La camorra di Berlusconi, Cosentino e Lettieri che ha ucciso la Campania.

Benvenuti nel maxi porto che non c’è:
le mani della Camorra su 77 milioni

Mare superinquinato, pescatori di frodo, capannoni pieni d’amianto: al posto degli yacht la terra della malavita

NAPOLI – C’è un panorama mozzafiato al porto di Vigliena, in provincia di Napoli: un porticciolo per pescatori, un fazzoletto di spiaggia, il prato alle spalle e il Forte di Vigliena, simbolo della resistenza Partenopea del 1799, a fare da cornice. Ma poi scopri che tutto è talmente inquinato che non si può nemmeno accedere, vietato persino toccare. Spiaggia, mare, terreno, edifici circostanti tutti zeppi di amianto, scarichi abusivi, discariche a cielo aperto, residui industriali. Ovviamente l’immondizia. E’ come scoprire che è tutto finto, di plastica.

Eppure nel quartiere San Giovanni a Teduccio doveva

nascere uno dei porti turistici più grandi del Mediterraneo. Il primo annuncio addirittura risale al 1999 con l’acquisto da parte del Comune di Napoli dell’ex stabilimento metallurgico “Corradini”. Poi tutta una serie di false partenze, grandi conferenze stampa di presentazione ma niente di fatto. Il progetto definitivo è stato approvato nel 2006 con tanto di fondi stanziati: 77 milioni di euro. E’ da allora che si parla di bonifica del porto.

Intanto la malavita ha letteralmente mangiato questo territorio. Nonostante sia un’area interdetta a qualsiasi tipo di attività e ci siano ovunque cartelli che avvertono del “pericolo di morte” c’è un via vai continuo di pescatori abusivi. Raccolgono cozze e vongole da vendere sulle bancarelle in strada. Ma c’è anche un frenetico trafficare di pregiudicati e tossici che hanno trovato il loro habitat nell’ex area industriale che doveva ospitare una foresteria, un club house e il rimessaggio per le barche. I capannoni, ormai in procinto di crollare, sono “abitati” da disperati, drogati e Rom. Una terra di nessuno in cui si trova di tutto, persino auto e barche incendiate o pacchi di raccomandate destinate a Trenitalia, Agenzia delle Entrate e Giunta regionale ma mai consegnate. Un quartiere dal nome emblematico, “Detta Innominata”, dove la sola parola “camorra” zittisce qualsiasi bocca. Anche davanti all’evidenza.

Antonio Crispino
17 maggio 2011(ultima modifica: 18 maggio 2011)

zoccole

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