Il marinaretto “sonotuttoio” della Capitaneria di porto di Golfo Aranci.

Amici, vi racconto questa storia giusto per vedere i danni persistenti che ha combinato quel delinquente di berlusconi anche nelle testoline più disabitate.

Ore 10. Dopo settimane stressanti per stare dietro alla nascita del giornale, stacco il pc e decido di andare a prendere un po’ di sole e di vento al porticciolo di Golfaranci. Ho i coreani in frigo da una settimana, due scatole le avevo buttate intonse, dato che non avevo mai avuto tempo. Bene. Prendo la mia cannetta, lo zainetto e vado. Arrivo e mi siedo su un piccolo molo che costeggia il porto, dove attracca esclusivamente il traghetto “Corsica-Sardegna ferries” da Livorno. Non faccio in tempo a lanciare che arriva il barcone e mi scarica tutta la merda davanti. Il vento non è molesto, il posto è comodo, e decido di aspettare che il mare faccia il suo lavoro e mi allontani gli scarichi. Dalla nave scendono una cinquantina di camion, un decinaio di camper, e una trentina di auto e furgoncini. Poca la gente a piedi. Finito il flusso, sento uno che grida alle mie spalle: “NADA!”

Mi volto e vedo questo marinaretto, tutto azzimato e compiaciuto del suo ruolo che, dall’interno del perimetro portuale – oltre una robusta rete metallica- mi fa dei cenni e continua a starnazzare. E’ circondato da tre guardie massicce e lui ci tiene a fare il capo.

“Dice a me?” chiedo.

“Sì. Non può stare lì.”

“Perché?”

“Perché lo dico io!”

Il primo impeto, davanti a un frillo così indisponente, è stato di rispondere “E chi cazzo saresti tu?” Ma mi avvicino e chiedo cortesemente:

“Chi lo ha deciso che io non posso stare qui con una misera canna da pesca a prendermi un po’ d’aria e di sole?”

“La capitaneria.” Azz!

“La capitaneria, chi? Con chi posso parlare per avere un permesso?”

“Ah, ma allora lei non vuole capire! Mi favorisca un documento.” fa, sempre più autoritario.

“Io non ho problemi a darle un documento, ma se la mette così, anche lei mi deve dare un documento.”

Mi mostra una targhetta sulla giacca blu: “C’è scritto qui chi sono io.” E sticazzi! Le vendono a 20 centesimi a Porta Portese quelle targhette!

Comunque, vi risparmio la figura ridicola che ho fatto fare a questo poveraccio che si fotte lo stipendio portando in giro una divisa. Vi dico solo che oggi, molto probabilmente, sono sbarcati da quella nave quintali di cocaina, eroina, e hascisc e questo bellimbusto NON HA CONTROLLATO UN SOLO CAMION NE’ UNA SOLA AUTO! Si è messo a rompere i coglioni a me, che ero armato di una pericolosissima canna da pesca da 280 cm e di cazzutissimi vermi coreani in odore di terrorismo.

COMPLIMENTI ALLA CAPITANERIA DI PORTO!

 

 

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter