Ghedda come Mafiolo, deve morire questa merdaccia!

Ricatti, violenze e abusi sessuali
L’inferno nascosto delle amazzoni

Una psicologa infantile ha raccolto le denunce di cinque soldatesse della guardia del corpo di Gheddafi. “Violentate dal raìs e dai suoi figli” dal nostro inviato PIETRO DEL RE

Ricatti, violenze e abusi sessuali L'inferno nascosto delle amazzoni

BENGASI – Erano quattrocento le soldatesse private di Gheddafi, tutte giovanissime, avvenenti, forzute o quanto meno alte e formose. Erano le sue “amazzoni”, la sua più stretta e decorativa guardia de corpo. Da oggi, però, da quando cinque di loro hanno denunciato il Colonnello per stupro, tutto lascia pensare che più che al suo esercito personale queste ragazze facessero parte di un vasto harem degno di un emiro di altri tempi.

La denuncia è stata raccolta da una nota psicologa infantile che lavora a Bengasi, la dottoressa Seham Sergewa, alla quale le ex body guard del Raìs hanno raccontato di essere state abusate non soltanto da lui e anche dai suoi figli. La notizia è apparsa soltanto ieri, sull’edizione

domenicale del Times di Malta.

La dottoressa Sergewa, che preparò la sue tesi di laurea sulle donne violentate in Bosnia, è stata contattata da numerose ragazze che dicevano di aver subito violenza da parte delle milizie di Gheddafi a Brega, Ras Lanuf e Ajdabiya durante la controffensiva lanciata a marzo nel vano tentativo di riconquistare Bengasi. Dopo di loro, dalla psicologa sono arrivate le “amazzoni”.

Le loro testimonianze andranno ad arricchire il dossier compilato dalla Sergewa e da lei già trasmesso al Tribunale penale dell’Aja, che servirà soltanto se l’ex leader libico sarà un giorno catturato vivo e  trasferito in Olanda per esservi processato.

Tutte e cinque le ex combattenti, si sono dichiarate “ardenti e furiose” con il Colonnello, che dopo aver abusato di loro, le avrebbe cedute ad alcuni dei suoi figli e ad alti ufficiali. Una di queste ha detto che per costringerla ad entrare nella guardia scelta del Raìs, gli uomini del regime sono ricorsi al ricatto, organizzando l’arresto per traffico del fratello che rientrava da una vacanza a Malta. “Non avevo alternative: o diventavo anch’io un'”amazzone” o mio fratello sarebbe rimasto in carcere per il resto della sua vita”.

Secondo quanto svelato dalla psicologa, la ragazza era stata in precedenza espulsa dall’Università. Per convincerla a incontrare Gheddafi, le dissero che solo lui era in grado di facilitare una sua riammissione. Così, dopo aver subito visite mediche e test anti-Aids, fu portata nella residenza di Bab al-Aziziya a Tripoli, dove il Colonnello si fece trovare in pigiama. Dice ancora la dottoressa Sergewa: “Lei, che considerava da sempre Gheddafi come un padre, rimase scioccata e rifiutò le sue avances. E lui la violentò una prima volta. Poi, quando diventò un'”amazzone”, approfittò di lei per settimane, prima di stufarsi e passare a un’altra”.

Più atroci, se possibile, sono i racconti fatti alla psicologa dalle ragazze, e dalle bambine, sistematicamente stuprate dalla soldatesca di Gheddafi in Cirenaica. Tutto è cominciato quando, nei primi mesi del conflitto, la dottoressa fu avvicinata da alcune madri che le chiesero consiglio su come trattare le figlie violentate dai miliziani. “Mi sembravano casi isolati, ma volli ugualmente vederci chiaro. Dopo una breve indagine mi trovai a lavorare su almeno trecento casi di stupro, con storie spaventose, di donne abusate davanti ai loro figli e ai loro mariti anche da venti soldati”, racconta la Sergewa. “Una ragazza di 18 anni mi ha detto di essere stato stuprata sotto gli occhi del padre, al quale implorava di non guardare quanto le stavano facendo”.

Molte vittime di questi stupri si sono suicidate. Soltanto otto hanno accettato, se il processo contro Gheddafi dovesse tenersi alla Corte penale internazionale, di andare a testimoniare contro di lui all’Aja.

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