li guarda, non li legge, non li segue NESSUNO! Non esistono. Ma quanto se la tirano! Mi viene lapelle d’oca se penso a quanti milioni di euro NOSTRI le giunte di destra hanno gettato nel cesso per pagare i debiti di videolina, sardegna 1, l’unione sarda, ecc.

Però questi continuano a maltrattare l’informazione, la cultura, lo spettacolo… e la formazione ed il futuro dei giovani. Quando l’Italia era un Paese civile e la Sardegna una regione culturalmente all’avanguardia, c’erano i giornali pieni di notizie dei miei spettacoli, pagine intere, io avevo un programma alla radio (che faceva più ascolto in una puntata di due anni di tutti questi videocitofoni messi insieme), fiorivano iniziative di pregio per tutta l’isola. TUTTO MORTO. TUTTO FINITO. TUTTO DIMENTICATO.

Eppure conservo dei libri importanti che parlano del mio Cabaret in Sardegna e ieri è mancato uno dei miei più grandi estimatori: Beniamino Placido. Che forse era a un diverso livello rispetto a queste scimmiette che credono di fare telegiornali (miseri e presuntuosi quanto inutili) o che scribacchiano sui fogliacci dell’attuale Sardistan. Beniamino mi aveva dedicato dei bellissimi pezzi su Repubblica, fustigando il malaffare e la cecità della Fininvest, che mi aveva cancellato. E come lui avevano fatto Oreste del Buono, Nanda Pivano e, se non ricordo male, anche Umberto Eco. Mi hanno sempre descritto, questi monumenti della Cultura e dell’intelligenza, come “La più bella novità della comicità italiana” “Una nuova, grande maschera della Commedia dell’Arte”.

Queste scimmiette indigene invece mi snobbano. Vi rivelo un segreto, amici, nei miei spettacoli romani le prime file vedevano spessissimo degli aspiranti artisti come Vittorio Gassman, Antonella Steni, Stefano Satta Flores, Nanni Loy, Gastone Moschin, Ugo Pirro, Fiorenzo Fiorentini, ecc. Tutti miei maestri e miei grandi amici. Certamente, tutti meno importanti dei grandi attori-registi-giornalisti sardegnoli.

Ma mi dedicavano mezze pagine giornaletti come Repubblica, il Messaggero, Paese Sera, il Corriere della Sera, il Sabato, ecc. Tutti ovviamente meno importanti dell’unione sarda, di vendolina, di sardegna 1, ecc.

Che tristezza, amici. Moltissimi amici sardi mi pregano di fare qualcosa per risollevare il livello ormai marcio della cultura sarda. Ma che posso fare? Gli spazi sono chiusi, hanno tutto in mano questi menomati.

Io posso fare ben poco.

Mi ero ripromesso di scrivere finalmente il teatro sardo, che non esiste; il cinema sardo, che non esiste; di montare finalmente, ancora una volta, uno spettacolo di teatro cabaret degno di questo nome; di inventare il varietà e la commedia… ma la vedo dura. Per allestire qualcosa di serio ci vogliono spazi e fondi. E gli spazi e i fondi se li ciucciano questi incompetenti totali che “NON DISTURBANO”, anzi, che continuano a servire supini dei politicanti da strapazzo: che però tengono i cordoni della borsa.

Sta a voi, amici, fare pressione presso i vostri sindaci e i vostri assessori, affinché la smettano di foraggiare il NULLA e ricomincino a scoprire la Cultura, la qualità, l’eccellenza.

Bisogna rieducare gli amministratori e persino il pubblico: ormai devastato da 20 anni di

MERDA.

Io sono pronto, ma senza il vostro impegno sono inerme.

Ringrazio gli amici che ieri sono venuti da Cagliari, da Barisardo, da Nuoro, da Madrid, da Villasimius, da Quartu e persino da Olbia.

Buona giornata.

far west

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Ma che Sardegna è?

