Burlesquoni, quando non delinque o spara cazzate… dorme.

Vittorio Emiliani

Il governo balneare dell’ultimo doroteo

b.cotto

Ormai il copione è sempre lo stesso, stanco e stantio: Berlusconi parla di un’Italia del tutto finta, immaginaria, dove i conti sono a posto e ci fanno stare meglio di tutti gli altri in Europa, promette “riforme” sciolte e a pacchetti, rabbonisce Bossi che vuole i ministeri a Monza, invita Casini, sorridendogli persino, lui che ormai è teso e giallastro, a entrare in quel suo bel mondo dorato. E cosa succede? Ottiene l’ennesima fiducia da gente “nominata”, non eletta, dai “transumanti”, che hanno una paura fottuta di perdere la cadrèga (scusate il lombardismo, ma il grande Carlo Emilio Gadda assicura che viene dal greco katzèdra, e poi? Subito dopo l’Umberto dice, per la ventesima volta: «Cose belle, ora vediamo i fatti». Casini ripete che lui non ci entra in quell’armata Brancaleone. Tremonti cerca di destreggiarsi in Europa, chiacchiera di riforme fiscali che sa impossibili perché dovrebbe tassare i ricchi essendo tutti gli altri allo stremo.

Qualcuno dice che Silvio, adesso, “fa il doroteo” e che il suo governo assomiglia a quelli “balneari” di una volta. In parte è vero. Ma è vero soprattutto che lui, arrivato al potere con la promessa di sbaraccare la vecchia politica, ora ha adottato l’adagio latino (o doroteo) di non muovere nulla e di acquietare quanto si muove. Tanto, un risultato strategico l’ha ottenuto: nel 1994, quando “scese in campo”, le sue aziende avevano debiti per circa 8.000 miliardi di lire, mentre da anni nuotano nei profitti….

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