I fancazzisti magnaccioni di destra anche alla regione Lazio. Così imparate a votarli…

Lazio, vacanza elettorale
per i consiglieri regionali

di Mariagrazia Gerina

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Stavolta la campagna elettorale nel Lazio l’hanno presa proprio sul serio. Si fa per dire. Eletti un anno fa e usciti miracolati dal pasticcaccio della lista Pdl, i consiglieri regionali del Lazio hanno deciso di darsi un mese di vacanza per poter seguire, ventre a terra, la prossima tornata elettorale che si preannuncia al calor bianco in molti comuni del Lazio. Chi dovrà correre a Sora per sostenere il candidato-sindaco della Lista Polverini.

Chi a Terracina, dove l’altro derby interno vede avversari il candidato del Pdl e quello della governatrice del Lazio. E poi, c’è Latina, dove, dopo lo scontro interno al Pdl ha portato alle dimissioni il sindaco Zaccheo, fedelissimo di Fini, c’è Pomezia. O Cassino, dove lo scontro di potere coinvolge il presidente del consiglio regionale del Lazio, Mario Abruzzese. Insomma, davvero troppi impegni di partito per far fronte anche a quelli istituzionali. Soluzione: le vacanze elettorali per chi già seduto in consiglio regionale si appresa a fare da testimonial a colleghi e amici.

Fannulloni, direbbe il ministro Brunetta. E sì che l’indennità per il loro lavoro istituzionale è quasi pari a quella dei parlamentari. E la vacanza elettorale è solo la ciliegina sulla torta. I radicali eletti nelle fila dell’opposizione si sono presi la briga di passare al setaccio l’attività dell’assemblea regionale. E i numeri parlano chiaro.

In un anno il consiglio regionale (con i suoi 70 consiglieri e 450 dipendenti) è costato alle casse del Lazio circa 103 milioni. Ma in 12 mesi si è riunito solo 23 volte
(due a maggio del 2010, zero a giugno, etc.) ed è riuscito a licenziare appena 11 leggi, di cui 6 di bilancio, e dunque

inderogabili. Nelle ben 16 commissioni ne sono state linceziate appena 3 di più, ancora in attesa dell’esame dell’aula. La prima approvata in commissione sanità in un anno di lavoro è fresca di voto. Licenziata giovedì in grande fretta per consentire alle cliniche private inadempienti di presentare l’autocertificazione necessaria per ottenere l’accreditamento. Una sanatoria, che contiene anche una misura ad hoc sui posti letto, denuncia il consigliere radicale Rocco Berardo: per gli ospedali pubblici il conteggio viene fatto per macro-aeree, per i privati che hanno più cliniche sparse per il Lazio si fanno a livello regionale.

Una deriva più penale che legale», chiosa Pannella. E sì che di proposte di legge i consiglieri ne hanno depositate a bizzeffe. Almeno quante le promesse elettorali rimaste inevase. A cominciare da quelle su cui Renata Polverini mise la faccia. «Disse che avrebbe abbassato le tasse: noi a costo di essere impopolari le dicemmo che era impossibile visti i conti della sanità», ricorda, da ex avversaria, Emma Bonino.

Troppo impegnati a legiferare, quasi la metà dei consiglieri regionali (33 su 70) non ha ancora avuto tempo di trasmettere al presidente del consiglio Mario Abruzzese la dichiarazione dei redditti, quella relativa al patrimonio e alle spese elettorali. Un elenco trasversale che va dal leader della Destra Francesco Storace alla moglie del sindaco di Roma Isabella Rauti, dai consiglieri della Lista Polverini al capogruppo dell’Idv Vincenzo Maruccio a diversi consiglieri del Pd. Corregge invece il dato diffuso dai radicali il capogruppo del Pd Esterino Montino, che ha consegnato tutte e tre le dichiarazioni richieste. Altrettanto non può dire Renata Polverini: manca all’appello la sua dichiarazione patrimoniale. Una lacuna – fa notare il consigliere radicale Giuseppe Rossodivita – particolarmente inopportuna viste le polemiche sulle sue numerose abitazioni.

16 aprile 2011
°°° Io me li ricordo i discorsi di questa polverini, inventata da ballarò… si è dimostrata peggiore dei tanti squali berlusconiani o andreottiani: ladrona e incapace.
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