Volevo tornare a parlare della Sardegna e dei sardi. Sono mancato da questa terra per circa quarant’anni e nessuno come chi manca vede poi le magagne, i ritardi, lo sfascio quasi totale in cui versa ora quest’isola. E’ un po’ come tuo fratello o tua zia, che vive in un’altra città e si accorge molto più di te di come crescano i tuoi figli. Tu, avendoli sempre sotto gli occhi, non te ne rendi manco conto, ma chi non li vede da mesi o da un anno nota immediatamente le differenze. Però… il sardo è permaloso. Il sardo è geneticamente stupido e masochista. Anche i più avveduti e “usciti” di noi. E certe cose non si possono dire. La reazione va dal muso lungo, che Furia ti fa una pippa, alla risposta sgarbata, al piccolo rancore che si annida immediatamente in un angolo della tua bile e scatta la minaccia muta: “Custa mi dda pàgasa…”
Avevo lasciato una Sardegna VIVA. Proprio come si chiamava il mio spettacolo, che ancora oggi è stato il più visto e amato in tutta la storia dello showbiz regionale. Una Sardegna in fermento, pulsante, curiosa, colta. Ricordo che ogni tanto mi chiamavano dal “continente” per fare l’apertura agli spettacoli di personaggi molto famosi, nei teatri o nelle arene: Pippo Baudo, Antonella Steni, Franca Valeri; minitour negli stadi con Il Banco del Mutuo Soccorso o tournée coi miei amici Tony Binareli, Mario Tessuto, ecc. Beh, qui capivano anche le battute più sottili, le citazioni più colte, le allusioni più raffinate. Qui non ero mai arrivato: venivano a vedermi decine di migliaia di persone ogni sera, stavano almeno tre ore in piedi come cavalli, e mi contavano i peli del culo. Pretendevano. Erano esigenti. Per me ogni volta era un esame. Ma che soddisfazione, ragazzi! In continente, bastava che caricassi parecchio l’accento sardo e, anche quando non c’era la battuta, giù valanghe di risate. QUELLA Sardegna, mi portavo nel cuore. Così come tutti i migranti hanno un’immagine onirica della loro terra. Un’icona spesso inesistente e assolutamente lontana dalla realtà. La Sardegna, per intenderci, che ci vendono i videocitofoni regionali, negli spettacolini penosi dove hanno distrutto anche il folklore. Noi vedevamo il sole e le sue facole. Lo fissavamo il sole, da pari a pari. Oggi c’è un’ignoranza dilagante, fatta di Suv (mai finiti di pagare) e di cellulari, messaggini sgrammaticati e videogiochi. Oggi ci sono più gruppi folk che paesi e cantantini in limba… inutili come una bici da corsa per una seppia. Sapete, quei gruppi con costumi spesso inventati e i ballerini con le scarpe da tennis e gli orologi bene in vista? Oggi c’è una Sardegna banale, imbevuta di luoghi comuni. E questa immagine falsata è quella che domina anche FUORI da qui. “L’ospitalità dei sardi”… Ma quale ospitalità? E’ leccaculismo, ruffianeria. “La grande umanità della gente sarda…” Viene il primo stronzo da fuori e subito gli dànno il culo. Scoppia la bombola alla vecchietta vicina di casa e manco esci a vedere se la poveretta ha bisogno d’aiuto. “La generosità dei sardi…” L’invidia, piuttosto. Apri un negozio nel tuo paese e la gente va a comprare nel paese vicino, pur di non permetterti di crescere, di affrancarti dalla miseria, di avere la lavatrice o la macchina nuova. Questo, siamo diventati! Un popolo miserabile, ingrato, retrogrado e senza più dignità! Raccontavo in teatro del dopo diluvio… il Signore, per premiare la forza d’animo e l’attaccamento alla vita dei sardi sopravvissuti, aveva donato ad ogni famiglia una grassa vacca. Erba ce n’era a volontà e i piccoli cuccioli degli uomini avrebbero avuto di che sfamarsi per crescere. Ogni sera, intorno ai falò e nelle grotte, si levavano alti i canti e le preghiere dei protosardi. Ma non pregavano per la salute delle loro vacche… macché: pregavano il Signore Iddio affinché facesse ammalare e morire la vacca dei vicini!
Ecco… in questa Sardegna, dove sono tornato sette anni fa, carico di onori e di gloria, carico di esperienze irripetibili e con un nome ed un bagaglio professionale che mai nessun sardo aveva nemmeno sognato di possedere, le istituzioni non hanno bisogno di me. Ti attirano con l’esca profumata: TORNA, METTI A DISPOSIZIONE DELLA COMUNITA’ IL TUO SAPERE, LA TUA ARTE: AIUTA I NOSTRI GIOVANI A CRESCERE… tu ci caschi e loro ti ignorano. QUESTA Sardegna mi ha derubato dei miei soldi, dei miei anni, e mi ha relegato in un villaggio sperduto tra i monti a morire di fame. Questa Sardegna, amici, la stessa che ha dato il culo a Berlusconi e Cappellacci.

sardignoli

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Scusate…

Piccola riflessione prima di andare sottocoperta. Dunque, ho avuto la fortuna di lavorare alla radio, in Tv e in teatro con: Stefano Satta Flores, Nanni Loy, Antonella Steni, Corrado Gaipa, Corrado, Nanni Svampa, Leo Gullotta, Gastone Moschin, Gino Pernice, Carlo Dapporto, Gino Bramieri, e un mare di altri colleghi e Maestri. Ho conosciuto Delia Scala, Walter Chiari, Alberto Sordi, ecc. Ho conosciuto il talento vero, la fatica, la genialità, la personalità. Il pubblico pagava volentieri un biglietto per passare un po’ di tempo con noi, ma SOPRATTUTTO: per vedere e sentire NOI fare delle cose che LORO non sapevano fare nemmeno lontanamente. Oggi… vedi le tv (e i teatri o le rafdio) infarciti di corona, platinette, sgarbi, costantini, tronisti, vallette, e zoccole varie di tutti i sessi. Vi rendete conto? Hanno ucciso anche lo Spettacolo, l’Arte e la Cultura!!!
Bonanotti.

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