Brave ragazze carine confuse con le escort senza cervello e senza anima.

La madre della miss ospite di Arcore
“Mia figlia si è fidata ora la chiamano escort”

“Io stessa le ho detto di rivolgersi ai magistrati e di liberarsi di questo peso”. Nella cittadina l’aria è pesante, ma chi conosce la Danese dice: “È una brava ragazza” dal nostro inviato PAOLO BERIZZI

La madre della miss ospite di Arcore "Mia figlia si è fidata ora la chiamano escort" 

GRAVELLONA TOCE – Il pudore di una madre, quando abiti nei paesi, non lo lavi via così, chiudendo le persiane e basta. Ti resta addosso. “Mia figlia era una bella ragazza, cioè, non era, è. Voleva diventare una miss, ci teneva. E invece si è fidata delle persone sbagliate…”. Le persone sbagliate sarebbero i due protagonisti maschili dei bunga bunga di Arcore, Emilio Fede e Silvio Berlusconi. E, nel ruolo di agente-traghettatore, Daniele Salemi. Ha la voce tirata la mamma di Chiara Danese, cerca di controllare il tono ma l’accento siciliano si

rompe dentro il respiro, nella preoccupazione per quello che è stato e per quello che potrà ancora essere. “Chiara è in casa ma, la prego, lasciatela stare. Deve stare tranquilla, in questi mesi ne ha già sentite troppe da troppe persone. In paese, su internet, al telefono”. Il condominio popolare color nocciola, qualche aiola trascurata, un paio di auto abbandonate, è vicino al campo sportivo: è la zona più popolata di Gravellona Toce, settemila abitanti nella provincia del Verbano Cusio Ossola. La mamma di Chiara fa la chioccia. Ma non arretra di un passo rispetto alla testimonianza che sua figlia, diciannove anni da compiere a giugno, la più giovane di quattro ragazze, assieme a Ambra Battilana ha riferito ai magistrati di Milano sulle “notti da incubo” a casa del presidente del Consiglio. “La verità? E’ quella che è uscita oggi sul vostro giornale – dice – ed era giusto che mia figlia la raccontasse. Io stessa, dopo averci pensato su, vedendo quanto stava male, le ho consigliato di rivolgersi alla procura e di liberarsi di questo peso”. Un macigno, a sentire la signora. “Dopo che è uscita la notizia che Chiara aveva partecipato alla festa (ad Arcore, ndr) in paese hanno iniziato a considerarla una escort. Sono arrivate telefonate anonime, c’è gente che l’ha insultata per strada. Non è più riuscita a trovare un lavoro”.

Lo scrive la stessa Chiara, e Ambra fa lo stesso, in questo caso riferendosi agli studi, nelle lettere allegate alla memoria depositata lo scorso 4 aprile ai pm del caso Ruby. “Vorrei fare la commessa ma non riesco a trovare un posto”, scrive una. “Ho seri problemi a scuola”, si lamenta l’altra, ultimo anno in un istituto per geometri a Torino. Sognavano di diventare miss (Ambra aveva vinto la fascia di miss Piemonte), e poi starlette, e poi meteorine, e poi l’ingresso a pieno titolo in quel mondo dello spettacolo che guardavano prima da lontanissimo e infine, grazie alle promesse di Salemi prima e di Fede poi, da più vicino. Fino al botto, l’ultimatum di quella notte del 22 agosto: “Volete andare via? Andate pure ma scordatevi tutto quanto, le meteorine, miss Italia” (così, secondo la loro testimonianza, Fede nella notte di Arcore quando Chiara e Ambra nauseate dalla serata “hard” chiedono di poter lasciare villa San Martino).

Per Chiara tutto inizia con la festa patronale di San Vito a Omegna, tre chilometri da qui. Ha 16 anni e una gran voglia di sfilare, di posare, di diventare famosa. C’è un concorso di bellezza, roba nostrana, le patatine fritte, la tombola e le ragazze più carine della zona su un palco di legno. “Ci teneva tanto – ricorda la mamma – ha fatto due anni di linguistico, poi ha lasciato e ha preso il diploma di estetista”. Quando ad agosto dell’anno scorso Emilio Fede la invita a cena al ristorante Bulgari di Milano – una specie di preselezione per il bunga bunga stando ai verbali – una delle prime cose che le chiede è: cosa ti piace fare?. Risposta: l’estetista. “Bene, allora fai un giro qui davanti a me… fatti vedere…”, è l’invito galante del direttore del Tg4. A tavola c’è anche Ambra, l’altro “bignè” (per usare le parole di Fede) che il “simpatico Daniele” (Salemi) gli aveva fatto conoscere con la possibilità di un ingaggio come meteorina. Anche la miss torinese ora sembra essersi liberata di una zavorra: “Sono serena e tranquilla perché ho detto la verità, adesso voglio concentrarmi sull’esame di maturità”. Ricominciare? Ripartire dopo il clamore? E’ una parola. “Per riprendersi mia figlia ci metterà un bel po’” dice ancora la madre di Chiara. Si è fidata delle persone sbagliate, che l’hanno illusa e alla fine le hanno fatto capire che se voleva lavorare in quel mondo doveva fare certe cose”. La donna nega di avere ricevuto pressioni o richieste. “Nessuno fino a oggi ci ha contattati per chiederci nulla”.

Nel quartiere dove abitano i Danese chi conosce Chiara giura che la diciottenne più famosa di Gravellona “è una brava ragazza”, e che di certo “non è paragonabile a quelle lì che animavano i festini di Berlusconi”, e infatti – taglia corto un amico – “se ne è andata via arrivederci e grazie”. Milano e Arcore sembrano lontane anni luce da qui.

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