G8, le Iene sui fondali dell’ex arsenale: le rapine e i delitti della cricca B/B

G8, le Iene sui fondali dell’ex arsenale

Documentato con nuove riprese tv l’inquinamento ancora in atto
Dalle carte rese pubbliche un vorticoso giro di società e subappalti

di Pier Giorgio Pinna

G8, le Iene sui fondali dellex arsenale

LA MADDALENA. Torna sotto i riflettori il sistema di appalti e subappalti per le bonifiche. Emergono nuovi dettagli dalle carte rese in parte pubbliche dall’Unità di missione per il G8. Utili per le inchieste su irregolarità, caporalato, violazioni di norme sulla sicurezza. E intanto le Iene mostrano in tv nuove riprese sull’inquinamento dei fondali nell’ex arsenale.

Vicende complesse, mescolate a misteri. Dal 2008 al 2009 le opere di risanamento nell’area di Moneta vengono assegnate a due sole imprese principali. Il metodo d’azione accordato dalla Protezione civile guidata da Bertolaso (ora a giudizio) prevede però il ricorso a 4 ditte esterne. Che, a loro volta, si affidano poi a

tanti altri soggetti. Un sistema consentito dalle leggi, certo, ma nell’arcipelago reso indecifrabile a lungo dal top secret in vista del vertice. Le mille pagine di atti divenuti pubblici costituiscono dunque un fascicolo prezioso. Un dossier reso disponibile a tutti grazie alla «richiesta d’accesso» fatta dal consigliere regionale Claudia Zuncheddu (Indipendentistas). La quale, per ottenerli, con il sostegno legale degli avvocati Luigi Azzena e Renato Margelli, si è dovuta rivolgere al Tar del Lazio. In passato la Direzione del lavoro di Sassari aveva già accertato una montagna d’infrazioni. Fuori norma metà dei cantieri distribuiti in tutto l’arcipelago, non solo nell’ex arsenale. E irregolarità in 3 imprese su 10, oltre a edili in nero e a contratti spesso illeciti.

Del resto, lo stesso governo Berlusconi, dopo una serie di resistenze, e

ra stato costretto a confermare in parlamento le procedure anomale. Ammettendo che, in 16 sedi ispezionate in tutto il territorio della Maddalena, risultavano in posizione irregolare 98 operai su 586. «Le autorità di vigilanza hanno inoltre contestato a suo tempo 109 illeciti amministrativi – hanno spiegato i rappresentanti dell’esecutivo -, inflitto sanzioni per 43.083 euro e rilevato 156 illeciti penali». Adesso probabilmente l’intero dossier si arricchirà.

Ieri, sull’«affaire», nuovi documenti filmati dalle «Iene». Un inviato della trasmissione, in onda su Italia 1, si è immerso davanti al Main Conference documentando ancora una volta la forte presenza di materiali da costruzione buttati in mare, idrocarburi e altri veleni.
Nel frattempo sullo smaltimento dei veleni da Moneta nelle 9 aree sarde autorizzate arriva una puntualizzazione dal Comune di Sassari. «Con ogni probabilità la discarica di Scala Erre citata – genericamente – tra i siti coinvolti è quella per scorie speciali gestita da un’azienda privata al confine con l’altra municipale, destinata ai soli rifiuti urbani e assimilati», viene chiarito. D’altronde, nessuna richiesta formale per il conferimento di rifiuti speciali è mai stata fatta all’amministrazione: sarebbe comunque stata rigettata proprio perché il sito non è idoneo per quella tipologia di residui. Da qui la «categorica esclusione che nella discarica comunale siano mai potuti arrivare rifiuti dall’ex arsenale della Maddalena».

A ogni modo negli ultimi documenti, oltre alle ditte appaltatrici e subappaltrici, per le bonifiche compaiono una quarantina di società. Nove, appunto, fanno capo alle discariche autorizzate in Sardegna. Quasi altrettante, per i rifiuti più nocivi, a siti del Nord Italia. Diciassette a ditte di autotrasporto. Poche altre ancora agli armatori per i carghi destinati al trasporto di motrici e semirimorchi.
In modo non sempre lineare, centinaia di uomini e decine d’imprese sono stati coinvolti nella missione organizzata per portar via dall’arcipelago 74mila tonnellate di veleni e materiali residui. Tremila viaggi di Tir in pochi mesi. Tutto in una girandola di commesse (ufficiali) e subappalti di subappalti (ufficiosi).

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