Ecomafia

Ecomafia, business senza crisi
“Un affare da 20,5 miliardi”

Presentato il rapporto 2009 di Legambiente. Lo scorso anno 71 reati al giorno. Campania sempre maglia nera. Napolitano: “Migliora l’attività di contrasto e prevenzione”

ROMA – Un business di 20,5 miliardi di euro per 25.776 ecoreati accertati: quasi 71 al giorno, tre ogni ora. Circa la metà dei reati (più del 48%) si è consumato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Calabria, Sicilia e Puglia). L’Ecomafia, assicura Legambiente nel suo rapporto 2009, non conosce la crisi.

Le cifre fanno impressione. Sono 31 i milioni di tonnellate i rifiuti speciali svaniti nel nulla, in pratica una montagna alta quasi quanto l’Etna. Crescono pure le aggressioni al patrimonio culturale, il racket degli animali e le agromafie. Aumenta però anche la capacità di contrasto delle forze dell’ordine.

Abusivismo. L’abusivismo edilizio non conosce tregua: 28 mila nuove case illegali e moltissimi reati urbanistici, soprattutto nelle aree di maggior pregio. E poi il saccheggio del patrimonio culturale, boschivo, idrico, agricolo e faunistico. “Il cemento – si legge nel rapporto – è il luogo ideale per riciclare i proventi dalle attività criminose e nel caso campano si tratta di proventi ingenti che si traducono in interi quartieri abusivi. Basti pensare che il 67% dei comuni campani sciolti per infiltrazione mafiosa, dal 1991 a oggi, lo sono stati proprio per abusivismo edilizio”. In testa c’è la Campania con 1.267 infrazioni accertate, 1.685 denucniati e 625 sequestri. Segue la Calabria con 900 infrazioni, 923 persone denunciate e 319 sequestri. Continua la salita del Lazio, che quest’anno si piazza al terzo posto superando la Sicilia.

Campania infelix. La Campania è in vetta anche nella classfica dello smaltimento illegale con 573 infrazioni accertate (il 14,7% sul totale nazionale) e 63 arresti. Negli ultimi tre anni, si ipotizza siano stati smaltiti illegalmente in tutta la regione circa 13 milioni di tonnellate di rifiuti di ogni genere. Ovvero 520 mila tir che hanno scaricato il loro contenuto nelle campagne napoletane, nell’entroterra salernitano, nelle discariche abusive del casertano, del beneventano e dell’avellinese. Al secondo posto c’è la Puglia con 355 infrazioni accertate, 416 denunce, 271 sequestri e 15 arresti. Terza la Calabria (293 infrazioni, 238 denunce, 567 sequestri), seguita dal Lazio con 291 reati, 358 denunce, 172 sequestri e ben 11 arresti. Al Nord il primato è del Piemonte.

Arresti. Dal dossier emerge la maggiore efficacia degli interventi repressivi da parte delle forze dell’ordine. Aumentano gli arresti, passati dai 195 del 2007 ai 221 del 2008 (+13,3%) e i sequestri, dai 9.074 del 2007 ai 9.676 dello scorso anno (+6,6%). Diminuisce il numero di reati ambientali (dai 30.124 del 2007 ai 25.766 del 2008). Nel dettaglio il comando per la tutela ambientale dell’Arma dei carabinieri, nel 2008, ha arrestato 130 persone, 115 delle quale per reati relativi al ciclo dei rifiuti. Il maggior numero di infrazioni in materia di ambiente (il 56%) viene accertato dal Corpo forestale dello Stato e “molto intensa” è anche l’attività delle Capitanerie di porto. Cresce poi l’azione della Guardia di finanza con un aumento del 24,8% delle infrazioni accertate rispetto al 2007, come quella della Polizia di Stato, +13%, e dei Corpi forestali delle regioni e province a statuto speciale, +9,9%. Di grande rilievo il lavoro svolto dall’Agenzia delle dogane con 4.800 tonnellate di rifiuti sequestrate, a fronte di un quantitativo accertato sei volte superiore.

Traffico animali. Tre miliardi di euro. E’ questo il giro d’affari delle zoomafie. Diminuiscono i combattimenti tra cani, mentre restano stabili le corse clandestine di cavalli. Dal rapporto, emerge anche una crescita del traffico di cuccioli venduti in clandestinità, con grossi quantitativi provenienti dai paesi dall’est Europa per un mercato dei cani di razza del valore di 300 milioni di euro all’anno. Infine il 70% della fauna vertebrata risulta minacciata dal bracconaggio, situazione che rischia di aggravarsi con la nuova legge sulla caccia in discussione in Parlamento.

Napolitano. “Constato con soddisfazione che il quadro dei risultati delle attività di prevenzione e repressione evidenzia un crescente coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali impegnati nella tutela delle risorse ambientali, nonché la valenza di nuove e più incisive strategie di indagine e di intervento che consentono di rilevare la presenza nel sottosuolo delle immissioni dei diversi elementi inquinanti”, commenta il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Che definisce il rapporto “un prezioso strumento di approfondimento dei fenomeni della criminalità ambientale”.


