Dov’è il PD?

Mi chiedo dove sia questo tanto rinomato PD. Stiasmo assistendo alla devastazione totale del nostro Paese, che è anche del Pd, ma non sento una voce di dissenso, soprattutto

NON VEDO GESTI ECLATANTI.

Ma come si può permettere a una congrega di barbari mafiosi e razzisti – che ha vinto leelezioni coi brogli, i voti della mafia e quelli comprati a vagonate – di occupare la Rai e divulgare a piene mani la più becera

DISINFORMAZIONE?

Come si può permettere che addirittura i Tg, oltre al resto della programmazione, sia tutta pilotata da falsificatori della realtà italiana? Come possiamo accettare che per avere le notizie VERE di ciò che accade nel nostro Paese dobbiamo ricorrere a Internet o ai media stranieri? Questa è la prima regola della

DEMOCRAZIA:

informazione corretta e accessibile a tutti i cittadini.  E certo che se il 70% degli italioti si forma un’opinione politica basandosi dulle tv… è LAPALISSIANO che non siamo un paese civile né democratico. Poi, ha ben ragione il mafionano a vantarsi nei suoi sondaggi fasulli. La verità è che almeno il 70% degli italiani

NON VUOLE

questi mafiosi razzisti al governo, ma un buon 30% continua a farsi abbindolare e almeno un altro 20% si dichiara “indeciso” pur schifando berlusconi e la sua cosca, ma essendo completamente sbarellato e quindi NON avendo le idee chiare.  Come si può permettere che tolgano il 41 bis a Giuseppe Graviano, che ricatta ilmafionano?! Come si può permettere che una cagatina di verme come Brunetta, noto faccendiere raccomandato e fancazzista a vita, decida che si può cambiare addirittura

LA PRIMA PARTE DELLA COSTITUZIONE?!

Ma cosa aspetta Bersani a seguire Di Pietro e fare casino, ma CASINO VERO?!

CONTINUIAMO A MANGIARE MERDA E A BERE PIPì

bevepipi

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Altri schiaffi

L’EDITORIALE
Il Times dalla parte di Repubblica
“Berlusconi vuole intimidire il dissenso”

ROMA – Il Times di Londra dedica oggi un editoriale non firmato, come è tradizione della stampa anglosassone quando l’articolo riflette l’opinione della direzione del giornale, sulla questione delle dieci domande poste da “Repubblica” a Silvio Berlusconi.

L’editoriale del giornale, di cui è proprietario Rupert Murdoch, è intitolato “Public Duty and Private Vendetta” (Dovere pubblico e vendetta privata”), con questo sommario: “L’attacco di Silvio Berlusconi contro un giornale italiano è una campagna per intimidire il dissenso”. Ecco il testo dell’editoriale:

“Silvio Berlusconi, il primo ministro italiano, si lamenta di essere vittima di una diffamazione. Egli ha attaccato la Repubblica dopo che il giornale lo ha sfidato a spiegare la sua relazione con un’aspirante modella di 18 anni, Noemi Letizia, che si rivolge a lui chiamandolo ‘Papi’. Secondo il signor Berlusconi, questo è un complotto della sinistra per minare la sua autorità. La lamentela del signor Berlusconi è sfrontatamente insensata. Egli ha invitato a deriderlo promuovendo come candidati per le elezioni europee delle giovani donne il cui glamour personale supera la conoscenza politica. Questa ultima impresa ha spinto sua moglie, che soffre da lungo tempo, a chiedere il divorzio.

Le domande poste da la Repubblica – sul coinvolgimento del signor Berlusconi nella selezione delle candidate, e sul fatto se egli abbia promesso di aiutare la signorina Letizia a perseguire una carriera in politica o nello spettacolo – non sono intrusioni nella vita privata. Esse si collegano al ruolo pubblico del signor Berlusconi come uomo politico e come magnate dei media. I contorti affari politici del signor Berlusconi sono ulteriormente confusi dal suo dominio dei media. Egli controlla tre canali televisivi nazionali.

La sua campagna contro la Repubblica sembra un sinistro tentativo di intimidire il dissenso per proteggere una reputazione privata. E’ particolarmente di cattivo gusto che egli abbia usato la propria posizione nei media per criticare la propria moglie, insinuando che ella è mentalmente instabile. Queste sono le azioni di un uomo ricco e potente che tratta la politica e i media come feudi. Il signor Berlusconi ha apparentemente scarsa comprensione delle divisioni tra interesse privato e dovere pubblico. Il giornale che lo critica sta facendo un’opera di pubblico servizio per una popolazione malamente governata”.

times

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