AUGURI! Secondo il testimone, infine, il vero gestore del mercato dei diritti Mediaset, è e resta “Silvio Berlusconi”

Mediatrade, da un nuovo teste
accuse nei confronti del Cavaliere

Il produttore Sardi ai pm: “Diritti tv, prezzi gonfiati senza giustificazioni”. E Berlusconi anche dopo essere approdato a Palazzo Chigi “mantiene il controllo e rapporti diretti coi venditori americani”

di EMILIO RANDACIO

Mediatrade, da un nuovo teste accuse nei confronti del Cavaliere Silvio Berlusconi

MILANO – Format televisivi americani acquistati a prezzi quasi cinque volte superiori al loro valore. Una gestione economica da parte dei vertici Mediaset “senza giustificazioni plausibili”, e in cui Silvio Berlusconi, anche dopo essere approdato a Palazzo Chigi, continua a mantenere il controllo e i “rapporti diretti con i venditori americani”.

Lo spaccato che il produttore cinematografico Silvio Sardi tratteggia del mondo della televisione italiana, sembra essere in contrasto con le più banali regole del mercato. Il 24 marzo scorso il nuovo teste è stato convocato dalla procura di Roma per fornire la sua versione nell’inchiesta sulla presunta “frode fiscale” sui diritti tv Mediaset, in cui dall’ottobre scorso Silvio Berlusconi, il figlio Pier Silvio e una manciata di manager del gruppo, sono indagati dal pm Barbara Sargenti. Tre giorni fa, il produttore è stato ascoltato per quattro ore anche dai pm milanesi Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro, che hanno ora incluso il suo verbale nel fascicolo Mediatrade, la cui udienza preliminare è in corso davanti al gup Maria Vicidomini. Un ulteriore tassello, per la procura, per rafforzare la tesi secondo cui proprio attraverso l’acquisto dei diritti tv, i vertici Mediaset avrebbero costituito fondi neri all’estero. Tra gli imputati in questo procedimento c’è ancora il premier, accusato di appropriazione indebita e frode fiscale.

Nel racconto di Sardi, “Mediaset corrispondeva prezzi fuori mercato per i film tv destinati all’Italia”.

Un esempio? Nel ’97 “mi accorsi che film che avevo ceduto a 50 mila dollari, venivano acquistati da Rai e Mediaset a 400 milioni di lire”. Anche “dal punto di vista imprenditoriale tale comportamento non ha alcuna giustificazione”. Pur potendo discutere dei diritti tv direttamente con le major, le aziende operano con broker stranieri. Il testimone ricorda poi come tra il 2000 e il 2001, ha incontrato anche i vertici di Mediaset, per cercare di sostituirsi ai broker. Secondo il suo racconto, “il 3 novembre 2000”, è ricevuto da Pier Silvio Berlusconi negli uffici Mediaset, “e gli chiesi i motivi per cui Mediaset acquistasse i prodotti da intermediari e fuori mercato”. Ma nonostante un apparente interesse, il figlio del premier “non si fece più sentire, facendosi anche negare dalla sua assistente”.
Agli inizi del 2001, il produttore insiste nel suo progetto e passa direttamente negli uffici di Fedele Confalonieri.

E dopo avergli proposto la soluzione per ridurre i costi, anche “in questa circostanza non ricevetti alcuna risposta”. Secondo il testimone, infine, il vero gestore del mercato dei diritti Mediaset, è e resta “Silvio Berlusconi”. “Peraltro la sua presenza nelle attività delle sue televisioni – rammenta Sardi – è sempre stata molto forte, sia per quanto riguarda il controllo dei programmi sia per gli aspetti commerciali. Si tratta di fatti sostanzialmente notori nell’ambiente, ma in ogni caso posso far riferimento a conversazioni intrattenute con i direttori di rete Mediaset”.

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