Berlusconi, i ricatti, i trucchi

Il giudice che ha deciso la sospensione dell’esecutività della sentenza sul Lodo Mondadori è il fratello di un ex-deputato PDL.

Irrituale. Così era stata definita da diversi giuristi la decisione, presa pochi giorni fa dal presidente della II Corte d’Appello di Milano, di sospendere l’esecutività della sentenza sul Lodo Mondadori. Secondo la sentenza di condanna la Fininvest di Silvio Berlusconi avrebbe dovuto pagare immediatamente (in attesa di ricorrere in appello) 750 milioni di euro alla Cir di De Benedetti per avergli rubato attraverso la corruzione di un giudice la Mondadori una ventina d’anni fa.
Le decisioni in sede civile sono immediatamente esecutive ma nel caso Berlusconi-De Benedetti, in modo appunto irrituale, si è deciso di sospendere il pagamento che avrebbe probabilmente messo alle corde anche il colosso brianzolo.

A decidere sulla sospensiva è stato il presidente della II Corte d’Appello civile di Milano, il giudice Giacomo Deodato. E allora? Che c’è di strano?

Giacomo Deodato è il fratello di Giovanni Deodato, parlamentare messinese di Forza Italia per due legislature. Insomma, il giudice che ha deciso di sospendere la Fininvest dall’obbligo di pagare subito i 750 milioni a De Benedetti è il fratello di un esponente importante del partito del padrone della Fininvest.

Ecco i malati risultati di un conflitto d’interesse di dimensioni spropositate che la sinistra non ha mai saputo elidere dalla scena politica italiana.

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Nella foto, Giovanni Deodato, avvocato civilista classe 1933 eletto parlamentare con Forza Italia dal 1996 al 2006

Fonte dell’articolo (Il Fatto Quotidiano del 29 ottobre 2009, articolo di Marco Travaglio)

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