Il vescovo di Castellamare di Stabia è un camorrista. Perché non ha le manette?

Vincenzo Iurillo | 19 gennaio 2012


Castellammare, processione con omaggio

al boss. Il sindaco abbandona il corteo

Il Vescovo della città vesuviana ha voluto replicare percorso e sosta di fronte alla cappella sotto la casa del camorrista. Un segno di rispetto per il capoclan che il primo cittadino non ha tollerato: si è sfilato il tricolore e ritirato il gonfalone

San Catello, processione con omaggio al boss della camorra. Accade a Castellammare di Stabia (Napoli), dove per il secondo anno consecutivo il sindaco Pdl Luigi Bobbio ha abbandonato il corteo religioso che celebra il Santo patrono, si è

sfilato il tricolore e ha ritirato il gonfalone.

Gesto clamoroso, compiuto insieme ai suoi assessori in segno di protesta per la decisione del vescovo Felice Cece di non fare eccezioni al protocollo, che prevede per l’appunto una sosta davanti alla Cappella di Santa Fara. Sopra la quale vive e si affaccia l’ormai anziano bossRenato Raffone, protagonista delle stagioni criminali stabiesi degli anni ’80, per ricevere l’omaggio della “sua” gente.

E dire che sindaco e vescovo nei giorni scorsi si erano incontrati per discutere proprio di questo: di come evitare che la tradizionale festa di San Catello, patrono di Castellammare di Stabia, potesse essere equivocata come un segno di sottomissione ai rituali camorristici.

video di Andrea Postiglione

Già l’anno scorso Bobbio, sindaco al primo anno di mandato, abbandonò la processione sconcertato per il saluto del boss alla statua del santo. L’incontro tra Bobbio e Monsignor Cece si era concluso con comunicati concilianti e di condivisione della comune lotta ai disvalori camorristici. Ma evidentemente qualcosa non era stata chiarita del tutto. Il Vescovo ha insistito nel replicare il tradizionale percorso e la conseguente sosta di fronte alla cappella votiva, che nei fatti viene considerata come un segno di rispetto per il boss. E il sindaco non l’ha presa bene e se ne è andato.

Questa mattina i due erano partiti insieme alla testa della processione. Insieme hanno attraversato il centro storico. Davanti ai cancelli della Fincantieri, azienda in profonda crisi che dava lavoro a migliaia di concittadini stabiesi, Monsignor Cece ha ricordato le parole che Giovanni Paolo IIpronunciò nel 1992 durante la sua visita allo stabilimento. Ma quando Bobbio si è accorto che il Vescovo non intendeva soprassedere al passaggio della processione di fronte alla Cappella di Santa Fara, e dopo aver inutilmente tentato di fargli cambiare idea, ha ritirato il gonfalone, si è sfilato la fascia tricolore e, insieme alla giunta, ha abbandonato la cerimonia e si è spostato sul lungomare. Lasciando il Vescovo a proseguire da solo verso il centro antico.

Quando la statua di San Catello è giunta sotto la Cappella, il capoclan si è affacciato come sempre, ha mandato un bacio al santo e, dopo la sosta, ha fatto cenno ai portatori che potevano riprendere la marcia.

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