°°° Questi delinquenti, con il regimetto più delinquente di loro, ci si puliscono il culo con le leggi e… coi soldi. Mentre il 90% degli italiani sono alla fame.

ricchi_1

divieto

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

handicappate

IL CASO. Sono 30, in tre anni mai un giorno in cattedra
Tutto grazie ai documenti fittizi medici fatti in Calabria
Le maestre fantasma di Milano
“Falsi certificati di invalidità”

Tutte residenti al Sud. Le diagnosi: diabete, scoliosi, depressione e stati d’ansia

MILANO – Certificati medici costruiti ad hoc per ottenere il trasferimento a casa. Maestre elementari affette da invalidità immaginarie, provate da medici compiacenti, per lasciare le scuole della provincia di Milano e farsi assegnare al Sud. Le cartelle mediche parlano di scoliosi, ansia, depressione, diabete.

Patologie riscontrate dalle Asl di residenza e che scompaiono nei successivi controlli. Ma che, per legge, consentono il trasferimento immediato a casa. Spesso senza aver fatto nemmeno un giorno di lezione nella sede per cui si è vinto il concorso.

Per vedere chiaro sulla fabbrica dei certificati truccati, il provveditorato milanese ha inviato un dossier alle procure di Milano e di Reggio Calabria. Nelle denunce si ricostruiscono i casi di 27 maestre, invalide e guarite per miracolo, ma intanto trasferite. Le insegnanti sono tutte originarie della provincia di Reggio Calabria: maestre che dal 2006 a oggi hanno chiesto (e ottenuto) di lasciare Milano perché affette da invalidità fantasma. Casi gravi di diabete mellito, almeno dieci, che di colpo si trasformano in “nessuna forma di handicap”. Dolori alla schiena “cronici e permanentemente invalidanti” che a ogni prova medica successiva alla prima scompaiono. “Ma è solo la punta dell’iceberg – assicurano all’ufficio scolastico – il malcostume delle false invalidità per ottenere trasferimenti ha dimensioni preoccupanti”.

A consentire questa “truffa di massa”, come la definisce un funzionario del provveditorato, sono alcune falle nella legge 104, quella che disciplina l’handicap, e nel contratto sulla mobilità degli insegnanti. Per ottenere un trasferimento è sufficiente presentare un certificato d’invalidità provvisorio, fatto da un medico della Asl di residenza. Alla scuola che il docente lascia, per tutela della privacy, non viene indicata né la patologia né il grado di invalidità, che si presume quindi essere grave. E la maestra può fare le valigie. Entro 90 giorni, a trasferimento già avvenuto, la stessa Asl è tenuta a fare un secondo certificato di conferma, in cui invece si dichiara la percentuale di invalidità. Il verdetto, nei casi arrivati alle procure, è sempre lo stesso: “Non handicap”, e a quel punto il trasferimento viene annullato. Ma qui sorge il problema: fra la prima e la seconda visita, per l’inefficienza delle aziende sanitarie, passano anche tre anni. E intanto la maestra insegna al Sud, o non insegna proprio, lasciando scoperta la cattedra che le era stata assegnata per concorso. Un “baco” che nella sola Lombardia lascia ogni anno centinaia di cattedre vuote, da coprire con supplenze (costose).

Situazioni analoghe a quella milanese si trovano anche a Firenze, Venezia e Torino. Le province di provenienza delle maestre sono sempre le stesse: Reggio Calabria e Agrigento, ma ci sono segnalazioni di casi dal Casertano. “Rivolgendoci alla procura abbiamo voluto compiere un atto di chiarezza”, taglia corto il provveditore di Milano, Antonio Lupacchino. E di fronte all’evidenza documentale, neppure i sindacati della scuola coprono i colleghi. Pippo Frisone, responsabile vertenze della Flc-Cgil a Milano, dice: “La responsabilità, specie quella penale, è personale e non bisogna generalizzare. Certo, fa specie la concentrazione di documentazione provvisoria compiacente, rilasciata in attesa di quella collegiale definitiva”.

Quanto al fatto che i casi si concentrino al Sud, Frisone attacca: “Se in mezza Italia i tempi di attesa della certificazione Asl vanno oltre i novanta giorni previsti, si lascia il campo libero anche agli abusi”. Cgil chiede al governo che “siano rese più rigide le norme contrattuali e chiusi tutti i varchi che favoriscono gli abusi e il malaffare. Anche perché oggi si è trasferiti al Sud solo se beneficiari della legge 104. Noi siamo per tutelare i diritti veri di chi ha veramente riconosciuto il diritto per legge e per contratto”.

pulcinella1

scuola

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter