Chi di “bunga bunga” ferisce, di ridicolo e manette perisce.

Processo Ruby, in tribunale a Milano
sfilano le ‘pentite’ del bunga bunga

Il pm Sangermano ha citato come testimoni Maria Makdoum, la danzatrice del ventre di origine
araba, e le due ex miss Ambra e Chiara e Imane Fadil, parti civili nel processo contro la Minetti

Processo Ruby, in tribunale a Milano sfilano le 'pentite' del bunga bungaImane Fadil in tribunale

Comincia a Milano nel processo sul caso Ruby, in cui è imputato l’ex premier Silvio Berlusconi, la sfilata delle giovani ‘pentite’ ospiti ad Arcore durante i presunti festini a luci rosse. Il pm Antonio Sangermano ha citato come testimoni Maria Makdoum, la danzatrice del ventre di origine araba che durante le indagini ha raccontato agli inquirenti quel che avrebbe visto a Villa San Martino, durante la serata del 12 luglio di due anni fa, le due ex miss Ambra e Chiara e Imane Fadil, ovvero tre delle cinque ragazze che si si sono costituite parte civile nel procedimento per la stessa vicenda ma a carico di Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti.

Il pm ha anche convocato, oltre a Diana Maria Osorio Iriarte, amica di Ruby  Natascia Teatino, amica di Arisleida Espinosa, affinché spieghi al collegio quanto sarebbe accaduto nella residenza milanese dell’ex premier, in un’altra delle serate, quella del 6 gennaio dell’anno scorso, durante la quale era pronta a tutto “ma non al bunga bunga”. Maria Makdoum, citata in una conversazione intercettata dell’ex prefetto Carlo Ferrigno, il 15 gennaio dell’anno scorso, aveva descritto ai pm le feste hard di Arcore: “Ognuna di noi – ha messo a verbale – si è seduta per la cena dove voleva. Finita la cena il presidente disse ‘E ora facciamo il bunga-bunga’ e spiegò che cosa era, cioè una cosa sessuale”.

Poi aveva aggiunto: “Le De Vivo in mutande e reggiseno. Il presidente le toccava e loro lo toccavano nelle parti intime. Si

avvicinarono anche a Emilio

Fede, che le toccava il seno e altre parti intime. Poi la ragazza brasiliana con perizoma ballava il samba in maniera hard”. E ancora: “Anche le altre ragazze ballavano facendo vedere il seno e il fondo schiena. Tutte loro si avvicinavano al presidente che le toccava nelle loro parti intime. Sono rimasta inorridita. Se avessi saputo prima quello che si faceva alla villa non sarei andata”.

Sulla stessa linea anche Imane Fadil e Ambra e Chiara, le due ex miss piemontesi che la sera del 22 agosto di due anni fa, invitate a una serata ad Arcore, se ne andarono via “sbigottite perché si aspettavano tutt’altra cosa” e non “mani sui glutei” da parte dell’ex presidente o “un gioco sconcio” con una statua di Priapo fatta girare tra le ragazze e al quale hanno detto di non essersi prestate. Insomma è la volta dei testimoni chiave dell’accusa, mentre il 20 aprile sono attesti in aula l’ex questore Vincenzo Indolfi, il capo di gabinetto Piero Ostuni, e gli altri poliziotti che ebbero a che fare con la bella ‘Rubacuori’ durante la notte fra il 27 e il 28 maggio di due anni fa, quando venne trattenuta negli uffici di via Fatebenefratelli e rilasciata, per l’accusa, in seguito all’intervento della presidenza del consiglio e a una telefonata dello stesso Berlusconi

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