Eravamo a Senorbì

Bentrovati, amici. Oggi, sveglia alle sette e via! verso una nuova avventura. Come sapete, sono stato costretto – da oltre cinque anni – ad  abitare in un villaggio dove pare che abbiano appena

 scoperto la ruota e quindi, per qualunque  servizio, anche minimo, bisogna andare a Senorbì o a Cagliari: tre ore di auto quando va bene e curve a volontà.  Abbiamo dovuto portare Melina dall’ortopedico, dato che delle sedicenti maestre indigene dell’età della pietra  le hanno provocato una pericolosa scoliosi coi loro carichi di zaini inutili da 15 kg. Mentre in tutto il mondo civile, da almeno 15 anni, si lavora coi computer e con le fotocopie. Anche nelle scuole primarie.  Ma quando ho proposto di agire così alla sedicente preside… sono stato quasi  aggredito e schifato da lei e da alcune mamme che non sono mai state nemmeno a Cagliari. E, se ci vanno, non la trovano…  Sono le stesse mamme che hanno fatto isolare lamia bambina dailoro figli disastrati e che proibiscono ai poveretti di giocare  “coi marocchini”.   Qui abitano alcune famiglie marocchine. Sono lavoratori e persone davvero splendide e i loro bambini  sono un bel po’ più educati e intelligenti degli altri ragazzini. Per fortuna, anche quest’anno, la principessa si è fatta  due settimane a Londra, un mese a Roma dalla nonna, dieci giorni al mare in Calabria e una settimana dal fratello a Milano.  Ovunque,  è andata a teatro e al cinema, oltre che  nei musei VERI. L’abbiamo fatta visitare ovunque da specialisti e stamane abbiamo avuto la conferma che deve portare una piccola zeppa correttiva al piede sinistro.  Qui non ci sono ortopedici, ma nemmeno ciabattini né un barbiere… Voleva tenere delle  lezioni di aerobica, ginnastica dolce, e danza la mia compagna (che come sapete è cresciuta al Bolshoji di Mosca) ma è stata ostacolata in tutti i modi. Qui  in Sardistan ci sono troppe persone che odiano crescere. Odiano la civiltà. Figurarsi se c’è un teatro o un cinema! Perciò, dato che sono ancora (per poco) costretto a imprigionare  la bambina qui, mi faccio obbligo ogni anno di farle vedere un po’ di mondo e di regalare un tesoretto alla sua crescita culturale.  Faccio  male?

MELINA A LONDRA IN UN RISTORANTE TAHILANDESE

MELINA me11

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